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Autore: _Elisewin_    07/11/2013    1 recensioni
"Nel frattempo, al tavolo dei Serpeverde, due occhi color del ghiaccio la stavano guardando girandosi tra le mani un coltello. Draco Malfoy era molto arrabbiato con Hermione. Non le aveva obbedito. (...)"
Affinchè un cuore smetta di sanguinare quanto tempo occorre? Quanto tempo occorre che le ferite dell'anima guariscono completamente? Cosa può essere successo a Draco&Hermione? Come regirà Draco al segreto di Hermione volutamente taciuto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi scuso enormemente per questo lungo ritardo. Non ho abbandonato la storia. Mi dispiace se non aggiorno spesso, ma molte volte, non ho il tempo per scrivere a causa di vari impegni.
La storia non la lascerò incomplete.
Ringrazio tutti voi che continuate a seguirmi.
_Elisewin_


Capitolo 13
 
“Se provi a volare ti accorgi che qualche stella sta lì per noi…”
(Luca Dirisio – Se provi a volare)
 
I Giardini di Kensington a Londra avevano sempre affascinato Hermione fin da quando era bambina.
Il fatto di poter passeggiare per qualche ora senza mai essere disturbata, l’aveva sempre fatta sentire libera e in pace.
Quello che aveva davanti a sè,era il parco della sua infanzia.
Era a suo parere - in quanto bellezza e atmosfera -  il parco migliore di tutta l’Inghilterra.
Era il parco che ogni singolo bambino di Londra - amante delle favole – amava incondizionatamente.
Ed ora a distanza di anni vedeva come quello stesso parco aveva affascinato la sua bambina.
Una bambina che riteneva quel posto pieno di magia .
Lei che la magia la toccava con mano ogni giorno.
Strano da pensare. Effettivamente.
Come ogni volta che entravano in quel parco, Hermione ,aveva l’abitudine di passare sotto la statua di Peter Pan e salutarlo.
Lo salutava come se effettivamente quella statua potesse risponderle e darle silenziosi consigli.
In quel saluto Hermione racchiudeva tutto.
La favola di Peter Pan e dei Bimbi Sperduti era stata la sua guida per tutta l’infanzia.
Forse perchè quel piccolo bambino con le sue avventure l’aveva sempre affascinata… ed anche perchè, come tutti i bambini, temeva di crescere.
Però infondo, ancora adesso che era grande,amava tutto di quella storia.
La cosa bella era che credeva fermamente, che da qualche parte nel mondo, ci fosse la sua piccola Isola Che Non c’è. Ragion per cui teneva stretta a sè quel pensiero e cercava di non abbandonarlo mai.
Capitan Uncino, I Bimbi sperduti, le Sirene, Campanellino e la polvere di fata, gli Indiani … erano solo dei personaggi fantastici che, nei suoi momenti di crisi adolescenziale, riusciva a  trovarvi conforto. Forse perchè in ogni singola favola sia essa babbana o magica vi è una morale di fondo.
Bè alla fine era arrivata ad affermare che dietro ogni storia – sia essa vera o falsa – c’è un fondo di verità. Basta saperlo trovare.
Ora invece, era il turno di sua figlia a credere in qualche cosa.
Anche se la bambina apprezzava più la storia di Alice che di Peter.
Quando le chiese il perchè, le rispose semplicemente perchè era bionda… come lei…e da bionde, ovviamente, si capivano.
E questo a soli quattro anni.
La bambina – pensava Hermione – passava troppo tempo con Blaise.
Quel ragazzo faceva delle battute così sottili davanti a lei, che a volte, dimenticava di come questa ingenuamente andava a ripeterle a chiunque.
Come se fosse la pura verità!
“Ma se lo dice Zio Blaise vuol dire che è vero!” ribatteva innocentemente Lizzie ai rimproveri della madre.
Il carattere di Lizzie non era per niente il suo.
Hermione sapeva benissimo a chi appartenevano quei bronci o quelle piccolissime prese di posizione.
D’altronde qualcosa di lui – capelli e voglia a parte – doveva ereditarla no?
Per quanto riguardava Blaise era da una settimana che non riusciva a vederlo.
Aveva provato a contattarlo ma non rispondeva nè alle sue chiamate e nè alle sue lettere.
Ora sentiva la necessità di parlagli.
Blaise non era tipo da assentarsi per così tanto tempo.
Ma la cosa non le piaceva per niente.
Che fosse successo qualcosa?
Se anche quella sera, non avrebbe risposto alla sua ennesima lettera, sarebbe andata direttamente a casa sua.
Voleva capire.
Possibile che proprio adesso, che stava incominciando ad essere sicura dei suoi sentimenti, il solito brivido alla schiena si faceva sentire? E non era il brivido di piacere. Ovviamente.
“Blaise dove sei?” sussurrò Hermione guardando Lizzie fare capriole.
Il  pomeriggio scorse lento e ormai si era fatta ora di cena.
In programma aveva una pizza da gustare con la bambina sul divano, e dopo averla messa a letto, leggere un buon libro e ovviamente, contattare sempre Blaise.
Gridò a Lizzie di calmarsi e di prendere le proprie cose lasciate sparse sul prato e si diressero verso casa.
I Giardini non erano lontani dall’abitazione, quindi, una bella passeggiata era sempre un’ottima cosa.
Da quando Draco se ne era andato, era libera di poter uscire da quelle mura.
Prima invece, doveva chiedere il permesso anche di stare in giardino.
Come se i Purosangue come lui,potessero perdere tempo nella Londra Babbana… e in particolare, a casa sua.
Draco il più delle volte si era dimostrato una persona alquanto ottusa.
Ma,dopo quei quattro anni di assenze, aveva deciso di fare a modo suo.
Erano arrivate ad imboccare il vialetto della villetta, che Hermione, intravide una figura.
Una figura che non vedeva da tempo.
Si fermò di colpo e strinse più forte la mano di Lizzie.Preoccupata.
La bambina alzò lo sguardo verso la mamma e la vide indecisa, poi puntò i suoi occhietti vispi verso casa, ed anche lei si fermò.
Quella figura somigliava tantissimo all’uomo della foto che teneva nascosta sotto il letto.
Hermione tremante mormorò un solo nome “Draco!”
La bambina invece “Papà!” e si liberò dalla stretta della madre per correre verso quella persona che, per quattro anni, non si era mai fatta vedere e sentire.
 
 
 
Hermione stava versando tremante il the nella tazza che Draco gentilmente le stava porgendo.
La parola gentile non si poteva associare a una persona come Draco Malfoy.
Da quando avevano messo piede in casa, Hermione si teneva a debita distanza da lui, quando invece lui, voleva semplicemente avere un nuovo tipo di approccio con lei.
Presa da ricordi e immagini poco felici di loro due, Hermione, ne aveva ben donde da dubitare su quei gesti gentili.
Draco l’osservava.
Ancora una volta si diede dello stupido per essersene andato da Londra.
Si era perso completamente l’evoluzione fisica della sua donna.
O per meglio citare il vecchio Draco, della sua proprietà.
Ora l’unica cosa da fare per lui era cercare di riallacciare i rapporti con lei e con la bambina.
Lizzie… per lui era stata una vera sorpresa.
Quella bambina era una piccola forza della natura.
L’aveva accolto in casa a braccia aperte.
Gli aveva raccontato molte cose.
Gli aveva detto sottovoce che lo aspettava ogni notte per farsi raccontare una favola.
Gli aveva detto che era sempre stata brava e paziente, così lui un giorno sarebbe tornato, e avrebbe visto quanto fosse stata brava.
Quella bambina lo aveva aspettato e desiderato così tanto, che lui invece, si vergognò di aver pensato quattro anni prima, che fosse stata la peggior cosa che gli fosse potuta capitare.
Ma a malincuore dovette ammettere, che la madre, l’aveva educata bene.
Era una bambina abbastanza rispettosa.
E a quanto ormai aveva visto, voleva  conoscerlo.
“Allora dimmi come stai?”
Hermione sollevò di colpo la testa per quella inattesa domanda
“Io? Tu semmai come stai?”
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda…signorinella!” rispose con ironia Draco.
In effetti vederlo in quel modo, faceva stare Hermione, ancora di più sull’attenti.
Cioè avanti… quando mai Draco le aveva posto una domanda del genere???
“Ok ti farò contento. Sto bene, anzi no, stiamo bene. Tu invece? Che hai combinato di bello in quattro anni?” la domanda era stata posta così – apparentemente senza alcun fine – ma in realtà la curiosità aleggiava nella stanza per entrambi.
Hermione e Draco si osservavano.
Si studiavano in attesa di qualche mossa.
Hermione vedeva, quelle lunghe mani da pianista che nervosamente, tiravano all’indietro i capelli. Lui invece, vedeva come lei, si mordeva il labbro nervosa.
Entrambi stavano pensando che nessuno dei due aveva perso il proprio vizio.
“Io sto bene Hermione. Sto alla grande. E sono venuto apposta qui per parlare con te.”
Rapido e indolore decide di confessarle una mezza verità.
L’altra restante invece l’avrebbe fatto a tempo debito.
Altri attimi di silenzio e il cuore di Hermione sembrava uscirle dal petto tanto che batteva forte.
Perchè? Si domandava. Perchè permetteva che Draco Malfoy dopo quattro anni le faceva provare ancora determinate emozioni?
E poi, quali emozioni se non tutte quelle contrastanti? Aveva provato di tutto: rabbia, dolore, amore, compassione.
Ed ora eccoli lì a guardarsi. Dentro. Come non avevano mai fatto.
Ghiaccio Vs Oro.
Draco si alzò improvvisamente facendo sussultare Hermione.
Si era accostato a lei in attesa di qualcosa.
In realtà dentro Draco albeggiava la confusione più totale.
Quando la mattina aveva preso la decisione di andare a trovarla, si era già preparato ad una eventuale diatriba, invece,non si aspettava minimamente di trovare la calma assoluta.
Ma non sempre la troppa calma era una buona cosa.
Le si era avvicinato perchè in realtà voleva sentire ancora una volta il suo profumo.
Quel profumo che sapeva semplicemente di pesca.
Hermione invece aspettava. In silenzio.
E poi improvvisamente ecco la proposta “Usciamo nel giardino? Lizzie ora sta dormendo tranquilla, ed io, ne voglio approfittare per stare con te!”
Hermione ancora una volta era sbalordita.
Quella insolita gentilezza non la si poteva rifiutare.
Un flebile “Sì” uscì dalla sua bocca ed insieme si avviarono nel piccolo giardino.
Una volta fuori, Draco potè apprezzare l’aria fresca che quel piccolo quartiere londinese emanava,ed anche, l’odore di erba appena tagliata.
Notò che era stata messa una piccola altalena.
Sorrise lievemente immaginando la sua bambina dondolare lì sopra.
Quante cose aveva perso di lei? Tante. Ma era deciso a rimediare. Con o senza Blaise. Con o senza Astoria. Con o senza la sua famiglia.
Una nuova luce di determinazione apparve nei suoi occhi.
Si girò verso Hermione, le prese il viso e pronunciò ,quelle fatidiche parole
“Voglio ricominciare Hermione. Seriamente. Voglio Lizzie nella mia vita. Me lo permetterai? Mi permetterai di recuperare quel tempo perso? Voglio anche esserci per te. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno.”
“Io…” Hermione era ipnotizzata dal suo sguardo così sincero.
“Tu?” le sussurrò Draco ad un centimetro dalla sua bocca.
Quell’alito caldo le inebriava i sensi.
Come le era maledettamente mancato.
Dopo tanto male si sentiva così maledettamente presa.
Presa da tutto. Dalle sue parole. Dalla sua bocca.
Che fare? Come distaccarsi da quel male?
E poi l’unica cosa che le venne in mente fu “Perchè te ne sei andato?”la domanda le uscì così spontanea che ne rimase sorpresa. Quella alla fin dei conti era una domanda dettata dal cuore. Era una domanda silenziosa a cui non era mai riuscita a darsi una risposta certa… se alla fine risposte certe ce ne potevano essere.
Sollevò fieramente lo sguardo, ormai presa dal suo coraggio riemerso.
Vedeva Draco in silenzio.
Forse poteva apparire non sorpreso ma di più.
Allora decise di continuare. Decide di domandare al diretto interessato tutto quello che per quattro anni si era tenuta dentro.
“Perchè” continuò Hermione con voce accalorata “perchè hai lasciato, non dico me che per te  sono sempre stata zero, ma perchè hai lasciato tua figlia per ben quattro anni?! Ti pesava così tanto la tua responsabilità da genitore?! Che cosa vuoi ora? Dimmi, vuoi ancora godere delle mie lacrime o lo sfizio di un corpo? Vuoi conoscere Lizzie perchè all’improvviso sono sorti i sensi di colpa? Benissimo. Vuol dire che sei sulla buona strada della redenzione! Chi sono io per negarti una possibilità? Forse sono una ragazza ingenua?! Credo di sì… ma non rifiuterei mai di aiutarti. Alla fine è grazie a te se ho Lizzie! Vuoi una possibilità con lei e l’avrai… ma ad una condizione… una soltanto…non giocare con lei Draco! Non te lo permetto è chiaro?! “ Hermione quasi annaspava in cerca d’aria.
Non le era mai capitato di sfogarsi così tanto.
Non le era mai capitato di poter parlare con lui così apertamente.
Lo sapeva da tempo di essere una bomba pronta ad esplodere. Ma onestamente non pensava così.
Draco invece era sconcertato e stava riserpeggiando dentro di lui la rabbia.
Draco si passò le dita tra i capelli esasperato da se stesso e quella situazione che lui aveva creato.
Non era così che aveva immaginato la loro riconciliazione.
E poi quasi a sbeffeggiarla le rispose “Vedo che in questi anni abbiamo tirato fuori gli artigli eh,Hermione?” e riecco spuntare il ghigno che ogni notte la perseguitava.
Il suo incubo. Ecco cos’era.
“Sì certo, a causa tua Draco e per questo, ti ringrazio!”
“Mi ringrazi? E per cosa darling?”
Hermione era irritata “Non fare lo spiritoso con me Malfoy. Non attacca!”
Si allontanò velocemente da lui per poi sedersi a debita distanza sull’altalena della figlia.
“Puoi essere cambiato è vero… ma concedimi il beneficio del dubbio. Hai in fin dei conti un tuo tornaconto personale ed io, mi dispiace per te, ma alle parole non credo più. Voglio i fatti Draco. Dimostrami che sei veramente interessato al benessere di nostra figlia. Sei e rimarrai il padre di Lizzie. Vuoi vederla? Non posso negarti niente, ma la vedrai alle mie condizioni. Per quanto tu possa essere cambiato, sei e rimarrai, la persona più cinica e arrogante, con cui, abbia mai avuto il dispiacere di avere avuto a che fare!”
Draco era sbalordito.
La sua pazienza stava andando per altre strade.
Sì Hermione aveva ragione ad essere arrabbiata con lui ma anche per la rabbia secondo la sua logica, c’era, un limite a tutto.
Le si parò davanti e l’afferrò per i polsi strattonandola “Diamine Hermione, è così difficile per te credere, che sono realmente interessato, ad una bambina, di soli quattro anni?! Credi che per me sia stato semplice presentarmi qui e pretendere di far parte della vita di Lizzie?!”
Draco aveva volutamente alzato il tono della voce per far in modo che Hermione si calmasse.
Ci era riuscito. Pensava finalmente di averla zittita ,invece pochi secondi dopo, dovette ricredersi. Hermione tolse i propi polsi imprigionati tra le mani di Draco e ribattè ferocemente all’ammissione del biondo “Sì. In questo momento mi viene difficile crederti. E sai perchè? Perchè sei una serpe Draco. Non cambierai mai e non ci riuscirai facilmente. Alla fine di tutto questo bel discorso sono sicura che mi chiederai qualcosa in cambio!”
Era stata tagliente.
Draco non poteva pretendere più niente da lei con molta facilità.
“Sì sono una serpe hai ragione. Ma non sono l’unica serpe che conosci cara. “
Draco ora era stufo.
Non  l’avrebbe più colpita più sulla bambina, ma, su un nuovo legame amoroso che stava per nascere. Un legame che avrebbe dovuto immediatamente debellare.
Il suo più caro amico non aveva voluto aiutarlo con le buone? Bene. L’avrebbe fatto con le cattive.
Draco gli aveva teso la mano. Invece l’altro aveva gentilmente declinato l’offerta.
“Cosa vorresti insinuare?” domandò circospetta Hermione
Draco le accarezzò in maniera rude una guancia soffermandosi eccessivamente con lo sguardo alle labbra piene di lei. Poi incrociò nuovamente i suoi occhi in quelli di lei, manifestando ,una sorta di malizia nella voce “Sai Hermione per quattro anni hai accolto a casa tua un’altra serpe. Quelle che piano piano si avvicinano, ti incantano e poi…zac ti mordono ferendoti gravemente! Dimmi Hermione possibile che non ti viene in mente nessuno?”
Draco sorrideva. Le aveva parlato lentamente scandendo ogni singola parola.
Si sentiva vittorioso notando lo sguardo incredulo della ragazza.
Quest’ultima invece credeva impossibile che Blaise – perchè Draco ovviamente si poteva riferire a lui soltanto – poteva veramente essere un’altra persona.
Non con lei.
Non adesso che sperava fortemente in qualcosa.
Era confusa.
Poteva una semplice insinuazione mettere totalmente in discussione tutti gli avvenimenti di quei quattro anni?
A chi dare ragione? Quale sensazione seguire?
“Non ti credo! Sei un bugiardo! Con quale diritto vieni a sputare sentenze sulla mia vita e su quella di altre persone, che, sono state più presenti di te in questi anni? Eh?!”ribattè con voce rotta dalle lacrime silenziose. Poi senza neanche pensarci presa dalla foga  gli diede uno schiaffo.
Quello schiaffo a Draco fece enormemente male.
Si ripeteva che le cose non dovevano andare in quella maniera. Che la situazione gli era sfuggita di gran lunga di mano.
Attorno a loro aleggiava il silenzio  e nelle orecchie di entrambi il rumore di quello che era appena successo.
Draco non fece trasparire niente dal suo sguardo. Si limitò semplicemente a voltarle le spalle e a dirigersi verso la porta della cucina. Una volta arrivato lì, si fermò un attimo – come a pensare - e nuovamente, proiettò il suo sguardo in quello di lei.
In quello di Draco adesso, traspariva quasi disgusto, mentre in quello di Hermione, traspariva la propria ingenuità.
Poi ad alta voce, quasi a voler dar vita ai propri pensieri, mostrando un mezzo sorriso sornione disse “Fossi in te, andrei dal diretto interessato e mi informerei sui fatti. Sappi solo che in questi anni, lui, ogni giorno mi informava su tutto quello che facevate tu e la bambina. Ti teneva d’occhio Hermione per mio conto. Non è vero che non me ne sono mai interessato... magari non nello stesso modo che intendi tu! Ti spiava e si è insinuato nelle vostre vite, perchè ,glielo ho chiesto io di farlo! E lui ha accettato! Se non ci credi, vai direttamente, da quello che ritieni sia ormai la tua Bocca della Verità” detto questo uscì di corsa.
Hermione vide solamente un mantello nero che scompariva dietro la porta e il suo cuore nuovamente palpitare.
Draco era tornato e questa volta era molto deciso a riaverla.
E lei invece era pronta a riavere lui nella sua vita?
 
 
  
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