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Autore: alewrite    08/11/2013    1 recensioni
Mancava una settimana all'inizio della scuola, era l'ultimo giorno di Agosto e le vacanze erano quasi finite. Quell'estate fu piena di tristezza per Camilla, che l'ha vista passare velocemente, senza viverla davvero. Quell'ultimo giorno di Agosto le sue migliori amiche: Claudia e Rebecca, l'avevano costretta ad andare alla solita festa di fine mese che si fa tutti gli anni, una festa a cui non voleva andare per nessuna ragione al mondo. Una festa in cui, alla fine, decise di smettere di essere se stessa per qualche ora e provare a divertirsi, una festa in cui conobbe Lui in tutti i sensi possibili.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 7

La settimane passano, ormai siamo a metà Novembre. Le cose con Riccardo vanno bene, la maggior parte delle volte, siamo riusciti ad instaurare un rapporto di amicizia. Gli altri si chiedono spesso cos’è  successo tra  noi e perché improvvisamene siamo passati dal odiarci al essere amici. Tutto quello che diciamo noi è semplicemente che; visto che siamo compagni di banco, si è rimasto vicino a me anche dopo il ritorno di Lele, e studiamo insieme, ho scoperto che è una schiappa in storia una materia in cui tutto ciò che devi fare è semplicemente studiare, abbiamo provato ad essere amici e con qualche difficoltà ci stavamo riuscendo.

Dopo quel giorno di Ottobre però non abbiamo più fatto nulla, o meglio ci limitiamo a stuzzicarci un po’ e a regalarci piacere a vicenda senza spingerci oltre, veniamo sempre interrotti prima o dal telefono, o dai nostri genitori che tornavano a casa o da amici.

- Camilla! Vuoi uscire dal bagno!! È quasi mezzora che sei dentro –
- Si Ma’ arrivo! –

E’ Giovedì e naturalmente devo andare a scuola, anche se non ne ho voglia, ho una verifica e un’interrogazione e non so niente. ho provato a studiare ma ho la testa da un'altra parte.

Mi guardo un ultima volta allo specchio, indosso jeans attillati neri e una canotta grigia con sopra un maglioncino a righe fuxia e grigie. Ho messo eyeliner sugli occhi e mascara. Semplice ma bello.
Esco dal bagno e vado in cucina.

- Tesoro finalmente! Pensavo avessi messo le radici in quel bagno! – mi dice mai madre mentre mi mette davanti una tazza di latte e cacao con un cornetto al cioccolato bianco
- Buongiorno anche a te – le dico con un sorriso
- Sisi buongiorno –  dice mentre alza gli occhi al cielo
- Buongiorno Tesori – dice Sandro entrando in cucina
- Ciao Sa’ –
- Ciao amore – mia madre si avvicina e lo bacia
- Camy – di mice mia madre con tono di rimprovero – cosa ti cosa chiamarlo Papà? –
- Tesoro lascia stare – dice lui poi si avvicina e me a mi da un bacio sui capelli
- Sa’ sai che non ho niente contro di te, anzi quando vi siete sposati ero felice! Ma è più forte di me non riesco a chiamarti papà… - dico alzando le spalle
- Non c’è problema tesoro lo sai – mi sorride.

Sandro è il mio patrigno, Lui e mamma sono sposati da quasi sette anni ma io ancora non riesco a definirlo mio padre. E’ un uomo bellissimo, ha i capelli biondi ormai tendenti un po’ al grigio e dei dolcissimo occhi azzurri. E’ alto e ben piazzato per avere 51 anni, è buono e simpaticissimo. Lo adoro ma non riesco a vederlo come mio padre, non ancora.

Il mio vero padre era un militare morto quando avevo otto anni, ma lo ricordo bene, ricordo i suoi sorrisi e le notti che tornava tardi dal lavoro, quando veniva in camera mia e rimaneva per un po’ ad accarezzarmi i capelli raccontandomi a grandi linee la sua giornata pensando che io dormivo. Mi mancava ancora tantissimo.

- Camy oggi andrai in ospedale? – la domanda di Sandro mi riscuote dai miei pensieri
- Si, oggi si. Sono due settimane che non vado –
- Ma andrai a scuola vero? – mi chiede mia madre preoccupata
- Si mamma, ho una verifica ci vado per forza –

Stava per dire qualcos’altro quando mi alzo dalla sedia e prendo la tracolla.

- Ciao vado, ci vediamo a cena –
 
Driin driin

- Ehi Cami! – Riccardo mi da uno spintone
- Che vuoi? –
- Sono dieci minuti che ti chiamo e non rispondi! È suonata, usciamo a fare l’intervallo in giardino? –
- Per me non c’è problema - dice Claudia prendendo il giubbino
- Voi andate io vi raggiungo dopo –

Vedo Riccardo andare verso i ragazzi che lo aspettano alla porta ma Claudia si risiede vicino a me e mi accarezza un braccio.

- Amore, oggi devi… - non le faccio finire la frase e annuisco con forza
- Ecco ora si spiega tutto… vuoi che venga con te? –
- No Clà tranquilla – le dico facendo un sorriso
- Ok va bene… vado giù con gli altri –
- Si vai – mi guarda preoccupata ma poi si avvicina agli altri. Dice loro qualcosa, si girano a guardarmi ma alla fine se ne vanno.

Dopo un po’ sento il rumore della sedia e Lele si siede di fianco a me

- Come mai sei venuta a scuola oggi – già me lo chiedo pure io, come mai sono venuta?
- Dovevo fare la verifica per alzare la media –
- Dovevi rimanere a casa… quando stai in questo stato non vieni mai… -
- Lele sto bene ok? Tu e Clà dovete finirla di preoccuparvi! Ho 18 anni so badare a me stessa! –
- Lo so, lo sappiamo! Ti vogliamo bene e vogliamo solo aiutarti – mi dice abbracciandomi
- Grazie – lo abbraccio a mia volta e rimaniamo così finche non suona.
 
Tre ore dopo

- Camy! Ehi! – Riccardo mi afferra per un braccio mentre sto uscendo da scuola
- Che c’è? – sono di fretta devo andare a casa a cambiarmi e poi andare in ospedale.
- Allora pomeriggio vengo da te per studiare? Al solito orario? – merda me ne sono completamente dimenticata
- No oggi non posso devo… - inventati una scusa cazzo -… devo aiutare mia madre a fare una cosa, sono giorni che me lo chiede e le ho promesso che lo avrei fatto oggi –
- Facciamo domani ok? –

Non gli do il tempo di rispondere che sparisco tra la massa di ragazzi che sta uscendo da scuola, dritta verso casa.
 
POV RICCARDO

Sono arrabbiato, Camilla mi nasconde qualcosa. Il modo in cui se n’è andata da scuola non mi convince proprio, era troppo di fretta per fare una cosa che ha promesso alla madre.

Certo che anche la mia non scherza oggi. Mi ha manda a prenderle delle cose al supermercato! Che palle. Come se non avessi altro da fare.
Il supermercato si trova vicino a dove abita Camilla e per accorciare la strada stavo tagliando per la sua via quando la vedo uscire di casa. Si è cambiata, indossa dei leggings colorati neri e azzurri con una maglia lunga bianca. Hai piedi ha degli stivali con un po’ di tacco. Andava verso la fermata dell’autobus…

Ma non doveva aiutare sua madre?

Non so cosa mi spinse a farlo ma la seguì. Oggi si è comportata in modo strano, era assente e aveva lo sguardo spento, come quello che le avevo già visto in qualche occasione.

Cambiò diversi autobus e finalmente dopo 30m scende. Cammina veloce e faticai a starle dietro senza venire scoperto. Mi sento uno stalker a seguirla così, ma voglio sapere cos’ha.
Stavo ancora  nei miei pensieri mentre camminavo e per poco non mi strozzo con la saliva quando mi accorgo che entra in ospedale.

Cosa cavolo ci è entrata a fare in un ospedale??

Le seguo mentre entra e si dirige alle scale sulla destra, sembra conoscere bene quel posto, che abbia una malattia?? Svoltò un po’ di volte a destra e un paio a sinistra. Mentre la seguo mi guardo attorno per capire dove cavolo sono e quindi non mi accorgo che Camilla si è fermata in mezzo al corridoi e quindi ci finì contro.

- Ma che cazz… - iniziò a dire mentre si girava verso di me, - Riccardo? –

Non sapevo cosa dire così abbasso lo sguardo un attimo, quando la guardo di nuovo vedo i suoi occhi ridotti a due fessure scrutarmi,  è arrabbiata anzi in questo momento mi sta sicuramente odiando ma non proferì parola. Si girò a guardare qualcuno dietro di lei e sbirciai anche io.
Un po’ più avanti a fissarci se ne stavano i tre tipi che lei ha visto alla festa per il compleanno di Stefano. Ora capivo perché si è fermata.

POV CAMILLA

- Ciao Camy – mi dice Alessandro
- Ciao – gli fanno coro Christian e Marco
- Umm.. Ciao – non sapevo che erano qui, altrimenti non sarei venuta!
- Bhe noi stavamo andando – mi dice Marco avvicinandosi, mi sorride – sono felice di averti rivista –
- Anche io – gli dico con un sorriso tirato poi mi rivolgo agli altri – grazie per essere venuti ragazzi –
- Di niente, lo facciamo con piacere… dopo tutto è nostro amico – mi dicono mentre se ne vanno verso l’ascensore salutando con la mano.

Bene sono sopravvissuta a un incontro con loro, peccato che una persona di mia conoscenza non sarebbe, invece, vissuto tanto a lungo. La persona in questione se ne sta dietro di me con lo sguardo basso, dispiaciuto, mi ha seguita fino a lì! Cazzo ma cosa gli è venuto in mente? Non ha il diritto di farlo! Mi giro lentamente verso di lui cercando di mantenere la rabbia.

- Allora… sentiamo –
- Mi dispiace, io… -
- Non me ne faccio niente delle tue scuse! Mi hai seguita? Come cazzo ti sei permesso??-
- Scusa è che stavo passando dalle parti di casa tua per andare al supermercato – dice alzando lo sguardo – e ti ho vista uscire di casa, quando avevi detto che dovevi aiutare tua madre! –
- E quindi hai pensato bene di seguirmi?? –
- Volevo solo scoprire come mai sei triste…tutto qui…-
- Sei uno scemo! Stavo iniziando a fidarmi di te e ti avrei detto tutto tra un po’!! Ma questo?? – la rabbia stava scemando rimane solo il dolore per essere stata tradita da lui, pensavo si fidasse di me!
- Io non lo sapevo… non so mai cosa pensi! TU NON TI APRI CON ME! –

Sto per rispondere quando un infermiera, Angelica, viene a vedere cosa succede.

- Scusate… Camilla? Cosa sta succedendo qui? –
- Niente Angelica stavamo solo discutendo… -
- Ok se lo dici tu… - dice mentre guarda Riccardo pensierosa poi si gira verso di me
– Sei venuta a trovare tuo fratello? Sono due settimane che non vieni –

Merda ma non può stare zitta?? Così adesso lui non mi darà pace finche non gli racconto la verità. Pensavo di riuscire a farlo andare via senza raccontargli niente, invece…

- Sisi – le dico frettolosa lanciando uno sguardo a Riccardo, per fortuna lei capisce e se ne va. Faccio un bel respiro… ok sono pronta alle domande che mi farà lo stronzo.
- Tua fratello? – ecco appunto
- Si –
- Tuo fratello è all’ospedale? Ma perché non me lo hai detto?? Non sapevo nemmeno che avessi un fratello! –
- Cosa avrei dovuto dirti è?? CHE MIO FRATELLO E’ ALL’OSPEDALE DA QUASI SEI MESI IN COMA?? – iniziai a urlargli contro con le lacrime agli occhi
– AVREI DOVUTO DIRTI CHE E’ TUTTA COLPA MIA SE ORA E’ QUI? E’ QUESTO CHE VOLEVI CHE TI DICESSI???? E’ QUESTO CHE VOLEVI SENTIRE?? –

Senza dire una parola colma la distanza che ci divide e mi braccia forte e mi accarezza i capelli mentre singhiozzo.
Sto facendo uscire tutte le lacrime che mi tenevo dentro da tre mesi, e per lo più davanti a lui!

- Shh…tranquilla… ci sono io qui – mi dice Riccardo continuando ad accarezzarmi i capelli
- Shh, basta piangere… - sta riuscendo a calmarmi

Mi scosto leggermente da lui, quanto me lo permettano le sue mani stratte sui miei fianchi. Non riesco a guardarlo negli occhi mi vergogno troppo. Riccardo mi prede il mento con le dita alzandomi il viso per farmi incontrare i suoi occhi, mi asciuga le lacrime poi mi da un bacio sulla fronte, uno sulla guancia poi uno sul naso e uno leggero sulla bocca. E continua scendendo alla mascella e al collo. Rido, e lui solleva gli occhi per guardarmi.

- Ecco sei più bella quando ridi – mi dice sorridendomi affettuosamente
- Grazie – gli rispondo abbracciandolo forte

Mi stacco dopo qualche minuto girandomi e percorrendo il corridoi, lo sento dietro di me, sento i suoi occhi sulla schiena. So che vuole sapere di più ma deve aspettare. Entro nella camera 507 lasciando la porta aperta che sento chiudersi dopo qualche minuto.
Nella stanza ci sono due poltroncine con un tavolo da un lato vicino alla finestra, un piccolo armadio, una porta che da nel bagno, una tv e il letto in cui sta mio fratello. Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia stringendogli la mano.

- Ciao Sam, sono venuta a trovarti sei contento?  - sto parlando da sola, lo so.

Lo faccio sempre quando sono lì, mi siedo di fianco al letto e parlo per ore, raccontando tutto quello che mi succedeva dall’ultima visita. Lui sa tutto di Riccardo, del fatto che ci sono andata a letto e tutto della scuola e degli amici. Quello che spero è che una volta risvegliato non ricordi cosa gli ho detto. Sarebbe imbarazzante e ucciderebbe lo stronzo.

Guardo mio fratello, anzi il mio fratellastro. Si chiama Sam, ha 25 anni e ne farà 26 ad aprile, i suoi capelli sono del colore del sole: sono stupendi. Ha gli occhi azzurri come il cielo e sempre felici e allegri. È un Sandro più piccolo, è alto come il padre e ha tanti muscoli che però  si stanno un po’ sgonfiando.
Guardo Riccardo e mi dirigo verso le poltroncine. Mi siedo e aspetto che faccia la stessa cosa.

- Forza chiedi quello che vuoi… - faccio un respiro profondo e attendo
- E’ il ragazzo della foto… quella in camera tua – mi dice spiazzandomi – sai la prima volta che sono venuto per studiare ti chiesi se quel ragazzo era il tuo ragazzo?… ora capisco perché diventasti triste –
- Si è lui – presi un altro respiro. C’è la posso fare – ma non è mio fratello… è il mio fratellastro – mi guarda invitandomi a continuare

Faccio un sospiro teatrale che gli fa sollevare gli angoli della bocca.

- Quando avevo 8 anni mio padre morì. Era un militare e si trovata sempre in pericolo, gli era sempre andata bene ogni volta che rimaneva ferito ma quella volta no… - dico trattenendo le lacrime
- …dopo tre anni circa mia madre si è risposata con Sandro il mio attuale patrigno, Sam – e indico il ragazzo sul letto – è suo figlio. –
-  All’inizio tra di noi era odio puro, sua madre li aveva lasciati senza dire niente e improvvisamente si ritrova con un'altra famiglia, una donna che pretendeva di fargli da madre e una sorella più piccola che gli causava un casino di problemi. – dico ripensando a quegli anni infernali della sua adolescenza
- Poi quando avevo 14 o forse 15 anni appena compiuti, mi ricordo che mi trovò a casa da sola assieme a un ragazzo più grande. – dico iniziando a ride piano per il ricordo
 – Immaginati la scena: io e questo a baciarci sul divano, e non in modo casto, e lui che entra in casa e ci becca. È stata la cosa più imbarazzante del mondo! Mi ricordo che appena ci ha visto è diventato paonazzo, come se avesse visto un fantasma, quando si è ripreso dallo shock si avvicinò e prese il tizio per i capelli allontanandolo da me, e mentre lo butta fuori casa gli disse che se si avvicinava di nuovo alla sua sorellina gli avrebbe impedito, in futuro, di avere figli –

Riccardo rise ma non mi dispiaceva, almeno la tensione è sparita.

- E poi cosa ti ha fatto? –chiese
- Ah guarda non mi ci fare pensare! Dopo averlo sbattuto fuori di casa è tornato da me come una furia dicendomene di tutti i colori: che ero piccola per fare certe cose, che non potevo stare coi ragazzi più grandi perché volevano solo una cosa, che se mi avesse trovato a pomiciare con un altro mi avrebbe messo una cinture di castità e tutte cose simili.. e poi  mi disse che lui era l’unica persona che poteva abbracciarmi che poteva darmi i baci e che poteva coccolarmi per gli altri ero intoccabile…e che se qualcuno si azzardava anche solo a sfiorarmi lo avrebbe ucciso… -
- Sono le solite cose che dicono i fratelli maggiori.. – mi fa notare
- Lo so.. Ma mi dava fastidio essere trattata come una bambina e poi essere improvvisamene calcolata solo perché non giocavo più con le bambole –
- Ma hai detto che avevi 15 anni appena fatti! –
- Ok Ok va bè, comunque dopo quell’episodio lo odiai ancora di più! Quando avevo circa sedici anni e mezzo indovina cosa mi ha beccata fare!? –
- No ti prego non mi dire che ti ha beccata a… - mentre lo dice io annuisco con forza facendoli capire che pensava giusto, mi ha beccata a fare proprio quello.
- Voleva morire, seppellirmi sott strati e strati di terra o ibernarmi e risvegliarmi tra cento anni…. Comunque lo feci perché  avevo casa libera fino alle 7 e quindi ne ho approfittato. Io e il mio ragazzo stava insieme da sette mesi o giù di lì… e mentre lo facevamo lui è entra nella mia camera senza bussare  –
- Oddio non voglio immaginarmi la scena… – dice scuotendo la testa
- E’ successa la stessa cosa che aveva fatto all’altro ragazzo solo che una volta tornato in camera mia si era seduto sul letto e mi aveva chiesto se era la mia prima volta e io presa alla sprovvista gli dissi la verità, ovvero che no non era la prima volta.. si arrabbiò si arrabbiò tantissimo si mise a camminare avanti e indietro per la stanza per poi si risedersi sul letto e dirmi che avrei dovuto raccontargli che non ero più vergine, che di quel argomento potevamo parlare e poi mi disse di raccontargli i particolari. –
- Da quel momento siamo diventati migliori amici gli raccontavo tutto! E lui raccontava tutto a me! Pensa che provava anche a sbolognarmi qualche suo amico –
- Cavolo deve essere stato orribile –
- Scherzi!?!? Era stupendo avere un ragazzo più grande che ti parlava di queste cose…
-
Stette zitto, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e mise il mento tra le mani per riflettere. Sapevo che la prossima domanda sarebbe riguardata l’incidente.

- Camy, tu ha detto che… - mi guarda prima di continuare -… hai detto che è colpa tua se adesso è in coma… perché? –
- … Era finita la scuola, ero uscita dalla quarta senza neanche un debito e anche Claudia mentre Becca ne aveva presi due. Eravamo felici e passammo tutto il giorno a festeggiare. Come ogni anno Becca dava la festa di fine scuola e naturalmente ci andai… - presi un bel respiro
- Che vestito indossavi? – mi ha vista in difficoltà… mi sta aiutando?!
- Un tubino nero molto, molto stretto, che mi arriva giusto sotto il sedere. Ha uno scollo a cuore e una fascia sotto il seno. Questa parte è tutta a brillantini oro, e sopra ha una stoffa nera trasparente che formano le due spalline del vestito – gli dico cercando di ricordarmelo.
- Wao… voglio vedere quel vestito, c’è l’hai ancora? –
- Si è nell’armadio… ma dopo quella sera non l’ho più messo… -
- Bena allora dopo quando andiamo a casa tua te lo metti per me – sto per obbiettare ma mi interrompe – cosa successe quella sera?  -

Alzai gli occhi al cielo. Mi dava fastidio quando chiedeva una cosa e poi passava a un altro argomento.

- Ummm… allora la festa andò benissimo mi divertì un mondo… erano le tre circa quando decisi di andare a casa. Così chiamai i miei….

- Ehi Camy, che dici andiamo a casa? Sono stanca – mi chiede Claudia
- Si andiamo –

Salutiamo tutti e usciamo dalla villa. I miei ci sarebbero venuti a prendere visto che i genitori di Claudia ci avevano portate. Faccio velocemente il numero e aspetto.

- Pronto.. Camilla? – fa la voce impastata di sonno di Sandro
- Sandro ciao ti ricordi che sono alla festa a casa di Becca? Ci venite a prendere? –
- Certo aspettaci lì – dice riagganciando
- Hanno detto che arrivano –
- Speriamo facciano in fretta questi tacchi mi stanno uccidendo – dice Clà sedendosi su una panchina

Sentì squillare il telefono e risposi

- Camy ascolta, Sam è ancora in giro deve accompagnare Celeste a casa, va bene se passa lui? –
- Si certo non c’è problema, ma casa di Celeste non è da queste parti… -
- Non preoccuparti a detto che passa lui –
- Ok va bene ciao – saluto e chiudo la chiamata
- Viene tuo fratello? – mi chiede Claudia
- Si, a quanto pare è ancora in giro con Cele –

Dopo trenta minuti buoni mi squilla di nuovo il telefono, era Sam.

- Sam si può sapere dove cazzo sei finito? -
- Mi scusi… lei è la signorina Camilla? – mi chiese una voce che non conoscevo
- Si sono io… ma chi parla? –
- La sto chiamando dall’ospedale, il signor Sam Astri e la Signorina Celeste Pozzi hanno avuto un incidente, lei era salvata sulle chiamate rapide e abbiamo fatto il suo numero… -

Dopo la parola incidente smisi di ascoltare. Le parole Sam e Incidente continuavano a vorticarmi in testa.

Mio fratello era in ospedale.
Mio fratello ha avuto un incidente.
Mio fratello è ricoverato in ospedale!

Qualche lacrima iniziò a scendermi sulle guance, Claudia se ne accorse, vide che ero sbiancata, che stavo tremando e che piangevo. Senza dire una parola mi prese il telefono dalle mani.

- Signorina è ancora in linea? –
- Scusi la mia amica non riesce a rispondere può spiegare a me cosa succede? – chiede Claudia preoccupata

Si mise vicino a me con il vivavoce in modo che ascoltavo anche io. Anche lei è sbiancata, ma come sempre è più forte di me e continuò  a parlare.

- La Signorina è parente di uno dei ragazzi? –
- Si, si è la sorella di Sam Astri mentre Celeste è la fidanzata di Sam – dice con voce ferma – Chiamo subito i suoi genitori, voi avete già chiamato quelli di Celeste? –
- Si certo signorina –

Dopo un po’ vidi Claudia chiudere la chiamata mi guarda e mi dice qualcosa che non sento. Mi da un leggero schiaffo per farmi riprendere.

- Camilla chiama i tuoi subito! –

Presi il telefono che già squillava

- Camilla cosa c’è ancora? –
- Sa-sa-sandoo… - dissi singhiozzando – Sam… incidente… - non riuscivo a parlare talmente piangevo forte.
- Camilla calmati cosa è successo? –
- Sam ha avuto u-un i-incidente… - non ci riuscivo non mi sembrava vero. Mio fratello in ospedale? Quello stronzo pervertito, che non faceva altro che rompere, che aveva in mente solo come farmi fare figure di merda coi ragazzi?  Quel ragazzo dai capelli biondi spettinati a cui solo io riuscivo a dare una forma.. il mio fratellone? Il ragazzo a cui volevo bene più di quanto ne volessi a me stessa? Come poteva essere in ospedale? Come poteva avere avuto un incidente??
 – S- sono in ospedale –

Diedi il telefono a Claudia non c’è la facevo. Non sei riuscita a emettere più una parola.
Non so quanto tempo passò ma vidi la macchina di mia madre parcheggiare vicino a noi e lei che usciva con le lacrime agli occhi e mi veniva ad abbracciare… 

-Dopo di che andammo in ospedale, dove ci dissero che erano stati investiti da un camion che non si era fermato al semaforo rosso. Celeste se la cavò facilmente. Ma mio fratello era dalla parte in cui a sbattuto il camion, ebbe una commozione celebrale e entrò in coma. -



Angolo autrice:
Eccoci con un altro capitolo. scusate se il tempo di publicazione si sta allungando sempre di più, spero di riuscire a fare più in fretta per il prossimo capitolo.
forse è un po triste me ne rendo conto ma questa è la storia e se non ci fosse parti tristi oltre a quelle felici che gusto ci sarebbe?
Ringrazzio di cuore le persone che stanno leggendo tutte le cavolate che sto publicando e le persone che hanno recensito la storia.
Sarei davvero contenta di sentire altri pareri!! 
Vi lascio con una piccola anticipazione sul prossimo capitolo:

Riccardo si sveglia all’improvviso e si gira a guardarmi sorridendo. Mi avvicino un po’ a lui.

- Non voglio sapere cosa stavi sognando, i versi che facevi mi sono bastati – gli dico ridendo mentre i suoi occhi si spalancano impercettibilmente.
- Io non te lo avrei detto comunque – mi rispondo avvicinandosi

Mi guarda a lungo e dopo un po’ inizia a girarmi intorno. Sentivo le guance diventare rosse come qualche minuto prima quando ho capito che sta volta saremo andati a letto. A un certo punto si ferma davanti a me ed inizia ad avvicinarsi. Io indietreggio e, guarda caso, finisco con le spalle al muro. Lo sento appiccicarsi al mio corpo e mettere le mani ai lati della mia testa. 


Baci Ale.
 
  
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