Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: HermioneEverlark    08/11/2013    5 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff, spero vi piaccia! H-
Gli Hunger Games raccontati dal punto di vista di Clove, Distretto 2.
Nulla è come sembra.
Dal primo capitolo:"“Signorina Salter Clove, giusto?” mi domanda con voce profonda. “Si” rispondo. “Quest’anno il Presidente di Panem le chiede di partecipare alla settantaquattresima edizione degli Hunger Games. È certo che non potrà rifiutare la sua allettante proposta”. No, certo che non posso rifiutare. Io non devo rifiutare."
Dal Capitolo 13:" (...) Lei cade a terra sotto di me, e il suo sangue scorre giù verso il fiume per unirsi a quello delle altre persone a cui ho fatto del male. Il fiume straripa e prende il suo corpo, lasciandomi sola sulla riva. Mi lascio cadere anche io, le lacrime che ancora si legano al rosso che ho sul viso per poi mescolarsi insieme alla terra.
Fisso gli occhi sul cielo che brilla per il sole che sta sorgendo.
L'ultima cosa che sento prima di sprofondare nel buio è il suono di un cannone e mi trovo a sperare che sia per me."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sto camminando piano per il bosco perchè voglio godermi questi momenti di pace e silenzio il più a lungo possibile; è vero, non voglio tornare dagli altri perchè ho paura di quello che potrebbero dirmi o insinuare; è inutile tentare di nasconderlo ancora, almeno a me stessa posso ammetterlo. Dannazione, cosa mi è preso? Ora chissà cosa si aspettano! Probabilmente una dichiarazione in grande stile come quella di Peeta davanti a tutto il mondo. Mai, mai farò una cosa del genere. Uno perchè ne andrebbe della ormai ben poca dignità rimastami, secondo poi non mi ci vedo a cadere nelle braccia di Cato come farebbe Lux. Appunto, Lux: è lei che ricopre questo ruolo nell'alleanza, io non sono il tipo. Io sono... la cosa che anima un coltello, ecco. La fonte di energia che consente il suo movimento, nulla di più. Ma tuttavia non totalmente inutile. Per ora. Mi rendo conto di essere rimasta in secondo piano: tutti più o meno hanno legato tra loro, ognuno sa l'altro come deve comportarsi e si regola a dovere. Poi ci sono io invece, che me ne rimango in disparte, a tenere il muso per ogni piccola cosa, che mi apro solo con i coltelli che non possono nemmeno darmi dei consigli su come comportarmi. Mi sento inadeguata per la prima volta in vita mia, ed è brutto. Provo ad immaginare cosa farebbe Lux al posto mio per riappacificarsi con Cato e mi vedo avvicinarmi a lui lentamente, socchiudere gli occhi come le ho visto fare e sussurrargli qualcosa di divertente e azzeccato all'orecchio per farlo tornare dalla mia parte.

Nah, non posso farlo, complicherei ancora di più le cose. Che pensiero stupido. Ma automaticamente la mia mente prende in considerazione l'idea di una me diversa, più sciolta e libera di agire, meno severa con gli altri e con se stessa, che si lascia andare tra le braccia del compagno che si è abituata ad avere vicino e di cui ora teme l'allontanamento. Una me che mi accorgo di non poter mai essere. Non posso più cambiare ora, e anche se ci provassi so che non ce la farei, anche se solo lo volessi so che non arriverei a nulla. Finirei solo col rendermi ridicola.

Mi siedo su una roccia vicina, stanca per il tragitto fatto e per i pensieri pesanti che mi porto dentro. Ho bisogno di qualcuno con cui dividerli, per me sono troppi. Ma non ho nessuno, adesso. E se prima avevo qualcuno, l'ho perso probabilmente. Mi porto le mani al viso per coprire la crepa profonda che si sta aprendo sulla maschera che indosso da quando mi sono offerta volontaria alla Mietitura. Sento che il senso di colpa, di perdita e di solitudine mi sta soffocando. O è il groppo in gola che si sta facendo sempre più voluminoso? Tolgo le mani dal viso in cerca d'aria e boccheggio; spero che in questo momento le telecamere non siano puntate su di me. Sento le lacrime pungere ai lati degli occhi, ma tento in tutti i modi di non farle uscire, non devo lasciarmi andare. Mi perderei definitivamente e sarebbe la fine. Cerco qualcosa che possa catturare la mia attenzione e aiutarmi a cambiare pensieri. Mi volto da entrambi le parti ma vedo solo bosco e alberi e muschio e rami, nulla o nessuno che possa venire in mio soccorso. E allora capisco che anche questa volta sono solo io, che non ho la possibilità di essere aiutata, che devo cavarmela da sola come ho sempre fatto. Mi siedo più dritta sulla roccia, modulo il respiro fino a farlo tornare normale, mento alto e sguardo fiero, non più da leonessa ferita. Riprendo in mano i fili del mio costume che si stavano staccando e li riunisco al resto per tornare ad essere quella di prima. Mentalmente mi pongo degli obbiettivi da raggiungere una volta tornata dagli altri: riorganizzare la caccia, possibilmente con qualche vittima, lasciar perdere Cato e focalizzare la mia attenzione solo sul bottino finale. Poi mi ricordo di aggiungere un altro punto: trovare Katniss. Trovarla e farla fuori; sono anche pronta a litigarmela con il mio compagno, non mi importa.

Poi mi alzo, fiera, sola ma non più debole, pronta a far sentire anche la mia voce.

Mentre ripercorro la strada che ho fatto per tornare alla Cornucopia, con le braccia piene di rami per il fuoco, sento uno strano fruscio sopra la mia testa. Alzo lo sguardo e un sorriso riconoscente si apre sul mio volto. Riconoscerei ovunque quello che si sta posando lentamente ai miei piedi: è un paracadute mandato dagli sponsor della capitale. E nel momento stesso in cui mi abbasso per scoprire il tesoro nascosto al suo interno so che ho scelto la strada giusta. Se è questo che Capitol vuole da me sono pronta a darglielo.

 

 

***

Quando sbuco sulla radura della Cornucopia vedo che stanno aspettando solo me per magiare. Quanto tempo ho passato nel bosco? Mi avvicino e non faccio caso agli sguardi indagatori di Lux e di Marvel e anche al fatto di essere stata ignorata dagli altri due. Poso i rami nel cerchio di sassi creato apposta per il fuoco e inizio ad accenderli con i fiammiferi che ho trovato in uno degli zaini. Aspetto che abbiano tutti finito di mangiare per parlare:” sono due giorni già che siamo qui dentro e, a parte i morti del bagno di sangue e il ragazzo di questa mattina, non c'è stato molto movimento. Direi di iniziare a muoverci seriamente. Io...” vengo inaspettatamente interrotta da Cato. “Sono d'accordo con te, si staranno annoiando nella capitale. Hai già deciso da dove partire?” Non sembra avere un tono risentito, ma con uno che cambia umore come il vento cambia direzione, non posso esserne sicura e mettere a tacere definitivamente il mio senso di colpa. Quando poggia i suoi occhi sul mio volto per rispondermi non riesco a decifrarli. Diamine, non potrebbe farla più semplice?! Ma mi sono ripromessa di non pensarci e di lasciarlo tranquillo al suo tubare con Lux, quindi sposto i miei occhi dai suoi per farli scivolare sugli altri fino a puntarli su quelli bassi di Peeta:” si, ci ho pensato. Voglio cercare Katniss.” Attendo sicura una reazione da parte sua, che alza il viso e mette in mostra tutta la sua frustrazione, delusione e paura. Cosa pensava, che mi sarei volutamente scordata del debito che loro hanno nei mie confronti solo perchè mi ha difesa prima? Sono decisa sempre a fargliela pagare e ora che sono tornata in me mi sento ancora più agguerrita. Con la coda dell'occhio vedo Cato ghignare leggermente. È tornato di nuovo da me? Lux mi guarda curiosa e Marvel si alza per preparare le provviste per la spedizione. Ormai abbiamo già deciso in silenzio quello che dobbiamo fare, chi è al centro dei nostri pensieri adesso e nulla, nulla potrà distoglierci dal trovare la Ragazza di Fuoco una volta per tutte.

 

 

***

 

Ci siamo avviati un'ora fa verso sud, nella direzione che mi ricordo di aver visto prendere a Katniss dopo il mio lancio fallito. Peeta va per primo, con il compito di trovare eventuali tracce del passaggio della sua compagna di Distretto. Non mi fido di lui, ma non posso fare nulla a proposito, il capo supremo ha deciso così e io non voglio immischiarmi di nuovo. Non mi sembra che l'Innamorato ci stia mettendo molta attenzione in quello che fa, si limita a tenere gli occhi sul sottobosco e a volte a sobbalzare come in preda a strani spasmi muscolari. Di tanto in tanto si ferma, si guarda un po' intorno indeciso e poi continua a camminare. Marvel gli sta alle calcagna, non si perde nemmeno un suo movimento, mentre Lux e Cato sono rimasti nelle retrovie. La sento soffocare una risata diverse volte. Irritante, certo, ma cerco di non far entrare quel suono troppo profondamente nelle mie orecchie, concentrandomi su Peeta e sui movimenti degli animali che incontriamo. Più volte ci siamo imbattuti in uccelli che sembravano appartenere ognuno a specie diverse, in lucertole piuttosto grosse arrampicate sulle cortecce degli alberi in cerca di calore e in qualche scoiattolo che si è limitato a guardarci curioso dal suo ramo; per ora nulla di particolarmente pericoloso o che possa valere una freccia o un lancio di coltello. Mentre Peeta cambia nuovamente direzione decido di tirare fuori una galletta per tenermi occupata, altrimenti so che potrei prenderlo per la collottola e dare di matto. Finita la prima rimetto la mano nello zaino per pescarne un'altra e le mie dita entrano in contatto con qualcosa di freddo e liscio: il paracadute. Dopo averlo raccolto mi sono presa qualche momento in più per godermi lo scarto del regalo lontano da occhi indiscreti. I miei sponsor capitolini, quei pochi che mi sono rimasti, mi hanno mandato un arma. A dir la verità all'inizio ne sono rimasta un po' delusa, insomma mi aspettavo qualcos'altro dalla solita lama, ma andandola ad esaminare più attentamente mi sono resa conto che è una delle cose più preziose qui dentro. Spingendo un bottone in leggerissimo rilievo sul manico nero e lucido la lama principale si divide in altre due più piccole, ognuna con tre spuntoni ricurvi e affilati su ogni lato; contemporaneamente dal manico esce una sottile catenella che mi permette di lanciare il coltello senza problemi di mira e poi di tirarlo fuori dal corpo della mia vittima evitando di dovermici avvicinare. Questo vuol dire che posso ferire con la lama principale e, una volta che questa sarà dentro al corpo del mal capitato, premere il bottone per far uscire gli altri due coltelli e la catena, e poi tirare per portare fuori l'arma con qualche pezzo di organo interno strappato grazie agli spuntoni. Ma ci sono molti atri modi in cui potrei uccidere con questo nuovo giocattolo. Direi che oggetto migliore e più appropriato alla me di ora non potevano trovare. Mi ritrovo nuovamente a ringraziare Capitol City per quest'altra opportunità che mi ha dato di tornare a casa. Ora sono un passo avanti agli altri. Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che le mie mani hanno iniziato a giocare con il mio nuovo amico, premendo il bottone e rimettendo a posto poi le lame in modo quasi maniacale. E non mi rendo conto nemmeno del fatto che sia Cato che Lux mi si sono avvicinati. Almeno fino a quando la voce di lei non mi riscuote: “cos'hai in mano Clove?” Fantastico, ci mancava solo questa! “Oh...beh...” Ma in fondo perchè mentire? Tanto prima o poi lo verranno comunque a sapere. Solo che è difficile! “È un regalo degli sponsor” dico tutto d'un fiato aspettando la loro reazione; che arriva in un modo meno devastante di quanto mi aspettassi: Lux spalanca solo la bocca e Cato mi si avvicina ancora di più sospettoso. “Ti hanno mandato qualcosa?” mi chiede con la voce che vibra per l'invidia e per l'indignazione. Eh si, caro mio, si sono accorti di me loro. Dovresti iniziare a farlo anche tu, non credi? Vedo una lampo schizzare nei suoi occhi, ma è così veloce che non riesco a decifrarlo. Non mi importa se è arrabbiato con me, in fondo non è colpa mia se i capitolini mi preferiscono... almeno non direttamente. E poi, mi ricordo per l'ennesima volta, mi sono ripromessa di lasciarlo stare; alla fine si rimane soli a lottare per la vittoria, no? E io non posso certo farmi problemi perchè lui rimane indietro. Se aspettassi che entrambi arrivassimo sullo stesso livello la lotta non finirebbe più, e io voglio uscire da qui il prima possibile. A togliermi dalla situazione spiacevole che si è andata a creare è Marvel, che, distanziatosi assieme a Peeta, ci urla di raggiungerlo. Mentre ci avviamo seguo con la coda dell'occhio il cambiamento di umore di Cato, ora scuro in volto, non senza un certo senso di vittoria.

Non me ne ero mai resa conto prima, o forse non ci avevo fatto troppo caso, ma è bello e gratificante vincere qualcuno che ritenevi al di sopra delle tue possibilità.

Quello che ha messo in subbuglio Marvel è una specie di trappola primitiva con qualche pezzo di carne sanguinolenta ancora attaccato.

“E allora?” se ne esce Lux, non capendo evidentemente ciò che significa un tale ritrovamento.

“E allora questa è una delle trappole per conigli di Katniss” risponde Peeta. “Sono sicuro che è andata da quella parte” continua indicando la strada davanti a noi.

Se devo fidarmi della sua deduzione, la nostra preda è sempre più vicina. Perciò, nonostante la stanchezza inizi a farsi sentire e il buio ad incombere, mi sprono a trovare sempre nuova forza per continuare la marcia. Quando ormai anche l'ultimo briciolo di energia mi ha abbandonata, vedo qualcosa brillare a qualche centinaio di metri da noi e mi rianimo. Fermo tutta la fila indicando in silenzio il piccolo fuoco che risalta evidente nel sottobosco abbracciato dal buio. Non sono totalmente sicura che sia proprio Katniss, la ritengo troppo intelligente per accendere un fuoco nel mezzo della notte. Ma un'altra vittima non potrà che andare bene, giusto? Vedo che anche gli altri hanno capito e ci avviciniamo lentamente verso il tributo. Spuntiamo alle spalle di quella che si rivela essere una ragazza, Cato ridendo e rivelandoci tira fuori la spada. La giovane si alza in preda al terrore e riesce solo a balbettare un flebile:”no...no ti prego...” prima che lui la elimini. Peeta durante tutto ciò rimane nelle retrovie. Non penso che abbia molto fegato questo ragazzo.

Continuiamo a camminare fino a che il bosco diventa troppo buio. Ci accampiamo sotto una grande quercia, stabilendo i turni di guardia. Io mi sistemo nel sacco a pelo, mentre Marvel si appoggia al tronco per passare tre ore in piedi dopo aver assistito alle foto dei tributi morti oggi. Crollo subito in un sonno pesante. Dormo senza fare sogni fino a quando uno strano odore mi pizzica le narici. Mi sveglio ma non apro subito gli occhi, decisa a non prestare attenzione a quello che mi succede intorno. Non li apro nemmeno quando sento che la temperatura si sta alzando velocemente diventando sempre più calda. Alla fine decido di tirarmi su solo per avere il tempo di urlare agli altri di scappare il più in fretta possibile. Perchè? Siamo circondati dalle fiamme.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: HermioneEverlark