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Autore: Hana S    12/11/2013    3 recensioni
Raccontata in prima persona dai punti di vista di diversi personaggi, come scritti in un diario segreto che portano nel cuore. Ci troviamo in un universo alternativo a quello di OP, nel mondo scolastico dove si intrecciano le vite di vari persone. Ragazzi che scoprono l’amore e le delusioni, che affrontano la vita meglio che possono e tanti altri che fanno da contorno o interagiscono direttamente con la protagonista Melody (personaggio di mia invenzione), che vedrà la sua vita subire repentini e grandi cambiamenti in poco tempo. ALCUNI PERSONAGGI NON SONO ANCORA COMPARSI NELL'ANIME ITALIANO.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Jewelry Bonney, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Slice of life'
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MELODY

È già trascorso un mese da quando Bonney è partita, sono contenta che si trovi bene. Rileggo il suo messaggio dell’altra sera:

Mel qui è fantastico! Solo la prof di scienze è una rompipalle! Sorrido, non so se dice così solo per rincuorarmi.

Tu come stai? Il tuo Kidd? E Law? Un bacio e Buona Notte stellina mia :-*

Kidd … stringo a me le ginocchia seduta nel mio angolino. Da qualche tempo amavo starmene da sola in camera mia, ad ascoltare i miei pensieri, a piangere. I ricordi vanno subito alla consegna dei diplomi, quella fredda sera di Dicembre …

«Mel, perché sono dovuto venire anche io?»

«Dai Law, non mi andava di venire da sola …»

… be’ … in effetti non ero sola, c’era Kidd con me. Ma portarmi Law significava evitare discorsi che non avevo voglia di affrontare ed avere un aiuto se Kidd e compagnia facevano macelli anche quella sera, cosa inevitabile …

Uscendo dal bagno mi ritrovo davanti un Law sconfortato e prima che possa aprire bocca lo anticipo.

«Non voglio che tu dica niente, mostrami cosa ha fatto»

«O meglio …» sospira «… cosa sta facendo»

Entrando nella palestra dove la scuola aveva organizzato una festa per i diplomati, mi vedo Kidd ubriaco fradicio e a torso nudo sul palco urlare frasi senza senso, mentre uno dei ragazzi della band tenta di dissuaderlo dal continuare; i suoi compari … molto brilli … che infastidiscono gli ospiti e molestano le ragazze, oggetti rotti e cibo sparso ovunque. Sospiro.

Appoggiato al muro vicino alla porta dove mi trovo c’è Killer, mi guarda e scuote la testa; almeno in quella compagnia uno decente c’è.

«Era già fuori di se quando sono uscita dalla sala …» sospiro ancora e sento Law ridere.

«Cosa c’è di divertente»

«Scusa Mel, ma lo immaginavo barcollante che torna a casa senza sapere dove sta andando» ti reca grande soddisfazione sapere che il tuo migliore amico gioisce quando il tuo ragazzo si rende ridicolo e tu sei disperata. Lo guardo male, ma la mia reazione non fa che farlo ridere ancora di più, insieme a Killer alle sue spalle. Però quel ragazzo, da qualche mese non è più lo stesso. Non appena si accorge che lo fisso smette di ridere e si volta.

«Melody, andiamo a fare ordine»

Ripongo la scopa nel ripostiglio. C’è voluto un po’ ma tutto si è calmato.

«Sei bellissima» mi volto, con il cuore in gola per lo spavento. Kidd, forse ha ritrovato un po’ di pudore e indossa di nuovo la camicia, anche se mal abbottonata. Si stacca dal muro dove era appoggiato e richiude la porta dietro di se. Mi avvicino e gli sistemo la camicia, ma presto sento una sua mano scivolarmi sul braccio.

«Molti ragazzi ti guardavano, ero sinceramente geloso …» la mano ha raggiunto la spalla. Ritraggo le mani dalla camicia e le stringo a me. Mi accorgo solo adesso di come il mio vestito sia un po’ troppo aderente e corto, non adatto quando hai davanti un ragazzo ancora sotto l’effetto di alcool.

Fa scivolare le dita sul mio corpo; sento qualcosa di strano dentro di me; sfiora il mio seno, la mia pancia e si ferma alle cosce, dove la gonna del vestito termina. Afferra un lembo della gonna ed inizia a sollevarlo, con uno spintone lo allontano ed abbasso lo sguardo.

«Perdonami Kidd, ma non è il luogo adatto e poi si accorgerebbero presto che manchiamo …»

«Chi? Il tuo amichetto?» lo guardo in faccia, è furente, devo uscire da questa stanza! Come se mi leggesse nel pensiero mi si para davanti.

«Kidd …» mi stringe a se e in un attimo siamo sdraiati per terra. Mi bacia, ma non come fa di solito, sembra che voglia dirmi che è lui a comandare. Se cerco di liberarmi mi stringe di più. «… smettila Kidd! Lasciami!» non qui, non ora! Accarezza la mia gamba e solleva il mio vestito, no!

C’è qualcuno nel corridoio oltre la porta.

Un urlo rompe il silenzio, il mio urlo. Kidd si ferma e mi fissa.

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TRAFALGAR LAW

Prima Bonney e poi Melody, perché fanno del male alle persone a cui tengo di più? Bonney che cela la sua tristezza dietro un finto ottimismo, e so che è così! Non può essersi ripresa in così poco tempo!

Ed ora Melody, però sono felice di una cosa, essere andato con lei alla consegna dei diplomi …

Cammino lungo il corridoi che porta al ripostiglio, strano che Melody non sia tornata! Eppure doveva solo mettere in ordine gli attrezzi che abbiamo usato.

«Hei Law!» mi volto, è Killer «Hai visto Kidd? È passato di qui poco fa» sento un nodo alla gola ed inizio a sudare, il mio sguardo torna a fissare il corridoio, la porta del ripostiglio è chiusa, perché Melody avrebbe dovuto chiuderla? Non c’era necessità!

«Mel …» sussurro, mi sento malissimo ed inizio a correre, Killer mi segue «Melody!» urlo nel corridoio.

Quando afferro la maniglia della porta la sento urlare, bastardo … lasciala!

Entro nella stanza, Mel è sdraiata sul pavimento ed è in lacrime. Kidd è sopra di lei e la fissa, una delle mani appoggiate a terra si leva, ora si sorregge solo con un braccio ed è piuttosto barcollante.

Quello che vedo mi fa ribrezzo, senza badare a noi Kidd la colpisce, uno schiaffo dritto in faccia. Mi lancio su di lui e lo trascino via da Melody, gli assesto un pugno su quella faccia da demente, e lui sembra non gradire.

«Bastardo …» credo che sia questa parola a ferirlo di più e mi afferra per la maglietta. In un attimo Killer ci divide.

«Kidd ora basta!»

«Cosa c’è Killer? Tu ti puoi divertire ed io no?»

«Io non le ho fatto niente!» è la prima volta che vedo Killer piangere, ma non ci bado tanto e corro da Melody. È seduta sul pavimento, ma non piange più.

«Law …» ha ancora il segno rosso dello schiaffo sulla guancia «… andiamo via, per favore»

«Va bene Melody, ti porto via» detto questo la aiuto ad alzarsi e usciamo.

Camminiamo verso casa sua, lei  stringe a se il mio braccio. Perché proprio a lei? Perché anche lei doveva incontrare un farabutto?

«Law …» il suono della sua voce esce strozzato, e poco dopo si mette a piangere. Credo si sia trattenuta fin troppo, le accarezzo i capelli.

«Siamo quasi arrivati»

Sono seduto accanto a lei e le tengo i capelli impedendo che le cadano sul viso, mentre Melody è piegata e continua a vomitare. So che è per la paura e l’agitazione che ha addosso, vorrei fare di più. Quando finalmente finisce la lascio sola, dopo che si è cambiata e pulita esce dal bagno e mi fissa spaventata.

«Vuoi che rimango ancora un po’?» annuisce semplicemente.

Sono appoggiato con i gomiti alla scrivania e tengo la testa fra le mani, bastardo, bastardo, bastardo, bastardo …

«Bastardo!» sento qualcuno dietro di me «Melody, scusa …» scuote la testa e abbozza un sorriso come per dire non fa niente «… torna nel letto» cerco di ricambiare il suo sorriso.

«Ti siedi accanto a me?» sembra una bambina spaventata ed indifesa.

«Va bene»

Mel si addormenta lentamente e cercando di non fare rumore mi alzo ed esco dalla stanza, chiudendo lentamente la porta

«Law …»

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SATCH

Guardo la porta della camera della mia bambina, è una settimana che è chiusa lì dentro. Non voglio obbligarla a tornare a scuola, ma soffro da matti nel vederla così. Vado al lavoro con un nodo alla gola da un mese a questa parte. Esco di casa e più mi allontano più sento il bisogno di tornare indietro entrare in camera sua prenderla e portarla via.

Più mi allontano e più ripenso a quella sera di Dicembre …

Il povero ragazzo sobbalza e si volta.

«Satch …»

«Hanno chiamato dalla scuola, ho chiesto un permesso e mi sono precipitato. Sapevo che eri qui. Grazie»

Ci salutiamo e dopo che è uscito richiudo la porta di casa, non riesco a lasciare la maniglia, mi porto una mano al viso e comincio a piangere «Grazie Law» quel ragazzo, c’era sempre.

Quando Melody si sbucciò le ginocchia cadendo dalla bicicletta a cinque anni.

Quando a sette anni cadde nel lago perché voleva prendere una ninfea per la mamma.

Quando a otto portò a casa il suo primo brutto voto, era inconsolabile.

Quando morì Monika, e lei aveva solo nove anni.

Le lacrime scendono più copiose «Sei un vero amico»

«Papà …» mi volto e la vedo, in piedi avanti a me «… non piangere papà …» i suoi occhi si inumidiscono e comincia a singhiozzare.

Mi aveva già detto queste parole, il giorno del funerale. La stringo a me come quel giorno.

«Come non lo hanno arrestato?»

«Law calmati, la polizia lo ha rilasciato perché … Melody non ha voluto sporgere denuncia»

Lo vedo prima irrigidirsi, poi comincia a dare di matto.

«No! No! No!» continua a camminare avanti e indietro fuori casa.

«Law …» ci voltiamo ambedue, sul ciglio della porta fa capolino Mel.

«Melody, perché?»

«Non era lucido in quel momento, e poi non voglio serbargli rancore visto che non è riuscito ad arrivare fino in fondo …» si morde il labbro ed abbassa la testa «… credo che gli basti, come punizione, non potermi vedere mai più …» per fortuna era andato a vivere in un’altra città, e non le dava più fastidio. Spero che abbia capito cosa ha fatto.

Mi volto verso mia figlia «Mel devo parlarti» credo di aver preso una decisione su cosa fare nell’immediato futuro.

«Come One City?»

«Vedi io e tua madre ci siamo conosciuti li, lei era in visita da parenti ed io lavoravo in città. Ho ricevuto varie lettere nel corso degli anni da ex colleghi ed amici; ma ultimamente mi chiedevano se volessi tornare a lavorare con loro. Questo significherebbe abbandonare Shade Town e …»

«Va bene» devo avere una faccia da idiota mentre la guardo, sono rimasto spiazzato. Mi ero preparato una serie di argomentazioni per convincerla, invece è stata lei a dirmi che è d’accordo.

«Questo vuol dire lasciare la tua vita e cominciarne un’altra»

«Papà, ho detto che va bene» ha il viso più rilassato, sono contento.

«Allora posso contattarli ed accettare la loro proposta?»

«Certamente!»

«E Law?» la vedo sorridere.

«Se gli dicessi che parto sarebbe il primo a dirmi che ho fatto la scelta giusta, e poi fra tre anni probabilmente si trasferirà anche lui, per continuare gli studi, sarà solamente felice di sapere che mi allontano da questo posto»

«Allora non c’è nessun problema, tanto vale che li contatti subito» sono felice, cominceremo una nuova vita lasciandoci alle spalle tutto il male che ci ha portato questa città.

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KIDD

«Eustass Kidd, qua dentro penserai un bel po’ a tutto quello che hai combinato» sento la porta chiudersi dietro di me e la guardia che si allontana.

«È tutta colpa tua Melody, giuro che me la paghi!»

È trascorso un mese dal diploma, lavoro finalmente e questo mi aiuta a non pensare a Melody, anche se la sera, da solo in quell’appartamento è deprimente.

Finito l’orario di lavoro chiudo l’officina e ritorno a casa, quando sento qualcuno che batte la mano sulla mia spalla.

«Capo come butta?» è quell’idiota del mio migliore amico.

«Non c’è male, che si dice in giro?»

«Grazie, anche io sto bene» idiota «Comunque ci sono novità!»

«Riguardano Melody?» lo guardo torvo, non ho molta voglia di parlare di lei. Ma ho ancora la sua figura che nel silenzio e nel buio della notte viene a tormentarmi.

«Lei e suo padre si trasferiscono» cosa? «Ho sentito alcune ragazze che ne parlavano, a quanto ho capito per motivi di lavoro di Satch»

«Si, come no, lavoro …» se spera di allontanarsi tanto facilmente da me si sbaglia, fortunatamente domani è domenica «Andrò a trovarla»

«Sei matto? Satch e Law ti disintegrerebbero»

«Suo padre è al lavoro e di quella mezza cartuccia non ho certo paura»

«Fa come vuoi, beviamo qualcosa?»

È mattina presto quando salto sulla moto e sfreccio verso Shade Town, continuo a pensare a lei, so perfettamente che non vuole vedermi mai più. Ma non è lei a deciderlo!

Lascio la moto e faccio l’ultimo tratto di strada a piedi, non voglio che mi sentano arrivare. Mentre vado sul retro della casa sento che qualcuno canta, la sua voce, inconfondibile. Chiudo gli occhi e ripenso a tutte le volte che l’ho stretta a me, abbracci interminabili e lei mi sussurrava sempre parole cariche di affetto. Anche se il suo urlo, nella mia mente, squarcia questi pensieri. Ci saremmo divertiti, almeno io, se non avesse attirato l’attenzione! E poi c’era Law, sempre fra i piedi.

Metto un piede sui gradini che portano all’ingresso sul retro, quando la porta si apre, non potevo desiderare di più, avevo in mente di scassinarla, ma va bene lo stesso.

Il suo volto spaventato è a dir poco divertente «Ciao bambolina» rientra velocemente, bene si mette in trappola da sola. Prima che possa richiudere blocco la porta ed entro.

Mel indietreggia «Cosa fai qui Kidd, vattene!»

«Puoi urlare fin che vuoi, io non me ne vado …» la afferro per un braccio «… c’è una questione che abbiamo lasciato in sospeso» ora siamo sul divano, nella stessa posizione di quella sera, ma ho intenzione di arrivare in fondo, questa volta.

Ha il volto spaventato, i lunghi capelli castani ricadono sul pavimento, la pelle bianca e profumata e quei suoi occhi nocciola … è bellissima, come sempre. La bacio, ma lei mi respinge.

«Kidd, vattene subito!» le afferro i polsi.

«Non alzare mai più la voce con me, sei l’unica ragazza che voglio e se devo prenderti con la forza, così sia …»

MELODY: Mi sta sollevando il vestito e mi tocca come non ha mai fatto, non riesco a smettere di piangere. Le sue labbra sulle mie, il suo corpo su di me … lasciami, io non ti voglio!

«Papà! Law!»

«Urla pure, non verrà nessuno!» qualcuno bussa alla porta.

LAW: Per essere Gennaio è proprio una bella giornata! Guardo ancora i due biglietti per il concerto di Soul King, non ho tanta voglia di andarci, ma Mel va matta per questo strano tipo. Solo il pensiero del viaggio in treno di due ore, non contando i ritardi che inevitabilmente ci saranno, mi da la nausea. Ma lo faccio per la mia migliore amica …

«Law! …» un urlo mi riporta alla realtà e vedo davanti a casa di Mel il vicino.

«Cosa succede?»

«La sentivo urlare e mi sono precipitato fuori»

Proviamo a forzare la porta ma niente.

«Melody!» guardo dalla finestra, la cucina sembra vuota, ma come il mio sguardo si sposta sulla sinistra il sangue mi si gela. Inizio a picchiare, con forza, contro il vetro. Le inferiate mi impedirebbero di entrare dalla finestra e senza pensarlo due volte, corro sul retro.

MELODY: Non so cosa mi da il coraggio di reagire, ma non voglio dargliela vinta, non voglio che si prenda la mia dignità e la distrugga, come ha fatto con il mio cuore.

SATCH: Che stanchezza il turno sabato notte, mi aspetta una bella dormita! Chissà se Melody è già sveglia, oggi c’è il concerto non sono molto contento che vada così lontano, ma almeno c’è Law con lei. Svolto l’angolo e vedo movimento davanti a casa “Melody” l’unica parola che mi passa per la testa, la persona per me più importante. Inizio a correre

KIDD: Piantala di dimenarti! Per colpa delle tue urla è già arrivato qualcuno, spero solo che non ci sia anche il guastafeste.

«Melody!» parli del lupo … mi volto e vedo Law «Lasciala subito!» mi alzo ed ora siamo faccia a faccia.

«Lo metto a posto e poi sloggiamo di qui, continueremo da un’altra parte …»

MELODY: Non mi piace il suo sorriso, voglio solo andarmene ed impedirgli di fare del male anche ad un mio amico. Cerco di correre da Law, ma Kidd mi afferra e mi strattona, finisco sul pavimento con un tonfo, che botta.

«Law, vattene» è tutto ciò che riesco a dire.

LAW: Capisco poco di quello che sta succedendo, sono accecato da rabbia e disgusto per Kidd e continuo a colpirlo. Lui di rimando mena più forte, ma c’è in gioco una ragazza per me molto importante, non gli permetterò di farle ancora del male. Mi lancio su di lui.

Kidd mi afferra per il collo, se non fosse per Melody che corre e lo spinge, mi avrebbe ammazzato.

Ora si avventa su di lei che è con le spalle al muro, riesco a frappormi appena in tempo e ricevo un pugno allo stomaco.

«Bastardo …» non ho fiato «… l’avresti colpita …» la porta di casa si spalanca.

MELODY: Basta, basta …

SATCH: Entro e vedo una scena che nemmeno nei miei peggiori incubi avrei immaginato.

Melody piena di lividi sule braccia e in faccia, Law piegato in due sul pavimento davanti a lei e Kidd in piedi li davanti, con il pugno ancora chiuso ed un ghigno che non mi piace. Allunga una mano verso mia figlia, questo non può permetterselo! Corro e lo sbatto sul pavimento, sfortunatamente mi afferra e mi trascina con se. Trascorrono alcuni interminabili minuti prima che riescano a dividerci, minuti in cui il solo suono che sentivo erano le lacrime e le urla di Melody.

Non riesco a vedere molto bene, ma non sento più i pugni di Kidd, devo essere appoggiato contro il muro e mi lascio scivolare. Due piccole mani mi sollevano il volto, Melody cerca di parlarmi, ma non sento niente, me le ha suonate per bene.

«... papà! …»

Mi volto verso Kidd che è trattenuto da persone a cui andrà tutta la mia riconoscenza.

«Kidd» lui si volta verso di me «Non osare mai più farti vedere …»

KIDD: Dopo che Satch sviene, entra la polizia. Ora sono fregato, guardo Melody è in lacrime e cerca di far reagire suo padre, Law si stà rialzando. Non credo che questa volta la passerò liscia.

Vengo ammanettato e trascinato fuori «Non è finita!» urlo con tutto il fiato che ho in gola.

MELODY: Papà sta riaprendo gli occhi finalmente, i medici sono stati fantastici. Mi guarda e sorride.

«Ciao tesoro»

«Ciao papà …»

 

Note:

un po’ tragica questa storia, voi cosa pensate? Spero di riuscir a pubblicare con regolarità, anche se la vedo dura D: grazie ancora a chi segue e chi commenta, mi fa piacere ♥

  
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