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Autore: Dicembre    24/04/2008    6 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Tredici

 

 

Il sole era immerso per metà nelle acque del lago, intrise del suo arancione. Languidamente, si appoggiava come per riposarsi dopo una giornata estenuante.

L’erba sotto i piedi di Sideas sfrigolava ad ogni suo passo, l’unico rumore udibile in tutta la valle.

Il cavaliere e il mago non avevano ancora detto una parola da quando erano usciti dal palazzo. C’erano troppe parole e troppi anni che dovevano essere messi lentamente in ordine. Nessuna voce poteva, per ora, intromettersi fra quei silenzi.

Ma il tempo non era amico di nessuno dei due.

“Pensavo di sapere il perché stessi venendo qui…” Irìyas si fermò, lasciando che il suo sguardo indugiasse sull’acqua di fronte a lui “evidentemente gi anni passati lontano dall’Accademia non mi hanno fatto un gran bene”

Sideas sorrise: “Non sbagliavi. Il motivo per cui il Re mi ha mandato qui è esattamente quello che credi.”

“Non è il motivo per cui tu sei venuto qui, però”

“Non lo è” Sideas scosse la testa “Sono successe così tante cose da quel giorno…”

“Quel giorno?” Irìyas sorrise per l’evidente omissione di Sideas.

“Il giorno in cui è morto Alem” il cavaliere aggiunse.

“Sono successe troppe cose, o forse non è successo niente”

“La presenza di Nyven qui non può essere definita niente”

“Nyven è solo un effetto collaterale”

Sideas scosse la testa. Conosceva troppo bene Irìyas per non sapere cosa sottendevano quelle affermazioni, preferì quindi procedere con cautela.

“Il Re mi ha imposto di venire qui e portarlo via. L’ordine preciso è quello di portarlo a lui, con o senza il tuo volere”

“Che sciocco che è. Sa bene che da tempo ormai non seguo più la sua volontà”

“Ma il tuo palazzo rimane nel suo territorio. La sua ala di influenza ve ben oltre la città. Lui ritiene di avere il diritto su ogni cosa animata calpesti il suo suolo”

“Questo mi convince sempre di più che tu serva uno sciocco”

“Io non servo nessuno” rispose stizzito Sideas.

Irìyas si girò di scatto, scioccato dall’affermazione, ma Sideas non permise all’amico di chiedere cos’era ovvio. Il mago preferì lasciar condurre la discussione dal cavaliere.

“Il Re vuole Nyven per sé perché è venuto a conoscenza delle incredibili proprietà dei suoi capelli rossi.” Sideas alzò le sopracciglia “ E com’è tipico di chi sta al potere per troppo tempo, vuole tutto per sé perché ciò che non è suo rappresenta una minaccia”

“E’ per questo che sei qui?”

“Anche”

Irìyas lo lasciò proseguire.

“E’ per sapere chi mi è amico”

Il vento scosto leggermente i capelli bianchi di Sideas dalla sua fronte, li sparpagliò per poi riposarli ordinatamente.

“Devo spiegarti, ma…”

“Non sai di chi fidarti.”

“Forse” alzò le sopracciglia “ O meglio, so bene di chi fidarmi, ma non so ancora esattamente cosa questo comporterà”

“Io non posso esserti di alcun aiuto”

“Questo non è vero: ci potremo essere di enorme aiuto. Non altererò nessuno dei tuoi progetti, né rallenterò la tua corsa verso l’Est”. Sideas si girò a guardare l’amico “Perché di questo si tratta, non è vero? Di andare a Est. Ci possono essere draghi che dormono di fianco casa tua, amici di un tempo che minacciano la tua patria, ma alla fine tutto ritorna all’Est. Non è così?”

Irìyas non rispose subito, lasciò che quella lieve brezza che spirava fra  loro fosse l’unico suono.

Sospirò: “E’ sempre e solo l’Est”.

Sideas sorrise.

Perché negarlo? Era il suo sogno e il suo obiettivo da sempre, l’Est. Esplorarlo, conoscerlo…

Solo e semplicemente andare ad Est.

Tutto quello che c’era lì, nell’Ovest, gli era noto, la natura aveva poche meraviglie da offrirgli, gli uomini, poi, nessuna.

Oltre il confine, fra il Mare Interno e il Bosco Nuovo c’erano i Territori. Qualche accampamento nomade si poteva trovare a ridosso del Bosco, su una terra che pareva riarsa e bruciata. Ma poi più nulla.

Finiva forse il mondo? Nessun esploratore che avesse tentato era mai riuscito a far ritorno, tanto che gli Anziani dell’Ovest erano più che convinti che non ci fosse nulla più ad Est del Bosco Nuovo e che gli esploratori fossero semplicemente caduti giù dal mondo e si fossero persi.

Poi era arrivata una Regina da un paese lontano. Una mitomane, secondo gli anziani. Una di quelle selvagge del Bosco Nuovo o degli Eremiti del Mare.

In lei non c’era nulla di selvaggio, gli aveva svelato Alem, né di folle. Lei davvero abitava l’est.

Ed era stato proprio il giorno in cui Alem aveva svelato ad Irìyas il modo in cui la Regina aveva raggiunto l’Accademia, in terre così lontane dalla sua casa, il giorno in cui Alem era morto.

Da quando Irìyas aveva saputo, avrebbe fatto di tutto per andare ad Est.

“Il sole sta calando, è meglio se rientriamo”

L’ultimo raggio rosso scomparve fra le acque del lago, spegnendosi in quella distesa blu.

 

“C’è qualcuno in questa stanza?”

Irìyas scosse la testa: “Nessun orecchio, vicino o lontano, ci può sentire”

Il fuoco scoppiettava nel camino e il cavaliere rimase a guardarlo per un po’. Il mago gli dava la certezza che nessun altro, tranne loro due, avrebbe ascoltato quel dialogo. 

Si girò verso l’amico e lo scrutò, senza dire una parola. Guardò il suo sguardo fermo, gli occhi verdissimi e attenti e guardò quell’aura di completo controllo che emanava la sua figura.

Per un guerriero quell’aura significava sicurezza, per Sideas l’aver ritrovato un amico.

“Il Re vuole conquistare i due Regni dell’Ovest”

Irìyas sgranò gli occhi: “Cosa vuole fare?”

Sideas sospirò, annuendo: “Il Re vuole conquistare Tantenor e Iubinor, i due regni ad ovest del nostro. Non lo sa nessuno, se non lui stesso, il suo consigliere e Yselkir, il mio secondo”

“Spiegati meglio”

“… ed è venuto a saperlo anche mio padre Beklar, che è scomparso da allora”.

Di nuovo Sideas fece una pausa, passandosi una mano sugli occhi, come se il peso di quelle parole fosse troppo gravoso, persino per lui.

Riprese a parlare, Irìyas aveva il diritto di sapere: “La sfera d’influenza del re ormai da anni diventa sempre più sottile. Il nord-est, Tagòrn e le terre dei laghi, a sud, dove sorgono le Colonne di Droà: nessuno si sente suddito di un re inetto. All’estremo nord, poi, da anni si elegge un capo ogni volta che il precedente muore. Non ci sono mai state guerre di secessione, ma è evidente che il Re sta perdendo la sua influenza sui confini…”

“E questo come coinvolge i regni confinanti?”

“I rapporti commerciali di questi ribelli con loro si sono intensificati. Hanno trovato vie alternative, per evitare i dazi doganali”

“Le casse del nostro esoso re ne avranno di certo risentito” ironizzò il mago.

“Ma il re non sarebbe mai stato in grado di dichiarare guerra a tutto il continente: non ha abbastanza uomini per pensare di portare avanti una guerra su più fronti. Lo so bene perché da tempo tutto il suo esercito è in mano mia” sorrise, compiaciuto. Con le sue doti gli era stato così facile salire di grado velocemente, che ora si trovava nel posto così ambito da chi, nell’esercito, c’era da molto più tempo di lui.

L’alterigia derivata dalla sua forza era sempre piaciuta a Irìyas.

“Che cosa gli ha fatto cambiare idea?”

“Hago”

Il sangue di Irìyas per un istante si raggelò e si ritrovò senza voce e senza pensieri. L’orrore che quel nome gli aveva suscitato e le conseguenze che quell’affermazione avrebbe portato, sarebbero stati devastanti.

Sideas annuì, con gli occhi di chi ha già vissuto quello sgomento e quel terrore. Con gli occhi di chi ha già visto la follia del suo re.

“Il Re è venuto a sapere che Hago sa come soggiogare i draghi e che Hago sta venendo qui da te per distruggerti, a cavallo di Gyonnareth”

Il puzzle si componeva tassello dopo tassello e prendeva la sua forma devastante.

“Il Re vuole soggiogare i draghi per conquistare il continente. Sa che possono essere asserviti alla sua volontà perché sa che Hago l’ha fatto. Sa anche che Hago prima verrà qui perché io posso impedirgli di andare ad Est e perché posso liberare Gyonnareth, però sa anche che posso farlo solo grazie a Nyven. Il Re vuole il ragazzo così da proteggersi dall’ira dei draghi che odiano la schiavitù…” Sideas annuì, Irìyas aveva capito bene.

“Ma ad Hago non interessano le guerre intestine. A lui interessa solo l’Est” obiettò il mago, col cuore che ancora gli batteva troppo velocemente

“Al Re non interessa Hago di per sé. Gli permetterà di fare quello che vorrà, una volta che Hago gli abbia rivelato come mettere le catene ad un drago”

Irìyas scosse la testa: “Ma Hago è uno dei più potenti alchimisti del regno…”

“Il Re vuole che tutti gli alchimisti dell’Accademia che superano i tre anni di apprendimento vadano da lui…”

“Lui davvero oserebbe catturare i draghi…”

Irìyas era ancora incredulo. Non aveva nessuna considerazione per il regnante, mai si era sottomesso al suo volere. Ma il voler catturare i draghi e usarli in guerra andava ben oltre la poca stima. Era una cosa da pazzi. Si girò verso l’amico.

“E tu vuoi spodestarlo”

“Mio padre ha scoperto i loro piani e da allora è scomparso. Non è morto, ma non so dove sia”

Era inutile chiedergli il perché lo sapesse. L’istinto del cavaliere era perfetto ed era una delle caratteristiche che lo rendevano così forte. Sideas aveva ragione.

“Perché sei venuto qui?”

Sospirò: “Sono venuto qui perché voglio che tu fermi Hago, voglio che lui scompaia. Se il re davvero scoprirà come soggiogare i draghi, tutto diventerà più difficile. Ti darò il mio aiuto, se me lo permetterai e se ne avrai bisogno. E sono venuto qui perché ho bisogno di tempo e di un posto dove capire chi mi è amico e chi mi è nemico”

Irìyas sorrise compiaciuto: “Il mio amico d’infanzia progetta un colpo di stato?”

Sideas annuì: “E deve farlo bene, perché da qui in poi non si torna più indietro”

“Sai bene che non ti aiuterò, una volta liberato Gyonnareth”

“So bene che andrai ad Est, ma non è il tuo aiuto futuro che voglio. Nessuno di noi due aiuterà l’altro, una volta intrapresa la nostra strada: io sono un militare, tu sei un mago. E’ giusto così. Il tuo aiuto lo voglio adesso.”

Irìyas guardò l’amico, si ricordò della prima volta che lo aveva incontrato all’accademia. Con quei capelli bianchi e la pelle diafana, gli era sembrata una presenza ultraterrena. Poi aveva imparato a conoscerlo, a conoscere il suo istinto, l’acuzie dei suoi sensi, la bravura delle sue arti e del suo ingegno. Gli riaffiorarono alla mente l’affetto e il rispetto che provava per quell’uomo di fronte a lui, pensava di averli dimenticati o scacciati.

Dopo che Hago li aveva calpestati, aveva creduto che di conseguenza anche Sideas prima o poi l’avrebbe fatto, ma s’era sbagliato.

Sorrise, come non sorrideva da tempo. Era felice grazie alle persone che erano con lui.

Scosse la testa, quasi incredulo.

Quel sorriso fu l’unica risposta di cui Sideas aveva bisogno.

 

Qualcuno bussò alla porta, con urgenza.

Entrò Zir senza neanche aspettare di averne il permesso.

“Nyven è scomparso”.

 

* * *

Francesca Akira89: Oh Oh Oh crudele >:D potrei mai? Mi diverte molto "interrompere sul più bello", del resto, è un modo per giocare coi personaggi. Come avrai dedotto con questo capitolo, adoro i cliffhanger

BiGi: Questa interruzione pare non essere stata troppo gradita. Ma mica si poteva sperare in un tutto e subito, suvvia XD

Yukochan: Il "riarso il regno" non è messo lì a caso, ma ci sarà tempo per capire. Forse l'altra volta non mi sono spiegata bene. Il racconto ha sicuramente risvolti shounen ai (non yaoi perchè non ha niente di così esplicito), ma non vuole essere un racconto il cui fine è il fatto che i protagonisti stiano insieme. E', in primis, un racconto fantasy, con tutti i risvolti del genere. Poi ha anche un tocco di shounen ai, perchè a me piace. La storia è nata così, perciò non aveva senso cambiarla. Felice che ti piaccia Zir. Il buon coniglio, in fondo, adora gli incontri formali (è come se si sentisse l'unico veramente educato lì in mezzo XD).

Silencio: L'affetto nei tuoi confronti te lo sei meritato per le tue recensioni XD Sei costante, e scrivi sempre qualcosa di articolato. Mi piace. Non ti preoccupare per la critica, figurati se mi offendo. Tutt'altro. Mi aiuta a concentrarmi di più su quel che scrivo e a cercare di capire dove posso fare meglio e migliorare ^_^ Farò più attenzione. Per quanto riguarda Sideas, penso che questo capitolo un po' chiarisca il suo ruolo, anche se - come al solito - mi diverte rivelare poco per volta ^_^

Stellabrilla: Ciao e benvenuta ^_^ Grazie mille per la tua recensione. Mi fa davvero piacere sapere che trovi Cremisi fresco e ben scritto. So bene che i fantasy rischiano di essere sempre la solita minestra sotto mentite spoglie, perciò sapere di riuscire a creare qualcosa di diverso è bellissimo (diciamola tutto, gongolo *_*). Felice di essere stata scoperta. Baci

GoodMiss: wow, che entusiasmo! Benvenuta anche a te *_* e grazie per la recensione. Lieta che cremisi abbia colto nel segno (così come i suoi personaggi. Il buon vecchio Zir si liscia i baffi XD).

Vocedelsilenzio: Ahaha il mio cervellino ha un che di angosciante, a volte XD A dire il vero, a me non piace definirmi "scrittrice", sia perchè scrivo mi sembra una definizione troppo pretenziosa, sia perchè (e soprattutto) perchè mi reputo di più una racconta-storie. Mi piace inventare e raccontare, intrecciare, disfare e ricostruire. E sapere che questa immaginazione riesce in qualche modo a prendere forma mi riempie d'orgoglio (detto da te, poi. Sai quanto mi piaccia sia il tuo modo di scrivere che quello che scrivi). Il cambiamento nel punto di vista era davvero importante. Nyven da solo, non sarebbe proprio bastato alla trama O_O Il piccolo è pure scomparso, adesso XD

Manny_chan: Sideas è un tipo diverso da Irìyas, non più potente, ma più guerriero (del resto, è un militare. Irìyas è un solitario). Dal mio punto di vista, solo una persona come lui poteva essere amico di Irìyas. Se non fosse stato un po' oscuro ed inquietante, Irìyas si sarebbe annoiato a morte XD (Robin Hood è fantastico. *_* )

Aphrodite: Ciao Oneechan :D Mi piace come congetturi su Cremisi. Mi chiedo ora cosa penserai di Nyven ^_^ Sideas e Irìyas sono molto legati, più il là nella storia verrà spiegato ancora meglio il loro legame e l'Accademia. Mi pirendo il mio tempo perchè non mi piacciono i racconti che corrono, ma abbi fede che soddisferò la tua curiosità. Un bacio

  
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