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Autore: Anima1992    13/11/2013    4 recensioni
Salve a tutti questa è la mia prima storia su questa sezione beh allora qui abbiamo un Roxas aggressivo e scorbutico ma popolare in tutta la scuola affianco a lui ci sono solo tre persone di cui si fida ciecamente Axel Demyx e suo fratello gemello con cui è in simbiosi e riesce anche a parlare telepaticamente.
la vita del nostro protagonista verrà stravolta piano piano dall'amore
beh spero di avervi incuriosito
^^
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Il biondo lo guardò con sfida -Scommetti?.- Axel annuì e allora lui si avvicinò alla ragazza dove appoggiò il braccio sull'armadietto affianco a quello di Naminè, e la lasciò di stucco con un bacio sulla guancia.
-Buongiorno bimba come stai?- Lei si accarezzò la parte del viso dove il biondo l'aveva baciata e arrossì.
-Bene tu Roxas?-
Lui sorrise sensuale- Bene adesso che ti ho visto- Se era possibile lei diventò ancora più rossa dei capelli di Axel, a quel punto il biondo ne approfittò e la prese per il mento con due dita, l'avvicinò a pochi centimetri dalle sue labbra.
-Ti va bene se ti accompagno a casa?- Gli soffiò sulla bocca di lei che annuì visibilmente in ansia
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Demyx, Naminè, Roxas, Xion
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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 Era mattina e Roxas stava per svegliarsi a causa raggi solari che gli sfioravano gli occhi. Si era dimenticato di chiudere le finestre; appena aprì gli occhi notò che era solo, tutti erano andati a scuola, e i sacchi a pelo erano spariti, sospirò sollevato, aveva proprio bisogno di stare un pochino tranquillo.

La casa era silenziosa e sembrava non esserci nessuno, così decise di alzarsi e andare a farsi un po' di caffè.

Appena scese di sotto ed entrò in cucina vide Zexion, alle prese con la caffettiera.

-Buongiorno Roxas, come ti senti?-

-Mmm.- Non aveva voglia di parlare, non prima d'aver preso il caffè almeno, si sedette a tavola e dopo pochi minuti Zexion gliene porse una bella tazza.

-Ecco qua, ora ripetiamo, come ti senti?-

Il biondo bevve un sorso e aprì completamente gli occhi, esaminandosi, sembrava stare meglio o almeno, non aveva giramenti e anche la febbre sembrava diminuita.

-Credo bene...-

-Credi?-

-Boh...-

Zexion si schiaffò una mano in faccia e andò a prendere il termometro, quando ritornò glielo porse, aspettando che suonasse.

-Non sono un bambino...-

-No, ma ti sei appena svegliato, e a quanto pare non sei in grado di intendere e di volere.-

-Non è vero- Disse borbottando, ma Zexion aveva già smesso di dargli retta dato il termometro aveva suonato.

-Bene...trentotto...di mattina.-

-Bene no?- Chiese ingenuamente Roxas.

-No, trentotto di mattina non è bene, è da andare di filato dal dottore.-

-Ma figurati, io mi sento benissimo!-

Zexion lo fissò un attimo negli occhi, e sembrava stare veramente bene, forse il termometro era rotto, pensò, così mise la mano sulla fronte, capì che ci si poteva cucinare l'uovo sopra.

-Roxas sei bollente...-

-Ma sto bene.-

Zexion continuava a essere diffidente, così provò solamente a dargli la pastiglia per la febbre, ovviamente dopo avergli fatto mettere qualcosa sotto i denti.

Era preoccupato per Roxas, questa febbre sembrava non avere né capo né coda, gli era venuta dal nulla e a parte avere giramenti di testa ogni tanto, sembrava stare bene nonostante fosse alta.

Era in dubbio se portarlo dal medico oppure lasciarlo tranquillo, in fondo la dottoressa della scuola aveva detto che probabilmente si trattava di stress, si ma provocato da cosa?

Il biondo non sembrava portare grandi pesi sulle spalle, ma aveva buoni voti a scuola, degli amici sinceri, che preoccupazioni lo perseguitavano?

-Roxas, vuoi parlare di qualcosa?-

-No perché?-

-Sicuro?-

-Si...-

Zexion sbuffò, alterato dalle bugie del cugino.

-Senti, hai una febbre da stress, sai che con me puoi parlare, non c'è nessun problema, non ti giudicherò e sicuramente non dirò una parola a nessuno.-

Roxas pensò di poter parlare con lui, in fondo erano soli, e lui aveva bisogno di guarire, magari uno sfogo o qualche consiglio era tutto quello di cui aveva bisogno, e poi si era sempre trovato bene con lui. Anche quando era stato rifiutato da Naminè, era stato il primo a saperlo.

-Va bene, io credo che sia colpa di una ragazza, ecco.-

-Non ti devo tirare fuori con le pinze le parole vero? Mi fai un discorso sul tuo problema o devo continuare a chiedere: “perché?” “come?” e via dicendo?-

-Non c'è molto da dire, mi riesce difficile allontanarla e la cosa mi sta provocando grandi problemi...-

-Il problema sarebbe che ti stai innamorando?-

-Si...cioè no! No, assolutamente...-

-Roxas...-

Il biondo sospirò, non voleva ammetterlo, sarebbe stato troppo, non se la sentiva di dirlo ad alta voce, in fondo c'era un mare di differenza tra il pensare e il dire.

Il pensiero lo puoi sempre fermare, e anche se qualche volta ritorna lo si reprime in qualche maniera, e sopratutto rimane dentro.

Ma parlare, sentire la voce che rimbomba nella tua testa, è tutt'altra storia, ammettere esternamente che quel qualcosa ti tormenta l'anima, è davvero dura.

-Non posso...-

-Roxas se continui così la febbre potrebbe durare più di una settimana.-

-Sopravvivrò...-

Si alzò e tornò in camera sua un po' nervoso, sapeva bene che Zexion aveva ragione, ma d'altronde chi poteva capirlo? Combattere contro se stessi era una lotta infinita, due metà che volevano fare due cose diverse, ma che facevano parte della stessa persona, certo, per gli altri era facile dire “basta che ti apri di più”, ma per lui quella frase significava solo guai, dare tutto se stesso per un amico, per una fidanzata, e poi infine essere abbandonato da tutto e tutti.

Gli tornò in mente che aveva delle foto di quei due personaggi. Erano nel cassetto insieme al cellulare, cose da dimenticare.

Le lacrime rigavano il viso del biondo, solo in quel momento sentì di poter essere libero di aprirsi, con se stesso e basta.

Aveva voglia di urlare e spaccare tutto, la sua vita non doveva andare così, i suoi genitori, suo fratello dovevano essere ancora vivi, e il suo, ormai ex, migliore amico doveva stargli accanto, non abbandonarlo per stare con altri pezzenti.

Pianse sangue quella mattina, i ricordi e le immagini lo torturarono fino allo sfinimento, si era tenuto tutto dentro per troppo tempo, e in quel momento non finiva di digrignare i denti e stringere i pugni, sentiva dolore fisico è vero, ma non poteva fare più male di quello che provava.

Non avrebbe mai ceduto, non era intenzionato a soffrire nuovamente, e ritrovarsi in quelle condizioni per gli altri.

Ripensò un attimo ad Axel e Demyx, e si tranquillizzò un po'. Loro due erano gli unici che l'avevano accettato in tutto e per tutto, se mai li avesse persi per qualche ragione avrebbe potuto tranquillamente dichiararsi morto, dato che non ci sarebbe stato stato nessuno.

Il suo cuore soffriva, voleva esplodere dai troppi sentimenti, ma il cervello diede il segnale di protezione facendo svenire Roxas.

Zexion dal piano di sotto sentì subito il tonfo, e ovviamente corse in camera di Roxas, quando aprì la porta lo vide svenuto sul pavimento, il viso completamente bagnato dalle lacrime. Era una scena terribile, vedere suo cugino così debole gli fece male, si rese conto che stava facendo in conti con se stesso se doveva stare così.

-Roxas, non sarai più solo.- Lo poggio sul letto e gli mise un panno freddo sulla fronte, e si sedette accanto a lui aspettando che si svegliasse.

Lo guardava, e nella sua espressione non vide altro che dolore, era indeciso se chiamare un dottore o lasciarlo semplicemente riposare.

Gli misurò nuovamente la febbre, quando suonò, fu stupito di trovare scritto trentasette, forse, infine era riuscito a sfogarsi, a modo suo ma era meglio che niente.

-Riposa.- E se ne andò al piano di sotto decisamente più tranquillo, guardò il cellulare e ovviamente notò vari messaggi di Sora. Tutti chiedevano se Roxy si era svegliato e come stava.

Sbuffò e rispose semplicemente, che c'erano miglioramenti.

Si sentiva bene con quei due ragazzi, gli piaceva tantissimo prendersi cura di loro, erano bisognosi d'affetto, che era venuto a mancare troppo presto.

In un certo senso sperava che gli avrebbero chiesto di rimanere con loro anche dopo il ritorno del padre, aveva capito che i ragazzi avevano bisogno di qualcuno, però spettava a loro decidere.

Nel frattempo dentro Roxas si stava scatenando l'inferno. Stava sognando cadere, non sapeva da dove, ma intorno a lui non c'era altro che oscurità, e sembrava non arrivare da nessuna parte.

Dopo quello che sembrò un'infinità, atterrò su una piattaforma su cui era disegnato lui stesso, intorno a lui c'era solo buio, era solo e non si sentiva niente, neanche il proprio respiro.

Benvenuto Roxas.

Una voce lo spaventò, era rauca e sembrava non promettere niente di buono, si guardò intorno ma continuava a non esserci nessuno.

-Chi sei? Fatti vedere!- Urlò.

Come chi sono? Sono te, l'altra metà di te stesso, colui che ti ha sempre tenuto al sicuro da tutti, la tua barriera.

La sua barriera? Si sentiva sempre più confuso e spaventato.

-Dove mi trovo?-

Questo posto è il tuo cuore, e per te è arrivato il momento di rivedere la tua vita.

Davanti a lui apparve un sentiero fatto di piastrelle colorate che non sembrava avere una fine. Ebbe un po' paura a camminare su esso dato che era sospeso per aria.

Avanti, vai...

Si fece coraggio e iniziò a percorrere quel sentiero, arrivò su di un'altra piattaforma dov'era sempre disegnato lui stesso, si guardò e notò che era molto più basso, i suoi muscoli non c'erano più, e le sue mani sembravano più piccole, capì d'essere tornato bambino.

Davanti a lui apparvero tre personaggi che riconobbe benissimo, Hayner, Pence e Olette, gli amici che aveva al tempo della morte dei suoi.

-Ehi Roxas dai ci dai le risposte alla verifica.-

Stava per parlare, ma si vide passare davanti un altro lui, non riusciva a capire cosa stava succedendo.

-Veramente non ho studiato...- Disse l'altro lui.

Ricordava benissimo quella scena, era tornato da scuola dopo un mese che era successo il fatto, e quei tre neanche gli avevano chiesto come stava.

-Vabbè ci vediamo a pranzo.-

Sparirono dalla piattaforma tutti quanti, a parte lui stesso che tornò grande.

Ricordi cosa successe dopo?

-Pranzai da solo...- Disse con malinconia, lì iniziò a capire cos'erano le persone cattive.

Cosa sentisti dire qualche giorno dopo sempre da quelli che ritenevi amici?

-Che non servivo più, dato che erano morti i miei genitori, non ero più in grado di aiutarli.-

Eri un bambino, e pure quanta cattiveria ti è stata riservata, ma tranquillo ci sono io.

Davanti a lui apparve un altro sentiero, questa volta la paura era più forte, aveva capito il gioco che stava facendo, quindi sapeva benissimo chi si sarebbe trovato davanti.

Respirò profondamente e andò avanti, sentiva che l'oscurità intorno a lui era sempre più fitta, possibile che nel suo cuore non ci fossero bei ricordi?

Arrivò su di un'altra piattaforma, uguale alle altre due.

Questo è il ricordo più doloroso, lo sai?

Annuì, e davanti a lui apparve un ragazzo dai capelli azzurri e gli occhi gialli, alto molto più di lui, e nel suo viso era disegnata un'aria chiaramente fiera di se stesso.

-Saïx...-

Ricordi cosa ti ha fatto?

-Si.-

Vide un ciuffo nero passargli davanti gli occhi, si in quel periodo si era tinto i capelli, aveva quattordici anni.

-Ehi Roxas come stai? Io sto benissimo con i miei amici, sono molto più divertenti di te.-

Dietro a Saïx apparvero altre persone che non conosceva, ma sapeva benissimo che erano gli amici di cui tanto gli parlava.

Si dimostrò tanto amico, capì il tuo dolore, e pure appena trovò altre persone, ti usò pure lui per un periodo, e ti abbandonò completamente, andando via dal tuo mondo senza neanche salutarti.

-Devo proprio continuare?-

Hai ragione torniamo un pochino indietro...

Tornò bambino e davanti a lui apparve Cloud.

-Vostro fratello si salverà...-

Ha mentito vi ha illuso, e tu gli hai creduto, invece poi cos'è successo?

-Ventus morì...-

Perfino i tuoi familiari ti hanno ingannato.

-L'ha fatto solo per darci sollievo...-

E sei stato meglio quand'è morto?

-No..-

Ti ha illuso, ingannato, nonostante tu ti fidassi di lui.

Sparì anche Cloud, e di nuovo si ritrovò solo, in mezzo all'oscurità.

-Chi è il prossimo?-

Il tuo primo amore Roxas, colei che hai amato più te stesso, e a cui eri pronto a donare la vita, ti ricordi? Quella che ti consolò per la partenza di Saïx in maniera brutale...

-Yuffie...mi lasciò al bar il giorno dopo che era partito...-

Esattamente, e ti ricordi il motivo?

Davanti a lui apparve una ragazza dai capelli neri, e gli occhi del medesimo colore, ed era alta quanto Roxas.

-Senti mi spiace per il tuo amico eccetera, ma sul serio, questa nostra storia mi annoia tantissimo, cioè tu sei dolce e tutto, ma non andiamo mai da nessuna parte se non al parco, quindi ho deciso che è meglio mollarsi, non credo d'amarti.-

Fece un sorriso sarcastico, ricordava perfettamente la scena, soffrì il doppio e si disse che quella sarebbe stata l'ultima goccia.

Esattamente Roxas, in quel momento nacqui io.

Il cambiamento era avvenuto giorno per giorno, intorno a lui le persone continuavano a volerlo usare, e trattarlo come una pezza, ma poi iniziò lui a far star male gli altri.

Apparve un altro sentiero, lo percorse senza problemi, tanto il peggio era passato. Ovviamente ci fu un'altra piattaforma, dove però erano disegnati sia lui che Sora, infatti quando alzò gli occhi se lo ritrovò davanti.

Fidati solo di lui Roxas, gli altri sono di contorno, Sora è in grado di farti stare bene.

-Il mio gemello...la metà del mio cuore...-

Si, l'unico che non ti abbandonerà.

-E Axel? E Demyx? Anche loro mi hanno accettato, mi sono stati vicini.-

In risposta apparve di nuovo Saïx.

Anche lui, ti ricordi? E pure non si è fatto problemi a trattarti male e abbandonarti, così sarà per Axel e Demyx, ti useranno e ti getteranno via.

-Possibile che sono destinato a stare solo?-

Sparì Saïx e proprio accanto a Sora apparve Kairi.

La risposta è quello che è successo tra loro due, dieci anni d'amicizia e d'amore buttati al vento. Cosa ti fa pensare che tra te e gli altri due sarà diverso?

-Io...-

Non sforzarti Roxas, stai lontano da tutti, sopratutto da lei...

Roxas chiuse gli occhi, non voleva vedere, sapeva benissimo a chi si riferiva, non voleva sentire di quanto lo stesse ingannando.

Apri gli occhi Roxas, ci sono io tranquillo.

Obbedì e davanti lui vide Naminè.

-Nami...-

Stai pensando a quant'è bella vero? Beh limitati a quello, o ti devo ricordare di Yuffie? Con lei sarà la stessa identica cosa.

-Quindi tu credi che non mi ami...-

Se ti amava non si sarebbe arrabbiata tanto per un bacetto. No, lei ti vuole con sé solo per sfruttare la tua popolarità.

-Cosa devo fare?-

Non devi cedere, lascia perdere Naminè, non fidarti di Axel e Demyx, esiste solo tuo fratello.

-Sarà così per sempre? Il destino non mi riserverà una famiglia? O degli amici?-

A tuo rischio e pericolo, ma vuoi veramente soffrire ancora?

Di nuovo apparvero persone davanti a lui, Hayner, Pence, Olette, Saïx, Yuffie e Cloud, e infine davanti a tutti i suoi genitori e Ventus.

-Mamma...Papà...Ventus...- Pronunciò i nomi con le lacrime agli occhi.

-Roxas..- Disse tristemente la mamma.

Corse verso di loro per abbracciarli, ma passò attraverso i corpi cadendo.

-NON VOGLIO HAI CAPITO? NON VOGLIO RIMANERE SOLO.- Urlò con le lacrime agli occhi, si avvicinò il padre e si inginocchiò davanti a Roxas che era ancora a terra.

-Figliolo, non sei solo hai Sora, io e tua mamma vi abbiamo messo al mondo insieme, e così rimarrete.-

-Papà...-

-Roxy! Mi mancante tanto tu e Sora, dovete essere felici! Nessuno a parte voi due!-Gli disse un bimbo biondo.

-Ventus...-

Loro sono fieri di te, e tu in cambio devi essere felice, e per esserlo devi allontanare tutti.

-Lo farò..-

Bravo Roxas, falla pagare a tutti.

-Ma Zexion? Lui sembra essere buono con me.-

Se ne andrà appena tornerà Cloud e il vostro grande rapporto finirà lì, e tutto sarà come prima.

-Giusto, allora ho capito, puoi smetterla.-

Con piacere.

Sparirono tutti quanti uno ad uno, gli venne a mancare la terra sotto i piedi e riprese a cadere nell'oscurità, l'ultima immagine che vide fu sua mamma che piangeva.

-Roxas ti prego, non fare scelte sbagliate.- Gli disse la madre mentre cadeva, chiuse gli occhi.

Quando gli riaprì si ritrovò nella sua stanza, era stanco, tutti quei ricordi gli avevano fatto male, era stato così strano quel sogno, sembrava essere tutto reale, ma una cosa era riuscito a capire. Doveva fidarsi di se stesso e Sora, tutti gli altri erano cattivi e volevano ingannarlo.

Si alzò e andò al piano di sotto, dove trovò Zexion sul divano a leggere.

-Roxas! Hai dormito tantissimo, aspetta misuriamo la febbre.-

-Non c'è ne bisogno. Sto benissimo.-

-Sicuro?-

-Certo.-

Effettivamente Zexion vide negli occhi di Roxas un qualcosa di diverso, come se tutti i suoi tormenti fossero stati risolti.

-Ok, allora ti conviene avvertire tuo fratello.-

Annuì e si concentro su Sora, ovviamente non prima di essersi allontanato da suo cugino.

Ehi Sora..

Roxy!! come stai??

Bene, tranquillo è tutto risolto.

Sono contento, quanta febbre hai?

Normale, e tu come stai?

Io sto bene, Kairi ha provato a parlarmi ma l'ho evitata.

Hai fatto bene, tranquillo ci sono io con te.

Grazie.

La comunicazione finì e tornò in camera sua, fece il letto, e nel farlo cadde la chiave del cassetto, sorrise vittorioso, come sempre non si era potuto fidare neanche di Zexion, ma ormai non importava più, sapeva perfettamente come comportarsi con Naminè, ed era anche propenso a ritornare a fare lo stronzo con lei.

Prese il cellulare e notò che non c'erano messaggi, avrebbe usato Alex come scusa per avvicinarsi a lei in modo subdolo, ingannare, vincere la scommessa e piantarla.

Tutto questo però sarebbe successo solo una volta tornato dalla gita.

Nel frattempo avrebbe solo un po' giocato, almeno con lei, invece con gli altri avrebbe solamente mantenuto le distanze, limitandosi ad osservare in silenzio.

Prese il termometro giusto per curiosità, sapeva di stare bene, ma avere una conferma era sempre meglio.

Infatti quando suonò, segnò che la temperatura era diminuita, aveva un trentasei e cinque, era apposto, scese di sotto per mostrare a Zexion, che spalancò gli occhi dalla sorpresa.

-Ehm...ok, allora vediamo se non ti aumenta di nuovo.-

-Come vuoi, io vado a prendere Sora.-

-Non puoi, sei appena stato male.-

-Non sei nessuno per darmi ordini, quindi non rompere.-

Zexion rimase malissimo dalla risposta data dal cugino, rimase imbambolato in mezzo alla sala finché Roxas non sparì in camera sua.

Aveva pensato che gli faceva piacere che si prendesse cura di lui e suo fratello, ma evidentemente si era fatto prendere troppo dall'entusiasmo, in fondo non era nessuno per loro due, per quale motivo dovevano ascoltarlo?

A quel punto si sentì davvero fuori posto in quella casa, e desiderò con tutto se stesso che i suoi tornassero il più presto possibile.

I suoi pensieri furono interrotti da Roxas che scese di nuovo di sotto vestito, e andò via senza neanche salutare.

E pure gli sembrava veramente strano il comportamento del biondo, era di nuovo cambiato. Guardò l'orologio e notò che era troppo presto per andare a prendere Sora, si domandò dove poteva essere andato suo cugino, stava iniziando a preoccuparsi, che cosa aveva portato il biondo a cambiare così radicalmente atteggiamento?

Pensò di chiamare la scuola e parlare con la dottoressa Lulu, magari lei sapeva cosa gli stava succedendo.

Così prese il numero della scuola e si fece passare l'infermeria.

-Qui Rikku! Di cosa ha bisogno?-

Zexion si sentì prendere dal panico, non si aspettava certamente che rispondesse lei.

-Ehm..Sono Zexion, il cugino di Roxas, volevo fare un due domande.-

-Oh...ciao, ecco adesso ti passo mamma sicuramente lei saprà dirti di più.-

Ci fu un attimo di silenzio e poi rispose la dottoressa.

-Buongiorno, se può fare in fretta perché ho da fare.-

-Salve, sono Zexion il cugino di Roxas, ecco mi chiedevo se potevo fare un due domande.-

-Veloce...-

-Il ragazzo stamattina ha raggiunto i trentotto, poi è svenuto ed era a trentasette e quando si è risvegliato trentasei, è normale che ci sia questo sbalzo?-

-Si, ha scoperto da cosa derivava lo stress?-

-A quanto pare da una ragazza che non sapeva come allontanare, e quando si è risvegliato aveva un atteggiamento diverso.-

-Forse ha risolto prima del previsto i suoi problemi, adesso dove si trova?-

Aveva paura adire che l'aveva lasciato uscire quindi mentì e gli disse che era in camera sua.

-Lo tenga sotto d'occhio, quando tornerà a scuola gli farò una visita di controllo e le farò sapere. Arrivederci.-

Non aspettò neanche che ricambiasse il saluto, doveva seriamente odiarlo quella dottoressa, e pensare che era sempre stato un cucciolo di ragazzo, e adesso per la prima volta veniva considerato come una specie di teppista, era assurdo.

Nel frattempo Roxas passeggiava tranquillo per la città, e ripensava al suo sogno, vedeva con occhi diversi tutti quanti, e non aveva più paura di far soffrire nessuno.

-Lo farò...per me e Sora.-
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Ehhhhhh si lo so Riku e Diz non centrano nulla nell'immagine però non ho trovato di meglio.
In fondo cosa potrebbe essere meglio di un tuffo nel cuore?
un Ansem oscuro che ti parla dentro...
ok stop cavolate!
questo è il capitolo e devo dire che mi è piaciuto da morire scriverlo....non so l'ho trovato come un ritorno all'infanzia ....(ci ho giocato fino a un mese faXD) 
beh vi lascio, come sempre ringrazio tutti quanti, sopratutto la mentore che in questo capitolo mi ha comunicato che sono stata terribile!  grazie per avermelo corretto*_* (quanta pazienza....)
E ho convertito anche un altra persona a kh!!! la mia giuggiola gioca a 358/2 days*_* brava!!
aspetto con ansia i vostri pareri ^^ 
si oggi avevo particolarmente voglia di parlare nelle note d'autore!
buonaserata^^

 

   
 
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