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Autore: Anaire_Celebrindal    15/11/2013    2 recensioni
La sua casa? La Terra di Mezzo. La sua scuola? Hogwarts, casa Corvonero. I suoi genitori? Una donna di razza elfica e un mago mezzosangue. Annadiel Orwell, occhi chiari e capelli neri come l’ebano, è una strega e un mezzelfo. Dopo infiniti litigi, i suoi genitori sono scesi a un compromesso: lei abiterà d’inverno a Hogwarts, nel mondo dei maghi, e d’estate nella Terra di Mezzo, nel regno d’origine di sua madre. Più facile a dirsi che a farsi.
Annadiel è una ragazza curiosa e intraprendente, oltre che un’inguaribile combina guai. La sua vita procede nel migliore dei modi tra amici, lezioni e avventure, fino a che il risveglio di due potenze oscure sconvolgerà due mondi paralleli, vicini eppure lontani allo stesso tempo.
Per difendere il suo popolo, Annadiel dovrà combattere su due fronti contro nemici crudeli e senza scrupoli, mentre il segreto delle sue origini diventerà sempre più difficile da mantenere.
Sarà difficile scegliere a quale causa votarsi: elfi o uomini? Maghi o guerrieri? La salvezza del mondo del padre o della madre? Una cosa è certa: il punto debole di Annadiel potrà diventare la sua unica, vera difesa contro le forze del male.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Glorfindel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo la famosa notte che ho trascorso insonne, in me è avvenuto un cambiamento.
Mi accorgo che attendendo l’alba senza dormire mi ritrovo al mattino stranamente lucida e riposata, come se avessi alle spalle dieci ore di sonno.
Ho rifatto più volte questo esperimento e ha sempre funzionato: da allora rimango sveglia almeno due o tre notti la settimana, impiegando quel tempo per studiare, leggere, riposarmi, guardare le stelle, riflettere.
E rifletto anche troppo.
Ma adesso non parliamone: sono state settimane intense e frenetiche come non mai, mi sento quasi come se avessi dimenticato come si respira.
Il professor Hagrid è tornato da solo i Valar sanno dove, ma ancora non abbiamo avuto lezioni insieme a lui. Spero solo di rimanere integra per domani, perché ci sarà la mia prima partita di Quidditch, Corvonero contro Tassorosso.
Nella partita Grifondoro contro Serpeverde di qualche tempo fa, Harry Potter, Fred e George Weasley sono stati esclusi a vita dal Quidditch, il che è una perfetta ingiustizia, indovinate a opera di chi? Esatto, la Umbridge.
Vorrei farla a pezzi con uno spadino sottile come uno stuzzicadenti e poi cuocerla a spezzatino e darla in pasto ai Cavalieri Neri. Anzi, ai loro cavalli, che si dice mangino carne umana.
Comunque, istinti omicidi a parte, ce la sto mettendo tutta durante gli incontri dell’E.S: abbiamo finito con gli incantesimi di Disarmo e dopo l’incantesimo di Ostacolo abbiamo iniziato con gli Schiantesimi e con gli incantesimi Reductor.
Con il Reductor me la cavo, ho qualche problema a Schiantare. Ho trascorso tre quarti dell’ultima lezione svenuta, perché Terry mi ha schiantato più o meno cinque volte e poi non sapeva farmi rinvenire.
Me la sono cavata sempre meglio di Dennis Canon: suo fratello quando l’ha schiantato ha sbagliato a pronunciare Reinnerva e gli ha fatto uscire sangue dal naso per un buon quarto d’ora. Chissà per quale strano motivo Hermione era incavolata nera con Fred e George, che però hanno giurato di essere innocenti.
Ah, ho dimenticato di dire che Terry ha strappato il permesso a Padma di esercitarsi con me per almeno una lezione (cosa che Calì non gli perdonerà mai), ma non è stato poi tanto male. Io e lui quasi ci equivaliamo nel combattimento, e da quando Harry ci ha accennato come bloccare un incantesimo, facciamo anche dei duelli niente male, prima che uno di noi due resti affatturato.
Con Padma è quasi la stessa cosa, ma a volte lei si distrae ed io la batto subito.
A proposito, il giorno dopo il primo incontro abbiamo chiarito le nostre incomprensioni. Adesso lei non parla quasi più con Calì, ma ha detto che in fondo è contenta di duellare con lei, così può metterla fuori combattimento senza doverne rispondere a nessuno. Senza contare che quasi sempre è Calì a battere lei.
I miei rapporti con Harry, Ron ed Hermione migliorano a vista d’occhio. Diciamo che da un mese a questa parte siamo riusciti a non urlarci contro neanche una volta, e questa è già una cosa positiva.
E poi c’è stata quella fatidica Domenica, seguita da molte altre, in cui ci siamo incontrati nella Stanza delle Necessità, perché io li istruissi sulla Terra di Mezzo.
Ricordo che arrivarono soltanto Ron e Hermione, sbucando dal corridoio con aria circospetta.
 -Ehi, ciao!- esclamai -dov’è Harry?-
 -Ehm... qui- rispose Ron, diventando rosso fino alle orecchie, mentre Harry sbucava dal nulla.
 -Aaah! Varda Elentári, che succede?-
 -Sta’ tranquilla, è solo un Mantello dell’Invisibilità!- mi rassicurò Harry, ripiegando l’indumento e infilandolo nella borsa.
Quasi non riuscii a crederci. Credevo che non esistessero oggetti del genere, che fossero solo leggende nate dai mantelli con incantesimi di Disillusione o tessuti con lana di Camuflone, che si opacizza con il tempo; ma dopotutto ormai sono abituata a ogni genere di stranezza, facendo avanti e indietro tra due mondi magici.
 -Però, utile- commentai soltanto.
Entrammo nella Stanza, che si era trasformata in un’autentica biblioteca elfica, proprio come quelle di Imladris. Rimasi sulla soglia, mentre i ricordi mi sommergevano, e una lacrima di commozione mi scivolava lungo la guancia.
 -è l’aula più bella che possiate desiderare- sussurrai.
Harry e Ron iniziarono a guardarsi intorno, Hermione rimase al mio fianco.
 -Ti manca casa tua?- chiese.
 -Sì- risposi, sorpresa da una tale domanda da parte sua -sì, mi manca. In effetti... qui è tutto così strano- risi timidamente -non passa giorno senza che io voglia tornare nella Terra di Mezzo.-
Hermione tacque, mentre Ron guardava con aria stralunata una mappa appesa al muro di fronte all’ingresso.
 -Questo è il posto dove vivi?- chiese, puntando l’indice sulla foresta di Fangorn.
 -Più o meno- risposi -allora, diamo inizio alla lezione?- aggiunsi allegramente.
 -Non ci interrogherai, vero?- disse Harry, sedendosi su uno scranno intagliato.
 -Se studierete abbastanza, no- scherzai -prima di tutto, c’è qualcosa sul mio mondo che dovete sapere.-
La lezione andò avanti così e... oh, non ricordo più cosa abbiamo fatto! Dopotutto è passato quasi un mese; comunque dovrei avere qualche appunto che presi il giorno stesso... aspettate, vado a cercarli.
Porco Melkor, dove sono?
Ah, eccoli qui! Li avevo infilati nel libro di Trasfigurazione.
Dunque... adesso li ricopio. E scusate il contrattempo, sono sempre così distratta!
 
 -Ricapitoliamo- esala Ron, frastornato -nel posto dove abiti tu... -
 -Terra di Mezzo, Ronald- sospira Hermione.
 -Stavo per dirlo, grazie- la rimbecca lui, irritato -comunque, qui in questo posto c’è un Signore Oscuro, o Oscuro Signore, insomma, tipo Tu-Sai-Chi, per intenderci... questo Soren... -
 -Sauron- lo correggo -si pronuncia Sauron.-
 -Ma è difficile!- ribatte Ron.
Alzo le spalle.
 -Puoi chiamarlo anche Gorthaur, o Signore degli Anelli, o Oscuro-Signore-Tipo-Tu-Sai-Chi, se preferisci- replico.
 -Va bene, lo chiamo Sawren.-
 -Sauron!- esclama Harry, divertito.
 -Vogliamo sbrigarci?- insorge Hermione. Lei si è dimostrata particolarmente brillante, forse perché conosce già i tre quarti della storia per sommi capi.
 -Harry, fa’ tu il riassunto- dico allora. È lui che voglio sappia tutto come si deve, più degli altri.
 -D’accordo- concede -quindi, Sauron nella Terz... Seconda Era della Terra di Mezzo ha forgiato questi Anelli del Potere: tre per gli elfi, sette... erano sette?-
 -Sì, erano sette- dico -continua.-
 -Sette per i nani, e nove per gli uomini- elenca celermente -ah, e uno per sé; ma l’elfo che ha fatto gli altri anelli, che non mi ricordo come si chiama, ha nascosto gli anelli degli elfi... mi sembra... ma Sauron ha preso gli altri e ha trasformato in fantasmi i loro portatori.-
 -Più o meno- approvo, conciliante -Spettri dell’Anello. Nazgûl.-
 -O Fantasmi-Tipo-Dissennatori- butta lì Ron, distratto nello sfogliare un voluminoso libro recante l’illustrazione della porta di Moria -oh, e questa cos’è?-
 -Quelle- dico, mettendo l’illustrazione al centro del tavolo intorno a cui siamo seduti -sono le porte di Moria, o Khazad-dûm, il più grande regno dei nani. E si trova qui- aggiungo, indicando un punto in mezzo alle Montagne Nebbiose.
 -Ci sei mai stata?- chiede Harry.
 -Proprio no- rispondo -è un luogo disabitato da secoli, e anche se un gruppo di nani ha provato a riconquistarla non è comunque molto prudente avvicinarsi.-
Hermione annuisce, assorta.
 -Allora continuiamo con la storia, sto iniziando a confondermi- insorge Ron, guardando Harry.
Sbuffando, Harry procede:
 -Alla fine della Seconda Era Sauron viene sconfitto dall’Ultima Alleanza tra elfi e uomini e l’Anello non si trova più. Fine- conclude stancamente.
 -Sì, esatto, fine- sospiro.
 -Mi sembra una storia senza capo né coda- obietta Ron -insomma, è successo... è successo un’Era fa!-
 -Tremilasedici anni fa, per la precisione.-
 -Beh, sì, va bene- sospira -comunque... è una storia bell’e finita... cosa c’entra con... beh, con noi?-
 -C’entra- ribatto, irritata -che Sauron è tornato a Barad-dûr... la sua roccaforte- aggiungo, in risposta agli sguardi perplessi di Harry e Ron -... e vuole muovere guerra alla Terra di Mezzo per ritrovare il suo Anello. Ah, ed è anche alleato con Voldemort- dico gelidamente -il che dovrebbe... beh, per lo meno preoccuparvi, no?- 
 -Lo fa anche abbastanza- commenta Harry.
 -Cosa succederebbe se Sauron ritrovasse il suo Anello?- domanda invece Hermione.
 -Credevo lo sapessi- obietto.
Hermione cincischiò, imbarazzata.
 -Ho letto il libro quando ero molto piccola, e non ricordo di averlo mai finito- ammette, arrossendo.
Ron ridacchia. 
 -Hermione che non finisce un libro! Riesci a crederci, Harry?-
 -Oh, taci, Ronald!- insorge lei -Ho sempre detestato il fantasy.-
Io sono troppo frastornata per ascoltare la loro lite. Hermione ha già parlato di questo fantomatico libro, e anche Dorothy, se non sbaglio. Devo venire a capo di questa faccenda.
 -Hermione... questo... questo libro- gemo -di cosa parla?-
 -Oh... beh, parla di una Compagnia che ha un Anello da distruggere e... non ricordo molto- tentenna.
Anello... dev’essere l’Anello del Potere, certo... ma non ve n’è traccia; come potrebbe essere distrutto? È quello che faremmo, se lo avessimo, ma non lo abbiamo. Quanto alla Compagnia, non ho idea di cosa sia. Ciò significa che l’Anello... sta per essere trovato?
 -Hermione... non riesci proprio a ricordare la data di questi eventi?-
 -La data... oh, certo, il calendario della Terra di Mezzo... - sospira -... temo proprio di no. Alla fine della Terza Era, credo.-
 -Siamo nella Terza Era- rispondo -cioè, io sono nella Terza Era, voi siete... beh, siete in questo mondo. Nell’anno 1995.-
 -Posso provare a citare il nome di qualche personaggio- si offre Hermione.
 -Ottima idea- rispondo.
 -Il protagonista si chiama Frodo- dice lei, sicura.
Non mi comunica nulla.
 -Beh, va’ avanti.-
 -Poi c’è un certo Sam... ah, e poi lo stregone Gandalf!-
 -Mithrandir!- esclamo -C’è anche lui! Continua, ti prego- dico a Hermione.
 -Mi ricordo di un elfo... Merlino, come si chiamava? Leloas... no, Gelogas...-
 -Legolas?!?-
 -Sì, esatto!-
 -è il mio insegnante di tiro con l’arco!- ridacchio -E il figlio di Thranduil, re di Bosco Atro. Nomi che ovviamente non vi dicono nulla- sospiro, un po’ scoraggiata.
Nessuno conosce l’età di Mithrandir e Legolas è un elfo: la loro presenza nel libro non da nessuna indicazione sull’ambientazione temporale.
 -Ah, e poi c’era un certo Aragorn- dice Hermione.
 -Aragorn!- esulto. Un mortale! La storia si svolgerà a breve, forse nel giro di decenni, anni o mesi... beh, e se invece si trattasse di uno scherzo, o uno sbaglio? Com’è possibile che la storia di un mondo realmente esistente, il mio mondo, sia scritta in un libro che qualsiasi Babbano conosce? Hermione è sincera, glielo leggo negli occhi... ma tutto questo non risponde alle mie domande. Un interrogativo mi sorge spontaneo, all’improvviso.
 -Un’ultima cosa, Hermione- dico -ci sono anche io nel libro?-
La ragazza tace a lungo, corrucciata e pensierosa.
 -No- risponde poi -non ci sei. Me lo ricorderei- aggiunge, a sua discolpa.
 -Capisco... -
Sono visibilmente sconfortata. Ciò significa che non avrò un ruolo determinante, nella storia. Perché se c’entra l’Anello, sarà qualcosa che ha a che fare con la Guerra. E se tutto questo stesse avvenendo proprio adesso, mentre io sono qui a Hogwarts? E se questa... Compagnia stesse partendo in questo istante, per distruggere l’Unico Anello?
 -Tutto bene, Annadiel?-
 -Sì, grazie Harry. Tutto bene.-
Oh, quanto vorrei avere un modo per poter parlare con mio padre, mia madre, sire Elrond, Glorfindel! Quante domande farei loro! E se ci fosse un modo per avere una copia del libro di cui parla Hermione? Potremmo risolvere ogni cosa, e sapremmo cosa sta per succedere!
Ma se invece fosse pericoloso interferire? Non posso rischiare di causare un disastro tempo-dimensionale.
 -Comunque- procedo, sospirando -adesso avete un’idea generale di come vanno le cose da noi.-
C’è un attimo di silenzio.
 -E quindi?- dice Harry.
 -E quindi adesso iniziano le vere lezioni- rispondo, prendendo un voluminoso libro dagli scaffali della “biblioteca”.
 -Il che cosa comporta, se mi è concesso chiederlo?- obietta Hermione, allungando il collo a dare un’occhiata alle scartoffie con cui ho riempito il tavolo.
 -Devo ficcare nelle vostre teste bacate un po’ di lingua elfica- replico -senza offesa, ovviamente.-
 -Ovviamente- bofonchia Ron, abbastanza offeso.
 -E dai, stavo scherzando!- lo derido -Sarebbe meglio insegnarvi l’Ovestron, per comunicare nella Terra di Mezzo, ma sinceramente conosco molto meglio il Sindarin- ammetto -e poi il Sindarin è una specie di lingua comune.-
 -A che ci serve imparare la lingua degli elfi?- obietta Harry.
Mi volto, puntando gli occhi su di lui con aria truce. Subito abbassa la testa e distoglie lo sguardo; questo trucco è il più stravecchio del mondo, ma funziona sempre con i mortali, specialmente con quelli del Mondo magico.
 -Dobbiamo essere pronti a tutto- sussurro -e nel futuro, la barriera tra i due mondi potrebbe rivelarsi più sottile di quanto non possiate immaginare.-
Detto ciò, un bizzarro pensiero si fa strada nella mia mente: e se ci fossero, o dovessero esserci, altri mezzelfi mezzosangue come me? Che cosa farebbero? Andrebbero a Hogwarts anche loro, oppure sarebbero costretti a reprimere i loro poteri magici? E se Sauron li trovasse, o li avesse già trovati? Rabbrividisco, al pensiero di cosa potrebbe fare loro, e cosa potrebbe fare a me.
 -Ehm... Annadiel... queste lettere non si capiscono- protesta debolmente Ron.
 -Ah, perdonatemi, ho dimenticato di dirvi che abbiamo una scrittura diversa- dico -queste sono Tengwar, o rune Fëanoriane; un altro alfabeto utilizzato nella Terra di Mezzo sono le Cirth, o rune naniche, ma le conoscono più o meno tutti.-
 -Sono come le Antiche Rune?- chiede Hermione.
 -Ovviamente no- rispondo.
 -Come fai a scrivere in quattro alfabeti diversi e parlare tre lingue senza confonderti?- domanda Harry.
 -Mi confondo, infatti- ribatto -e anche molto spesso. Ah, e di lingue ne parlo quattro e mezza, per la precisione.-
La mezza sarebbe l’Adûnaico, ma ogni volta che mi esercito a parlare con Aragorn sembro una che ha ricevuto un taglio sulla lingua. Il Rohirric poi l’ho definitivamente abbandonato, anche se assomiglia un po’ all’Inglese.
Hermione ride, sorprendentemente.
 -Sai, piacerebbe anche a me- commenta.
 -Cosa?- chiedo, incuriosita.
Hermione sta per rispondere, ma poi serra le labbra e scuote la testa.
 -Niente.-
Non so se si riferisca al parlare quattro lingue o al fare la spola tra due mondi, ma credo di non volerlo sapere.
Quando la lezione finisce, sono stranamente serena, e soddisfatta. Felice, soprattutto, perché finalmente mi sento meno impotente, meno sperduta, se ho qualcuno che combatte insieme a me e che sa a cosa va incontro.
Gli incontri successivi con Harry, Ron e Hermione sono andati più o meno allo stesso modo: Hermione è risultata essere la migliore. Straordinariamente, segue le lezioni di elfico o di storia con un interesse che non avrei mai creduto possibile, e scorgo una strana scintilla nei suoi occhi quando elenca celermente tutti i plurali irregolari Sindarin oppure indica i confini del regno di Arnor nell’anno settecento della Terza Era sulla mappa della Terra di Mezzo.
Harry ha l’educata curiosità e la fredda determinazione di chi studia qualcosa che potrebbe salvargli la vita; lo stesso forzato interesse emerge in Ron, insieme a una velata, sincera attrattiva che emerge inaspettatamente. Il timido entusiasmo dei miei tre allievi non fa che rincuorarmi, una settimana dopo l’altra, e capisco, finalmente, quello che Silente voleva che facessi.
Comunque anche gli allenamenti di Quidditch non sono andati troppo male. Già il secondo è stato un po’ migliore del primo, anche se Roger Davies ha dovuto rivoluzionare tutti gli schemi di gioco perché il mio modo di volare è completamente opposto a quello di Jeremy, il giocatore che devo sostituire. In ogni caso credo di essere pronta alla partita di domani, anche se sto abbastanza morendo di paura.
Ho finito i compiti, perciò trascorro l’intero pomeriggio rimanente raggomitolata in un angolo del pavimento della Sala Comune, guardando Will Collins che straccia Dorothy a Spara-Schiocco e tentando di riordinare le idee (e raccogliere il coraggio).
Cerco di mangiare qualcosa, per cena, ma con scarsi risultati. Jenny mi lancia uno sguardo pietoso, e ne deduco di sembrare schifata quanto Piton davanti a una delle mie pozioni.
 -Non ce la faccio- farfuglio, a mia discolpa -ho lo stomaco chiuso.-
E se perdessimo questa partita per colpa mia? Non me lo perdonerei mai.
L’intera Casa di Corvonero mi odierebbe per sempre.
Aaah, ma che sto dicendo, ci sono cose più importanti del Quidditch!
Non so se sia l’ansia o il pensiero di essere ansiosa per una piccola, misera, unica partita a farmi stare peggio.
Trascorro la notte insonne, a canticchiare, provare incantesimi e fissare la volta stellata, oppure il soffitto dipinto come il cielo della Sala Comune di Corvonero.
Quando i primi raggi rosati dell’alba colorano il profilo delle montagne, sento un nodo allo stomaco. Sono le cinque del mattino e la partita è alle undici. Ho ancora sei lunghe ore da far trascorrere.
Saluto nervosamente i mattinieri che scendono le scale dei dormitori intorno alle sette e mezza. Ricevo solo borbottii e occhiate truci dagli studenti più anziani, sorrisi sforzati dai mediani e saluti entusiastici dai ragazzini di primo e secondo anno.
Dorothy, con i capelli castani sciolti sulle spalle e la sciarpa blu e bronzo sventolante al collo, mi saltella accanto, augurandomi buona fortuna per la partita.
 -Grazie- sospiro -non mi odierai se perderemo, spero.-
 -Non buttarti giù- mi rimprovera lei -sarai bravissima- afferma -gli elfi sono sempre più bravi degli altri.-
Mi mordo le labbra e impreco mentalmente mentre due studenti del quarto anno ridacchiano.
 -Grazie Dorothy- le dico, sforzando un sorriso -ce la metterò tutta.-
 -Vedi di vincere, folletto!- grida uno dei due ragazzi sghignazzanti.
 -Altrimenti che fai, mi sprizzi due scintille sul naso?-
Mi alzo di scatto, fissando il ragazzino con aria truce. Quello deglutisce, guardandomi fisso, e il suo ghigno si spegne come una candela al vento. Poi abbassa gli occhi, fa una smorfia e si volta senza una parola.
 -Quello è Bastian Davies- mi sussurra Dorothy all’orecchio.
 -Il fratello di Roger- completo, in un mormorio ostile -non può fregarmene di meno.-
 -Sei stata fantastica- cinguetta Dorothy -vorrei essere come te.-
 -Oh, non ti converrebbe, te l’assicuro- commento. Però sorrido.
 
L’ora della partita arriva troppo presto.
Alle nove vado a fare colazione insieme a Jenny e Padma; riesco a mangiare, dicendomi che in fondo sono pur sempre una mortale  per metà e non sarà digiunando che riuscirò a giocare in modo per lo meno accettabile.
In un baleno sono già le dieci e mezzo e usciamo dal castello. Mi accorgo che mi tremano le ginocchia, e tengo la scopa così stretta che mi si sono sbiancate le nocche. Ho le mani sudate e continuo a sospirare, irrequieta.
 -Andrà tutto bene- mi rassicuro da sola -devo solo dare il massimo, stare calma e pensare solo alla partita. Ce la farò.-
 -L’autostima è un’ottima difesa- commenta Padma.
 -Non sono un portiere, Padma.-
 -Allora non hai capito la mia perla di saggezza.-
Sono troppo tesa per ridere, così mi limito a sospirare ancora.
Le mie gambe diventano di legno quando raggiungiamo il campo. Ho bisogno di tutta la mia forza di volontà per entrare nello spogliatoio di Corvonero, in cui è già radunata metà della squadra.
Michael mi fa un cenno ed io ricambio nervosamente il saluto.
In completo silenzio, ci cambiamo e attendiamo l’arrivo del resto dei giocatori. Infine è il momento del discorso d’incoraggiamento.
 -Bene- esordisce Davies, guardandoci tutti negli occhi e lanciandomi sguardi sfuggenti -questa è la prima partita di campionato, perciò dobbiamo cercare di vincere per avere un vantaggio contro Serpeverde e Grifondoro. È chiaro che sono loro i veri avversari, ma Tassorosso non è una squadra da sottovalutare- prosegue -ha una strategia molto forte e statica, perciò dobbiamo cercare di spezzare i loro schemi.-
Si rivolge a me e a Michael, i Cacciatori, ma soprattutto a me (sospetto che fissi un punto indefinito sulla mia testa, perché non ho proprio l’impressione che mi stia guardando negli occhi):
 -Ricordate la tattica che abbiamo provato- dice -Orwell, tu cerca di concentrarti e andrà tutto bene.-
Annuisco soltanto.
 -I Tassorosso hanno un nuovo Cercatore, Summerby- prosegue Davies -è bravino, ma niente di che. Cho, lo surclasserai senza sforzo, ma aspetta che abbiamo un po’ di vantaggio prima di prendere il Boccino. Sono quindici anni che Corvonero non vince la coppa del Quidditch e dobbiamo darci da fare!- erompe, tra le incitazioni generali -Quest’anno la vittoria sarà nostra!-
Rinfrancata, la squadra esce dallo spogliatoio e si schiera per entrare in campo.
Valar benedetti, mi sento mancare il fiato. Ho una paura matta, e non che Roger Davies sia stato molto incoraggiante.
Michael mi dà un colpetto su una spalla e mi fa trasalire. A quanto pare ha notato quanto sono nervosa.
 -Va tutto bene- mi rassicura, ammiccando.
 -No che non va tutto bene- gemo -agli allenamenti sono stata un disastro e perderemo per colpa mia.-
 -Non perderemo, se prendo il boccino- insorge Cho -e comunque divertiti... -
... È l’ultima volta che giochi a Quidditch per quest’anno, completo mentalmente.
 -Grazie- mormoro -sto meglio.-
Non è del tutto una bugia.
La squadra è salutata da un coro di ovazioni tra gli spalti dei Corvonero e da educati applausi da parte dei Tassorosso.
Mentre sfreccio intorno al campo, in formazione insieme ai miei compagni, inizio a prendere di nuovo confidenza con l’aria. Posso farcela. Mi sento un po’ più sciolta adesso che ho inforcato la scopa.
Torniamo a terra, e i capitani delle squadre si stringono la mano. Forza, Annadiel, forza!
La partita sta per cominciare.
Fai finta che sia una battaglia Nadi. Pensa di stare combattendo per salvarti la vita.
Beh, questo sì che è incoraggiante. Almeno mi motiva un po’.
La pluffa viene lanciata in aria e un Cacciatore di Tassorosso se ne appropria. La cronaca di Lee Jordan mi rimbomba nelle orecchie, come la colonna sonora della partita.
 -Ed è Applebee con la pluffa, siamo in gioco, evita un bolide di Samuels, accidenti, che tempismo! Si dirige verso la porta di Corvonero, il campo è sgombro!-
Per Varda, la porta è scoperta!
Senza pensarci un istante schizzo in alto verso Applebee, chinandomi sulla scopa per andare più veloce, e freno così bruscamente che incespico e rischio di cadere.
Con una curva stretta, taglio la strada al giocatore di Tassorosso. Lui frena, la pluffa sotto il braccio, arretra, ha lo sguardo fisso su di me e non vede il bolide che si schianta sulla sua scopa e lo fa precipitare per dieci metri prima che riprenda il controllo del volo.
 -Bel colpo di Inglebee, Battitore di Corvonero, e Orwell ha la pluffa! La nuova Cacciatrice di Corvonero, sostituisce Jeremy Stretton solo per questa partita, vedremo come se la caverà!-
Sì! Non ci avrei mai creduto, ma ce l’ho fatta!
Ho battuto Cadwallader sul tempo, e ho intercettato la palla, strappandola da sotto il suo naso con una capriola.
Sono ancora stordita per la sorpresa e per la giravolta, quando capisco di dover andare via prima di venire assediata dai giocatori dell’altra squadra.
Il bolide che prima ha strappato la pluffa dalle grinfie di Applebee adesso sfreccia verso di me, colpito dalla mazza di Rickett, ma lo evito per un soffio.
C’è più di metà campo a separarmi dagli anelli... cerco con lo sguardo Roger Davies oppure Michael Corner per passar loro la pluffa; non posso certo sperare di segnare con un Battitore e due Cacciatori alle calcagna.
Ecco! Vedo Davies, in posizione strategica appena fuori dall’area degli anelli, ma c’è Zacharias Smith, quel tipo che era alle riunioni delle E.S., che bloccherebbe il mio tiro.
Volto a destra, e Smith mi segue. Ha intenzione di strapparmi la pluffa dalle mani? Sa che è proibito. In ogni caso è così vicino da sfiorarmi, e mi tuffo in basso con la scopa, nonostante sia a meno di dieci metri dal suolo.
Ho appena il tempo di vedere il Boccino d’oro ronzare accanto al mio orecchio e scorgere Cho Chang sfrecciare nella mia direzione prima di risalire verso il campo di Tassorosso alle spalle di Smith. Afferro la pluffa con una sola mano e la scaglio con tutta la forza che ho a Davies.
Il capitano coglie al volo, per fortuna, e vola d’anticipo.
 -Orwell evita Smith e passa la pluffa a Davies, Chang vede il boccino, un bolide di O’Flaherty la rallenta; è Davies verso la porta, evita Applebee, tira... e SEGNA! Dieci a zero per Corvonero!-
Mi lascio sfuggire a un grido di vittoria e faccio una giravolta in aria per festeggiare.
Andiamo, non è poi così male. Me la sto cavando, dopotutto.
Il gioco va avanti con ritmo incalzante; i Tassorosso sono ben decisi a non lasciarci strappare una vittoria. Pareggiano dopo neanche un minuto, e fanno altri due tiri in porta, bloccati da Page, il nostro portiere.
 -Lo schema!- tuona Davies -Dobbiamo spezzare il loro schema!-
In effetti, adesso ci faccio caso, i tre Cacciatori avversari si muovono come in un triangolo. Il giocatore con la pluffa ha sempre due passaggi disponibili, ai due lati opposti del campo, e il triangolo ruota quando la palla si sposta.
Così faccio quello che mi ha detto di fare il capitano in questi casi: prendo una marcatura.
Mi tocca Applebee, che è maledettamente agile, ma almeno non è molto più grosso di me. Gli volo attorno come una mosca intorno al miele, e ottengo che Cadwallader proceda, da solo, verso gli anelli.
Un momento... Cadwallader è da solo!
Dov’è Michael? Era lui a doversene occupare!
Michael è stato colpito da un bolide e perde sangue dal naso. Vola a zigzag, e Davies non si decide a chiedere un timeout.
Dannazione, qualcuno fermi Cadwallader!
Sono troppo lontana dalla porta per provare a bloccarlo, e comunque non posso lasciare Applebee.
 -Cadwallader tira in porta, evita le difese di Page... e sono altri dieci punti! Tassorosso è in vantaggio!-
Melkor maledetto, non ci voleva.
 -La pluffa è di nuovo in campo, adesso è Corner, Corner che è stato colpito da un bolide e nonostante tutto sembra cavarsela; evita Smith, che grinta!-
 -Ehi, Michael!-
Lo chiamo, volando in avanti e smarcandomi da Applebee che adesso non mi lascia un istante di respiro.
Michael fa un gesto secco di intesa e mi lancia la pluffa.
Tanto è l’entusiasmo che vado troppo avanti, e devo gettarmi indietro, la scopa stretta tra le ginocchia, per raggiungere la pluffa.
La sfioro con la punta delle dita e la sento sfuggirmi. No! Non posso!
Sono a testa in giù quando afferro la palla con la mano sinistra e mi rimetto dritta, la testa che mi gira e il cuore martellante per l’ansia.
Tanto è il sollievo, che quasi non mi accorgo del bolide di Rickett. Per evitarlo sono costretta a fare un lungo giro, e adesso c’è Cadwallader tra me e gli anelli.
Ma sento qualcuno chiamare il mio nome, e Michael saetta sotto di me, una freccia azzurra e bronzo.
 -Qui!- grido, lanciandogli la pluffa.
 -Orwell passa a Corner, e Fleet gli viene incontro, Corner è in difficoltà... il portiere di Tassorosso gli viene addosso, e Corner perde la pluffa... è fallo!-
Blathching, volare nel tentativo di entrare in collisione.
Fleet, il portiere, si scusa con Michael, maledicendosi a mezza voce per lo sbaglio. È rigore per Corvonero, e Michael segna senza problemi. Abbiamo pareggiato!
Poco dopo, Summerby, il Cercatore di Tassorosso, avvista il Boccino e sta per raggiungerlo, dannazione! Il gioco si ferma, Zacharias Smith rimane bloccato con la pluffa in una mano, mentre Cho sta alle calcagna di Summerby. La diabolica pallina dorata s’infila tra le travi in mezzo alle tribune, e il Cercatore si arrende, tornando a volare sul campo, ma Cho continua a inseguire il Boccino, indomita.
Nel frattempo Smith ha ripreso il gioco, ed io mi becco un bolide al ginocchio perché non l’ho evitato abbastanza in fretta.
Melkor maledetto, che male! Volo inclinata a sinistra per i dieci minuti successivi e mi sento formicolare metà gamba.
 -Smith tira in porta, ma è una parata spettacolare di Page! Davies ha la pluffa e la passa a Orwell, che la perde... Applebee la recupera e passa a Smith, ma un bolide di Samuels lo blocca, la pluffa è presa da Cadwallader, sempre di Tassorosso; Corner conquista la palla, il campo di Tassorosso è sgombro!-
No, non è sgombro, ci sono io che gli volo accanto, come supporto, perché è così che Davies mi ha detto di fare. Sono esausta e dubito che se Michael mi passasse la pluffa sarei in grado di afferrarla. Sono in un bagno di sudore e ansimo da almeno un quarto d’ora. La partita va avanti da quaranta minuti, come minimo.
 -Smith è addosso a Corner, ma la pluffa è sempre di Corvonero, Corner passa a Orwell... -
Incredibile, l’ho presa! Beh, il passaggio era roba da primo anno, mi sarei schiantata a terra volutamente se fosse stato altrimenti. Passo indietro a Michael, perché nel frattempo Zacharias Smith mi è arrivato addosso. I Tassorosso hanno la mania di marcare molto stretto, ho notato.
 -Di nuovo Corner, poi Orwell e ancora Corner, che affiatamento tra questi due! Come non detto, Orwell perde la pluffa, la palla è di Applebee, no, di Davies... ahi! Brutto colpo di O’Flaherty, il capitano di Corvonero prende un bolide in testa; perde quota, ma il gioco non si ferma, ragazzi, che coraggio!-
Sarà, ma Roger Davies non mi sembra messo molto bene... vola lentamente, ondeggiando e sbandando, temo che precipiti da un momento all’altro.
Comunque la partita si protrae per altra mezz’ora e sono ormai esausta.
Davies è ormai ridotto a metà delle sue capacità, io e Michael ci alterniamo a cercare di tirare in porta, ma i nostri deboli lanci rimbalzano come insetti su un vetro contro le parate del portiere.
Anche i Cacciatori avversari sono stanchi; con la forza della disperazione Michael segna di nuovo, è trenta a venti per noi, ma perché Cho non si sbriga a prendere il Boccino?
Dopo averlo cercato tra le tribune, credo lo abbia perso di vista, perché adesso sia lei che Summerby stanno scandagliando il campo, volando in ampi cerchi sopra di noi.
Sento che sto per cedere. Perché diamine Davies non chiede un time-out? non ce la faccio più!
Cerco di attirare l’attenzione del capitano, ma lui mi ignora, non so se volutamente oppure no, e continua a deambulare sulla scopa come una vespa ubriaca, senza mai tentare neanche un’azione.
Sbando con la scopa, perdo un tiro facilissimo e Tassorosso segna due volte. Michael mi lancia uno sguardo triste. Prendiamo postazione fissa in difesa, ma gli avversari sono in vantaggio. Settanta a trenta nel giro di dieci minuti.
Lee Jordan grida così forte nel microfono della radiocronaca che sobbalzo sulla scopa, ansimando come un mantice.
 -Summerby ha visto il Boccino! È in picchiata sul campo!-
Sento il cuore che sprofonda per lo sconforto. Cho è a un miglio di distanza, sfreccia verso il Cercatore di Tassorosso, ma non arriverà mai in tempo.
Poi vedo Summerby sollevarsi, sfrecciare per una decina di metri sfiorando il terreno e ritornare indietro, verso il centro del campo.
 -Era una finta!- esclama Lee Jordan -Molto astuto, ma Chang vede qualcos’altro!-
Varda, fa’ che sia il Boccino...
Il gioco si ferma di nuovo, d’un tratto non m’importa più se Cadwallader sta per tirare in porta. Tutto sembra andare al rallentatore, come prima. Gli spettatori sono ammutoliti, mentre l’unico suono che si ode in tutto il campo è il sibilo sonoro della scopa di Cho.
Ha visto il Boccino! È proprio lì, posso scorgerlo intorno a uno degli anelli dal lato di Tassorosso.
Mormoro un’incitazione a mezza voce, mentre il nostro portiere para il tiro insicuro di Cadwallader.
 -Dai, Cho, dai!- sussurro.
La folla erompe in grida di giubilo.
 -Chang prende il Boccino! Corvonero vince, centottanta a settanta!-
 -Sì!- grido, planando a terra per unirmi alla mia squadra esultante.
 -Ce l’abbiamo fatta!- Michael esulta, dandomi il cinque.
 -Grande, Cho!- si complimenta Inglebee, con un grande sorriso.
 -Un momento... dov’è Roger?- esclama Page, il portiere.
 -è laggiù!- esclama Samuels, l’altro Battitore -Da Madama Bumb.-
Tutti ci voltiamo verso il punto indicato da Samuels. Roger Davies è visibilmente provato, barcolla e si muove sconnessamente.
 -Poverino- commento -quel Bolide gli ha dato alla testa.-
 -Che dici, lui è sempre così- replica Michael.
Scoppio in una risata, che scioglie la tensione rimasta dopo la partita.
Comunque sia, Davies è in pessime condizioni. Ritorna nello spogliatoio sorretto da Inglebee e Page ed è troppo confuso per fare un discorso coerente.
Biascicando, si congratula con noi, ma deve sedersi, in preda a un capogiro.
 -Perché non vai in infermeria, Davies?- gli suggerisco candidamente. Mi becco un’occhiataccia di Samuels, ma Michael mi strizza l’occhio.
Improvvisamente, Cho mi si avvicina e mi sorride.
 -è stato bello giocare con te- commenta -sei brava.-
 -Grazie- rispondo, commossa, con un largo sorriso -lo pensi davvero?-
 -Puoi scommetterci- dice Cho, annuendo con veemenza.
 -Comunque abbiamo vinto grazie a te- replico.
Lei alza le spalle.
 -Un colpo di fortuna.-
Vedo Padma e Jenny corrermi incontro dagli spalti, seguite a ruota da una saltellante Dorothy.
 -Sei stata fantastica!- esclama Jenny.
 -Brava, davvero!- aggiunge Padma -Da quello che mi raccontavi mi aspettavo che tu volassi da schifo!-
 -Grazie per la fiducia- ribatto, sorridendo per dimostrarle che sto scherzando.
 -Peccato che tu non abbia fatto neanche un punto- commenta Jenny.
 -Già, ma non fa niente- rispondo con noncuranza -è stato divertente. Sono stanca morta, che dite, torniamo al castello?-
Padma e Jenny acconsentono.
 -Ho giocato a Quidditch per l’ultima volta- commento sottovoce, quando siamo già nella sala d’Ingresso.
Quasi speravo che le grida entusiaste degli studenti di Corvonero coprissero le mie parole, ma così non è stato.
 -Già... - commenta tristemente Jenny, voltandosi poi verso la sorellina e chiedendole se ha finito i compiti.
Padma invece non si arrende. Si volta di scatto verso di me, piantando i suoi occhi neri nei miei per qualche secondo, anche se poi è costretta a distogliere lo sguardo.
 -Che vuol dire?-
 -Vuol dire che ho pochissime probabilità di entrare nella squadra di Quidditch l’anno prossimo- ribatto cupamente -insomma, non che io sia così brava.-
Padma esita, scrutandomi a lungo. Poi prorompe in un’esclamazione e mi da una spinta amichevole.
 -Sei sempre la solita pessimista! Goditi almeno il tuo successo! Non sei stata poi così male.-
Le rivolgo un sorriso sincero e imbocchiamo la strada per la Torre di Corvonero.
Ma gli elfi leggono nei cuori degli uomini, ed io so che Padma ha capito che voglio lasciare la scuola.
Forse non lo ammetterà... ma il problema è solo rimandato. Prima o poi dovrà saperlo, così come Jenny, Dorothy, Terry, Michael, Harry, Hermione, Ron, il preside, gli insegnanti. Quanto a lungo potrò nasconderlo?
Ho paura di ammettere anche con me stessa che dire addio a tutti loro farebbe incredibilmente male.



Signore e signori, non sono morta!
D'accordo, so che avete pregato perché un'auto mi falciasse, ma sfortunatamente le vostre suppliche non hanno avuto esito, ed io sono ancora qui, viva e (quasi) vegeta.
Credo di dovervi migliaia di scuse per il ritardo imbarazzante, soprattutto considerando che nelle note del capitolo scorso vi avevo promesso che avrei fatto il prima possibile. Ebbene, scusatemi, davvero. In compenso questo capitolo è chilometrico, corrispondente di quasi venti pagine di Word O.o ma dividerlo in due non mi andava, così adesso ve lo sorbirete tutto quanto.
Ringrazio come sempre tutti i lettori, specialmente chi ha messo la serie tra le seguite, le ricordate o le preferite. Un saluto a _Quimelle_, CallMeMomoTM, che non perde un aggiornamento (grazie cara ^^) e a ShinerLegolasOakenshield, che non sento da un'era geologica.
However, i nomi dei giocatori delle squadre di Quidditch sono esattamente quelli citati dalla Rowling sparsi per i libri, spero solo di non essermi sbagliata ;) quanto al fallo di gioco, l'ho trovato in "il Quidditch attraverso i secoli", un libro meraviglioso. Se non l'avete letto, fatelo u.u
Nella parte in cui Ron pronuncia in modo sbagliato "Sauron" ho giocato con la pronuncia inglese ;) pensandoci, l'elfico, specialmente il Quenya non è facilissimo per gli stranieri.
Termino qui :) spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche perché il prossimo sarà un po' shock. Aspettatevi una GRANDE notizia (e scusate il maiuscolo).
Grazie ancora a tutti per leggere in così tanti ^^ siete sempre adorabili!
Vi sarei molto grata se lasciaste una recensione ;)
A presto (si spera)
Un bacione :*

Anairë

 
   
 
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