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Autore: denna    17/11/2013    4 recensioni
Una giornata apparentemente normale dei maghi della gilda n°1 di fiore si trasformerà in un’avventura mozzafiato tanto pericolosa quanto inaspettata.Il loro destino si intreccerà con un gruppo di misteriosi stranieri in kimono nero. Due ragazzi con caratteri molto diversi, accomunati da un assurdo colore di capelli, saranno costretti a far squadra. Tra gilde oscure, dei della morte, draghi e fragole umane, riusciranno i nostri eroi a fidarsi gli uni degli altri e salvare il loro mondo e non solo?
Consigliato a chi non è bastata la saga di Edolas. ;)
Prima fan fiction, senza pretese, volta solo a regalarvi una piacevole (spero) lettura.
[Fairy Tail X Bleach]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SaaaLve! Pensavate che mi fossi scordata di aggiornare, o che avessi mollato, eh? In realtà, sono stata piuttosto impegnata in questi ultimi tempi e ho dovuto per forza mettere da parte la scrittura ("tanto per cambiare", direte voi XD). Ma ora che ho finalmente un po' di respiro, ho deciso di aggiornare.
Come al solito, ci vediamo a fondo pagina.
Buona lettura!. 
Notte folle a Fairy Hills
Part 5: The Kidnapping
 
 
 
La festa era un trionfo.
Avevano intrapreso una serie di gare di barrel drifting (vinceva chi arrivava più vicino al muro senza schiantarsi.), Macao, Chad, Elfman e Wakaba si erano lanciati in una sfida a poker, Ishida aveva abbracciato definitivamente il suo destino di barista e si era messo a preparare tutti i cocktail della guida di Mira.
Renji era sparito. Ichigo lo aveva visto di sfuggita lasciare la gilda con Happy. Ma non era ancora tornato.
Il portone si spalancò con un fragore assordante. I maghi ammutolirono e  si voltarono, alcuni sorpresi, altri impauriti.
«Bene, bene, bene» esordì una voce ben conosciuta.
Il sostituto shinigami rabbrividì istintivamente.
« Davvero pensavate di far festa senza di noi?» domandò divertita Cana Alberona, varcando l’ingresso insieme alle altre ragazze.
Juvia si lanciò in mezzo ai ragazzi al grido di “Gray-Samaaaa!”, Ever raggiunse il tavolo da poker, prese Elfman per un orecchio e lo trascinò con decisione al piano di sopra, mentre Lisanna, con un largo sorriso stampato in faccia, prendeva il posto del fratello, sotto lo sguardo attonito degli altri giocatori. Cana puntò il bancone e vi si diresse con passo spedito. Ichigo tentò di andarsene con la scusa di alzarsi e offrirle il suo posto.
«Resta comodo» lo anticipò lei con voce suadente, mentre saliva sul piano bar.
«Allora, Ichigo, stai passando una bella serata?» domandò, intanto che si sdraiava con nonchalance sul legno, proprio davanti al sostituto shinigami che, in mancanza di vino, rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
«C-credo di si.» rispose lui, tentando di dissimulare l’imbarazzo.  Pregò che il calore che sentiva farsi strada attraverso il collo fino al viso non lo tradisse mutando in qualcosa di più visibile.
Provò a distrarsi guardando il suo bicchiere ormai vuoto; peccato che si trovasse vicino ad un altro paio di  cose che non avrebbe potuto ignorare nemmeno volendo. E l’abbigliamento della cartomante non aiutava.
E nemmeno il fatto di averla vista senza veli qualche ora fa…
«Ehi! La mia faccia è più a destra!» lo richiamò Cana, con una nota di divertimento nella voce.
Ichigo  avvampò.
« Io non stavo guardando le tue facce! » strillò. « No, cioè…» tentò di correggersi, dandosi mentalmente dell’idiota.
La cartomante scoppiò in una risata genuina, contorcendosi sul bancone, davanti allo sconcertato shinigami.
Le donne sono davvero strane.- concluse quest’ultimo.
«Mi sarei preoccupata di più se non lo avessi fatto!» confessò lei, asciugandosi una lacrima.
 Fece passare elegantemente una gamba sopra la testa del dio della morte e si mise seduta, occupando prepotentemente il suo intero campo visivo. Viola  per l’imbarazzo, il povero Ichigo indietreggiò nel tentativo di ristabilire il suo spazio vitale, ma scivolò oltre il bordo dello sgabello. Cana lo acchiappò prontamente per la T-shirt e lo tirò verso di sé.
«Uffa! Rilassati, non ti mangio mica!» sbuffò, mentre lo fissava come un gatto guarda l’uccellino che ha appena catturato tra le sue grinfie.
«Faccio fatica a crederlo.» mormorò tra sé e sé il ragazzo intrappolato tra le sue cosce. Riprovò ad allontanarsi, ma la maga lo teneva ancora per la maglietta e non dava segno di volerlo lasciare.
Cana non poté fare a meno di provare pena per Orihime, mentre mollava la presa con fare rassegnato.
Qua serve un miracolo.
 Oppure…
 Ebbe un’illuminazione.
«Sai cosa ti ci vorrebbe? Un brindisi!» trillò.
Si allontanò e iniziò a frugare nella borsa a tracolla, concedendo allo shinigami la possibilità di guardare qualcosa che non fosse lei o qualche sua parte del corpo.
La mora sorrise, mentre gli mostrava con aria complice una bottiglia dal vetro scuro.
«Non so… Ho già bevuto un bicchiere di vino.» disse la fragola, dubbiosa.
«Quante volte?» ridacchiò Cana.
«Cosa?»
«Dai, aiutami almeno a finire la bottiglia!» lo supplicò. « Considerala un’offerta di pace. Un bicchiere io, un bicchiere tu; poi  prometto che ti lascerò stare.»
«Ma…»
«Non preoccuparti: se mischi due liquori diversi, non ti ubriachi.» lo rassicurò la maga, mentre riempiva il bicchiere.
«Veramente sapevo il contrario…» fu la timida replica dello sinigami.
«Bevi. Se mescoli due alcolici diversi, non ti ubriachi.» ripeté la cartomante, con un sorriso da brivido che a  Ichigo ricordò molto il capitano Unohana.
«Sissignora.» capitolò il ragazzo dai capelli arancioni, prendendo il bicchiere.
«Cin-cin!» trillò la ragazza, avvicinando la bottiglia al boccale del dio della morte.
Ichigo sospirò e bevve il liquore tutto d’un fiato. Tanto valeva farla finita subito.
Non appena deglutì, sentì la gola incendiarsi. Iniziò a tossire e gli salirono le lacrime agli occhi, mentre una colata di metallo fuso si faceva strada implacabile, bruciandogli faringe, laringe ed esofago con tutti gli annessi.
 Si accasciò sul bancone.
Sto per morire.
«Ah, te l’avevo detto che è un po’ più forte del vino rosso?» domandò distrattamente Cana.
«N-no» esalò lo sventurato ragazzo.
«Devo essermi scordata.» disse la cartomante, scompigliandogli i capelli già arruffati. Lo shinigami riuscì finalmente a sollevare il viso dal ripiano di legno, per guardare la sua aguzzina con espressione sofferente. Cana non riuscì a non intenerirsi. I tipi con l’aria da imbranato erano sempre stati il suo punto debole.
Si morse il labbro.
«Scusa. Per tutto. Riconosco che ti ho provocato un bel po’ in questi due giorni.»  ammise. «Ma da me non hai nulla da temere.»
Il ragazzo dai capelli arancioni aggrottò le sopracciglia.
«Sarò pure un po’… disinibita,  ma sono una brava ragazza.» continuò lei, bevendo un’altra sorsata.
Si avvicinò al viso dello shinigami che restò paralizzato, sorpreso dalla rapidità della ragazza.
«Io non violo mai le zone proibite, nemmeno se sono bellissime.» sussurrò al suo orecchio.
Il dio della morte trasalì.
« Ma di cosa stai…»
«Cana-san, giusto?» li interruppe Uryu, decidendo finalmente di intervenire.
Sarebbe arrivato prima, ma le ordinazioni si erano accavallate.
«Vuoi qualcosa da bere?» domandò gentile alla cartomante.
«Si!» esclamò la ragazza, allontanandosi dal dio della morte. Gattonò sul piano di legno e si sporse per tirare fuori un barile da sotto il bancone. Staccò il tappo di sughero con i denti e lo sputò, colpendo in testa Jet che passava di lì.
Questa donna è un mostro – pensarono i viandanti dimensionali, mente guardavano attoniti Cana attaccarsi alla botte e tracannare rumorosamente il sakè.
«Gray-sama, bevi il sake con Juvia!» trillò la fanciulla, accomodandosi sullo sgabello e trascinando accanto a sé un Gray che avrebbe preferito essere in un qualsiasi altro luogo.
« No, Juvia. Non mi va il sake.» disse il mago del ghiaccio. La gara con il fiammifero lo aveva davvero provato. Se avesse toccato altro alcol, avrebbe rischiato di non tornare a casa sulle sue gambe.
Due enormi lacrimoni sgorgarono dagli occhi della ragazza.
«Gray-sama n-non vuole…» singhiozzò.
 Gray avvertì una inquietante sensazione di pericolo mista a dejà vu.
«Se Gray-sama non vuole bere il sake, allora può bere Juvia!» strillò, mentre il suo corpo iniziava a liquefarsi sotto lo sguardo allarmato del ragazzo.
«No! No! Va bene! Qualsiasi cosa, ma non scioglierti!» urlò terrorizzato Gray. «Uryu, ci porti il sakè, per favore?»
Il quincy  si diede immediatamente da fare.
E anche questa è sistemata- pensò soddisfatto Ishida, osservando la ragazza che si spalmava sulla spalla di un rassegnato mago del ghiaccio. Guardò impensierito la maga abbracciata alla botte.
«Cana-san…» esordì timidamente, allungando una mano verso di lei.
«NO! Mio barile!» ringhiò la ragazza, mettendo l’amato liquore fuori dalla sua portata.
«Lasciala stare, tanto non si sente male. » intervenne Gray. « Anzi, se non vuoi guai, assicurati che abbia sempre da bere. E non offrirle acqua.»  aggiunse serissimo.
«Volevo solo chiederle se preferiva un bicchiere.» ribatté Ishida.
L’espressione diffidente sul viso della cartomante si ammorbidì.
«No, va bene così, grazie. Sei molto gentile.» rispose sorridendo.
«Juvia si è convertita da maga dell’acqua a maga dell’alcol! Hic!» esclamò la ragazza dai capelli blu, scivolando giù dallo sgabello.
STOMP!
«OI!» strillò il mago del ghiaccio, precipitandosi a raccoglierla.
«Maga dell’acqua o alcol, per stasera basta col sake.» commentò il quincy, scuotendo la testa.
«Ci sono tre Gray-sama! Juvia è forse in paradiso?»
«Meglio che ti riporti a fairy Hills.» dichiarò Gray, mentre si faceva passare il braccio della ragazza sopra le spalle.
«Riesci a cavartela da solo?»  domandò titubante al viandante dimensionale, osservando lo scatenarsi dell’ennesima rissa.
 Per i loro standard, avevano resistito fin troppo.
«Si, non preoccuparti. Accompagnala a casa.» lo rassicurò Ishida, guardando Juvia che si stava abbarbicando addosso al ragazzo.
« Mi prepari un cocktail?» lo chiamò Cana dall’altra estremità del bancone.
Ichigo si alzò e fece per gettarsi nella mischia.
Gray gli sorrise grato.
«Grazie.» disse, intanto che guidava la fanciulla verso l’uscita.
«Prego.» rispose in fretta Uryu, mentre si precipitava a recuperare Kurosaki.
***
«Ecco a te.» disse il quincy, posando il bicchiere accanto alla ragazza seduta sul bancone.
«Grazie.»
Cana finì di sorseggiare l’alcolico, emise un sospiro soddisfatto e agitò il bicchiere  vuoto in direzione del neo barista intento a scambiare qualche parola- o insulto, a giudicare dal tono di voce- con il ragazzo dai capelli arancioni a qualche sgabello di distanza.
«Sempre lo stesso?» domandò cortese Uryu.
«Si.» confermò la ragazza, con un sorriso accattivante. Lo osservò preparare la bevanda senza perdersi un singolo movimento. E così fece con il cocktail successivo, quello dopo e quello dopo ancora.
«Che hai fatto ai vestiti?» gli domandò, dopo aver vuotato l’ultimo boccale.
Ishida guardò le macchie rosso scuro che decoravano la sua divisa.
«Ti riferisci a queste? Un piccolo incidente.»
«I rischi del mestiere» affermò la cartomante, mentre percorreva con le dita il contorno del bicchiere vuoto.
Il quincy si concesse un breve sorriso, prima di distogliere lo sguardo dall’indesiderata aggiunta di colore alla sua uniforme. Solo allora si accorse che la maga delle carte era scesa dal bancone e si trovava in piedi davanti a lui. Trasalì.
Come ha fatto ad avvicinarsi così in fretta? E senza cadere, con tutto l’alcol che ha in corpo?- pensò, arretrando istintivamente.
Forse Gray non aveva esagerato.
Cana si mosse con la grazia e la silenziosità di un felino, accorciando la distanza. Gli occhi lucidi non si staccavano da lui.
« Ma lo sai che senza occhiali sei molto più carino?» affermò, spostandogli la montatura sopra la fronte.
«No, perché senza occhiali non vedo.» replicò Uryu con tono monocorde, rimettendoli giù.
« Comunque, ti ringrazio» disse, mantenendo un glaciale contegno, malgrado sentisse un leggero calore sulle guance. Le posò una mano sulla spalla, impedendole di procedere oltre. Le iridi viola della cartomante saettarono verso il basso, prima di posarsi di nuovo sul forestiero. Decise di cambiare tattica.
«Forse stai bene anche con gli occhiali.» ammise. Lo stesso sorriso malizioso che Ishida le aveva visto sfoderare con Kurosaki apparve sul viso dalle gote arrossate. Il quincy deglutì.
«Non mi sento molto bene.» disse all’improvviso la cartomante,  poggiando il dorso della mano sulla fronte.
Ishida rimase disorientato per qualche secondo, prima di ricomporsi.
«Stai male?» fece preoccupato.
Bingo- gioì Cana.
«Non mi reggono le gambe.» si lamentò.
Uryu osservo la ragazza ritta in piedi. Aggrottò le sopracciglia, sospettoso.
«A me non sembra…»
« Forse è meglio che mi riaccompagni a casa.» lo interruppe la maga delle carte, lanciandogli un’occhiata eloquente.
Il ragazzo sospirò.
«Lo farei volentieri, ma non conosco la str…»
Senza ascoltarlo, Cana sollevò di peso il quincy e se lo caricò in spalla.
«Ehi! No, ferma!» strillò Uryu, colto alla sprovvista.
Lei lo ignorò e si diresse tutta contenta verso l’uscita con  la sua preda.
Era vero che gli imbranati la intrigavano… ma i tipi con l’aria da secchione la attiravano molto di più.
  Uryu si divincolò, ma la presa della ragazza era ben salda ed era impossibile liberarsi senza ricorrere alla forza; cosa che lui aborriva e non avrebbe mai fatto.
«Kurosaki!» ruggì, in un ultimo disperato tentativo di salvarsi.
Ichigo non si accorse di nulla, troppo occupato a guardare lo spettacolo di Natsu che si era messo a ruttare le fiamme.
«E posso farlo anche cantando!» strillò il Dragon Slayer.
«Provalo!» lo sfidò il dio della morte.
«Che tu sia maledetto, KUROSAAAAKIIII!» urlò a pieni polmoni il quincy, prima di sparire oltre il portone.



Note:
E così, la situazione inizia a degenerare: cosa succederà al povero Ishida? Ichigo si accorgerà della sua scomparsa? E, soprattutto, che fine ha fatto Renji? Continuate a seguirmi e lo scoprirete! XD
Scherzi a parte, spero come sempre che il cap vi sia piaciuto e di essere riuscita a strapparvi qualche risata. Ci vediamo al prossimo capitolo.
Baci Baci!

 
  
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