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Autore: Avilix    17/11/2013    1 recensioni
Christine è una quattordicenne orfana di madre. Dopo la morte della mamma inzia a scrivere su un vecchio diario le sue giornate, ma qualcosa non va. Accadono vicende strane e presto scoprirà il segreto che la madre le teneva nascosta da tanti anni.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Indecisione
 
MARTEDI’

Ore: 14.30

Caro diario
La settimana procede più che bene grazie a Max e forse siamo sulla buona strada di diventare buoni amici, o forse più che buoni amici…. Ho deciso di lasciare perdere con gli incubi strani e gli uomini neri inesistenti, voglio vivere la mia vita felice. Le mie paure sono solo inventate, credo che mio padre abbia ragione e che è solo un periodo difficile visto la morte di mamma e quindi mi immagino strane cose. La mente ti può trarre tanti giochini fino a farti impazzire ma con me non ci riuscirà.


Ore: 18.00

Caro diario
So che avevo detto che avrei smesso con le mie fisime da quattro soldi ma ho trovato qualcosa di interessante in soffitta: Un Carillon. Credo risalga agli anni 60, e credo anche sia di mia madre. Mi hanno sempre fatto una certa paura i carillon ma sono sempre dei ricordi. La musichetta è abbastanza inquietante ma è la canzoncina che mi cantava mia madre prima di dormire. Mio padre non deve scoprire che ho questo Carillon, si arrabbierebbe molto perché mi ha vietato di frugare in soffitta, forse non vuole accettare che mamma è morta.

MERCOLEDI’

Ore: 15.30

Caro Diario
Dimentica tutto quello che ti ho detto perché no, non sono pazza ma c’è qualcuno che mi tormenta. Credo sia tornato, quell’uomo, quella presenza, che mi tormentava e ancora adesso mi tormenta. Questa notte, sempre verso le 3.00, Il carillon ha iniziato a suonare, suonare e suonare, non la smetteva più. Mi rimisi a dormire ma lui arrivò, in silenzio dal mondo delle tenebre. Mi sussurrava: “Sei mia, solo mia, vieni con me, ti porterò in un magico mondo dove rivedrai tua madre… Piccola…”
Poi all’improvviso accesi la luce e lui se ne andò e io dormii con la luce accesa per il resto della notte. Le sue parole mi ricordavano il mio sogno “ Lei è mia, è mia ormai, hai promesso!”. Ancora non capisco ma ho un altro indizio. Poco fa, mentre maneggiavo il carillon trovai un doppio fondo dove c’era una lettera indirizzata a me. Questa diceva:
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Febbraio 2013
Cara Christine
Sono io, la tua mamma, che ti scrive. Ti voglio tanto bene, e tu lo sai, ma ti chiederai perché ti ho lasciato questa lettera. Tra poco morirò , ne sono certa. La malattia ormai sta degenerando e io non posso farci niente. Vorrei tanto starti vicino ma quando morirò ti vigilerò da lassù. Ti ho scritto questa semplice lettera per informarti di alcune cose che non sai e che forse nemmeno tuo padre ne è a conoscenza. Quando morirò dovrai essere forte e non farti abbattere, devi iniziare a combattere da sola se vuoi rimanere in questo mondo crudele, ma come tu sai sei una ragazza speciale e so che sarai forte anche senza di me. Ti ricordi quando da piccola avevi paura del buio? Io ti dicevo di non avere paura ma in realtà il buio nasconde molti misteri.
 
La lettera risale a qualche mese fa e sembra strappata, e dov’è l’altro pezzo? Io voglio trovare quel pezzo, anzi devo. Allora forse ho ragione, l’uomo nero, il sogno, sono collegati a mia madre. Mamma ha una sorella, zia Emily, forse lei ha la parte di lettera mancante.
 

GIOVEDI’

Ore: 16.15

Caro diario
Ho deciso di prendermi qualche giorno di vacanza e andare da zia Emily. Starò lì per qualche giorno, forse lei sa della lettera e vuole aiutarmi oppure è solo scettica come papà. A casa della zia dormirò con le luci spente con la speranza che l’uomo nero non torni. Tornando a noi, poco fa mi ha chiamata Max.
Max :-Hey Christine, sono Max.-
Io: -Ciao Max!-
Max: -Come stai?-
Io: -meglio, anche se ho deciso di prendermi qualche giorno di vacanza.-
Max: -Ma dai? Che bello, ti va di venire a una festa sta sera a casa mia?-
Io: -Non posso, mi dispiace. Oggi parto, vado a stare qualche giorno da mia zia.-
Max: -Peccato, anche se saremo distanti per qualche giorno so che staremo vicini perché ….tu sei mia, e solo mia.-
Io: … come sei dolce… Ti voglio bene.-
Max:- Anche io.. Piccola..-
Che strano che è Max, credo che io gli piaccio, fa sempre il casca morto anche se la frase “Tu sei mia, e solo mia” Mi ricorda qualcosa… Bah.. chissà, comunque mi piace quando mi chiama “piccola”.


SPAZIO AVILIX
Weeee ragazzi, come state? Finalmente il terzo capitolo è uscito. La storia si fa più intrigante non trovate? Che barba non so mai cosa scrivere in questo mini spazio Avilix e quindi scrivo cose a caso. E’ molto professionale come cosa… Ahahah apparte gli scherzi spero che il terzo capitolo vi sia piaciuto e ci rivediamo al prossimo capitolo. Recensiteeeee!!!
Ciao:)

 
  
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