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Autore: ValeryJackson    18/11/2013    12 recensioni
Skyler aveva sempre avuto tre certezze nella vita.
La prima: sua madre era morta in un incidente quando lei aveva solo sette anni e suo padre non si era mai fatto vivo.
La seconda: se non vuoi avere problemi con gli altri ragazzi, ignorali. Loro ignoreranno te.
La terza: il fuoco è un elemento pericoloso.
Tre certezze, tutte irrimediabilmente distrutte dall'arrivo di quel ragazzo con gli occhi verdi.
Skyler scopre così di essere una mezzosangue, e viene scortata al Campo. Lì, dopo un inizio burrascoso, si sente sé stessa, protetta, e conosce tre ragazzi, che finiranno per diventare i suoi migliori amici. Ma, si sa, la felicità non dura in eterno. E quando sul Campo incombe una pericolosa malattia, Skyler e i suoi amici sembrano essere gli unici a poterlo salvare.
Una storia d'amore, amicizia, dolore, azione, dove per ottenere ciò che vuoi sei costretto a combattere, a lottare, e ad andare incontro alle tue peggiori paure.
Ma sei davvero disposto a guardare in faccia ciò che più ti spaventa?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Stoll, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Girl On Fire'
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Era stata una giornata faticosa, oggi, al campo.
Skyler ed Emma si erano allenate duramente, e, dopo alcune ore di scherma, la maggior parte perse a causa di Michael che faceva l’idiota, e altre lezioni private di tiro con l’arco da parte di John, Skyler faceva fatica anche a camminare.
‘Una giornata intensa’ aveva detto a Leo mentre insieme si dirigevano verso il padiglione della mensa.
Sbadigliò, stiracchiandosi, e posò la testa sulla spalla del fratello finché Emma, da dietro, non la fece sussultare.
<< Ehi!>> esclamò infatti la bionda, con un sorriso raggiante. Skyler non capiva perché, ma Emma sembrava non essere mai stanca. E questa cosa la irritava non poco.
<< Come fai a strascicarti dietro i piedi dalla stanchezza?>> chiese, un po’ acida.
Emma rise. << Ci sono abituata, mia cara.>> Le fece l’occhiolino. << Ricorda che sono qui da prima di te.>>
Skyler le fece una smorfia, che Emma ricambiò. Poi risero insieme.
Entrarono nel padiglione della mensa e quando arrivarono al tavolo di Efesto, Skyler si sedette accanto a Leo. Dopo un po’, Emma si sedette di fronte a lei.
Skyler corrucciò le sopracciglia. << Ma non dovrebbe essere vietato sedersi ad un tavolo che non è il tuo?>> le chiese.
Emma scrollò le spalle. << Si. Ma solo finché non suona il corno.>>
Skyler aggrottò la fronte, non ricordando quel particolare. Poi fece spallucce e decise che non le importava più di tanto. Guardò Leo accanto a lei.
Il ragazzo aveva lo sguardo perso nel vuoto, il mento poggiato sul palmo della mano, e guardava qualcosa con aria sognante.
Skyler inarcò un sopracciglio e gli schioccò due dita davanti agli occhi. Leo parve risvegliarsi da uno stato di trance, e Skyler lo guardò, curiosa. << Che stavi guardando?>>
Leo le squadrò un attimo il volto, indeciso se dirglielo o meno. Poi emise un sospiro teatrale e tornò alla posizione di prima.
<< Charlotte McAdams >> rispose, estasiato.
Skyler guardò Emma, senza capire, e notò che l’amica aveva irrigidito la mascella. << Figlia di Afrodite >> le spiegò la bionda, con una punta di disprezzo. Skyler alzò gli occhi al cielo.
<< Non è bellissima?>> disse Leo, con un sorriso ebete in faccia. Emma si voltò a guardare la ragazza seduta dietro di lei.
Aveva lunghi capelli scuri, e gli occhi azzurri erano contornati da un quintale di mascara. Aveva un fisico perfetto, e due labbra carnose con accanto un piccolo neo cindycrawfordiano davvero carino. Non si poteva certo dire che non fosse una degna figlia di Afrodite.
La bionda storse il naso. << Nah… >> mormorò. << Onestamente, ho visto di meglio.>>
Leo la guardò, come se avesse appena detto un’eresia, del tipo ‘i cani viola volano’. Inarcò un sopracciglio. << Io no >> ribatté, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Poi tornò a guardare la ragazza.
Emma strinse gli occhi a due fessure, digrignando i denti. << Si dia il caso che ci siano molte ragazze molto più belle e gentili di lei >> disse, stizzita. << Ma a quanto pare il tuo cervello di escremento di pegaso non riesce ancora a capirlo.>>
Il voltò di Leo si illuminò e, come colto di sorpresa, il ragazzo sgranò gli occhi. Poi guardò Emma e le rivolse un sorriso malizioso. << Che c’è?>> cantilenò, malandrino. << Non sarai mica gelosa?>>
Se il volto di Emma avesse potuto essere un colore, quello sarebbe stato di sicuro il rosso fuoco. La ragazza arrossì, sgranando gli occhi e avvampando fino alle punte dei biondi capelli. << Cosa?>> balbettò, scioccata. Boccheggiò un attimo, in cerca di qualcosa di pungente da dire per controbattere, ma non trovò niente. Guardò Leo con sguardo truce. << Gelosa? Io? Ptf. Ma per favore. E di chi, poi? Di quella li?>>
Leo sorrise. << No, di lei no.>> La guardò, divertito. << Ma magari di me si.>>
Emma non poteva certo diventare più rossa di così. << Si >> esclamò, acida. << E magari i cavalli volano.>>
<< Questa affermazione non è del tutto errata >> disse Skyler, alzando un dito come se si trovasse a scuola o se si sentisse quella di troppo.
Emma parve accorgersi solo in quel momento che la sua amica era lì. << Oh, è uguale.>> Fulminó Leo con lo sguardo. << Tu sei completamente fuori di testa.>>
Leo rise, divertito, al che Emma sbuffò, frustrata, salutò Skyler e andò al suo tavolo un secondo prima che il corno suonasse.
Dopo un po’, tutti iniziarono a mangiare. La cena era ottima, come sempre, e Skyler non si era resa conto di quanto in realtà avesse fame finché non aveva addentato la prima coscia di pollo.
Passo circa mezz’ora, in cui la cena volò fra una chiacchiera e l’altra. Skyler, però, era abbastanza silenziosa, e non fece fatica a sentire le parole crude che venivano bisbigliate accanto al suo orecchio.
<< Allora, come va, Ragazza in Fiamme?>> la provocò Janice, con un ghigno divertito.
Skyler strinse denti e pugni. La figlia di Ares lo notò e parve divertita. << Sai, ho sentito dire che a insegnarti a lottare è stato tuo zio. È un militare, vero?>> Skyler non rispose, così lei continuò. << I militari, in questo periodo, non dovrebbero essere in Afghanistan? Non dirmi che c’è anche il tuo.>> Altro silenzio da parte della mora, che irrigidì la schiena e si impose di restare calma. Janice fece un risolino. << Oh, cielo. Allora è vero. Ti ha abbandonata per quanto? Tre, quattro, sei mesi?>> Scosse la testa come se fosse delusa. << Che persona irresponsabile.>>
Prima che qualcuno potesse rendersene conto, Skyler era schizzata via dalla sua sedia, aveva immobilizzato Janice con il braccio destro dietro la schiena, e con l’altra mano le aveva afferrato il naso, schiacciandole la guancia contro il tavolo.
<< Lavati la bocca quando parli di lui >> sputò fuori, a denti stretti. Osservò un attimo il volto sofferente di Janice premuto contro il ripiano di marmo del tavolo, prima di rendersi conto del silenzio che la circondava. Lentamente, alzò lo sguardo. Tutti la fissavano, allibiti, e la maggior parte di loro aveva smesso anche di mangiare. Skyler si guardò intorno, studiando i volti di tutti i semidei presenti, per poi fermarsi su quello di Chirone, che scuoteva la testa, affranto. Anche se lei non capiva perché.
Poi, finalmente, tutto le fu più chiaro. Non era sorpresa quella che si leggeva nei volti dei ragazzi. Era più… paura. Soggezione.
Lentamente, Skyler lasciò andare il naso di Janice, e poi il braccio. Quando la figlia di Ares si ricompose e si portò una mano al naso sanguinante, le lanciò un ghigno, soddisfatta. << Bel lavoro >> mormorò.
Gli occhi di Skyler si riempirono di lacrime. Strinse i pugni, adirata, e avrebbe volentieri finito di romperle il naso se non fosse stato il buon senso a frenarla. Invece, corse via.
Il padiglione della mensa rimase in un silenzio tombale. Prontamente, John si fece largo fra gli altri ragazzi e corse all’inseguimento di Skyler. Quando passò davanti il tavolo di Poseidone, anche Michael si alzò, ma il biondo lo fermò con un cenno della mano, facendogli capire con un occhiata che ci avrebbe pensato lui.
Quando John sparì finalmente dalla sua visuale, Michael si rimise a sedere, affranto, sfregandosi il volto con le mani.
Guardò Emma, che nel frattempo aveva convinto Leo a non fare niente.
I due amici si scambiarono un’occhiata, preoccupati. Sapevano entrambi cosa stava succedendo, e non era una buona cosa. Uno, perché ora tutti avrebbero visto Skyler come la violenta della situazione. Due, perché era severamente vietato dalle regole del campo attaccare qualcuno durante il pranzo, e adesso Skyler sarebbe finita di sicuro in un mare di guai.
 
Ω Ω Ω
 
John cercò Skyler per un po’ fra gli spogli alberi del confine del bosco, finché non sentì dei singhiozzi sommessi nell’aria.
Skyler era lì, accanto ad un albero, le spalle tremanti, che si sforzava di non piangere.
<< Skyler… >> mormorò John, preoccupato.
<< Va via >> disse Skyler con voce spezzata, gli occhi colmi di lacrime.
Il ragazzo sospirò e si avvicinò cauto a lei. Le mise le mani sulle spalle e glie le strinse un po’, per darle conforto.
<< Skyler, che succede?>> le chiese.
La ragazza tirò su col naso, alzando gli occhi al cielo nel tentativo di frenare le lacrime.
<< Io… io non capisco!>> esclamò, adirata. << Perché ce l’hanno con me? Che cosa gli ho fatto?>>
<< Che cosa ti ha detto Janice?>> domandò John, calmo.
<< Vogliono screditarmi >> rispose invece Skyler. << Vogliono farmi sembrare agli occhi di tutti quella che non sono. Janice sa benissimo che posso batterla da un momento all’altro. L’ho fatto una volta e posso farlo ancora. Ma non lo sopporta. Per questo, dato che non può battermi con la forza vuole battermi con la parola. Vuole far credere a tutti che io sono un’attaccabrighe. Vuole farmi odiare.>> Fece un respiro tremante. << Vuole far credere a tutti che sono cattiva.>>
<< Ehi >> mormorò John, non appena vide una lacrima rigarle il volto. La fece girare e l’attirò a se, stringendosela al petto.
A quel punto, Skyler non trattenne più le lacrime. Le lasciò cadere, silenziose, interrotte solo da qualche singhiozzo che si faceva largo ogni tanto. Strinse forte la maglietta di John nei pugni e vi ci affondò il viso.
John le accarezzò i capelli, e aspettò che si calmasse per poterle prendere il viso fra le mani e costringerla a guardarlo negli occhi.
<< Ehi >> mormorò, con un sorriso dolce. << Tu non sei cattiva, ok? Nessuno crede che tu lo sia. E se lo credono, peggio per loro.>> La guardò negli occhi e il suo sorriso si allargò. << Tu sei la ragazza più dolce che io conosca. Sei simpatica, sei ironica, sei leale. Sei calma, e so che non faresti del male ad una mosca a meno che non fosse prettamente necessario.>> Skyler gli scrutò il volto, sorpresa. Lui, accorgendosi di avere ancora il suo viso fra le mani, le accarezzò la guancia con il pollice, asciugando una lacrima che vi si era depositata. << E poi, non devi preoccuparti. Avrai sempre me, ed Emma, e Michael. Noi non ti lasciamo. Lo hai detto anche tu a Michael.>> Le fece un sorriso rassicurante. << Siamo con te, ricordi?>>
Skyler lo guardò negli occhi, poi sorrise, riconoscente. << Grazie, John >> mormorò, al che lui le regalò un sorriso radioso.
Skyler tirò su col naso si asciugò i residui delle lacrime con il dorso della mano. Lo sguardo le cadde per caso sulla maglietta di John. Rise. << Mi dispiace.>>
John inarcò un sopracciglio. << Di cosa?>>
<< Ti ho bagnato tutta la maglietta >> ridacchiò lei.
John guardò il capo arancione, un angolo della bocca alzato. Poi guardò Skyler negli occhi e le accarezzò i capelli. << Me ne farei bagnare altre cento se questo bastasse a farti sentire meglio >> rispose, con un sorriso sincero.
Skyler lo guardò negli occhi verdi, perdendosi nel loro chiarore, nel loro luccichio, nella loro spontaneità.
Lei, invece, aveva proprio gli occhi di chi aveva appena pianto. Un po’ gonfi, rossi, ma imperlati ancora da quel velo di lacrime che li rendeva brillanti, bellissimi, secondo il parere di John.
Si regalarono un sorriso, poi lui le mise un braccio intorno alle spalle. << Su, torniamo dagli altri >> sussurrò. Lei annuì, e, mentre Skyler posava la testa sulla sua spalla, John la strinse a se, facendole dimenticare per un momento perché un attimo prima fosse così triste.
 
Ω Ω Ω
 
Skyler accompagnò il suo nuovo fratellino verso la cabina Nove.
Si chiamava Microft, e aveva 13 anni. Quella sera, subito dopo la cena, al falò erano state riconosciute ben nove persone. Skyler si era seduta all’ormai solito posto con Michael, Emma e John, e stavano tutti cantando allegramente sulle note intonate dalle chitarre dei figli di Apollo, quando era stata riconosciuta la prima figlia di Atena. Ne erano seguiti altri due, un figlio di Ares, tre figli di Demetra e poi, lui, Microft, il piccolo Micky, che all’inizio era sembrato un po’ spiazzato ma che sembrava essersi adattato subito alla nuova situazione.
Era molto simile ai suoi fratelli. Abbastanza robusto e alto quanto basta per arrivare alla spalla di Skyler, aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore, che gli incorniciavano un viso olivastro come d'altronde tutto il resto della sua pelle.
Insieme, i due fratelli entrarono nella casa numero Nove, e Skyler gli tenne aperta le porta permettendogli di varcare la soglia per primo.
<< E questa è la tua nuova casa >> gli disse, con un sorriso. Gli altri, come aveva immaginato, non c’erano, ma sperava comunque di trovare qualcuno mentre scendeva le scale per andare nella fucina.
Quando furono a circa metà scalinata, sentirono una voce.
 << I'm waking up, I feel it in my bone. Love to make my systems go!>>
Quando  entrarono nella fucina, Skyler rimase un attimo senza parole. Leo era lì, solo, seduto alla sua postazione da lavoro, una pinza in una mano e un cacciavite nell’altra, e cantava a squarciagola quella che Skyler riconobbe come Radioactive degli Imagine Dragons, agitando le braccia in aria in quello che per lui doveva sembrare un ballo, ma che agli altri appariva come una hola mal riuscita fatta nel bel mezzo di una sbronza da un fuori di testa.
Leo non si accorse del loro arrivo e continuò a cantare in modo stonato. << Welcome to the new age, to the new age >> intonò, preso dal testo della canzone. << Welcome to the new age, to the new age!>>
Skyler sgranò gli occhi, imbarazzata.
<< Whoa, whoa, I'm radioactive, radioactive!>>
<< Leo… >> lo chiamò una prima volta la sorella a denti stretti, mentre osservava con la coda dell’occhio il piccolo Microft fissarlo allibito.
<< Whoa, whoa,  I’m… radioactive!>>
<< Leo!>> urlò.
Leo si bloccò all’istante. Si girò lentamente di spalle, e li guardò, imbarazzato. Fece un sorriso timido e si strinse nelle spalle. << Radioactive?>> concluse, arrossendo.
Skyler si coprì gli occhi con una mano, scuotendo la testa sconsolata, mentre Microft tratteneva a stento un sorriso.
<< Leo, ti presento Microft >> disse la ragazza, indicando il ragazzino accanto a lei. << Microft, lui è Leo, il capogruppo della casa Nove.>> Squadrò un attimo il fratello maggiore, che intanto si sforzava di sorridere in modo accogliente.
Fece una smorfia. << Ci tengo a precisare che siamo fratelli solo per metà >> disse. Microft ridacchiò.
Skyler sospirò teatralmente e poi raggiunse Leo alla sua postazione di lavoro. << Dove sono gli altri?>> chiese, sbirciando da sopra la sua spalla.
Leo scrollò le spalle. << Sono andati a prendere le ordinazioni da Chirone.>>
<< Mh >> mugugnò Skyler, per niente interessata alla storia. La sua attenzione era, invece, totalmente rivolta agli attrezzi che il fratello stava maneggiando, impegnato a costruire qualcosa che per lei non aveva alcun senso e forma.
Corrucciò le sopracciglia. << Che stai facendo?>> domandò, curiosa.
Gli occhi di Leo parvero illuminarsi. Sorrise, poi lanciò una rapida occhiata a Microft, che era rimasto al suo posto, prima di abbassare il tono della voce per rispondere. << Sto lavorando al nostro progetto >> sussurrò.
A Skyler non servirono altre domande per capire a cosa si riferisse. Guardò la massa informe di metallo e fili bruciacchiati che giaceva sul tavolo, ma non riusciva a individuarne alcuna parte che fosse utile per un drago. Inarcò un sopracciglio. << E questo cosa sarebbe?>> chiese, badando bene a mantenere il tono di voce abbastanza basso.
Leo sorrise << La testa.>>
La fronte di Skyler si aggrottò. << Ma il drago non ne aveva già una?>>
<< Si!>> esclamò Leo, contento. << Ma non sarebbe fantastico se ne avesse addirittura due? Che so, una magari potrebbe sputare fuoco, mentre l’altra divora i nemici. Sarebbe una figata!>> Prese qualcosa dal tavolo con le mani sporche di grasso e glie la passo. << Guarda, questi potrebbero essere gli occhi.>>
Skyler studiò i due rubini che aveva in mano, scettica. Poi alzò lentamente lo sguardo verso il fratello. << Leo >> mormorò, con il tono di un adulto che sta cercando il modo più gentile per dire a un bambino che Babbo Natale non esiste. << Non sarebbe meglio costruirgli prima delle ali?>>
Il sorriso sul volto di Leo scemò lentamente, e, nonostante il tono della ragazza fosse dolce, si senti un vero idiota. La guardò, affranto, la schiena che si curvava per lo sconforto. << Dici, eh?>>
<< No, non saprei >> disse Skyler, tentando di consolarlo. << Io… la mia era solo un’idea. Si, insomma, ha bisogno di volare, altrimenti non avrebbe senso tenerlo chiuso lì sotto. E poi non vedo cosa dovrebbe farsene di due teste.>> Il suo sguardo si addolcì ancora di più, e posò una mano sulla spalla del fratello, stringendogliela in modo rassicurante. << Poi non è detto che non sarebbe una figata.>>
Leo abbozzò un sorriso, e la guardò, riconoscente. Poi sospirò. << La verità è che hai ragione. Se deve avere una qualche utilità, questo drago deve possedere un paio d’ali. Il fatto è che è difficile. Non ne ho mai costruite, prima d’ora.>>
Skyler gli sorrise. << Non preoccuparti, lo faremo insieme.>> Lanciò un’occhiata a Microft, che li stava ancora aspettando sul ciglio della porta. Lo indicò con un cenno del capo. << Ora però non sarebbe meglio fargli fare il giro della casa?>>
<< Oh, ti prego, pensaci tu!>> si lamentò teatralmente Leo. << Sai che sono un disastro.>>
Skyler lo squadrò un attimo in volto, dubbiosa, poi fece roteare gli occhi e sbuffò. << Va bene >> rispose, frustrata. Lo guardò in modo minaccioso, assottigliando gli occhi e puntandogli un dito al petto. << Ma che sia l’ultima volta, chiaro?>>
Leo sorrise, sornione, così Skyler alzò di nuovo gli occhi al cielo e si diresse verso il ragazzino.
Lo accompagnò di sopra e gli mostrò le camere. Gli disse dov’era il bagno, gli spiegò come aprire i letti, e poi lo informò su tutti gli orari del campo e degli allenamenti.
Quando ebbe finito, andò verso una parete vuota e digitò una combinazione.  << E questo sarà il tuo letto >> gli disse, con un sorriso. << Ora è un po’ spoglio, ma potrai decorarlo come vuoi. E inoltre, Leo potrà anche spiegarti come montarci un impianto stereo e una mini tv.>>
Il ragazzo annuì, sovrappensiero. Poi, invece di fare domande al quale Skyler potesse rispondere con un ‘il bagno e in fondo a sinistra’ o ‘la colazione inizia alle sette’, ne fece una che la asciò spiazzata.
<< Dov’è il drago?>>
A Skyler per poco non andò di traverso la saliva che stava inconsciamente deglutendo. Lo guardò, sorpresa.
<< Vi ho sentiti parlare di un drago, prima >> spiegò Microft. << Dov’è? E perché ne avete uno?>>
Skyler sentì improvvisamente la gola secca, ma si sforzò di sorridere e di apparire rilassata. << Un… un drago?>> Finse una risata. << Non ci sono draghi qui.>>
 << Si, invece! Ho sentito mentre ne parlavate.>>
Skyler lo guardò con dolcezza e gli andò vicino per accarezzargli i capelli. << Io credo che tu sia molto stanco. Questa prima giornata al campo deve averti sfiancato. Perché non vai a letto?>> Sorrise, ma dall’espressione di Microft capì che non credeva ad una sola parola di quello che diceva.
Microft arrossì. << Io… io non sono stanco. Vi ho sentito… vi ho visto...>>
<< Ne riparliamo domattina, eh? Magari dopo una bella tazza di latte caldo…>>
Il ragazzino corrucciò le sopracciglia, dubbioso, e lei sentì montare il panico. Se non se ne fosse andata alla svelta, molto probabilmente il fratellino avrebbe scoperto tutto.
Si dileguò con un rapido buonanotte, e poi gli spiegò dove prendere degli asciugamani puliti nel caso avesse voglia di una doccia prima di raggiungere le scale.
Anche a quella distanza, però, la voce di Microft le arrivò forte e chiara. << Se mi state mentendo, scoprirò la verità!>> urlò.
Skyler arrestò il passo. Rimase un attimo lì, immobile, poi riprese a camminare come se niente fosse.
Si, l’avrebbe scoperta. Ma solo se loro lo avessero davvero voluto.

Angolo Scrittrice.
Ciao! *si sgranchisce la voce* *evita un pomodoro* *una patata la colpisce in faccia* *si massaggia la fronte dolorante*
Bene, ehm... Ok, partiamo dal presupposto che questo capitolo non mi piace per niente e che non so nenahce quale dio mi abbia cecato nel postarlo, vorrei dire che: si, è vero, è forse uno dei capitoli più brevi che io abbia mai scritto, e mi vergogno molto per questo, ma ho voluto postarlo lo stesso per un motivo. La verità è che in teoria sarebbe una sorta di capitolo di passaggio, ma ho deciso di spargere qua e la degli indizi che saranno chiari poi con il seguire della storia ;)
Quindi non è del tutto inutile, no?
Anyway, qui abbiamo diverse cose, come una Emma 'gelosa', un nuovo fratello che non si fa gli affari suoi, un altro momento romantico fra Skyler e John (bribrilove98 non me ne volere ;) ), ancora più complicità fra Skyler e Leo, eccetera, eccetera, eccetera... si, lo so, mi sto un po' arrampiacando sugli specchi, ma ormai il capitolo è postato ed è tardi per tornare indietro.
By the way, è arrivato il momento di ringraziare le mie bellissime Valery's Angeles, che nei commenti dello scorso capitolo mi hanno consolato e mi hanno sostenuto con parole bellissime *-* spero che questo capitolo vi piaccia, nonostante sia breve. Vi prometto che il prossimo sarà più lungo ;D
Grazie di cuore a:
Fred Halliwell, bibrilove98, Fred_Beckendorf99, _percypotter_, Greg Heffley, Cielomagico e Bibi96 *^*
E poi, vorrei ringraziare anche le 3 persone che hanno messo la storia fra le ricordate, le 20 (*o*) che l'hanno messa fra le seguite e le 19 (*O*) che l'hanno messa fra le preferite. Vi giuro, quando ho letto quei numeri ho avuto un attacco di cuore *Q* vi amo tuttiii!!
Un bacione enorme, alla prossima!
oxox

ValeryJackson

 
  
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