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Autore: sihu    19/11/2013    4 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 75

OBIETTIVO DIARIO: ALLA RICERCA DEL BASILISCO

Harry sorrideva mentre guardava incantato il sole illuminare il castello. Trascinato dall’entusiasmo dei compagni aveva messo da parte i dubbi e le sue perplessità ed aveva preso a dedicarsi anima e corpo al nuovo obiettivo: aprire ancora la Camera dei Segreti. Sapeva bene, come Ron, Ginny, Neville ed Hermione del resto, che non si sarebbe trattato di un’impresa facile. Il bestione rinchiuso là dentro era decisamente antisociale e per di più portato all’omicidio. Se volevano essere sicuri di portare a casa la pelle il loro piano doveva essere studiato in modo meticoloso, calcolando ogni più piccolo imprevisto. Dopo giorni di consultazioni avevano deciso che il momento migliore per aprire la camera era la sera, quando il resto degli studenti era a dormire. Se qualcosa fosse andato male sarebbe stato più semplice arginare il basilisco prima che trovasse qualcuno da trafiggere con lo sguardo. 

“Stiamo andando nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Sirius sei pronto psicologicamente?”

Chiese Frank serio, appoggiando con fare grave una mano sulla spalla dell’amico. James e Remus, poco lontani dai due, ridevano sguaiatamente senza preoccuparsi di nasconderlo tra l’insofferenza di Sirius e la curiosità dipinta sul volto di suo fratello Regulus.

“Non sei per niente divertente!”

Sbottò Sirius, ignorando le risate di James e Remus e cercando di concentrare la sua attenzione sulle facce perplesse di Harry e Ron. Per quanto tempo ancora gli avrebbero rinfacciato quella storia?

“Al nostro primo anno Mirtilla si è innamorata perdutamente di Sirius. Non gli dava tregua, a volte lo seguiva anche a lezione.”

Spiegò Frank, divertito mentre anche gli altri ragazzi sorridevano delle brutte avventure dell’amico. Harry guardò male gli amici, improvvisamente solidale con Sirius. Sapeva bene quanto poteva essere insistente ed anche imbarazzante la corte di Mirtilla.

“Merlino, sarà stato terribile.”

Esclamò Ron, visualizzando la scena in modo chiaro nella sua mente. Lavanda Brown doveva essere una dilettante in confronto a Mirtilla.

“Ed imbarazzante..”

Aggiunse Sirius, grave. Per la prima volta da che lo conosceva Harry pensò di scorgere sul volto del giovane padrino una sorta di vergogna.

“Ricordi quando Mirtilla fece a Sirius una serata in Sala Grande per San Valentino?”

Esclamò Lily, prendendo in giro l’amico. James annuì e scoppio a ridere nuovamente. A quel tempo lui e Lily non si sopportavano ma si erano trovati lo stesso a ridere insieme di quella scena, certi che sarebbe diventata una leggenda da tramandare alle future generazioni di maghi. 

“Possiamo cambiare argomento?”

Ringhiò Sirius, decisamente arrabbiato. Improvvisamente l’obiettivo del gruppo sembrava essere passato da recuperiamo-il-diario-di-Tom-Riddle a prendiamoci-gioco-dello-sventurato-Sirius-Black.

“Non fare così Sirius, ridere fa bene alla salute.”

Disse saggiamente Regulus, beccandosi un’occhiataccia dal fratello maggiore. Persino lui e Piton, ai tempi ancora Serpeverde convinti, erano venuti a sapere di quella storia e non avevano potuto fare a meno di riderne.

“Ridere di ME, non farà bene alla VOSTRA salute.”

Sibilò Sirius, scandendo chiaramente ogni parola in modo che la velata minaccia in esse contenuta fosse più chiara.

“Possiamo tornare seri?”

Chiese Hermione, cercando di salvare la situazione prima che precipitasse. Affrontare un basilisco con un occhio nero non era in cima ai suoi programmi per la serata. La situazione si presentava già abbastanza male senza peggiorarla ulteriormente. Ron, al fianco della ragazza era tranquillo. Certo, il pericolo era grande ma in fondo cosa c’era di nuovo? Da quando conosceva Harry aveva recuperato la Pietra Filosofale, affrontato ragni e serpenti di dimensioni spropositate, rapinato banche e cavalcato draghi. Amicizia per lui voleva dire anche rischiare, fare cose che chiunque altro avrebbe trovato pericoloso per poi riderne insieme come se nulla fosse.

“C’è qualcosa che dovremmo proprio sapere su questo basilisco, giusto per evitare di lasciarci le penne?”

Chiese Severus, preoccupato ed insieme affascinato da un animale magico così potente e pericoloso.
“Vediamo, è un serpente velenoso di dimensioni spropositate con enormi zanne che uccide la gente con il suo sguardo.”

Riassunse in poche parole Hermione, ripetendosi in mente perchè stavano per fare una follia come andare a trovare il re delle bisce. 

“Aspetta, nel vostro tempo ha ucciso qualcuno?”

Chiese Remus, agitato. Improvvisamente la loro avventura iniziava a delinearsi di tinte poco piacevoli. Neville si fece più serio ed alzò le spalle.

“Ci ha provato, lo sguardo del basilisco è mortale ma solo se lo guardi direttamente negli, se no resti solamente resti solamente pietrificato.”

Spiegò Neville con fare scientifico, quasi si trattasse di un documentario naturalistico.

“Quindi il basilisco non ha mai ucciso nessuno qui al castello.”

Disse Lily, quasi sollevata. Per quanto pericoloso fosse, quanto meno non avevano di fronte un assassino.

“Nessuno, tranne Mirtilla Malcontenta.”

Specificò Ginny, evitando di incontrare lo sguardo della ragazza. Poteva immaginarsi chiaramente il terrore di Lily e in quel momento non aveva bisogno di altra agitazione. La loro era una missione pericolosa, come tante altre che avevano vissuto, ma dovevano portarla a termine. Chi altri avrebbe salvato il mondo magico, se non ci avessero pensato loro?

“Dici sul serio?”

Chiese Alice, decisamente spaventata. Improvvisamente restare nella sala comune ad aspettare notizie dagli altri non sembrava più un’idea tanto malvagia. Al suo fianco, Frank fremeva impaziente. Niente lo avrebbe trattenuto nella sala comune, non mentre gli amici rischiavano la pelle. Sospirò, rassegnata. Se andava Frank allora sarebbe andata anche lei perchè loro due erano anime gemelle, legate fino alla fine dei loro giorni.

“Potrebbe avere delle informazioni importanti per noi..”

Esclamò James, fissando Sirius. Se qualcuno doveva fare domande a Mirtilla chi meglio di lui? Sirius guardò male il compagno ma non disse nulla.

“Ha già raccontato tutto quello che sapeva a noi, per la gioia di Sirius.”

Mormorò Harry distratto.

“Come ci liberiamo del bestione senza la spada di Grifondoro?”

Chiese Piton, serio. I ragazzi si voltarono verso di lui: era evidente che nessuno aveva pensato a quel piccolo dettaglio insignificante. Harry e Ron si voltarono verso Hermione, sperando che lei potesse tirare fuori il manufatto magico dalla sua incredibile borsa ma la ragazza scosse lentamente la testa. Aveva restituito la spada al nuovo preside e quando erano stati rimandati nel passato nessuno di loro aveva pensato di chiederla in prestito. Uccidere un basilisco non era nei loro piani quando avevano aperto un portale. A quel tempo ancora si illudevano di passare un anno tranquillo, recuperando il tempo perduto per poi tornare alle loro vite come se nulla fosse. Naturalmente non avevano fatto i conti con la sfortuna che stava loro alle calcagna con sorprendente tenacia.

“Non possiamo, solo una magia potente quanto il suo veleno lo può uccidere.”

Spiegò Regulus, pensieroso.

“Quindi siamo nei guai.”

Esclamò Sirius, cercando nei volti preoccupati dei presenti una soluzione che potesse aiutarli.

“Forse no, mi è venuta un’idea per procurarci la spada.”

Esclamò Hermione, saltellando nervosamente da un piede all’altro.

“Perfetto Hermione, tu pensa alla spada mentre noi pensiamo ad un piano.”

Rispose Harry, sicuro. Conosceva l’amica da abbastanza tempo e aveva ormai capito una cosa fondamentale sulle sue idee: funzionavano, sempre. O meglio, il margine di errore era solitamente molto basso. Tanto da darle piena fiducia.

“Avrò bisogno di Regulus e Lily. E di Sirius, quello grande.”

Continuò la ragazza, prendendo i due ragazzi sotto braccio. Harry annuì appena, Hermione sorride e trascinò via le due vittime prescelte.

“Ma cosa..”

Esclamò Regulus, confuso dalla furia che sembrava aver posseduto quella tranquilla ragazza che solitamente era Hermione.

“Vi spiego tutto dopo..”

Tuonò Hermione, chiudendo definitivamente il discorso. Lily decise che era meglio non fare domande. Il trio vagò per i corridoi del castello, fino ad arrivare allo studio del nuovo professore nel quale un Sirius abbastanza annoiato correggeva svogliatamente alcuni compiti. Dopo gli ultimi avvenimenti Ginny gli aveva ordinato di fare quanto meno finta di essere un professore, giusto per non svelare i loro piani al mondo. 

Giunti davanti alla porta del professore Hermione bussò un paio di volte, aprendo poi la porta senza aspettare risposta.

“Ehm, professore?”

Chiese la ragazza, guardandosi prudentemente intorno per accertarsi che Sirius non stesse dando udienza a nessuno e che potesse parlare liberamente.

“Hermione, cosa succede?”

Chiese Sirius, scattando in piedi.

“In poche parole? Vogliamo scendere nella Camera dei Segreti per vedere se il diario di Tom Riddle è lì, ma potremmo avere qualche problema con il basilisco che sorveglia quel luogo.”

Disse Hermione, sbrigativa. A quelle parole Sirius si accigliò appena.

“Un basilisco più che un problema lo giudicherei un disastro. Anzi, un massacro. Serve a qualcosa suggerire di verificare tutte le altre opzioni prima di rischiare la pelle là sotto?”

Mormorò Sirius saggiamente, mettendosi a sedere sulla propria scrivania.

“Sirius, non abbiamo più tempo.”

Esclamò Regulus. Per quanto il loro piano non era dei più sicuri, non avevano nessuna altra alternativa. Arrivati a quel punto, dovevano rischiare.

“Immaginavo che non mi avreste dato retta, ma ci dovevo provare lo stesso. Ditemi, cosa posso fare per voi?”

Sospirò Sirius, sorridendo tranquillo. Lily guardava quell’uomo, chiedendosi come facesse a essere così tranquillo dopo aver sentito quale fosse il loro piano.
“Abbiamo bisogno della spada di Grifondoro nel caso serva uccidere il basilisco.”

Spiegò Hermione. 

“La spada di Grifondoro non è una delle reliquie magiche perdute più potenti e rare da trovare?”

Chiese Lily, sempre più incredula.

“Si trova nell’ufficio di Silente, non è perduta.”

La corresse dolcemente Hermione, senza smettere di fissare Sirius.

“Quindi vuoi andare da lui e chiedere se te la presta per uccidere un balisisco? Come ho fatto a non pensarci.”

Esclamò Regulus, incredulo.

“Potrebbe funzionare.”

Commentò Lily, sorridente. Mettere Silente al corrente del loro piano forse sarebbe potuto servire a salvare molte vite. Quanto meno le loro dal pericolo del basilisco.

“Lily ti prego..”

Sbuffò Regulus, alzando gli occhi al soffitto.
“Regulus, rifletti. Silente sta combattendo contro Voldemort. Se sapesse perchè la spada ci serve ce la offrirebbe lui stesso.”

Continuò Lily, sicura che il suo piano fosse quello più semplice e meno pericoloso.

“Sarebbe semplice, ma Harry non vuole coinvolgerlo.”

Mormorò Hermione, sicura che la testardaggine di Harry nel non far sapere nulla a Silente alla fine li avrebbe solo ostacolati.

“Quindi come facciamo?”

Chiese Sirius, dando voce alla domanda che aleggiava nella testa di tutti i presenti.

“Dobbiamo procurarci il cappello parlante.”

Esclamò Hermione, ignorando le occhiate perplesse dei presenti che erano evidentemente convinti che lei fosse matta.

“La domanda resta sempre la stessa.. come?”

Chiese ancora Sirius, impaziente.

“Sirius, dovrai accompagnare Regulus in presidenza per chiedere a Silente che venga assegnato nuovamente alla casa dei Serpeverde.”

Iniziò a spiegare Hermione, subito interrotta da Lily.

“Non puoi fare una cosa del genere, lo ammazzerebbero!”

Esclamò Lily, spaventata. Si era affezionata troppo a Regulus per mettere in pericolo la sua vita solamente per una spada o per un cappello.

“Calmati Lily, tu andrai con loro e sosterrai che Regulus e Piton devono restare dove sono.”

Continuò a spiegare Hermione, rassicurando Lily che non sarebbe successo nulla di male a Regulus o Piton.

“A che pro tutto questo?”

Chiese a sua volta Regulus, perplesso.

“Silente proporrà di rifare lo smistamento davanti a tutti per dimostrare che Regulus e Piton sono veri Grifondoro, Sirius a questo punto dovrai farti consegnare il cappello.”

Concluse Hermione, soddisfatta del suo piano. Lily, Sirius e Regulus si scambiarono un’occhiata veloce, prima di annuire.

“Credo sia assurdo, ma forse può funzionare.”

Dichiarò alla fine Sirius, dando la benedizione ufficiale a quel piano strampalato.

Pochi minuti dopo i ragazzi lasciarono lo studio del preside allontanandosi velocemente mentre Hermione faceva scivolare il Cappello Parlante nella capiente borsa di perline.

“Sirius, devi restare nel tuo studio oppure Silente sospetterà che il cappello serviva a noi.”

Mormorò Hermione, fissando intensamente il professore per cercare di capire quali fossero le sue intenzioni. Conosceva fin troppo bene Sirius, non era il tipo da dare retta a qualcuno. L’uomo studiò a lungo il trio, soppesando i pro ed i contro della decisione di andare con lo loro ugualmente. Alla fine sospirò, rassegnandosi a fare quello che la riccia gli aveva chiesto. Harry era perfettamente in grado di tenere a bada un basilisco da solo, lui avrebbe pensato a tenere a bada il preside e la professoressa McGranitt. Quella era la vera impresa, non aprire la camera dei segreti!

“State attenti a non farvi ammazzare.”

Esclamò Sirius, protettivo. 

“Fidati di noi, fratellone.”

Mormorò Regulus, dando una pacca sulla spalla del fratello. 

Una volta salutato il loro complice i tre corsero velocemente per i corridoi del castello per raggiungere il resto del gruppo. Rallentarono solo quando scorsero i ragazzi discutere da lontano, poco distanti dal bagno delle ragazze. Remus scuoteva la testa, esasperato, Ginny era fuori di sè. 

“Se ci procuriamo la spada allora a cosa ci serve uccidere il basilisco per prendere la sua zanna?”

Chiese Zhoana per l’ennesima volta, gli occhi rossi e gonfi. Non importava quanto pericoloso fosse, uccidere il basilisco ai suoi occhi era comunque un atroce delitto. Sicuramente anche lui aveva dei sentimenti, magari anche qualche cucciolo sparso per il mondo che non aspettava altro che ricongiungersi a lui.

“Vuoi davvero lasciare un enorme serpente di quelle dimensioni vivo con il rischio che in futuro per qualche sfortunato motivo scorrazzi libero per il castello?”

Esclamò Ron, incredulo e spaventato insieme. Nessuno sano di mente avrebbe etichettato il basilisco come un animale bisognoso di protezione, quella ragazza sembrava decisamente più folle della sua futura nipote Luna. 

“Zhoana, ti amo ma non è davvero un buon momento per essere animalisti!”

Esclamò il giovane Sirius, abbracciando la sua ragazza perchè si calmasse.

“Era ora..”

Sbuffò Neville, intravedendo Hermione, Ron e Regulus avvicinarsi con la coda dell’occhio.

“Non sarebbe stato più semplice scendere nella Camera ed aspettare Fanny?”

Continuò il ragazzo, giocherellando con la sua bacchetta. 

“Di che parli?”

Chiese Lily, confusa, cercando una risposta nello sguardo di Harry e di Hermione, entrambi pensierosi.

“Il cappello compare sempre quando qualcuno ha bisogno di lui. E di solito è Fanny a portarlo..”

Spiegò brevemente Ginny, raccontando di come il cappello era venuto in aiuto di Neville durante la terribile battaglia che avevano combattuto contro i mangiamorte.

“Meglio non rischiare, Neville.”

Disse Harry, mentre Hermione estraeva il cappello parlante dalla borsa e lo porgeva al ragazzo. James guardava la scena, impaziente di scoprire cosa aveva in mente suo figlio. Ogni giorno che passava era sempre più orgoglioso di lui. Dannazione, era davvero il suo ragazzo!

“Sparite per prendere una spada e tornare con un cappello?”

Chiese Piton, perplesso. La mente dei grifondoro era sempre stata un mistero per lui, ma questi ragazzi erano addirittura peggio dei grifondoro in cui si era imbattuto fino a quel momento.

“Questo non è un cappello qualunque, è il Cappello Parlante.”

Spiegò Ron, impaziente. Prima scendevano nella camera e prima quella storia si sarebbe conclusa.

“Non vi seguo.”

Dichiarò Remus, confuso. Per la prima volta la sua enorme conoscenza del castello e del mondo magico non serviva a dare una risposta a quel mistero.

“Regulus, indossalo.”

Esclamò Harry, deciso. Hermione, Ginny, Ron e Neville sgranarono gli occhi. Anche Regulus era perplesso, ma fece lo stesso quello che gli chiedeva il ragazzo. 

“No, lui non è..”

Esclamò Ginny, interrotta da un’esclamazione di protesta di Regulus.

“Aiha! Che diavolo mi è finito in testa?”

Brontolò l’ex serpeverde, togliendosi velocemente il cappello dalla testa e finendo per ritrovarsi tra le mani una spada gigantesca e splendente. Si guardò velocemente attorno. Tutti erano increduli, solo Harry sorrideva soddisfatto.

“Ehi, quella è la spada di Grifondoro.”

Esclamò Lily, sicura di averla già vista su qualche libro preso in prestito in biblioteca.

“Che ti dicevo Regulus, sei un vero Grifondoro.”

Disse Harry, abbracciando fraternamente Regulus. Anche Sirius ora sorrideva, orgoglioso del suo fratellino.

“Di che parli?”

Chiese ancora Regulus, cercando di liberarsi dalla presa di Harry. Era imbarazzante essere sotto lo sguardo di tutti.

“Solo un vero Grifondoro può estrarre la spada dal cappello.”

Spiegò Hermione, con la voce rotta dall’emozione.

“Emozionante, abbiamo un serpentone da uccidere..”

Tagliò corto Piton, smorzando l’atmosfera che si era venuta a creare.

I ragazzi scesero nella sala in religioso silenzio, rotto solo dalle frasi pronunciate da Harry in serpentese per aprire la via. Nessuno aveva mai sentito pronunciare una frase nella lingua dei serpenti. Persino James e Sirius fremettero appena quando incomprensibili parole aprirono loro la via, rivelando la strada che portava alla camera. Pochi passi, una seconda porta da aprire e poi il buio. Il basilisco era di fronte a loro, enorme e velenoso come sempre. Sembrava li stesse aspettando. Non appena li sentì entrare nella Camera fu lotta.

Abbatterlo non fu facile, solo allora Harry si decise a guardarsi intorno. La sala era vuota, deserta. Non c’era nessun diario, nessun prigioniero. Nulla.

 

“Dannazione, sono stato un idiota. Malfoy aveva ricevuto il diario in custodia dal suo padrone, non era mai stato nella camera dei segreti fino a che non ce lo ha portato lui attraverso Ginny. Abbiamo rischiato la pelle per niente.”

Esclamò Harry, dando un calcio a quello che restava del nemico appena sconfitto.

“Che possiamo fare ora?”

Chiese Frank, preoccupato e ansioso. Si erano quasi fatti ammazzare senza aver trovato l’oggetto delle loro ricerche. Il morale di colpo era diventato ancora più cupo di prima.

“Non lo so, davvero.”

Mormorò Harry a testa bassa, tornando sui suoi passi con la coda tra le gambe. L’ennesimo buco nell’acqua, il Signore Oscuro era ancora un passo avanti a loro.

 

Nei giorni successivi nessuno propose nuovi luoghi, tutti erano ancora troppo abbattuti dall’ultimo fallimento. Peggio ancora, non sapevano come continuare la loro missione. La risposta ad Harry arrivo inattesa una mattina come le altre. Subito dopo la colazione il ragazzo fu avvicinato dai discreti gesti di un uomo di mezza età. Thomas Paciok. 

“Ragazzo, vieni qua.”

Chiamò il padre di Frank, facendo un cenno nervoso con la mano cercando di dare il meno possibile nell’occhio. L’uomo era stato destinato alla sorveglianza del castello dopo che la situazione aveva cominciato a peggiorare, per aiutare gli insegnanti e SIlente a garantire la sicurezza dei ragazzi.
“Tom?”

Chiese Harry, curioso ed insieme stupito. Cosa poteva volere un uomo come Thomas Paciok da lui?

“Sono il padre di Frank.”

Spiegò l’uomo, indicando ad Harry una stanzetta buia e deserta dove parlare senza essere disturbati da orecchie indiscrete.

“So chi è lei, signore. Non so perché mi abbia trascinato qui.”

Obiettò Harry, sospettoso. Negli ultimi anni aveva imparato a dubitare di tutti, anche di quelli che a prima visto potevano sembrare dalla sua parte. 

“Voglio darti un consiglio. Nella mia vita ho combattuto per difendere i miei ideale senza scendere a compromessi. Fatti dire una cosa, è stato tempo perso.”

Disse l’uomo, con una punta di amarezza nella voce.

“Che vuole dire?”

Chiese Harry, perplesso. Voleva metterlo in guardia da qualcosa oppure minacciarlo? Era forse al corrente della sua missione?

“Compromessi e vigilanza costante. Da al tuo nemico quello che vuole, è il modo migliore per ucciderlo.”

Rispose l’auror, allontanandosi con la stessa discrezione con la quale era arrivato.

Harry stette a lungo a pensare alle parole dell’uomo. Solo verso sera improvvisamente si ritrovò a sorridere da solo: adesso sapeva come doveva fare per chiudere quella partita per sempre.

  
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