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Autore: _HalWill_    29/04/2008    3 recensioni
Lo scenario di un' imminente guerra interplanetaria. Due mondi opposti ma incredibilmente simili. Un ragazzo piombato dal nulla in una base militare, senza alcuna certezza, senza alcuna sicurezza, ma con la consapevolezza di fare la differenza nelle sorti della specie umana. Un giovane irriverente e spregiudicato, che lotta per una guerra in cui si è ritrovato, ancora inconsapevole del futuro e del proprio ruolo nella battaglia. L'incontro fra due anime sole e complementari, destinate ad un comune destino. Il sogno di una terra lontana dove poter vivere assieme, senza la guerra, senza a morte. L'amore, l'arma perfetta.
Genere: Romantico, Science-fiction, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Perfect Weapon

Chapter 1


Buio. Tentò di rilassare la mente. Ancora buio. Eppure pensava, vedeva immagini in quel buio. Riaprì gli occhi. Sprofondò la schiena nella poltrona in pelle ed afferrò una sigaretta dal pacchetto poggiato sul minuto tavolinetto alla sua destra, vicino al telefono dell‘albergo. Setacciò il taschino della vestaglia in cerca dell’accendino e, una volta recuperato, si accese il bastoncino, gia stretto tra le labbra sensualmente socchiuse.
Lo ripose sul legno del mobile. Finalmente ispirò lasciando salire leggere strisce di fumo grigiastro. Si passò una mano tra i capelli, scostando la lunga ciocca nera che gli aveva bruscamente interrotto la visuale.
Dietro, la tenda, lasciava trasparire la luce del sole, tiepida e accogliente, che formava opache chiazze sul parquet invece scuro. Le lenzuola si mossero pigramente, scoprendo una folta capigliatura castano scura. I capelli ricci si scostarono ricadendo sul cuscino e mettendo a nudo il viso levigato e assonnato che ora lo guardava svogliatamente.
- Sei sveglio….!? Ti sei già fatto la doccia?
L’uomo non rispose, si limitò a fissarla con sguardo maliziosamente divertito, la mano poggiata al viso, mentre teneva la sigaretta fra le dita, come sovrappensiero.  La donna si mise a sedere indispettita dal non ricevere risposta ne buongiorno, puntellando le braccia sulle lenzuola candide che scivolarono sulla pelle lasciandola sgraziatamente nuda.
- ehi! Sto parlando con te Will!!! Ti sei rincoglionito?!
Volgare, ecco cosa non ricordava. Jane era tremendamente volgare. Dai tempi delle superiori non era cambiata poi tanto. Esattamente come allora, solo più truccata, rifatta e con una capigliatura diversa. Se non l’avesse incontrata la sera prima al Bistrot, non l’avrebbe mai invitata a passare la notte assieme. Era solo perché quella sera gli serviva qualcuna, tutto qui. Non era stato niente male, ma neanche niente di speciale. Nulla, come al solito. E poi si era appena ricordato di tutte le volte che avrebbe voluto infilarle un calzino in bocca, sicuramente più numerose di quelle nelle quali avrebbe voluto parlarci.
Si mosse dalla sua posizione letargica, ritornando alla figura della donna nuda sul letto che lo guardava con un’espressione ebete sul viso.
-Credo che sia ora che tu te ne vada… tuo marito non torna fra tre ore da Vienna?
Si alzò senza scomporsi, lasciando la poltrona. Percorse pochi passi attorno al letto per poi spegnere la sigaretta nel posacenere di cristallo. Si sfilò la vestaglia e la abbandonò sul materasso, di fronte alla riccia che lo osservava con espressione stupita.  Sparì dietro la porta del bagno. Mentre girava la maniglia color oro della doccia, e avvertiva le prime gocce dell’acqua sulla pelle, il rumore dei passi pesanti e sconnessi della donna che blaterava qualcosa che molto probabilmente lo riguardava.
Solo l’acqua calda che lo avvolgeva in vapore e tepore. L’acqua che lava via lo sporco, l’odore. L’acqua che lava via i pensieri di un’altra notte trascorsa.

Un’immensa distesa d’acqua con riflessi di ogni tipo, che tendevano in striature rosso fuoco come lingue di serpente, oppure tenui e rosee come petali sulla superficie screziata. Gli occhi, del colore dell’acqua marina, erano mutati, come la stessa volta celeste che ora si diluiva nella discesa del sole. Quel cielo incendiato, ingresso degli inferi, pareva richiamarlo, attirandolo verso il vetro oltre il proprio riflesso.  Eppure quel suo viso impassibile e limpido appariva, a dire degli altri, a dir poco angelico. Qualcuno aprì la porta alle sue spalle facendolo sussultare appena.
Si voltò scuotendo la bella nuca aurea in uno di quei movimenti unici che lo caratterizzavano. Gli occhi tornarono dello stesso luminoso colore di sempre e si puntarono sulla figura che era appena entrata.
-…generale…
Il giovane fece per chinarsi, ma l’uomo più anziano lo ammonì con un gesto della mano, dirigendosi verso la scrivania.
Il biondo si avvicinò di qualche passo.
- Mi avete fatto chiamare…è accaduto qualcosa di grave?
L’altro si sedette, osservandolo distrattamente. Il volto scavato da rughe profonde e austere, il capo cosparso di folte ciocche brizzolate che lasciavano intravedere a fatica la nuca. Le mani, aspre e grandi si congiunsero sotto il mento del settantenne che aveva assunto un’aria grave, pensierosa.
-Alex…siediti…
Fece come detto. Gli occhi profondi del ragazzo si puntarono in quelli vacui e annacquati del superiore. I tratti duri parvero ammorbidirsi leggermente nell’osservare quella visione meravigliosa.
- Hai gli stessi splendidi occhi di Helena.
Alexander sorrise dolcemente.
-Papà…cosa vuoi dirmi?
Il vecchio corrispose poggiandogli il palmo sulla mano e stringendola.
-Nulla di grave. Non preoccuparti…
Si alzò dirigendosi alla finestra con le mani conserte dietro la schiena. L’altro lo seguì con lo sguardo.
-…è che … ci sono delle nuove notizie. La situazione si è rivelata più complessa di quel che credevamo tutti; ormai è una cosa che io non posso gestire. Per non parlare delle pressioni che mi stanno facendo quelli del laboratorio ricerche.
Il tono divenne più greve , quasi sofferto.
Il giovane raggiunse l’uomo che ora pareva invecchiato di anni, come se quelle parole piano piano gli corrodessero l’animo, gli accorciassero la vita. Si voltò di nuovo perso in quelle gocce lucenti fisse su di lui.
- Ti ho trasferito dove pare sia stato trovato qualcosa. Pochi giorni fa mi è arrivata una comunicazione straordinaria: ci sono buone probabilità, ma puoi accertartene solo tu. E poi lì ultimamente la situazione sta degenerando: i nemici sono aumentati, sembrano non finire mai; il migliore dei nostri comandanti è stato ucciso pochi giorni fa e, come se non bastasse, le truppe risultano indisciplinate e demotivate. Bisogna bloccare il nemico ora, in modo che non conquisti almeno quel fronte, che è il più potente che abbiamo finora: si è spinto troppo all’interno. Sono sicuro che sarai perfettamente in grado di gestire la situazione; sei molto più competente di molti tuoi superiori.
Tornò a fissare il paesaggio.
- John mi ha segnalato un uomo che potrebbe risolvere la tua situazione. Se è quello che stanno cercando devi agire il prima possibile. Seguirà direttamente i tuoi ordini ed i tuoi soltanto. Così sarò più sicuro…
Il biondo scrollò il capo, reclinandolo leggermente ed ammutolendo. Un silenzio intimo, ma che lasciava trasparire ogni parola taciuta. Poggiò delicatamente una mano sulla spalla dell’altro, ma non si mosse. Sapeva che la manifestazione aperta dei sentimenti altrui non era cosa gradita.
- Non vi deluderò…padre…
Detto ciò si voltò con aria dura e responsabile recandosi verso l’uscita. Prima di varcare la soglia si voltò per dare un ultimo sguardo a quell’ uomo anziano che solo scrutava l’infinito e l’incerto fuori dal vetro. Il sole era sparito dietro una nube. Il generale si era portato compostamente le dita al volto massaggiandosi tranquillamente gli occhi che, molto probabilmente, dovevano essere lucidi.
Il giovane sorrise amaramente. Ora doveva dimostrare che lui sarebbe stato in grado, perfettamente in grado.



P.S. E rieccoci! L'attesa non è stata proprio lunghissima. Diciamo che questa ovviamente è l'introduzione: il vero succo della storia verrà fuori molto più avanti. Se vi è piaciuta "Sussurri" allora credo che vi piacerà anche questa, anche se ha una trama un po più complessa ed artificiosa. Spero che riuscirete a capirla anche perchè magari alcune cose non risulteranno chiare a tutti ( io nella mia testa ce l'ho ben delineata, ma a volte dimentico che gli altri non hanno la ben che minima idea di quella che ho in mente...^^°). Comunque i personaggi come avrete ben notato non sono molto diversi da Dorian e Evander (mi piacevano troppo!); sapevo che non avrei potuto abbandonarli del tutto. Questa storia però, come avevo già anticipato è ambientata in un contesto decisamente diverso. E' tutta un'altra cosa e presto ve ne accorgerete.^^ Conto nella vostra attenzione. Baci buon seguito.          _HalWill_
  
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