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Autore: BieberSweat_    21/11/2013    12 recensioni
-okay. Numero preferito?- gli domando giocherellando con le sue dita guardandolo.
Arriccia il naso senza ancora guardarmi.
A tavola abbiamo più riso che mangiato e parlato. Ora stiamo più ridendo che parlando e camminando.
Okay, in sintesi ridiamo sempre. 
Qualcuno che mi ricorda da quanto non ridevo?
Ci siamo promessi di fare i seri adesso e provare a conoscerci.
-593- mi sorride afferrando il labbro inferiore tra i denti. Oh no, ragazzo mio, tu non può.
-da uno a dieci?- gli domando alzando le braccia. Sbuffa.
-devi chiedermi perchè!- sbotta facendomi zigzagare tra un tombino. Piego la testa.
-perchè?- sospiro allungando il passo.
-vieni 5 minuti con me che tra 9 mesi saremo in 3- dice quasi serio. Mi blocco e lo guardo. Santa Madonna, lui si che è simpatico.
 
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Faccio per rovinare il naso di quell'essere che si diverte tanto a prendermi come una bambolina e tamburellarmi dove vuole con poca grazia, ma quando il mio petto si scontra con il suo morbido seno e i miei occhi riconoscono i suoi di un verde diverso da quello che ricordavo non posso non sentire quella sensazione familiare che mi ripete che è effettivamente l'unica cosa che riesce a farmi sentire bene in quel dannato posto vuoto di lei.
Dopo un battito di ciglia da parte di entrambi, provo a fare mente locale, ma invano. Tempo qualche istante e avvolge le sue piccole braccia attorno al mio collo in una presa letale, alzandosi sulle punte per via della sua statura più bassa della mia.
Non riesco a respirare, mi sembra incredibile. Dovrei avercela con lei per quello che mi ha fatto, ma il mio corpo non segue il mio cervello e le mie braccia stringono la sua vita così forte quasi non volessero che si allontanasse di nuovo.
O forse è quello che realmente vogliono.
Il mio demone interiore sta muovendo accuse e minacce sui miei movimenti inappropriati nei suoi confronti. Dovrei respingerla per tutto il male che mi ha fatto passare, tutte le scelte che sono stato costretto a prendere per il 'meglio' di entrambi, tutto ciò che non doveva succedere, tutto ciò che mi ha fatto diventare.
Eppure affondo il viso tra i suoi capelli respirandone a pieno il loro aroma alla mandorla.
Mi è mancata.
Come se abbia sentito il mio pensiero, mi stringe più forte rischiando di frantumarmi qualche costola. La sua guancia calda mi scalda l'area del mio petto a cui è appoggiata.
Il suo diaframma si muove ampiamente, sta prendendo grandi respiri. Forse sta inalando il mio profumo esattamente come sto facendo io con lei.
Nessuno dei due ha intenzione di staccarsi, nessuno dei due è così coraggioso.
Sospira e il suo respiro si scontra con il mio giubbino di pelle nera, facendomi provare qualche brivido lungo la colonna vertebrale.
-Justin?- soffia contro il mio petto. Mi irrigidisco.
La sua voce. Non me la ricordavo quasi più.
È più fievole del solito, non mi sembrava così.
Sembra quasi malata.
-si?-mi inumidisco le labbra alzando lo sguardo.
Una lunga pausa di silenzio.
-mi sei mancato- sussurra con voce incrinata.
La sento tirare su col naso.
Mi si stringe il cuore.
Mi allontano preoccupato tenendola per le spalle.
-Jude? Perché piangi?- le domando con le sopracciglia aggrottate.
Scuote la testa grattandosi il naso con un dito e stringendo gli occhi, mossa che le fa scendere ulteriori lacrime. Se il suo obbiettivo è smetterla di farle scorrere, ha sbagliato di grosso.
-Jude... io...- alza lo sguardo verso di me mentre le passo il pollice sugli zigomi, asciugandole le guance umide. Mi accorgo di un particolare.
Aggrotto le sopracciglia. -non porti più gli occhiali?- le domando stranito.
Certo, anche quella volta della discoteca non li portava, ma stavolta è diversa. Sembra essere il triplo di più bella di quello che mi ricordavo.
Storce la bocca. -porto le lenti, solo che piangendo mi stanno scivolando. Non sono ancora abituata, anzi a dir la verità per nulla. Le odio, ma odio ancora di più i miei occhiali quindi. Credevo di sistemarle strizzando gli occhi, ma penso di aver peggiorato la situazione- avvicina la mano all'occhio destro. Sorrido mostrando alcuni denti.
È così buffa, questo non è cambiato e la cosa non mi dispiace affatto.
Blocca i movimenti lanciandomi uno sguardo. -hai altro da dirmi? Non so, un "anche a me sei mancata, Jude. Adesso sono molto più felice dato che non ti ho visto per molto tempo!"- sbotta alzando le braccia e facendo la solita vocina.
Ridacchio scuotendo la testa. -non sei cambiata nel frattempo- ammetto infilando le mani in tasca.
Sbuffa. -seconda volta che non lo dici. Ti decidi a dirmi che ti sono mancata o dobbiamo andare avanti ancora con discorsi inutili? Vuoi che parliamo del tempo? Non sei esattamente la persona con cui vorrei parlare del tempo, però-
Mi raschio la gola e mi volto verso il parcheggio. Sono rimaste solo alcune macchine tra cui la mia.
Alzo lo sguardo verso il cielo. Il sole di mezzogiorno passato illumina il mio profilo.
Oggi è davvero una bella giornata. In tutti i sensi.
-anch'io vorrei parlare- Da un po' non parlo seriamente con qualcuno. Mia madre lavora e pure io, non ho molto tempo per tornare in Canada, al mio paese d'origine. Con Ryan seppure ci convivo non trovo mai un momento serio per parlarne e non mi ha nemmeno più chiesto di Jude da quel loro primo incontro. Cece è esattamente l'ultima persona da cui andrei se avessi un problema. Altre persone a cui guastare tempo per parlare dei miei casini non ne vedo in giro. -hai del tempo?- le chiedo retorico come se il fatto che sia venuta fin qui non ne fosse già una dimostrazione.
La squadro velocemente.
La trovo dimagrita e con del trucco, cosa che prima usava portare raramente.
Capisco che si è fatta carina per me.
Schiocca la lingua al palato. -ho capito che non sentirò dire dalla tua bocca quello che voglio sentire, no? Quindi, si, ho del tempo adesso- scrolla le spalle e si guarda intorno.
Annuisco. -ti piace questa scuola?- le domando anche se veramente non mi interessa.
Fa una smorfia. -l'avessi vista, almeno. Siamo nel parcheggio sul retro come diamine faccio a giudicare? Comunque, sembra okay- porta le braccia al petto mentre si appoggia col peso su di una gamba inarcando un sopracciglio e mi lancia uno sguardo che sbotta 'mi hai davvero chiesto come trovo la scuola?'.
Sospiro e le dico di seguirmi.
Inizio a camminare verso la mia auto senza nemmeno controllare se mi sta seguendo. I passi che riecheggiano alle mie spalle mi portano ad immaginare che lo stia facendo.
Continuo imperterrito finché non sento che accelera e subito dopo la sua mano intreccia la mia.
Al contatto, rallento il passo e mi volto verso di lei che mi rivolge uno sguardo compassionevole, poi lo abbasso verso il nostro intreccio di dita e infine lo rialzo di nuovo verso il suo volto. Lascio scivolare gli angoli della mia bocca in un piccolo sorriso e mi rivolto tornando al passo di prima.
Le nostre mani intrecciate.
Da quanto non succedeva?
 
 
***
 
 
-la gente può dire quel cazzo che vuole, ma io ho sempre fottutamente amato le schifezze del Mac- bofonchia al panino prima di addentarlo voracemente.
La guardo stordito.
Perché le ragazze mangiano peggio dei maschi? È normale questa cosa o ho solo davanti il caso d'eccezione?
Beh, Jude è in qualsiasi contesto l'eccezione.
-okay...- mormoro masticacchiando una patatina e abbassando lo sguardo imbarazzato per lei.
È sempre buffa e carina.
Dobbiamo ancora affrontare l'argomento, ho sempre odiato le litigate a tavola e siccome so che la discussione sarà abbastanza movimentata preferisco affrontarla quando abbiamo entrambi la bocca vuota.
La osservo mangiare o forse dovrei dire sbranare il panino come un vampiro sbrana le sue vittime, come un leone sbrana la sua preda, come un cane sbrana un orsetto di peluche.
Direi decisamente che tra tutti questi soggetti, Jude è comunque quello meno aggraziato.
Sorrido. Mi fa ridere.
Si accorge che la sto guardando da un bel lasso di tempo e si ferma. Alza il capo dal panino e mi guarda con gli occhi ben aperti e la bocca straripa.
Ridacchio alla sua visione.
-fhe f'è?- cerca di parlare con la bocca piena. Scoppio a ridere.
-nulla. Sono solo catturato dalla Jude che non vuole bene ai panini- allungo il collo verso il bicchiere e prendo tra le labbra la cannuccia succhiando la bibita.
Piega la testa di lato e mastica. -scusa se ho fame!- alza le braccia in aria. -scusa se non mangio da Dio solo sa quanto!- batte i pugni sul tavolo. -scusa se ho perso più di cinque kili da quando te ne sei andato e adesso voglio riprendermeli tutti, perché quei kili sono fottutamente miei!- sbaglio o questo non ha molto senso detto da una ragazza? Molla il panino nel vassoio. -scusa se non sono mai stata come volevi!- questa volta si alza dal tavolo alterata.
Spalanco gli occhi mentre cerco di ignorare tutte le colpe che mi ha dato. Mi alzo di scatto e le afferro il polso. È il suo periodo, EVIDENTEMENTE. O almeno spero.
-Jude! Che diavolo ti è preso? Per favore, siediti e mangia quel cazzo di panino che non ti ho criticato, non ho insinuato nulla su come tu sia dimagrita anche se avevo già notato il tuo fisico più asciutto e non ho mai detto cose simili riguardo al tuo essere. Ti trovavo buffa mentre mangiavi, una delle cose che mi piace di te e sì, Cristissimo, mi sei mancata come non mi è mai mancato un essere umano!- le sbraito addosso. La sua faccia è un misto di emozioni che non riesco a decifrare.
Quando finisco il mio discorso ho il fiatone, il mio sterno si alza e si abbassa ritmicamente.
Le mie orecchie percepiscono troppo silenzio così do un'occhiata intorno. Le persone sedute ai tavoli accanto ci stanno fissando.
Perfetto. Bella figura.
Torno con lo sguardo su Jude e deglutisco sospirando e sedendomi.
Mi accorgo solo ora che ha ancora la bocca piena così si siede anche lei e manda giù il boccone rumorosamente.
Si pulisce con il tovagliolo di carta e ne rimango sorpreso.
Si raschia la gola mentre mi passo una mano tra i capelli frustrato e mi volto per guardare fuori.
Il nostro tavolo è accanto ad una vetrata che da sulla strada e il suo conseguente via vai di veicoli così il mio sguardo si perde tra gli inseguimenti degli automezzi.
-scusa-
Mi pare di aver sentito un sussurro. Mi volto verso di lei.
Ha il capo chino e si gratta il collo a disagio. Inarco un sopracciglio.
-cosa?- domando fingendo di non aver sentito.
Alza gli occhi verso di me e mi fulmina. Sorrido. -non ho capito- ripeto. Voglio farglielo urlare (da non fraintendere).
-fanculo- sbotta guardando lei stavolta fuori dal vetro.
Scuoto la testa. -quella non è la parolina magica- deduco con un pizzico di divertimento nella voce.
Muove la testa ad onda e si dondola sulle braccia evitando il mio sguardo.
Sorrido. È una bambina a volte, la mia bambina.
-S C U S A A A A A A A- urla con tutto il fiato che ha in corpo attirando nuovamente l'attenzione di tutti i presenti. Mi scappa una risatina a vedere la sua faccia imbronciata mentre continua a ripetermi 'ti odio' duecento volte al secondo.
Riprendo a mangiare serenamente le patatine cercando di ignorarla, ma non ci riesco. E poi mie viene da ridere.
Non la smette.
-mangia il panino, Jude o lo porto a casa al cane- la ammonisco mostrandole uno sguardo da padre severo.
Sbianca e con foga si getta sul pezzo di pane e carne finendolo.
Rido di gusto e per poco non mi soffoco mentre sorseggio la coca dalla cannuccia.
-il tuo cane mangerà crocchette oggi, badabum tss. Jude 1, Canechenonsoilnome di Justin 0- mi deride lanciandomi uno sguardo vittorioso e indicandomi il vassoio vuoto.
Le rivolgo lo stesso sorriso. -sopravvalutavo la tua memoria, Jude- sentenzio. Mi guarda stranita. -quando mai hai visto un cane scorrazzare per il mio appartamento l'ultima volta che ci sei stata?- appoggio un gomito suo tavolo soddisfatto. La sua faccia subito cambia e la sua bocca forma una perfetta O.
-abominevole astuto stronzo ricattatore di sta ceppa! Mi fidavo di te, ti ho anche confidato gli episodi più imbarazzanti della mia vita! Lo sapevo che non dovevo dirti di quella volta che quando ho finito il sacchetto di mandorle alla sagra sono scoppiata in un pianto isterico perché il sacchetto aveva una fine. E poi non mi avevi nemmeno giudicato e questo mi ha spinto a fidarmi ancora di più!- sbotta indicandomi e fissandomi indignata ricominciando a ripetermi stavolta quattrocento volte al secondo 'ti odio'.
In quel momento per tutto il locale echeggiano solo le mie risate.
 
 
Terminato il nostro pranzo, paghiamo il conto ed usciamo, optando per raggiungere a piedi un vasto spazio di solo asfalto costituito da rampe e attrezzature stile parco giochi.
Alzo gli occhi verso l'apice della rampa, da dove solitamente si lanciano i ragazzi con lo skate.
In questo momento siamo le uniche anime vive in questo posto.
Mi volto verso Jude che mi lancia un sorriso complice. Sorrido divertito e ci arrampichiamo fino in cima per poi accomodarci sullo spesso bordo rettangolare di cemento.
Le nostre gambe penzolano insieme, mentre ci stringiamo nei cappotti per scaldarci. Siamo più o meno a 4-5 metri di altezza, non di più.
Jude raggomitola le gambe al petto mentre io infilo le mani nelle tasche calde del cappotto e attorciglio i piedi lasciandoli ciondolare liberi.
-fa freddo- sbotto scuotendo le spalle e abbassando la testa. Annuisce.
-abbastanza-
Il sole che prima avvolgeva ogni cosa è da qualche ora scomparso, così adesso il cielo è solo un ammasso di nuvoloni grigio chiari.
Nessuno dei due riesce a parlare, come se il freddo ci avesse ibernati.
Sono o non sono l'uomo della situazione?
Comincio a parlare dopo un gran sospiro. -quando la preside mi ha consigliato questa scuola ho accettato subito. Sono più vicino al mio appartamento e più lontano da te. Ho pensato subito che fosse il primo passo migliore da fare- deglutisco e il suo sguardo si sposta su di me rispetto a prima che guardava il vuoto sotto di noi.
-poi ho chiesto alla preside di mantenere segreto il luogo del mio trasferimento, ma non il trasferimento in sé. Così me ne sono andato senza lasciare traccia, non ho salutato nessuno e nessuno si è preoccupato di salutarmi- fa per proferire parola, ma la blocco estraendo una mano. -aspetta, fammi finire- la ammonisco. Annuisce e abbassa nuovamente il capo appoggiando il mento nel mezzo delle ginocchia. -non volevo vederti mai più, mi ero ripromesso di non cercarti, non volevo farti soffrire e non volevo soffrire nemmeno io. Non so come tu abbia trovato il coraggio di andare a spifferare tutto alla preside e non so nemmeno il motivo per cui l'hai fatto, perché in quel momento non l'ho voluto sapere. Ho preferito andarmene e semplicemente lasciare che il passato venisse incatenato in quella scuola e rimasse lì per sempre, senza rincorrermi- mi volto verso il suo viso senza accorgermi che mi stava già guardando da un bel pezzo.
-okay, questo è divertente- sbuffa divertita guardando in giro.
La guardo confuso.
-divertente?- le domando retorico. Ridacchia.
-e così tu avresti pensato che fossi stata io l'artefice di tutto questo casino, che l'avessi spiattellato io in giro? Bene. Questa era la fiducia che ponevi in me, davvero, grazie. Mi sento appagata!- sbotta sciogliendo le gambe dal petto e mettendosi a gambe incrociate. Sbatte le mani sulle cosce dal nervoso.
Io sono solo più confuso di prima.
Non era stata lei?
Cioè, io l'ho odiata per tutto questo tempo per una cosa che non aveva nemmeno fatto?
Se è uno scherzo, ditelo subito, non fa ridere.
-cosa cosa cosa? Tu... tu non centri nulla?- alzo il tono della voce.
Si gratta il collo e abbassa lo sguardo sulle sue converse.
-si chiama Marget Rebben- sbuffa strappando un filo d'erba intrappolato tra una fessura del cemento.
La guardo senza capire.
-è lei che ci ha visti. Non voleva che lo sapessero tutti, me l'ha detto, solo la sua amica l'ha raccontato un po' in giro. Solo l'intera scuola l'ha saputo- ironizza amaramente scrollando le spalle con una smorfia in volto.
La lascio continuare. Deve ancora alzare lo sguardo verso di me, però e non capisco perché.
Sembra voglia continuare, ma non ci riesce.
-la conosci? Ci hai parlato?- cerco di scoprire qualcosa in più.
-no, non la conosco. Però, ci ho... ci ho parlato-
Avrei tante domande da farle a questo punto, avrei anche molte cose da dirle, come ad esempio scusarmi, ma dalle sue risposte evasive intuisco che lei non voglia affrontare l'argomento.
Cosa diavolo è successo durante la mia assenza?
-parli tu o parlo io?- scherzo, ma non sorride. È piuttosto cupa e non mi guarda negli occhi.
-Jude, smettila di stare zitta. Mi dici qualcosa o no? Posso sapere che è successo?- sbotto dopo i suoi infiniti silenzi.
Finalmente alza lo sguardo. Mi accorgo così dei suoi occhi lucidi.
-che vuoi sapere, eh?!- sbotta aprendo le braccia. -di come l'ho picchiata a sangue?! Di come ho passato le due peggiori settimane della mia vita?! Di come sia cambiata da quando tu non ci sei più?! Di come io sia praticamente morta per gli altri?! Di come vengo trattata, di come parlano di me sia alle spalle sia quando passo, di come per me sia ingestibile tutto questo, di come pianga ogni sera, di come mi sia ridotta a non avere più nessuno?!  Vederti mi rendeva felice, sono venuta qui per tornare ad essere felice, non per autocommiserarmi con te. Oggi non voglio piangere, Justin. Non farmi piangere!- sussurra tra i singhiozzi mentre alcune lacrime le rigano la guancia.
Le mie interiora si attorcigliano come auricolari infilati male nella tasca. Il mio cuore sussulta ad ogni suo singhiozzo, ad ogni suo conato di vomito.
La ragazza che mi piace mi sta piangendo l'anima davanti ed io e i miei arti siamo completamente paralizzati a fissare questo macabro spettacolo.
Mi sprono mentalmente e la prima cosa che mi salta per la testa è avvolgere le mie braccia attorno a lei.
La stringo forte come mai l'ho stretta, più forte di quando questa mattina l'ho rivista dopo tanto, come se volessi che mi trasmettesse tutto il dolore che ha passato, che me lo merito. Le do quell'abbraccio che le ho fatto mancare per troppo tempo.
Non riesco nemmeno a sussurrarle un debole 'scusa'.
-tu non c'eri! Quando avevo più bisogno di te, non c'eri!- mi urla contro senza far cessare il mare dai suoi occhi. -mi hai lasciata sola in quella merda, mi hai lasciato cadere!- con una gomitata mi allontana e comincia a tirarmi pugni sul petto.  -hai preferito ignorare tutto e ricominciare, ma io non ho avuto la tua stessa possibilità. Ti odio!- sbotta ancora tirando quello forse più forte di tutti. Non mi interessa se può causarmi qualche botta giallognola, la botta più forte l'ho già presa quando ha finito il discorso precedente.
Mi odio anch'io per questo come biasimarla.
-ti odio perché mi hai anche ritenuto responsabile di tutto!- singhiozzi, urla e pugni. Sì, decisamente non è la Jude che ricordavo. -ti odio perché non mi hai più chiamata, sei sparito, perché non avevo più nessuno con cui nascondermi, con cui parlare, qualcuno che mi facesse sentire viva! Ma soprattutto ti odio perché penso di essermi innamorata di te!-
Due gocce salate calano anche dai miei occhi, ma le cancello all'istante quando Jude crolla sconfitta sul mio petto e le mie braccia la avvolgono come un maglione.
Dopo un interminabile silenzio in cui sono passato dal sentire le urla e i singhiozzi della ragazza tra le mie braccia all'udire solo il niente intorno a noi e il suo respiro regolarizzato, parlo senza smettere di baciarle i capelli e strofinare le mani sulle sue braccia.
-mi sento un mostro- sospiro a voce bassa come un segreto. -ti capisco per il fatto che mi odi, mi odierei anch'io, anzi già lo sto facendo. Non posso credere che hai passato tutto questo, piccola, sei più forte di quanto pensassi- sorrido sui suoi capelli.
-non sono forte- borbotta nascondendo il viso dentro il mio giubbino appena aperto dalle sue mani. Scuoto la testa e la abbasso per osservare i suoi movimenti.
-invece, sei una guerriera. Però, con la violenza non si vince nulla, dimostragli che hai la testa per cavartela a parole. Non usare la forza che è una cosa che tutti possono usare, hai la testa che funziona, sei furba, vedilo come un vantaggio. Una cattiva parola può valere molto più di uno schiaffo, ma con questo non ti sto invitando a imbottirli di insulti. Solo pensa prima di parlare e muovere le mani, chiaro?- le prendo la testa tra le mani sfilandola dal mio petto e le accarezzo dolcemente le guance ancora umide.
-Justin...- mi sussurra.
-dimmi, Jude- annuisco.
Si morde il labbro inferiore. Il mio sguardo si posa sul suo labbro intrappolato dai denti e mi domando se le cose fossero andate diversamente e quindi ora quelle labbra sarebbero sulle mie.
Scrolla le spalle dicendomi che non è importante.
Il pensiero di lei con altri ragazzi mi infastidisce, soprattutto con Kyle.
Non mi è mai piaciuto.
-vuoi parlarne ancora?- le domando.
Penso che sia giunta l'ora che qualcuno l'ascolti davvero e sì, sto irrimediabilmente cercando di sistemare la mia situazione nei suoi confronti.
-mi ascolteresti anche se parlassi per delle ore?- mi domanda con un sopracciglio piegato.
Le sorrido rassicurante e le sposto una ciocca di capelli dal viso.
-ti ascolto maggiormente quelle volte che quelle che parli di stronzate per dieci buoni minuti- ridiamo.
Fa spallucce. -le stronzate sono nel mio DNA- si giustifica guardando il cielo.
Annuisco. -ci siamo già arrivati, Jude. Tranquilla- la consolo falsamente serio.
-dannazione, la vuoi sentire sta storia o no?- sbotta cambiando già idea.
Alzo le mani in segno di resa. -perdono. Vai-
Prende a parlare di quello che le è successo in queste due settimane che non ci siamo visti.
Alcuni tratti ci rimango davvero male, mi racconta per filo e per segno tutto il dolore che ha provato, mi sento solo più in colpa, ma si lamenta soprattutto della società.
Mi racconta tutto, anche quello che non vorrei venire a sapere, sinceramente.
Capisco quanto sia stato difficile per lei e mi sento ogni minuto più in colpa. Ogni parola detta con tristezza è una pugnata al cuore, ma resto ad ascoltarla per far si che si levi quel macigno dalla pancia.
Non so precisamente dire quanto tempo è passato da quando ha cominciato a fiatare, ma penso stia per calare la sera controllando il cielo sopra le nostre teste.
Ogni tanto le racconto anch'io qualcosa di qua, ma non ho molta scelta siccome mi interrompe quasi subito ricordandosi un altra cosa che le è successa. Tutto questo non mi dispiace, sono stato assente per troppo tempo e ora è arrivato il momento di rimediare.
Ho capito che lei a me tiene parecchio e la cosa è reciproca.
Appena calma il suo fiume di parole e discorsi regna il silenzio.
E così era lei a tenere in piedi la conversazione?
-Justin...- sospira. Le rivolgo lo sguardo.
I suoi occhi si fanno poco più grandi e più umidi.
-sparirai ancora?- bisbiglia quasi avesse paura a dirlo troppo ad alta voce.
Il mio viso interrogativo subito si addolcisce a quelle parole da cucciolo smarrito.
E io che credevo che se la cavasse meglio senza me tra i piedi.
Le circondo la spalla con un braccio avvicinando il suo corpo al mio.
-serviranno più di alcuni pugnetti da femminuccia e una storia strappa lacrime per farmi scappare, piccola- le bacio la fronte e la scorgo sorridere ad occhi chiusi.
-fanculo, sono andata avanti a Wrecking Ball e Warrior. OGNI GIORNO- sbotta allontanandomi, ma la ritiro al mio fianco divertito.
-me l'hai già detto, piccola-
Sbuffa.
-aspetta un momento, ma la mia scuola finisce prima della tua. Come hai fatto ad uscire un ora prima? Serve il permesso firmato- rifletto.
Mi guarda malamente con un sorriso sghembo. -forse mi sarò concessa un piccolo giorno di vacanza- cinguetta.
-ah però!- esclamo sorpreso. -qualcuno qui è diventato una bad girl, mi sembra- sorride.
-naaaah, dormo ancora con Harry Styles- si porta una mano sulla bocca ridacchiando come una psicopatica.
Aggrotto la fronte stupito. -se hai chiamato così il tuo orsetto di peluche solo per dire in giro che dormi con Harry Styles, non è un'ottima pensata, sappilo. Ormai lo fanno tutti- le ricordo facendola cessare di ridacchiare e facendola fare una smorfia da cattiva.
-questo non è fottutamente giusto, l'ho inventata io questa cosa. Ormai i giovani crackano tutto! E comunque, non è un orsetto. È un tenerissimo panda- grugnisce infastidita alzando le braccia.
Annuisco divertito.
-che fai questo sabato?- le chiedo accompagnando un occhiolino.
Inarca un sopracciglio incrociando le braccia al petto. -Bieber che mi domanda di uscire?-
Annuisco. -sì, sai stavo pensando ad un giretto in crociera o qualche scampagnata per i boschi- dico con sarcasmo. Scuote la testa.
-se ti comporti così, non lo considero un appuntamento- mi minaccia.
Sorrido falsamente intimorito.
-sembra grave. Allora devo optare per un semplice giro sul Tamigi?-
Storce la bocca. -preferivo la scampagnata-
-okay, okay, andiamo in Scozia per i boschi-
-no, ci sta lo yeti nei boschi bui e freddi e non è una persona, lo sanno tutti. Quello ti stende solo con l'alito-
-ma perché diamine ci siamo messi a parlare dello yeti?- domando confuso.
-ehi ehi, piano! Cos'hai contro lo yeti, uh? Io alla mattina sembro uno yeti, qualche problema?- mi sfida muovendo la testa in un modo strano.
Santa Madonna, ma come ci riesce? Mi mancava della anormalità nella mia vita, in effetti.
Scuoto la testa ridendo. -non mi hai dato la stessa impressione ultima volta- ammicco lanciandole un altro occhiolino.
-okay, hai ragione. Arrapo troppo alla mattina. Secondo te, quanto vivono le persone senza cervello?- mi domanda incuriosita portandosi teatralmente una mano sotto il mento.
-suvvia, illuminami- so che è una battuta squallida quanto gli shatush che sembrano goleador alla coca cola, ma gliela lascio finire. Si chiama pietà.
-non saprei... tu quanti anni hai?- ridacchia soddisfatta.
Metto su un finto broncio. -fammi capire. Manco quanti anni ho sai?- sbotto alterato.
Strabuzza gli occhi. -Justin, è solo una cazzo di battuta-
Scoppio a ridere mentre lei mi guarda ancora confusa.
-lo sapevo, piccola. A differenza tua, che non capisci il mio humor-
Scuote la testa contrariata. -lo capisco fidati. Solo che è pienamente pessimo-
-ah, già. Il mio- sogghigno.
-sei senza speranze- annuisco.
-quindi non esci con me?-
Si gratta un ginocchio. -non ho detto questo-
-hai appena detto che sono senza speranze- rettifico.
-mi riferivo all'umorismo per conigli-
-quindi esci con me?- chiedo speranzoso.
Mi fissa bene negli occhi. -se sei il tipo che corre puoi ritenerti già fuori. Non voglio andare a letto con te già al primo appuntamento- chiarisce seriamente alzando i palmo delle mani.
Scoppiamo entrambi a ridere.
-a volte però mi stupisci. Sei davvero divertente- la consolo.
Improvvisa un balletto sempre se si può chiamare così.
-vuoi sentirne un ultima?- domanda.
Annuisco rassegnato all'ennesima freddura pessima.
-se il buio è pesto... il giorno è sugo?-
Spalanco gli occhi.
In che mondo siamo finiti.
 
 
***
 
 
Faccio retromarcia controllando dallo specchietto laterale e voltandomi con il busto di 90 gradi.
Appoggio la mano sulla testiera del sedile del passeggero per facilitare il movimento mentre maneggio con il volante. Dopo un perfetto parcheggio (del resto, sono sempre stato ottimo a parcheggiare ed è quello che mi ha alzato di molto il punteggio della prova pratica di guida), arresto il veicolo ed estraggo le chiavi dal nottolino dirigendomi verso l'appartamento.
Entrando, la solita sensazione di buio pesto mi invade e deduco che Ryan non sia in casa.
Nel momento in cui chiudo la porta alle mie spalle e faccio per premere l'interruttore della luce, qualcosa davanti a me si muove. Mi fermo.
Un ladro?
Ho sempre adorato fare il ladro, mettermi quella maschera per non essere riconosciuto, comportarmi come un ninja ammaestrato anche solo per rubare un pacchetto di cracker, tutto quell'alone di mistero che ti porti appresso, la vita sempre in movimento. Non mi è mai capitato di trovarmi un ladro in casa prima d'ora, ma infondo tutti hanno una prima volta.
Se avessi davvero un ladro dinnanzi, sicuramente gli offrirei dei pasticcini e lo farei accomodare in salotto per farmi raccontare tutti i rischi del mestiere. Mi affascinano molto queste cose, sono proprio dei lavoracci!
Ma tutte le mie speranze svanirono quando udii una voce familiare parlarmi.
-hei, sei tornato finalmente...- quella voce sensualmente e appositamente bassa proveniva da una sola persona.
-che ci fai qui, Cece?- accendo la luce, stavolta, e la noto seduta comodamente sul mio divano con le gambe accavallate e un sorrisino dipinto in volto. Porta una maglietta rosa pastello dalla scollatura rimarcata e dei jeans scuri che le fasciano perfettamente le gambe e ai piedi degli stivaletti in camoscio.
Ho sempre adorato le sue gambe, sono lunghe, sode e slanciate. Nessun accenno di cellulite, smagliature, cicatrici, nulla. Sono anche molto lisce e questo mi riporta a pensare a qualche giorno fa dove quelle gambe erano avvolte al mio bacino mentre spingevo dentro di lei.
Devo ammettere che le sue gambe saranno l'unica cosa che mi mancherà di lei.
Mi raschio la gola mentre mi sfilo il cappotto e lo appendo all'appendiabiti.
-sai... ho sempre lasciato che quando ne avessi il bisogno saresti venuto da me. Stavolta, invece, il bisogno è capitato a me...- con le sue lunghe unghie e coperte dallo smalto rosa perlato, crea dei cerchi immaginari sulla pelle color crema del divano.
Storgo la testa di lato.
-come hai fatto ad entrare?-
Ridacchia.
-Ryan è cosi facile da abbindolare!- sospira alzandosi. -e poi volevo farti una sorpresa...- cammina verso me che sono ancora accanto alla porta con le mani infilate nelle tasche dei jeans.
Sorrido falsamente. -una sorpresa? Ho già ricevuto la mia sorpresa oggi- sbotto levando il sorriso dalla mia faccia.
Si acciglia, ma non smette di muovere passi verso la mia sagoma.
-ma davvero? E che tipo di sorpresa hai ricevuto?- ora è vicinissima. Allunga le sue dita verso il collo iniziando a muoverle lente e passionali. Raggiunge la mandibola, ora contratta e fa lo stesso. -hai dato un bel voto a scuola? Ti hanno regalato un cane? Hai vinto un scommessa?- azzarda mentre continua a "provocarmi". Aggrotto le sopracciglia guardandomi attorno. Le sue frasi non hanno un gran senso.
-nulla di tutto questo- sospiro allungando un angolo della bocca. -però, voglio davvero dirtela questa sorpresa- le confido.
Annuisce e si avvicina pericolosamente al mio orecchio. -che ne dici se me ne parli mentre raggiungiamo camera tua?- sussurra con malizia contro la pelle del mio orecchio.
Abbasso la testa ridacchiando.
Una settimana fa avrei accettato senza indugi, anzi.
Ma una settimana fa ero un altro uomo. Oggi sono cambiato.
Avevo preso la ragione e la razionalità delle cose, ma oggi la mia ragione è tornata.
Lei è la mia ragione.
La allontano con un braccio.
-Cece, non ho voglia di perdere tempo quindi sarò chiaro e veloce. Sono innamorato e lo sono sempre stato. Ma non di te, Cece. So che mi odierai, ma ti avevo avvertito. Ti avevo detto che forse non avrei mai provato nulla per te ed è stato così. Ci eravamo persi di vista io e lei, ma mai persi veramente. È tornata da me, Cece e io non posso che essere l'uomo più contento su questa terra. Tutto il vuoto che avevo quando venivo da te è scomparso. Ma è scomparso solo perché è tornata lei a restituirmi ciò che si era presa andandosene, non grazie a tutte le nostre scopate, Cece, quelle me lo facevano solo dimenticare per un po'. Mi dispiace, sono un verme, lo so, ti ho usato, ma infondo non dirmi che non lo stavi facendo pure tu. Per cosa sei venuta oggi, eh? Per cosa? Per scopare, ovvio. Ma vedi Cece... ci sarà un momento nella tua vita che ti renderai conto che quello di cui hai bisogno non è solo un uomo che ti faccia sentire amata perché gli provochi un forte orgasmo, ma di un uomo che ti guardi negli occhi e che ti dica che quello che lo fa andare avanti è il tuo sorriso. Un giorno lo troverai, Cece. Tutti lo trovano, figuriamoci una così carina come te- allungo le braccia per stringerla a me in un ultimo abbraccio, ma mi rifiuta.
Inarco un sopracciglio. Che fa la vittima adesso?
Le scendono delle goccioline salate dagli occhi. Non capisco.
-ho sempre avuto paura che questo momento arrivasse- tira su col naso. -ho sempre avuto paura di non essere abbastanza per te e difatti non è così. Forse, non si tratta nemmeno di non essere abbastanza forse si tratta solo di non essere quello che tu vuoi. Beh, Justin io l'unico che voglio sei tu. Siamo rimasti lontani per molto tempo, dopo il liceo, e mi eri mancato. Quando sei tornato da me per la prima volta ero al settimo cielo. Speravo che tutto potesse ricominciare. Ma l'ho capito da quando facevamo... L'amore? Beh, per me era amore, Justin, perché ti amo veramente. L'ho capito da quando la prima volta e tutte le altre dopo entravi in me e nel contempo entravi nel tuo mondo. Quante volte ti ho sussurrato 'ti amo' all'orecchio, ma tu mai mi hai sentita? Pensavi a lei mentre eri dentro di me. Non mi guardavi nemmeno negli occhi. Però era proprio in quel momento che mi sentivo tua, non in quanto tu stessi fisicamente dentro di me, ma per il fatto che scambiassi me per lei, che è sempre stata tua. Mi usavi, è vero, ma a me non importava questo sai? Ti amavo e basta. E voglio anche ricordarti che quando la sensazione di lei ti avvolgeva tu correvi da me. Quando stavi male per lei e avevi bisogno di togliertela dalla testa per qualche ora, tu avevi me come ancora di salvezza! Non ho mai avuto il coraggio di chiederti ogni volta che capitavi a casa mia 'che ti è venuto in mente stavolta eh? Altri ricordi?'. Non ce l'ho mai fatta, preferivo credere di sbagliarmi. Ora, tu puoi anche buttarmi via come un preservativo usato, ma sappi che ti ho aiutato anch'io, Justin, e sappi che ti amo. Questa non è la fine di noi, ne sono sicura. Se ti ha fatto stare male una volta ed è quella giusta, allora vedrai che succederà ancora. Tornerai da me, Justin, e io ti aspetterò come ho sempre fatto- si asciuga una lacrima dal volto mentre silenziosamente avvicina le sue labbra alle mie fino a farle scontrare.
Non mi muovo, non chiudo nemmeno gli occhi a differenza sua. Non percepisco nulla.
Le sue parole mi hanno smosso molto di più. Lei sapeva tutto, ma non me l'ha mai detto.
E io che la credevo una stupida.
Alla fine ero io l'unico stupido a non accorgersi nemmeno che Cece è innamorata di me.
Scuoto la testa e si allontana.
Emetto un lungo sospiro.
-a presto, Justin- mi accarezza un braccio con un certo sorriso meschino per poi uscire velocemente da casa mia.
Porto la testa all'indietro e raggiungo il divano strisciando.
Mi ci fiondo sopra mentre il mal di testa e la stanchezza si fanno sentire più del dovuto.
Avrei preferito di gran lunga il ladro, oh sì.




 

BELLA GENTE, AMATEME.
SO DI ESSERE IN RITARDO,MA DEVO
ESSERE AMATA 'CUZ QUESTO CAPITOLO E':
  •  TRE PAGINE DI WORD PIU' LUNGO DEI MIEI STANDARD.
  • ONLY JUSTIDE BARRA JUDIN BARRA ROMETTA&GIULIEO BARRA QUALSIASINOMEABBIATEMENTALMENTESCELTOPERLACOPPIA.
HAHAHAHAHA, DICO BENE?
*incrocia le dita sperando che annuiscano da dietro il pc*
BTW, LO SAPETE CHE VE AMO?
QUASI QUANTO IL BIBO?

NON SO DIRVI SCUSE SUFFICIENTI CHE GIUSTIFICHINO
IL FATTO CHE NON ABBIA RISPOSTO ALLE VOSTRE RECENSIONI.
PROMETTO CHE FARO' DI TUTTO PERCHE' NON ACCADA MAI PIU'.
QUESTO NON SIGNIFICA CHE NON LE LEGGA.
CHE SIA CHIARO
LEGGO OGNI VOSTRA RECENSIONE E IMPAZZISCO PER OGNUNA.
LOVE YA.

QUINDI, OLTRE CHE CHIEDERVI COM'E' ANDATO QUESTO CAPITOLO, FANGIRLARE TUGHEDER, FARE IL CONTO ALLA ROVESCIA PER #BelieveMovie, DIRVI CHE ACCIORNERO' IL PROSSIMO A DIECI RECENSIONI (non mi deludete MAI),
HO DECISO CHE RINGRAZIERO' TUTTE LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO IL CAPITOLO PRECEDENTE, UNA AD UNA.
SAPPIATE COMUNQUE CHE VI RINGRAZIO TUTTE
PER IL VOSTRO SUPPORTO CONTINUO
,
MA A FINE SPAZIO AUTRICE AVRO' UNA NOTIZIA PER VOI, FORSE NON MOLTO PIACEVOLE.

GRAZIE A (e non solo, ma lo faccio solo per
questo capitolo per farmi perdonare):


naomibeliebers
secsidrew
zaynscandies
raawrdrew
Valebelieber95
Selenamy
emily_beliebers94
swagbiebs94
Martina J Drew
_Giulia_99
jbvoice


AI LOV IU OLL.
SEMPLICEMENTE VOLEVO DIRE A CLARISSA (zaynscandies)
CHE IL NOME L'HO MESSO APPOSTA, PECCHE' AI ADORE IT.
E INFINE, RINGRAZIO SPECIALMENTE LA MIA PAXXA BEA (secsidrew)
PECCHE' C'E' STATA DALL'ORIGINE (?) E LE VOGLIO UN BENE IMMENSO.
-comunque zia, Giustino con Ciccia (Cece) non l'ha fatto sul letto di casa sua, ma bensì sul letto di casa di Ciccia. E poi Giustino si lava le
copertine e quindi lo sperma svanisce con chantecler, LOL-
[e scriveme ogni tanto ohhh, sistah c: x]

VOLEVO DIRE CHE SE QUALCUNA VOLESSE PUBBLICITA' BASTA CHIEDERE.
FATE COSI' TANTO PER ME.
PERO', PRECISO CHE FACCIO PUBBLICITA' SOLTANTO,
QUESTO NON SIGNIFICA CHE DEVO LEGGERMI LE VOSTRE STORIE E
POI COMMENTARLE.
NON PER CATTIVERIA REGA', MA GIA' NON CI STO CON LA SCUOLA
(mi mader oggi e' andata ai colloqui, speriam bene e.e)
SE POI MI METTO A LEGGERE ANCHE STORIE CHE FANNO PIETA' (RIPETO SENZA CATTIVERIA, PECCHE' ALCUNE STORIE MI PACCIONO DAVVERO E LE COMMENTO CON PIACERE)
SOLO PER AVER "IN CAMBIO" ALTRE RECENSIONI NON MI INTERESSA.
NON VADO AD INTASARE LA POSTA PERSONALE DELLE ALTRE PER CHIEDERE DI PASSARE ALLE MIE STORIE,
CHI SE LE VUOLE LEGGERE LE TROVA NELLA MIA PAGINA E NELLA HOME
QUANDO AGGIORNO.


-piccolo sfogo-


DETTO QUESTO, VOLEVO DIRVI CHE ULTIMAMENTE SONO UN POCO NELLA MEDDACCIA.
NON RIESCO AD AGGIORNARE MOLTO, MA CERCO DI FARLO.
PER QUESTO AMMETTO CHE FARO' UNA PAUSA CON QUESTA STORIA PER
PAREGGIARMI CON LE ALTRE.

VI VOGLIO BENE.

Ci voleva lei.
Jamie's World.

Faccialibro.
Twitterino.
Askami.


Ciàcciào, mie principelle.



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