Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Lacus Clyne    22/11/2013    3 recensioni
"Cominciò con un incubo. Un incubo tornato dalle profondità dell’anima in cui avevo cercato di relegarlo innumerevoli volte, da quando ne ho memoria." Per Aurore Kensington i sogni si trasformano in incubi sin da quando era una bambina. Sempre lo stesso incubo, sempre la voce gentile del fratello Evan a ridestarla. Finchè un giorno l'incubo cambia forma, diventando reale. Aurore è costretta a fare i conti con un mondo improvvisamente sconosciuto in cui la realtà che le sembrava di conoscere si rivela essere una menzogna. Maschere, silenzi, un mistero dopo l'altro, fino al momento in cui il suo adorato fratello Evan e la loro mamma scompaiono nel nulla...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buon pomeriggio! :D Come state, ragazzi? Ebbene, sì, mi sto sbrigando. u__u Ed ecco la prima parte del capitolo 15, che credetemi, sarà mooooooooolto, molto illuminante su tante questioni. Vorrei chiedervi di dirmi se sto correndo troppo ora con gli aggiornamenti, pensavo di stabilire un giorno a settimana, magari, aiutatemi voi! >_< Intanto, vorrei ringraziare i miei cari Taiga-chan (tesoro mio, questo capitolo, in tutte le sue parti, te lo dedico, è tutto per te! <3), TheDarkness sempre gentile e tanto caro, Yoru-kun che spero di risentire presto (e che le lezioni stiano andando bene!! *_*), la dolce Giacchan impegnatissima, e anche color che seguono e basta e aggiungono di tanto in tanto questa storia alle loro liste! <3 Grazie! :D

Ok, ecco qui la prima parte, preparatevi alla prima rivelazione! u_u<3 Buona lettura e se volete commentare, fate pure!! *-*

 

 

 

 

 

- Sai che ti dico, Evan?! Avrei tanto preferito avere una sorella piuttosto che un fratello come te!

Quelle parole risuonarono forti scuotendomi, al ricordo di una furiosa litigata avuta con Evan. Ci eravamo trasferiti da poco in una nuova città e avevamo discusso proprio per qualcosa che in quel momento mi appariva assolutamente insulso, ma che allora, mi era sembrata la peggiore delle umiliazioni: la gelosia di Evan nei confronti di un compagno di scuola che mi aveva chiesto il numero di cellulare. Era la prima volta in vita mia che accadeva e la mia esuberanza era pari soltanto alla mia emozione. Prima di chiedere consiglio alla mamma, avevo chiesto un parere su cosa fare a mio fratello, che aveva risposto con un secco “Scordatelo”. Ricordai tutto lo sconforto che ne seguì, compreso di pianti e di insulti. Evan non soltanto mi aveva umiliata, facendomi sentire indesiderata, ma aveva per giunta stroncato sul nascere la mia speranza. E poi mi arrabbiai, riversandogli addosso tutta quella frustrazione. Per giunta, il suo sguardo apatico mi era sembrato l’ennesima beffa, come se fossi una seccatura per di più indegna di ricevere alcuna attenzione. E al colmo della rabbia, gli dissi quelle parole. Una sorella mi avrebbe certamente capita e magari mi avrebbe anche appoggiata. Evan era incapace di provare sentimenti, o almeno, così pensavo. Solo dopo mi resi conto che non si trattava di gelosia, o almeno, non soltanto di quello. Quel compagno di scuola aveva scommesso con gli amici che sarebbe riuscito ad avere il numero della nuova arrivata entro una settimana. Quando lo scoprii, mi risentii così tanto che volli sprofondare. Evan, a suo modo, voleva evitarmi una delusione. Non so come, ma aveva scoperto le intenzioni di quel ragazzo. E ancora una volta, ebbi la conferma di quanto mio fratello volesse proteggermi. Magari aveva dei modi strani di farlo, ma le sue intenzioni erano più che sincere. Ma quelle parole continuarono a restarmi dentro per sempre, insieme alla vergogna di aver dubitato di Evan e di averlo offeso in quel modo.

E ora che mio fratello non c’era più, in qualche modo, quelle parole avevano assunto un nuovo significato. Il mio sguardo, così come quello di tutti i presenti nella piazza centrale di Chalange, la capitale di Adamantio, era fisso sull’incantevole figura che si stagliava al centro stesso del sagrato, di fronte alla cattedrale. Arabella. La Croix du Lac.

- Quella è…?

- Santi numi…

- La dea ci ha benedetti!

- La Croix du Lac è tornata…

- Cosa significherà ?

Le voci del popolo si mischiavano tra loro, silenziose, eppure comprensibili. Tutti guardavano la fanciulla dai lunghi capelli dorati. Indossava una veste perlacea, stile impero, come le donne dell’Underworld, con un nastro d’argento che la cingeva appena sotto il seno. Sembrava speculare rispetto a Liger, che teneva la sua mano con riverenza. Al collo, portava una chiave dello stesso materiale, proprio come aveva predetto Rose durante la notte della Renaissance. Il suo viso, così giovane e incantevole, era praticamente identico a quello di mia madre, che a sua volta, la osservava con gli occhi sgranati. Dio solo sapeva quali sentimenti si stavano agitando nel suo cuore in quel momento.

La Croix du Lac ha preso il suo corpo, quasi diciassette anni fa. Era così piccola…

Mi aveva detto.

- O mio diletto popolo.

Disse all’improvviso, con voce celestiale. Ogni altra voce si spense, e tutti prestarono attenzione, incantati. Persino Violet, per non parlare dei ragazzi, era concentrata. E sul sagrato, Amber, Blaez, Rose e Ruben erano un fascio di nervi. La Croix du Lac lasciò la mano di Liger, che fece un passo indietro, poi sollevò le braccia candide al cielo. Rimasi sconvolta e senza parole nel vedere il prodigio che seguì. Probabilmente, se non l’avessi visto coi miei occhi, non ci avrei creduto nemmeno. Un raggio di luce si irradiò dal dorso della sua mano, luminoso e scintillante, salendo fino al cielo. Sotto lo sguardo impietrito di tutti noi, il cielo notturno cambiò in pochi istanti, scoprendo una lucentezza in tutto e per tutto simile a quella del primo mattino. Diversa da quella che perdurava dalla notte della Renaissance, più forte e nitida, come se il velo d’oscurità fosse stato squarciato e il giorno finalmente fosse potuto rinascere. Si alzarono urla di gioia e scesero lacrime. La gente di quel mondo, per troppi anni abituata all’oscurità, aveva finalmente avuto la prova che le cose potevano cambiare. E soprattutto, che a rendere possibile quel cambiamento, era la presenza di quella ragazza. Io stessa, da quando ero arrivata nell’Underworld, scettica a mia volta, ero del tutto incapace di elaborare qualunque pensiero razionale utile a giustificare ciò che stava succedendo.

- E’ un miracolo…

Sussurrò Violet, incredula tanto quanto me. Annuii, senza proferire parola.

E poi, così com’era comparso, quel raggio di luce si diradò, disperdendosi nell’aria. La popolazione, ancora inchinata, osservava con occhi sgranati il cielo appena mattutino. D’improvviso, sentii una forte pressione sul petto. Mi resi conto ben presto di cosa si trattava, nello stesso istante in cui vidi le gemme di Amber, Rose, Livia e Amelia risplendere. E temetti che l’inganno della falsa ametista potesse essere scoperto, quando di colpo, la stessa Croix du Lac esitò e perse l’equilibrio. Prontamente, Liger la sorresse. Probabilmente, considerando che il corpo era pur sempre quello di Arabella, non era in grado di reggere la tensione creata dal potere stesso che aveva dentro di sé. Subito, come se il cielo avesse reagito, il velo oscuro tornò ad adombrare la luce, facendo ripiombare l’Underworld nella notte eterna, con la stessa sottile e fragile luminosità che faceva da sfondo dopo la notte della Renaissance.

- E’ di nuovo buio!

Esclamò Leandrus, contrariato.

E mentre la piazza stessa era in pena per il mancamento della propria Lady e si era profusa nel canto di preghiera di Adamantio, la mamma si era alzata, pronta ad accorrere in soccorso di Arabella. Mi si strinse il cuore, in quel momento, soprattutto quando vidi il professor Warren bloccarla e impedirglielo. Poi, la Croix du Lac si riprese, tranquillizzando tutti quanti.

- Perdonatemi.

Disse, stringendo il braccio di Liger.

- Nel corso di tutto questo tempo, mi sono molto indebolita. Non mi è ancora concesso di riportare la luce in questo mondo. Qualcosa ancora me lo impedisce.

Istintivamente, portai la mano al petto, cercando di proteggere la mia ametista. Temevo che si riferisse proprio a me. Violet mi guardò, comprendendo al volo il mio stato d’animo, poi mi prese la mano, stringendola forte nella sua. Apprezzai quel gesto e lo ricambiai con un sorriso. Ma nonostante tutto, ero tesa come una corda di violino.

- Da molti anni oramai, il trono di Adamantio è vuoto. Nessun Despota ha più regnato sul nostro amato mondo. Oggi, ho deciso di mostrarmi a voi per annunciare il cambiamento. Famiglie dell’Underworld, alzatevi.

Disse, voltandosi verso i nobili intervenuti. Alla fine, quel momento era giunto. Mi ritrovai a pregare che non decidesse di smascherare pubblicamente Amber. Il solo pensiero che la mia amica, la prima ad avermi accolto e aiutato in quel mondo, patisse una sorte peggiore della morte stessa mi terrorizzava. I nobili della nuova generazione obbedirono all’ordine. Osservai la scena che mi si prospettava davanti con apprensione, al punto che non mi resi nemmeno conto di star stringendo tanto forte la mano di Violet da farla lamentare.

- Scusa…

Le dissi, sciogliendo la presa.

- Stai tranquilla, Aurore… abbi fiducia in loro…

Mi ricordò. E mi resi conto che anche lei era davvero tesa. Dopotutto, su quel sagrato, non molto lontano da noi, ma perfettamente in vista, c’era il suo Ruben.

- Chi sono i candidati per questa generazione?

Domandò la Croix du Lac.

Blaez fece un passo avanti, inchinandosi. Ma fu Amber a parlare. Rivolse uno sguardo verso Angus, che sedeva dirimpetto a loro, insieme agli anziani oligarchi. Poi, vidi che guardò oltre, in corrispondenza delle guardie imperiali. Compresi subito chi stesse cercando. Nonostante fossero vestiti allo stesso modo, di certo, Amber era perfettamente in grado di riconoscere, tra tutti, il suo Shemar. Esitò per qualche istante, poi riacquistò sicurezza e guardò la Croix du Lac, sollevando il braccio verso Blaez.

- Blaez Vanbrugh da Rhatos, trentasettesimo conte di Shelton.

La Croix du Lac li guardò entrambi e per tutto il tempo in cui lo sguardo fu fisso su di loro, pregai come mai avevo fatto in vita mia. Tirai un sospiro di sollievo quando passò oltre, raggiungendo Rose e Ruben. Fu Violet ad avere il cuore in gola, questa volta. Non avevo mai visto così tanta preoccupazione nei suoi occhi come in quel momento. Ma la compresi tutta. Ruben era inchinato e i ragazzi, i suoi compagni, erano attenti come non mai. Era il momento che aspettavano da tempo, quello in cui la candidatura del loro signore sarebbe stata ufficializzata. Rose parlò, eseguendo lo stesso gesto di Amber.

- Ruben Cartwright da Bregenz, ventinovesimo duca di Camryn.

Ancora una volta, la Croix du Lac assentì, poi passò a Livia, che si inchinò.

- Vostra Grazia. Wiesen non ha avuto eredi maschi. Sono la sola appartenente alla nuova generazione e pertanto, cedo il passo.

Disse, con determinazione che mal si accordava con la sua giovanissima età.

Stavolta, la Croix du Lac sorrise.

- Livia Devereaux. Mi auguro che in futuro, Wiesen possa fornirci sagge e preziose personalità, così come è sempre stato.

- Vi ringrazio dell’onore accordatomi. E’ anche mio desiderio.

Disse, chinando la testa biondo platino. Poi si rialzò, tornando a sedersi sullo scranno troppo grande per la sua minuta figura.

Dopodichè, toccò al professor Warren. Deglutii nel vedere il piccolo Jamie inchinarsi. Mi chiesi quale razza di lavaggio del cervello gli avesse fatto quel bastardo. Perché non scegliere Damien al posto di un bambino così piccolo? Cos’aveva suo figlio maggiore che non andava? Forse, Jamie era più facilmente manipolabile? La Croix du Lac guardò mia madre, in piedi, impietrita, davanti a lei. Erano bellissime, insieme. Sentii diversi bisbigli che nonostante la solennità della scena, attraversarono di bocca in bocca la piazza. La loro somiglianza non era sfuggita, eppure nessuno sembrava spiegarsi il motivo. Probabilmente, la nascita di Arabella doveva essere stata tenuta nascosta.

- Dimmi una cosa. Tu sai il perché Lady Cerulea e la Croix du Lac si assomigliano?

Mi mormorò Leandrus all’orecchio. Lo guardai con la coda dell’occhio.

- Credo che tu già lo sappia. E comunque… sappi che avevi ragione, Leandrus, su tutto.

Aggrottò le sopracciglia, perplesso, poi sul suo viso comparve lo stupore quando realizzò a cosa mi stavo riferendo. Non aggiunse altro, ma si limitò a fare spallucce.

- Che bel casino.

- Già… davvero un bel casino…

Confermai. Poi tornai a guardare il sagrato. In questo caso fu il professor Warren a parlare.

- Jamie Warrenheim da Agen, trentesimo conte di Challant.

Si sollevarono diversi mormorii in quel momento, richiamati da Andres Oliphant, che intimò di fare silenzio. Chiesi a Leandrus come mai specificassero dei nomi di città e lui mi spiegò che ogni famiglia aveva una propria sfera d’influenza, facente capo a una città in particolare. Ad esempio, i Trenchard provenivano da Karelia, mentre i Vanbrugh da Rhatos. Stesso dicasi per Challant. Scoprii anche che la mia famiglia proveniva da Velsen, la capitale stessa di Challant.

- Lord Warrenheim.

Disse la Croix du Lac.

- Vostra Grazia.

- Intendete porre sul trono di Adamantio un bambino così piccolo?

- Jamie è piccolo, certo, ma ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo Despota.

- Mi è stato riferito che vostro figlio non è nato né cresciuto nell’Underworld.

Quell’osservazione scatenò una nuova ondata di mormorii. Quantomeno la Croix du Lac non era così sciocca da cedere alle folli idee del professor Warren e stando ad Amber, lui non era così pazzo da sfidarla.

- E’ così, Vostra Grazia. Mio figlio è nato e cresciuto nel mondo della luce. Nessuno meglio di lui può aiutarvi a riportarla nel nostro così amato e martoriato mondo.

Mi scappò una risatina isterica. Warren era davvero odioso. Come mai avrebbe potuto Jamie realizzare qualcosa che non era riuscita nemmeno alla stessa Croix du Lac? Ad ogni modo, lei si limitò a un cenno col capo, per poi passare oltre, arrivando ad Amelia Dobrée. Diversamente da Livia, era in piedi.

- Vostra Grazia. Dourand, per molto tempo, non ha avuto l’onore di vedere un proprio esponente sul trono di Adamantio.

Disse, con voce grave. Mentre parlava, guardai mia madre, il cui sguardo era rivolto sulla folla. Immaginai che tra tutte quelle persone, stesse cercando me. Avrei voluto tanto sventolare il braccio come facevo quand’ero piccola per richiamarne l’attenzione, ma sapevo che non mi era possibile.

Mamma, sono qui…

- Tuttavia, posso annunciare che anche Dourand ha un suo candidato.

Gli oligarchi si guardarono perplessi, confabulando. Quella notizia doveva suonare come una novità, sebbene non dovesse essercene motivo. Eppure, persino Ruben, Blaez e tutti gli altri si voltarono verso Amelia, stupiti.

- Davvero? Prego allora, di chi si tratta?

Domandò incuriosita la Croix du Lac.

Amelia sorrise. Avevo già visto quello sguardo malizioso. Poi si scostò voltandosi, sollevando il braccio. Al suo cenno, una figura con indosso un mantello scuro, salì sul sagrato, inchinandosi. Tutta la popolazione borbottava a voce più o meno alta. Anche noi eravamo incuriositi, tanto quanto lo erano i presenti. La Croix du Lac guardò Liger, che lasciò il suo braccio per avvicinarsi alla figura inchinata.

- Togliete quel cappuccio e dite il vostro nome.

Ordinò.

- Lasciate che sia io a presentarlo.

Intervenne Amelia, eccitata.

Liger guardò la Croix du Lac che assentì. Poi, si scostò, tornando vicino alla sua signora.

Amelia, al contrario, guardò verso il professor Warren, poi si rivolse alla Croix du Lac, assumendo un’aria solenne.

- Damien Ealing da Locronan, trentaseiesimo duca di Dourand.

Proclamò.

Damien… Ealing?

- No…

Sussurrai appena.

- Ealing?! Ma… ?

La voce incerta di Violet.

- Che diamine significa?!

Leandrus era incredulo, tanto quanto lo erano il professor Warren, Jamie e tutto il resto dei presenti. Ma nulla era paragonabile a quello che provai io quando quella persona abbassò il cappuccio, scoprendo il volto di Damien Warren.

- Dam-- !

Feci per urlare, senza rendermene conto, ma fui fermata da Leandrus, che mi tappò la bocca. Cercai di scostarmi, mentre le lacrime mi riempirono gli occhi e il respiro mi mancò. Damien era lì, vivo, inchinato di fronte alla Croix du Lac.

- Che sta succedendo, Leandrus?! Perché è lì?!

Domandai, quando riuscii a liberarmi dalla sua presa. Alcune persone nelle vicinanze ci guardarono, ma Leandrus le tranquillizzò, poi mi guardò.

- Vuoi farti scoprire?! Non ho idea di che diavolo ci faccia lì!

- E perché Ealing?

Domandò Violet.

- Forse sta fingendo…

Suggerì Eyde. Lo guardai in tralice. Ma quella spiegazione doveva essere la sola possibile. Eppure, perché diavolo si era esposto in quel modo? Era impazzito del tutto? Tornai a rivolgere lo sguardo su di lui, sperando di avere risposta in qualche modo.

- Damien Ealing?

- Dev’esserci un errore!

Esclamò tutto ad un tratto il professor Warren. Persino Jamie era incredulo. E come dargli torto. Suo fratello era finalmente lì, vicino a lui, ma fingendo di essere un’altra persona.

La Croix du Lac si voltò verso di lui, poi guardò Damien.

- Cosa intende?

- Vostra Grazia, lasciate che sia io a spiegare…

Esordì Amelia, ma la Croix du Lac le impedì di proseguire, intimandole di fare silenzio.

- Voglio sentirlo da lui.

Damien sollevò il viso.

- Vostra Grazia. Come Lady Amelia ha precedentemente affermato, il mio nome è Damien Ealing. Sono il figlio di Lord William Ealing e di Grace Lantis.

William Ealing e Grace Lantis? Mi chiamo Will e vengo da Dourand. Sono un pittore, al momento in viaggio di nozze. E questa è la mia sposa, Gracie. No. Non poteva essere una finzione. Non dopo quelle parole. Ma che diavolo significava allora? Damien, a che gioco stai giocando?!

Damien guardò verso suo padre, l’uomo con cui aveva sempre affermato di non avere legami.

- Lord Warrenheim, dovreste raccontare come sono andate davvero le cose. Non credete sia forse arrivato il momento di confessare la verità?

- C-Che diavolo…

Il professor Warren era sconvolto. E così lo erano tutti i presenti. Liger, tuttavia, smorzò la tensione.

- Adesso basta. Non siamo nella sede adatta per discutere di problemi di questo tipo.

Sentenziò.

- Damien Ealing di Dourand, verificheremo l’attendibilità di ciò che dici a tempo debito. Milady?

La Croix du Lac si rivolse pensierosa ad Amelia, poi annuì.

- Sia così. Mi ritiro in consiglio. Liger?

Liger le porse la mano.

- Quanto a voi, candidati e famiglie, ordino che non lasciate Chalange fino a che non avrò deliberato.

Tutti i nobili si inchinarono nuovamente, obbedendo. Poi, la Croix du Lac si rivolse verso gli oligarchi e il popolo.

- Prega, o mio popolo diletto. Prega affinché vi sia salvezza. Proteggerò questo mondo, qualunque cosa accada. Sii tu la mia forza.

Poi, mentre la Croix du Lac si allontanava, scortata da Liger, si alzarono maestosi i canti di preghiera di Adamantio, gravi più che mai, per il nuovo, fragile scenario che si stava prospettando. Non riuscii a vedere più nulla quando la confusione aumentò. Cercai di raggiungere il sagrato, ma Leandrus mi fermò ancora una volta.

- Andiamo via. Non è il momento ora.

- Perché?!

Protestai, impaziente al pensiero che non avrei potuto rivedere subito né la mamma, né Damien.

- Perché è pericoloso, ovviamente. E stavolta, non ti lascerò fare di testa tua.

Rispose, stringendomi il polso. Sbroccai, ma non servì a niente. Leandrus fu irremovibile. Allora, mollai il cesto che avevo in mano, tirandogli uno schiaffo, sotto gli occhi increduli di Violet e degli altri. Sapevo di starmi comportando come una bambina capricciosa, ma dannazione… dannazione, erano così vicini e poteva essere la mia sola occasione di raggiungerli, o anche solo di... non sapevo nemmeno io. Leandrus accusò il colpo, poi mi guardò, con lo sguardo improvvisamente spento.

- Questo non dovevi farlo.

E prima che potessi replicare, un pugno ben assestato nel mio stomaco pose fine alla mia sfuriata. 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Lacus Clyne