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Autore: Mina Incandescente    24/11/2013    0 recensioni
E se alla fine di un magnifico concerto, una fan e i famosi 5 ragazzi che hanno rubato il cuore a molte ragazze fossero attaccati? E se il loro manager Paul diede inizio a una nuova vita per i sei ragazzi? E se li portasse tutti al Campo e fossero tutti semidei?
Federica, Harry; Louis; Liam; Niall; Zayn; Percy; Annabeth; Nico e Thalia saranno uniti in un’unica grande impresa che deciderà le sorti della civiltà occidentale. Una situazione irreale, amori sofferti ed irrealizzabili, mostri potenti capeggiati da una forza oscura e… morte certa!
Ecco cosa ci sarà in questa storia spero di avervi incuriosito.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ce l' avevo fatta!! Erano mesi che ci provavo ma non avevo mai perso le speranze come tutte le altre mie sorelle directoner. Era il giorno migliore della mia vita. Il mio sogno. L' unico. Realizzato! Molti pensano che sia una boy-band di "froci"che non sappiano  cantare,  ma per me sono anche più di bravissimi cantanti. La loro musica é tutto per me, é grazie a questa se non sono diventata autolesionista, tossica e sono rimasta me stessa. Quella musica che ti colpisce al cuore, quella musica che ti comprende e ti dice ciò che vuoi sentire, quella musica che non è altro che una passa-porta per un altro mondo.
Non potevo crederci era davvero riuscita a realizzare il mio sogno. Ero rimasta senza parole per via di quelle di Zio. Ero felicissima. Mi alzai dal divano e mi diressi verso camera mia completamente euforica. Desideravo qualcuno con cui parlarne, qualcuno con il quale esprimere la mia gioia ma... In questo mondo non avevo nessuno... Nessuno. Ne un' amica né un amico... Era sola a causa della mia diversità. Io ero quella sempre emarginata per il suo modo di vestire troppo ribelle, per il motivo che ero stata espulsa da tutte le scuole per via di incidenti assolutamente non causati da me e perché... Perché io ero diversa. Diversa. Già, iperattiva e dislessica e per alcuni anche lunatica. Andare a scuola era uno strazio. Perennemente persa in giro e umiliata in 365 modi differenti.
Ero stanca a causa dell’ emozione e erano anche le undici di sera, così decisi di andare a dormire. Il giorno dopo non avevo voglia di alzarmi, suonò la sveglia ma ero sveglia già da un po’, la causa: incubi. Mi perseguitavano. Sognavo mostri terrificanti che attaccavano e io logicamente scappavo e cercavo di restare viva.
Ma  sta notte fu diverso. Ero in una strada di Manahattan buia, isolata, un bellissimo posto insomma. Cominciai a passeggiare  per quel sentiero buio, c’erano palazzi alti con tutte le finestre chiuse, non un rumore, completa silenzio inquietante, spazzatura dappertutto e un lieve venticello sembrava tutto tranquillo; ma mi sbagliavo. Ci fu uno strano rumore, mi girai e mi trovai davanti un pipistrello gigante che aveva tutta l’ aria di voler afferrarmi, intrappolarmi e mangiasi un buon spuntino di mezzanotte. Non ero molto d’accordo ma che potevo fare? Non avevo un’ arma né c’ era qualcosa di utile lungo la strada.
Obiettivo: restare in vita. Soluzione: fuga.
Cominciai a correre più veloce che potevo, giravo a sinistra e destra per tentare di seminarla, ma era peggio di un segugio con le ali, lunghi artigli e un’ odore nauseabondo.  Girai a destra, poi a sinistra e dopo di nuovo a destra. Tentai di impormi di svegliarmi ma ero ancora in quel sogno. Girai ancora a destra mi ritrovai in un vicolo ceco. Lo sapevo ero così fortunata d’ altronde.  Ero in trappola mi aveva accerchiata davanti quella cosa e dietro il muro, non sapevo che fare. Quando, mi sentii la tasca destra del jeans pesante, come se dentro ci fosse qualcosa,  misi la mano all’ interno e estrassi un piccolo pugnale, molto elegante, lama lucente e manico con su scritto una frase che in quel momento non ebbi il tempo di decifrare. Feci la prima cosa che mi venne in mente, corsi verso l’ arpia con il pugnale sguainato e la trafissi, divenne polvere dorata.
Fu in quel momento che mi svegliai. Restai il resto della notte a pensare.
Alle 7 la sveglia suonò, mi alzai e così cominciò la mia solita monotona routine. Odiavo andare a scuola, costretta a stare a contatto con gente che mi odiava, ricevere sempre lo stesso voto nonostante i miei sforzi ero stanca. L’ unica consolazione: mancava una settimana al concerto.
 
 
Spazio Autrice:
salve a tutti. Ebbene si sono ancora viva!! Non aggiorno da un po’ ,diciamolo due mesi non sono poco. Comunque ho trovato il tempo di scrivere quindi cercherò di aggiornare ogni settimana. So che è molto piccolo ma doveva essere così per dare importanza al sogno. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci Persia Ω

  
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