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Autore: Immortal to me    26/11/2013    6 recensioni
Niall è un normale ragazzo irlandese che ben presto capirà di non essere molto simile ai suoi coetanei. Grazie a uno sfortunato incidente, scoprirà la sua vera natura e comincerà la sua vera vita da mago.
OneDirection!Hogwarts'Wizards
Niam/Ziall || Lirry/da ben definire.
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.
Si prega di evitare qualsiasi tipo di plagio.
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE (vi prego, leggetele T.T): Mi scuso per l’assenza infinita, sono stati mesi di blocchi dello scrittore. Ci sono stati stravolgimenti a scuola, in famiglia e persino nella vita sociale .-. Beh, non sto qui a scocciarvi con i miei problemi. Ma, visto che è passato molto tempo dall’ultimo capitolo ho preferito farvi un riassuntino della situazione:
Liam è stracotto di Niall, il quale non ricambia (ragioni di pene). Entrambi avevano intenzione di parlare faccia a faccia con il caro vecchio Zayn, che non si era comportato da vero e proprio gentleman nei loro confronti. Come andrà a finire? Chissà.
Nel frattempo Harry si sente sempre più tagliato fuori da Liam, il quale è troppo preso dal piccolo Niall da non accorgersi della sua esistenza.
E Louis? Beh, è sempre il solito stronzo.
 
 


 “You might think I’m crazy, that I’m lost and foolish leaving you behind.
Maybe you’re right, maybe you’re right”
 
Niall
Mi sistemai meglio sulla scomoda sedia, strinsi la mano che era nella mia più forte e parlai.
“Pensi che… Tomlinson stia bene?”
“Non me ne fotte un cazzo di Tomlinson. E non dovrebbe interessare nemmeno te, visto tutti i casini che ci ha creato” ribadì quasi rimproverandomi Liam.
“Sì, ma… se gli avessi fatto del male? Se fosse ridotto persino peggio di te?” chiesi terrorizzato. Il pensiero di aver ferito qualcuno feriva me per primo… non me lo sarei mai riuscito a perdonare se avessi fatto perdere a qualsiasi persona l’uso di un arto o chissà, della propria mente.
Liam mi guardò negli occhi e mi rassicurò:
“In quel caso si chiama legittima difesa. E’ stato lui a ridurmi così, e a te avrebbe fatto di peggio. Hai idea di che fatture stesse lanciando? Ce n’erano di tutti i tipi, dalle orticanti alle pungenti. Fidati se ti dico che quello che gli hai fatto tu è nulla in confronto” io annuii e sospirando portai una mano alla testa che mi girava velocissima. Tutti gli avvenimenti di quei giorni erano troppi da sopportare senza come minimo cadere in crisi d’identità esistenziale. Prima la cosa dell’essere mago, poi Liam, il treno, le case, i corvonero e per ultimo quella cosa. Che non mi sarei mai aspettato di fare nemmeno nei miei incubi peggiori. Quanto è vero che l’alcool dà alla testa.
 
 
Chiusi gli occhi stanco e per un attimo mi rilassai pensando precisamente a nulla, mantenendo saldo solo il contatto con la mano di Lee, che mi ricordava di dover tornare con i piedi per terra prima o poi, ma che in egual modo mi permetteva di staccare per un attimo il legame col mondo esteriore e perdermi nel calore che essa emanava. Perché quello stesso calore, mi avrebbe dato una ragione per tornare indietro, e affrontare i problemi che già affollavano le mie giornate.
Infatti, così fu poco dopo, quando riaprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il suo sorriso che non poté far altro che alleggerire ancora di più la mia mente, dandomi una senso di spensieratezza, felicità… come ho fatto a vivere senza questo? Senza l’affetto dei suoi gesti, la sua protettività… e perfino senza la sua insicurezza che alle volte lo rendeva molto simile a un bambino pacioccosamente adorabile di età compresa tra i due e i sei anni, che non riesce a fare a meno di implorare perdono ad ogni minima parola detta senza pensare.
Sorrisi inconsciamente, catturato in quel vortice di sguardi intensi e infiniti. L’ultima volta che ho provato una cosa del genere è stata solo con Ab-…
Interruppi i miei stessi pensieri e con uno scatto mi alzai dalla poltrona dell’infermeria. Sciogliendo quella così essenziale presa.
Come avevo fatto a pensare a una cosa del genere? Come ero arrivato a pensare a lui come una volta pensavo a lei?
 
“Nialler? Tutto apposto?” mi chiese quasi impercettibilmente il moro.
“Sì… certo. Penso sia arrivato il momento di alzarsi. Il preside mi aspetta… Vuoi che ti accompagni in classe?” chiesi piatto, cercando, in maniera alquanto misera, di non far trasparire il mio disagio.
“Beh… se puoi sì… Altrimenti chiedo all’infermiera non c’è problema” disse notando il mio imbarazzo.
Al che senza proferir parola me ne uscii scosso dalla stanza, a passo svelto e testa bassa, lasciando un Liam spaesatamente ferito all’interno.
 
Mi ero ripromesso di non illudere Liam, ma chi sto davvero illudendo? Lui o… me?
 
 
 
Liam
“L’idea dell’incantesimo Feraverto è molto semplice, tuttavia l’applicazione richiede…” Blah blah blah. Ora capisco perché Harry non prende mai più di C- in Trasfigurazione. Sembra quasi che l’intento finale della McGranitt sia quello di farti dormire sul banco.
E le ore d’insonnia della notte precedente non aiutavano di certo… e Niall neppure. Dopo che se n’era uscito dall’infermeria non l’ho più rivisto per quattro giorni. O meglio, l’ho visto solo ai pasti gli ultimi due minuti e poi alla sera nel suo letto, già addormentato. Ho pensato seriamente di svegliarlo un paio di volte, ma poi probabilmente mi avrebbe assassinato se c’avessi provato.
Allora mi sono interrogato per quattro notti su cosa potessi aver detto o fatto di sbagliato, ma non c’era davvero nulla da poter considerare “anomalo”. Quindi perché evitarmi come la lebbra?
“Payne… mi parli delle condizioni necessarie che un animale deve possedere per essere trasfigurato in calice, visto che ha seguito la lezione con tanto accanimento” ironizzò la McGranitt. Peccato che a me non fece poi così tanto ridere…
La campanella squillò e per fortuna non dovetti mai replicare alla provocazione.
Proprio quando tutti stavano per uscire, però: “Payne, lei rimanga ancora un po’” disse scrutandomi seria la donna.
“Allora Liam. Cosa succede? E’ da qualche giorno a questa parte che non segui molto attentamente le lezioni. Sai come la penso sul rispetto del docente, e proprio da te non me l’aspettavo. Sei sempre stato uno studente modello, nonché il migliore del tuo anno almeno nel mio corso” affermò pensosa, come a liberarsi di un peso.
“Quest’anno perlopiù, ci sono i G.U.F.O., e da te soprattutto mi aspetto grandi cose. Ora vada, e non mi faccia pentire di non aver tolto punti alla sua casa”
Senza aver minimamente aperto bocca uscii dall’aula con un peso più grande sulla coscienza. Il tempo che stavo dedicando allo studio era pari a quello che Niall dedicava a me, e la cosa non era affatto positiva dato che i test non sono proprio una barzelletta.
Ma per quanto posso aver provato a non pensarci, Niall rimane conficcato nella mia testa per tutto il giorno. Insomma, mi manca. Ma ho paura che se provassi a chiedergli spiegazioni mi eviterebbe per il resto dell’anno. Così ora sono bloccato nel mio limbo della disperazione, e l’unica cosa che posso fare è aspettare che un miracolo gli faccia capire quanto mi manchi.
E’ “divertente” come con Harry ci sono voluti degli anni per poterlo definire anche solo migliore amico, ma di come con Niall non ho impiegato più di due minuti per capire che mi piaceva. Harry è Harry, sarà per sempre il mio migliore amico… ma mai nulla di più.
Niall è spontaneo, carino, esilarante e anche un po’ lunatico. Beh, direi molto lunatico. Ma più di tutto è etero… a lui piacciono le ragazze, e a meno che io non decida di farmi crescere un paio di tette non penso mi noterà mai. Non posso credere di essermi illuso come un imbecille quando… beh, quando mi ha quasi-tipo-baciato… avrei dovuto capire che era ubriaco. Ma forse in quel momento era più bello credere alla mia illusione… alla mia stupida infantile illusione.
Liam James Payne, smetterai mai di essere così ingenuo?
 
Deposi lo zaino a terra, estraendone da dentro il libro di Trasfigurazione. Il campo da quidditch, quand’è vuoto, è il posto perfetto per studiare. Lì niente e nessuno mi avrebbe distratto. Aprii il libro e cominciai a leggere ad alta voce le prime riga del capitolo sul Feraverto.
“L’incantesimo Feraverto è sfruttabile in occasioni di grave pericolo per un mago. La formula è stata creata nel tardo 1700 da Dilys Derwent, famigerata strega settecentesca, nonché preside di Hogwarts tra gli an-“
Mi bloccai non appena notai una scopa volare ad almeno cinquanta metri sopra la mia testa. Il ragazzo sopra di essa doveva essere un serpeverde, data la veste verde e argento, alquanto bravo. Le picchiate non conoscevano tentennamenti, le curve erano strette e mirate e le frenate ferme e decise. Fossi stato io così bravo avrei sicuramente mollato la scuola.
Il cercatore finì il suo allenamento e scese in picchiata verso il campo di sabbia, o più precisamente, verso di me.
Atterrò a distanza di pochi metri e poi scese dalla scopa che cadde inerme sulla sabbia. Si voltò verso di me rivelandosi per poi:
“Ah… Payne, pensavo fossi-“
“Malik? Mi dispiace deluderti. Dovresti sapere che è chiuso in dormitorio da diversi giorni” bloccarlo io, non avendo molta voglia di ascoltare i suoi inutili pretesti.
Louis Tomlinson, campione di quidditch sin dal primo anno. Vincitore consecutivo di quattro premi Hogwarts e tre Wizengamot. Negli anni ha lavorato con le grandi squadre mondiali nelle categorie junior, e quest’anno rappresenterà l’Inghilterra alla conferenza sull’approccio dei giovani allo sport più amato dai maghi.
Come so tutte queste cose? Chiamarmi fan accanito è dire poco. Sì, Tomlinson è lo stronzo più colossale che io abbia mai avuto il dispiacere d’incontrare. Ma a dirla tutta tra qualche anno un suo autografo varrà oro, probabilmente giocherà al posto di un anzianotto Krum e Hogwarts potrà esibire al mondo la sua nuova bestia da macello. Un futuro brillantemente già scritto il suo.
“Beh… oggi è uscito per la prima volta in quattro giorni. L’hai visto per caso?” chiese indifferente asciugandosi il sudore con un asciugamano targato Wingtown Wanderers. *
“No… ma digli che abbiamo un paio di conti in sospeso quando lo vedrai. E ora se permetti, dovrei studiare” sentenziai più gelido di una pietra.
Stette comunque lì impalato per almeno venti secondi. Voleva dire qualcosa, ma non trovava le parole.
“Payne… Io… mi sono pentito di aver fatto quel che ho fatto. Avrei voluto dirlo anche a Niall, ma non lo vedo da…
Facciamo una cosa, risolviamo la faccenda una volta per tutte. Non so te, ma io sono stanco di dovermi portare dietro i soliti vecchi rancori. Questa volta lotterò. Non per egoismo, non per fama, né per divertimento… ma per il bene di tutti. Allora, ci stai?”
 
Zayn
Insomma, proprio la mia giornata fortunata.
Giusto per cominciare, la strillettera che Piton mi ha fatto recapitare alle cinque e mezza del mattino, mi è letteralmente esplosa in faccia urlando:
“Zayn Malik, studente del quarto anno atteso nell’ufficio del Preside. SUBITO!”
Il tutto seguito da un’orda di Serpeverde che bussavano alla mia porta chiedendosi perché il professor Piton fosse nella mia stanza a urlare come un dannato.
(Già, la mia stanza, dal momento in cui sono andato a vivere nella vasca da bagno. E’ comodo stare lì, hai acqua dal rubinetto sufficiente per sopravvivere e in caso di estrema fame il bagnoschiuma alla fragola di Lou può andar bene)
Ho aspettato un po’ fino alle sei e mezza, per evitare di collassare sul pavimento per il troppo sonno e, chiamalo destino, quando mi sono deciso a prepararmi per il colloquio la doccia spruzzava solo acqua ghiacciata. Dopo dieci minuti di indecisione e tentennamenti, mi immergo nel getto d’acqua che mi toglie letteralmente il respiro, costringendomi a rabbrividire e tremare dal freddo.
Il meglio però doveva ancora venire, perché dopo la doccia più traumatizzante e corta di sempre, il mio amabile gatto doveva proprio pensare a rovinarmi la veste pulita graffiandomela e strappandomela da capo a piedi.
Imprecando mi “vestii” e sentendomi alquanto nudo camminai per i corridoi ringraziando il cielo che alla colazione mancava ancora un’ora.
Come volevasi dimostrare, il Preside era talmente preoccupato del mio “esorbitante numero di assenze ingiustificate” che per la cronaca sono solo tre, da volersi accertare che io stessi bene.
“Beh, no. Vede, lei non sa cosa vuol dire essere l’unico Serpeverde mezzosangue, e nemmeno cosa vuol dire avere uno stronzo di migliore amico. Ma che ci possiamo fare, no? La vita è una e va vissuta così come ci viene data” pensai di rispondere incazzato non so bene riguardo cosa.
Ma invece abbassai la testa e risposi con un flebile “Sì”.
Alche finalmente mostrò le vere intenzioni di quel colloquio:
“Mi dispiace Malik, ma mi vede costretto a sospenderla con obbligo di frequenza per almeno quindici giorni, se sta dichiarando di non aver sofferto di alcun tipo di febbre o malore nei passati tre giorni. Detto ciò, gradirei sapere come ha ridotto così la sua povera veste”
Con un semplice Reparo e un saluto mi congedò.
 
Di lì in poi fui obbligato a partecipare a tutte le lezioni, impegnandomi a evitare Lou e qualsiasi altra forma di organismo umano vivente.
Però non potei fare a meno di notare una cosa abbastanza ambigua. Durante la penultima ora Louis avrebbe dovuto tenere il corso di Divinazione (lo so perché ho visto entrare Nick e gli altri del quinto) ma invece si era messo a svolazzare sul campo da Quidditch, cosa che succede, e lo dico per esperienza, solo quando ha qualche diavolo per capello.
Fino a quel momento non avevo veramente capito quanto tutta quella storia potesse aver ferito Louis… per il semplice fatto che riusciva a provare solo due sentimenti da un po’ di tempo a quella parte: rabbia… e rabbia.
Il perché è un mistero persino per me, che dovrei essere il suo migliore amico. Prima di Hogwarts Lou non era così geloso, menefreghista e smanioso di potere.
Era semplicemente Lou. Dolce, scanzonato, divertente, solare e chi più ne ha più ne metta. Dire che mi manca è poco. E fondamentalmente, questo è anche il motivo della mia socio-apatia… se non recepisce il messaggio nemmeno in questo modo, beh.
Sapeva meglio di me che non volevo aggredire nessuno dei due, né Niall né tantomeno Liam (sebbene lo odi), ma mi ha costretto… cosa avrei dovuto fare? 
Conosce ogni minima sfumatura di me, nessuna esclusa. E c’è quella minuscola parte di me che nessuno conosce, ma che tutti riterrebbero rilevante. Nessuno mi lascerebbe in pace se lo venissero a sapere, e per me è già una grande fatica essere un Serpeverde “per metà”… figurarsi essere chiamato finocchio per il resto della vita.
 
L’ultimo rintocco di campana, che segnava la fine dell’orario scolastico, squillò assordante ma ben accolto da tutti gli studenti. Di fretta uscii dalla classe, riempiendomi un bicchiere di succo di zucca dal distributore gratuito offerto dalla scuola. E fu in quel momento che incrociai per puro caso un Louis totalmente sudato in divisa da Quidditch. E in un lampo mi appiattii al lato del distributore spiandolo con la coda dell’occhio. Correva evidentemente in ansia per qualcosa.
Curioso mi gettai anch’io all’inseguimento, ma mi bloccai sorpreso appena mi accorsi di un altro soggetto. Pochi passi dietro di lui, c’era niente di meno che Liam. Confuso ripresi a camminare seguendo il loro stesso percorso fino a quando, all’improvviso, Harry Fottutissimo Styles non ha sentito il bisogno di farmi rovesciare tutto il succo di zucca addosso.
 
 
Harry
“Hey! Lee!” le campane aveva appena suonato l’ultima interminabile ora, e tutti gli studenti uscivano impazienti dalle proprie aule.
Le cose non stavano andando molto bene negli ultimi giorni per nessuno. In generale, a scuola regnava il caos per la rissa conosciuta ormai come: “vendetta del popolo”.
Niall era diventato in poco tempo una sorta di idolo per tutti i corvonero, e non solo. Aveva un gruppetto di ammiratrici che ogni giorno gli facevano recapitare tramite gufi lettere d’amore “anonime”, cioccolatini e roba da dodicenni arrapate. Non che mi stupisse più di tanto. Insomma, Niall sa essere affascinante a modo suo, nessuno lo può mettere in dubbio. Il vero problema è che il mio migliore amico abbia deciso di farsi piacere proprio il ragazzo più etero dell’intera scuola… dopo Gilderoy Allock, logicamente.
“Hey” rispose indifferentemente, continuando a camminare degnandomi di un solo inutile sguardo. “Senti, non so per quanto tu voglia ancora andare avanti, ma se permetti io sono stanco. Ho passato gli ultimi quattro giorni a permetterti di piangerti addosso, senza chiedere mai perché non ti andasse di fare nulla, se non stare sul divano della tua sala comune a leggere uno stupido libro babbano utile solo a ricordarti che dopo il peggio c’è di peggio.” dissi bloccandolo in mezzo all’affollato corridoio, col fiato corto e gesticolando come un pazzo dalla rabbia. Cosa che l’altro non prese decisamente bene, tanto da: “Hey, è Oliver Twist. E poi, non mi sembra di aver chiesto la tua compassione” dire sconcertato, provando a liquidare lì il discorso sorpassandomi.
“Non pensare di cavartela così, mio caro. Sono stanco di aspettare, voglio sapere tutto. Ora” dissi irremovibile, avvinghiando con una mano il suo braccio.
“Harry, non ne ho voglia adesso. E’ una lunga storia, e sono molto stanco…” mi rispose come fossi un bambino che chiede di spingergli l’altalena.
Lo guardai confuso, perdendo tutta la sicurezza che avevo avuto fino a quel momento. Lasciai il braccio stretto nel mio pugno per poi: “E’ per Niall” affermare.
Non era una domanda, né una frecciatina. Solo un pensiero detto ad alta voce. L’altro non annuì, ma nemmeno negò. E io abbassai lo sguardo, cercando di decodificare la marea di sentimenti che mi sferzavano lo stomaco e il petto. Rabbia, gelosia, rancore, malinconia, frustrazione… ma più di tutti rassegnazione.
Senza aggiungere altro girai i tacchi lasciandolo lì impalato e percorsi ancora una volta il lungo corridoio, beffandomi delle spallate che incassavo o delle male parole che mi arrivavano, ormai per abitudine. Una volta era Liam che stando al mio fianco mi difendeva, anche solo con la sua semplice presenza. Mi faceva sentire come a casa, se non meglio.
Ma ora sta distruggendo con le sue stesse mani la nostra casa. Incurante del tempo a cui ho dedicato, a cui abbiamo dedicato, per costruirla con delle fondamenta di cemento… che pensavo mai si sarebbero spostate da lì. Ma col tempo, i mattoni sbiadiscono e le mura si costellano di crepe, com’è giusto che sia. Sì, è vero, per questo motivo esistono stucco e vernice… ma quanto ancora dovrò spendere forze a riparare ciò che non fa altro che rompersi?
 
 
“Per le mutande di Merlino. Styles, ti si è fuso il cervelletto?” una voce alle mie spalle diversa dalle altre mi riportò coi piedi per terra. Mi voltai velocemente, più per curiosità che per altro.
Un raro esemplare di Zayn Malik era davanti a me con in mano un bicchiere vuoto e la veste totalmente inzuppata di succo di zucca. Sgranai gli occhi, non so se per il fatto che Malik avesse finalmente deciso di uscire dopo giorni dal dormitorio, o perché mi avesse rivolto la parola per la prima volta in quattro anni.
“Oh, beh! Il karma esiste!” risposi con fare teatrale.
“Il che? Senti, non ho tempo da perdere. Conosci un incantesimo per aggiustare il tuo casino?” oh e adesso doveva pure fare la parte dell’indaffarato. Così lo guardai scettico per poi:
“Facciamo così, te lo aggiusterò solo se prima dirai dove stai andando di così urgente da farti uscire di camera dopo quattro giorni di completa nullafacenza” affermare incrociando le braccia. “Mi fai la predica Styles? Stai scherzando, spero. Non ti devo niente, il casino l’hai combinato tu mica io” rispose l’altro gesticolando nervosamente. “Non mi devi niente? Sei proprio sicuro? Ti ricordo che sono stato IO a…” mi tappai la bocca, per poi: “Lascia perdere” sentenziare ricomponendomi.
“Eh, no Styles. A fare cosa?” chiese curioso il moro, trascinandomi per il braccio più vicino a lui. “Ho detto. Lascia. Perdere.” Affermai a un millimetro dal suo viso.
“Se c’è qualcosa che mi devi dire, faresti meglio a dirla ora” mi minacciò.
“Altrimenti? Non sei così duro come vuoi dare a vedere, Malik” soffiai dritto sulle sue labbra.
Il diretto interessato, mollò la presa sul mio braccio permettendomi di divincolarmi da quella morsa fatale. Avevo detto anche troppo. Corsi per il corridoio col cuore in gola ma non presi la via per la Torre di Grifondoro. Rimasi fermo qualche decina di secondi dietro l’angolo del corridoio, e quando ricominciò a camminare lo seguii.
 
No, decisamente non avrebbe mai dovuto sapere del patto.
 

Niall
Presi un profondo respiro, impugnai meglio la bacchetta e urlai (per convincere più me che per altro): “Esilio!”
Nulla avvenne, se non si considera un leggero spostamento di sana aria fresca. Il preside rise di gusto appoggiandosi alla scrivania per mantenere l’equilibrio. Io al contrario, mi accasciai sulla poltrona già stanco di tutte quelle stupide formule e quei vani tentativi.
Gettai stanco la bacchetta a terra e misi il broncio. Il primo giorno, non mi ci preoccupai più di tanto… insomma, è comprensibile in quanto  prima volta. Ma la stessa cosa è accaduta per i due giorni successivi, e gettarsi nello sconforto più totale per me è stato inevitabile. Mr. Cowell continuava con la sua pappardella su quanto è importante tentare più e più volte se si è alle prime armi, e io lo ascoltavo come un apostolo ascolterebbe Gesù, pur se in quei momenti mi sembrava di essere la reincarnazione di Giuda.
Il mago si riprese e si ricompose per poi: “Riprova ancora, per imparare…”
“ ‘c’è bisogno di pratica e sacrificio costante ma soprattutto di sicurezza.’ Sì, l’ha già detto” ironizzare io canzonandolo. Che ero irritato da tutta quella situazione è dire poco, non so quale forza astrale mi tratteneva dal mollare tutto e fare le valigie per Mullingar.
“Senta, già è irritante il fatto che nemmeno lei abbia una risposta alle “stranezze” dei miei incantesimi, ma almeno mi faccia un piacere: mi dia dei veri suggerimenti invece della solita inutile frase da film che già tutti conosciamo”detto ciò appoggiai il gomito al bracciolo della poltrona e mi misi in posizione di finto ascolto del tutto indifferente.
“Beh, Niall, se hai qualche idea migliore proponile” disse lui sfidandomi, sapendo benissimo che non conoscessi altre soluzioni.
“Tutte tranne questa, ok?! Sono stufo di riprovare lo stesso stupido incantesimo da giorni. Per altro quello più insulso di questo mondo! Non c’è… che ne so, un amuleto della conoscenza…o un talismano della saggezza e robe da vecchi maghi nullafacenti il cui unico impiego quotidiano è gestire scuole di magia scaccolandosi davanti a casi persi?! E non venirmi a dire che queste cose esistono solo nei film babbani, perché non ci credo” dissi sentendomi in colpa subito dopo.
Avevo scavalcato il limite, e bhe, offeso l’unico che avesse davvero creduto in me e nelle mie possibilità. L’uomo però non mi guardò diversamente, non sgranò gli occhi per lo stupore. Rimase indifferente, completamente indifferente a quella sfuriata senza senso.
Mi ero alzato senza nemmeno rendermene conto mentre pronunciavo quelle parole, ma imbarazzatissimo puntai lo sguardo a terra, incapace di sostenere quello dell’altro più maturo, freddo e soprattutto capace di entrarti dentro e scavare nel profondo della tua anima alla ricerca delle sensazioni più intime e segrete.
Stanco di quell’atmosfera pesante ripresi la bacchetta da terra e uscii senza fiatare dall’ufficio. Frastornato controllai l’orologio che segnava le dodici e un quarto, e dato che era ancora troppo presto per andare ad aspettare il pranzo in Sala Grande, colsi l’occasione per un tour esplorativo di Hogwarts.
Ho sempre voluto vedere la Torre d’Astronomia. Liam diceva che lo spettacolo da lassù era mozzafiato: potevi vedere il Lago Nero, la Foresta Proibita, il campo da Quidditch…
 
 
Liam… Quante cose erano cambiate in soli quattro giorni. Quando tornavo dalle lezioni con il preside mi mettevo nel letto e dormivo fino alla mattina successiva, ai pasti arrivavo per ultimo quando ormai tutti avevano quasi finito. Tutto solo per evitare lui. Il perché di quel distaccamento? Se l’avessi saputo non ne avrei avuto bisogno. Erano secoli che però non parlavo con Harry… o Zayn… beh, non che mi andasse realmente di farlo dato che aveva implicitamente ridotto in pezzi le costole di Liam.
 
Ma chi vuoi prendere in giro? Loro ti mancano, Niall. E sai benissimo anche il perché non hai il coraggio di tornare a parlare con loro. Che gli dirai? Che sei stato impegnato con Cowell, probabilmente. Ma noi sappiamo la verità, non è così?
 
Scossi la testa e costrinsi quella vocina a tacere pensando ad altro. Alla vista meravigliosa che avrei avuto davanti pochi minuti dopo, magari.
Ma più salivo la scala a chiocciola, più ero sicuro che a ben altro avrei assistito in cima. Continuai lentamente e con passo felpato colto da un pessimo presentimento, che si rivelò fondato.
Erano tutti lì. Liam, Harry, Louis e… Zayn.
 





*La citazione dell’Intro è presa da una canzone di Bangerz, l’album di Miley. Che credo sia davvero molto azzeccata al momento ----->  Maybe you’re right: http://www.youtube.com/watch?v=i0zkP5F81Ds
 **wingtown wanderers, squadra storica di Quidditch nota tra i maghi come una delle più prestigiose.
 
Note dell’Autore:
Alloraaaa, prima solita cosa: ringrazio tuuuuutti per le recensioni, per aver messo la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati. GRRRAAAAAZZZZZIEEEEE T.T
Seconda cosa: per partorire questo obrobrio mi ci sono volute notte insonni, e visto che volevo dare qualcosa di migliore rispetto agli altri capitoli avevo paura di pubblicare. Ma ora siamo qui! E ho un estremo bisogno di sapere cosa ne pensate.
Terza cosa: sto sclerando perché ho un sacco di idee e così poco tempo per metterle su carta. Peeerciò sto provando a portarmi avanti coi capitoli in modo di avere un ritmo più stabile nella pubblicazione. Vi chiedo solo di armarvi di tanta pazienza, perché sono un caso perso in fatto di tempistica ewe.
Quarta cosa: stavolta, ho voluto dare più punti di vista, come si può ben notare. In questo modo si comprendono meglio le dinamiche dei fatti e il carattere di ciascuno. L’unico mancante, è Louis. Vi chiederete: perché? Beh. Avremo modo di parlarne più avanti molto accuratamente, statene certi.
 
Detto ciò, ci vediamo a data da destinarsi, presumibilmente prima/dopo natale! Per qualsiasi domanda/dubbio/perplessità/approfondimento, contact me on twittaaaah: https://twitter.com/missyaaxx
VI AMOOOO. BYYYYYEEE C: <3
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