Il viso della così attesa ragazza ebbe un sussulto, sembrava in difficoltà. Apriva la bocca ma non usciva niente , era diventata muta all’improvviso. Millicent era talmente vicina a Neville che lui riusciva a contarle le lentiggini. Era freddo anche se si avvicinava l’estate, forse lo sentivano solo loro. Avevano tutti e due le labbra secche e screpolate, le paffute guance della giovane erano terribilmente rosse, forse per il vento freddo o forse per l’imbarazzo che giaceva ormai da secondi tra i due.  Secondi che sembravano non finire mai, terribilmente lunghi e tesi. Neville si decise a continuare la frase, non sarebbe resistito a lungo.                
-Si, dimmelo subito. Intendo, si o no? Voglio una risposta sincera, non voglio farti pena.                                          
 Millicent non diede una risposta vera e propria, ma quello che fece ne valse mille di “si”.
Si avvicinò sempre di più al ragazzo che attendeva una risposta breve e coincisa. Tutto girava, come un vortice senza fine, come se si fossero smaterializzati in un mondo parallelo fatto solo dei loro sentimenti, di quello che avevano passato e del futuro che gli attendeva. Neville si sentì sicuro per la prima volta, veramente. Strinse le mani attorno alla vita della corpulenta ragazza, lei lo baciò con tanto sentimento , questo non era successo per sbaglio, questo era un bacio vero , e non era un semplice bacio era “il bacio”.   
Erano diventati improvvisamente una cosa sola, più uniti che mai e non solo nel senso fisico. Sentiva tutti i rumori possibili che echeggiavano sotto i loro piedi e dovette staccarsi. Gazza stava riunendo tutti gli alunni per prendere il treno. Senza indugio si strinsero forte, come se si dovessero dire addio.                             
-Certo che mi piaci. Ammise lei sincera ma allo stesso tempo preoccupata.
-Da quando?
-Da sempre
-Perché non me l’hai mai detto?
-Vedi Neville, c’è un problema.
-Cioè?
-Non te l’ho mai detto per non complicare le cose, volevo dimenticarmi di te ma come hai visto ti ho dimostrato che non ci sono riuscita. Hanno offerto un nuovo lavoro a mio padre, in Germania. Dovremmo trasferirci per un tempo forse lungo. Ho parlato con Silente, mi ha detto che la scuola mi darà sempre il benvenuto nel caso ritornassi.
-oh, quindi è finita? Non poteva durare a lungo la mia felicità.
Gli occhi di Millicent erano gonfi di lacrime e per la prima volta Neville fece la cosa giusta, la strinse al petto più forte che poteva e le sussurrò “quando ritornerai la scuola non sarà l’unica ad accoglierti a braccia aperte” anche lui era triste, ma quel bacio l’aveva rallegrato, altro che se l’aveva reso felice. Gli alzò il viso e sfoggiò un sorriso, lei ricambiò ed era ancor più vera la sua espressione.