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Autore: xbelicapeli    27/11/2013    4 recensioni
"Siamo stati creati per realizzare cose facili e per sopravvivere a quelle difficili."
Harry Styles e Louis Tomlinson lo sapevano bene, ma l’avrebbero presto provato sulla loro pelle.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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Se ne andarono verso il tram, chiusi a riccio nei propri cappotti, respirando nebbia. Era tardi, e nel buio c’era soltanto solitudine. Non parlarono fino alla fermata. Perché una fermata del tram di notte è perfetta: solo quattro occhi, nessuna parola. Un’occhiata quando serve. Si parla come uomini antichi. Entrambi in silenzio, ognuno con i suoi pensieri: sembravano una coppia di quelle che si amano da tantissimo tempo e non hanno più bisogno di parlare.
Harry guardava una casa davanti a sé, e pensava alla misteriosa permanenza delle cose nella corrente mai ferma della vita. Stava pensando che ogni volta, vivendo, si finisce per lasciare come una mano leggera di vernice, la tinta di certe emozioni destinate a scolorare, sotto il sole e la pioggia, in ricordi.
Louis invece osservava attentamente il volto del riccio. Non l'avrebbe mai potuto immaginare prima, ma proprio la cosa più assurda, che quel ragazzo ormai quasi uomo lo fissasse, era divenuta la cosa di cui aveva più bisogno, e senza la quale non ritrovava nulla di se stesso. E Harry lo sentì subito che Louis desiderava delle spiegazioni, ma più di quelle, uno sguardo. Così si voltò e rimase ad ammirare per qualche minuto il più grande, il quale non provando imbarazzo, ma anzi sentendosi a casa, ricambiò, fin quando il tram arrivò. Distolsero gli occhi l’uno dall’altro solo per salire sul veicolo e sedersi, poi ricominciarono l’osservazione delle pupille altrui.
‘Scusa.’ Sputò Harry tremando.
Louis non seppe cosa rispondere, ma vedendolo scosso, lo strinse a sé: era l’unica cosa giusta da fare. Il più piccolo si chiuse tra le sue braccia nascondendo il volto tra i lembi del cappotto per permettere a qualche lacrima di uscire senza che nessuno se ne accorgesse, ad eccezione di Louis ovviamente, il sciogliendo l’abbraccio guardò il maglioncino azzurro diventare più scuro a tratti.
‘Non ha importanza, Harry. Ora sei qui con me e il resto non conta.’ Lo rassicurò.
‘Hai ragione, niente e nessuno sono paragonabili a te, Louis’ e si abbracciarono di nuovo.
Bisognava vederli, infagottati in quella loro pelle di carta velina, mentre spiavano i battiti del cuore, un po' a vigilare sull'eventuale infarto, un po' a registrare, stupefatti, l'ostinata epifania di desideri fuori tempo massimo.
Scesero dal tram e la pioggia li accompagnò a casa, come prima di perdersi qualche settimana passata. Ma bisogna perdersi per ritrovarsi.
Lungo la strada parlarono poco ma si strinsero molto: talvolta le loro mani sembravano una sola.
In pochi minuti furono sull’uscio di casa Tomlinson. Fecero il loro ingresso attesi da tutta la famiglia preoccupata e vennero accolti dalle lacrime di gioia e sollievo di ciascuno.
Anne non fece troppe domande: evidentemente sapeva cos’era successo, a contrario di Louis.
Harry e Louis salirono insieme nella loro camera per lavarsi e cambiarsi.
‘Lou…’ iniziò il più piccolo cercando di fornire dei chiarimenti.
‘Harry, non ho bisogno di scuse o di spiegazioni se non hai voglia di parlarne. Voglio solo che tu stia bene, davvero.’ Anticipò l’altro.
‘Ho sbagliato.’ Ammise.
‘Quando la gente ti dirà che hai sbagliato e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fottitene. Ricordatene. Devi fottertene. Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita, e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca. Io questo l'ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro: le sue piccole tristi biglie infrangibili.’
‘Grazie.’ Lo baciò. ‘Ti amo Lou.’
‘Ti amo anche io Haz.’
Si spogliarono a vicenda dei vestiti e delle paure. E fecero l’amore, lo fecero nel modo migliore possibile. Si unirono in un solo corpo, erano una sola persona e una sola anima: non c’era niente di più bello.
Poi si coccolarono per ore intere, sperando che il tempo si fosse fermato e che nessuno li avrebbe mai fatti uscire da quella stanza.
Arrivò, però, il momento di farsi la doccia, dunque Harry baciò un’ultima volta Louis sulle labbra ed entrò nel bagno della camera, facendo scorrere l’acqua e cominciando a cantare.
Intanto l’altro ascoltava in silenzio. Lo aspettava ancora sotto le coperte lasciando crescere i suoi desideri con lo scorrere dei secondi, e presto si realizzarono: Harry tornò in una decina di minuti e si mise a dormire accanto a lui, come la prima notte, come un primo amore.
 
FINE.

‘Fine’, mise nero su bianco la penna di Louis sull’ultima pagina del suo diario: non c’era più posto per altre parole, non c’era più posto per altre fantasie tra lui e il ragazzo che per la prima notte dormiva nella sua stessa casa: Harry era nella stanza accanto che russava, mentre Louis riponeva le sue invenzioni scritte sui fogli nel cassetto.
In realtà non accadde nulla, perché alla vita manca sempre qualcosa per essere perfetta.
Louis scrisse tutti i suoi sogni. Scrisse perché scrivere è una forma sofisticata di silenzio. Scrisse non perché desiderava essere felice, questo no; desiderava solo essere salvato.




 
angolo dell'autrice:
THE EEEEEEEEEEEEEEEEEEND.
Si, è già oppure finalmente finito: scegliete voi lol
Lo so che i miei finali sono sempre stronzi, ma non ci posso fare nulla, ho queste idee geniali sotto la doccia e devo sfruttarle.
Il finale spiega degli episodi poco reali o che si sono svolti troppo velocemente
(in risposta ad alcune ragazze che mi avevano fatto notare questa cosa.)
SPERO VI SIA PIACIUTA E CHE MI FACCIATE SAPERE COSE NE PENSATE, capitolo per capitolo.

un grande abbraccio, alla prossima.
Marta.
   
 
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