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Autore: Ibelieve93    28/11/2013    4 recensioni
Stella Rossi è una hostess su uno degli aerei di lusso della compagnia Skyland .
Ama viaggiare ,volare , ma nonostante i suoi numerosissimi “avanti e indietro” per il mondo , non ha mai incontrato l’amore in vita sua .
Gabriel Gray , un poliziotto americano che non sopporta l'altro sesso per svariate ragioni , è costretto a proteggere Kevin , un sedicenne nonché testimone importante per un processo che si terrà in Italia .
Stella e Gabriel si incontreranno per caso durante un viaggio tutt’ altro che calmo da Los Angeles a Milano , e saranno costretti ad unire le forze per salvarsi la vita .
E se dovesse nascere l'amore ?
Il poliziotto e l'hostess cosa faranno ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo16. Distanti, ma vicini 





Gabriel

 


Il treno regionale diretto a Napoli delle ore 13:30 è in partenza dal binario 2 , ferma in tutte le stazioni . Attenzione: allontanarsi dalla linea gialla.

Era un susseguirsi di annunci in quella stazione, che mal di testa!

Annuncio ritardo: il treno intercity delle ore 13:43  proveniente da Bari arriverà con un ritardo di 20 minuti, ci scusiamo per il disagio.

Ecco, appunto: un casino totale.

Sbuffai sonoramente mentre scendevo dal treno , uno dei tanti che io e James avevamo preso per arrivare a destinazione . 
Era stato un viaggio lungo, faticoso, ed io ero a pezzi, ma almeno non erano saltati fuori dei problemi .
La calma ci aveva assistito per tutto il viaggio, e ne ero quasi commosso. 
Quel piccolo momento , in quella stazione , mi ricordava la mia città : gente sui binari in attesa del proprio treno per andare chissà dove , altre che correvano con i bagagli accanto di ogni dimensione rischiando di sfracellarsi al suolo…tutto era vagamente familiare , escludendo i ritardi dei treni ovviamente!
Mia madre diceva sempre che i treni in Italia non amavano andare in orario molto spesso , e averne la conferma attraverso gli annunci che continuavano a susseguirsi , non potevo che sorridere .
 Ma l’Italia già mi piaceva . Sì, mi piaceva .
L’aria che si respirava , le persone…sarà che Roma era anche la città in cui era nata e cresciuta mia madre , in cui ancora tutt’ora vivevano i miei nonni materni, nonostante mio nonno avesse origini siciliane.  
Era come se fosse un po’ anche mia , nonostante non la conoscessi…dopotutto dentro di me scorreva anche sangue italiano.
James , al mio fianco , aveva già infilato una sigaretta in bocca come suo solito. 
Per lui ogni occasione era buona per fumare .
Scossi la testa infastidito mentre una nuvoletta di fumo si parò proprio davanti la mia faccia . 
Fui costretto a tossire .
E far ciò, per come stavo messo , stava a significare anche dolore...tanto, tanto dolore.  
In quel momento vidi le stelle , le costellazioni, i pianeti, le galassie…tutto , tutta la storia dell’Universo forse…perfino la cara e vecchia esplosione, meglio conosciuta come Bin Bang .
Avrei voluto strozzarlo !
Sfilai la sigaretta dalle sue labbra screpolate, e lui mi incenerì con lo sguardo specialmente quando la stritolai sotto le scarpe fino a farne uscire il filtro .
Prima che potesse aprir bocca gli dissi : “ Punto primo. Sei un padre di famiglia ormai , per il bene di tuo figlio che sta per arrivare non dovresti fumare . Punto secondo. Non è il momento , dobbiamo cercare i nostri colleghi italiani . Punto Terzo. Se mi vuoi bene non fumare in mia presenza ” l’ultimo punto glielo aggiunsi  senza specificarne il motivo. Meglio non farlo.  
James roteò gli occhi : “Provaci ancora una volta e ti faccio secco io al posto della rossa ! Comunque muoviamoci. Non vedo l’ora di farmi una bella doccia”
Fece per muovere il primo passo verso una delle tante uscite presenti nella stazione , quando si bloccò all’istante per guardarmi di sottecchi.
Un sorriso , seppur stanco, affiorò sulle mie labbra.
“Tutto bene?” mi chiese  
“Benissimo” mentii superandolo ed iniziando a fischiettare  
I punti alla ferita spesso tiravano e facevano un male cane , ma quando il mio collega posava lo sguardo su di me il mio volto diventava tutt’un sorriso e ogni traccia di sofferenza spariva…Puff! Non c’era più!
Io ? Dolore? Naaah, sto benissimo!
Avrei fatto di tutto pur di non farmi ripetere le testuali e tanto odiate parole : Ti spedirò a casa non appena vedrò che non sei in grado di continuare le ricerche, sappilo ! Sai che posso farlo, in teoria sono un tuo superiore…eccetera, eccetera, eccetera.
Io non avrei mai abbandonato Kevin e Stella, poteva anche scordarselo.
                                                                      *****

Stella 




Uno sparo.
Il silenzio si spezzò.
Il mondo sembrò crollarmi addosso.
Kevin…forse neanche lui c’era più su questo mondo.
No.
Scossi la testa mentre involontariamente alcune lacrime iniziarono a graffiarmi il viso come fossero piccole schegge di vetro.
Strinsi forte le ginocchia al petto in quel piccolo angolo in cui mi trovavo.
Ero sola.
Ero rimasta sola.
Cosa avevano fatto a quel ragazzo?
Un grido straziante .
Risate riecheggiarono in aria ed io mi tappai le orecchie.
Dovevo smarrirmi, e dovevo farlo in un mondo in cui nessuno, eccetto io, aveva il potere di entrare .
Mi rifugiai tra le rassicuranti braccia dei miei pensieri .
La stanza buia ed umida scomparve, persero valore perfino quelle risate che non contenevano nessuna traccia di gioia. Erano vuote, fredde e crudeli.
Immaginai che il rumore di quello sparo appena sentito fosse la riproduzione di una nota , a cui era stata data la  vita da un leggero tocco di un tasto su un pianoforte…magari a coda e posizionato in un angolo in una enorme sala da ballo .
Lampadari di cristallo, tavoli ricoperti di buon cibo.
Atmosfera serena, accogliente.
Sorrisi… dovunque decidevo di guardare .
Un uomo in giacca e cravatta se ne stava in piedi, appoggiato al pianoforte .
Lo sguardo fisso sul pavimento , un bicchiere di spumante stretto in un mano dove potevo ammirare ogni singola bollicina scoppiettare , e l’altra mano nascosta nella tasca sinistra dei pantaloni neri .  
C’era poca luce in quel piccolo angolo . Non riuscivo a vedere bene il suo volto.
Ma il suo profilo era inconfondibile.
L’avrei riconosciuto da chilometri di distanza .
Mi avvicinai a lui e all’improvviso i suoi occhi incrociarono i miei.
Erano color verde foresta.
I suoi…
“Ehi! Sveglia!”
Uno schiaffo mi colpì la faccia in pieno ed io ritornai alla realtà di colpo.
Sentii la guancia colpita pulsare mentre percepivo la forma di quella mano pesante stamparsi sulla mia faccia sempre di più.
Alzai lo sguardo inferocita.
Florenzo.
“ Che facciamo? Dormiamo?” mi domandò in tono canzonatorio , poi scoppiò a ridere mettendosi le mani sui fianchi . “ non ti aiuterà sognare, principessina”
Un uomo così…che non poteva neanche definirsi tale,  forse aveva distrutto la vita dell’uomo che stavo immaginando con amore .
No, non volevo crederci.
 “ La signorina ha fame?” continuò a domandarmi quell’ammasso di carne e ossa mentre si inginocchiava davanti a me
Gli sputai in un occhio .
Non so nemmeno io dove presi la forza per far quel gesto, che sfortunatamente mi costò un altro schiaffo.
Sbattei la testa al muro e per un terribile istante rischiai di svenire.
“ Ti ho portato qualcosa da mangiare. Il capo ha detto che non dobbiamo farti morire di fame. Più tardi su occuperà anche di te”
Attraverso i capelli, che mi erano scivolati sul viso , lo guardai con disgusto: “ Dov’è il ragazzo?” gli domandai.
A stento riconoscevo la mia voce.
Lui si rialzò: “ è ancora vivo…il mio capo si sta divertendo un po’ con lui.”
Cercai di non farmi notare quando trassi un sospiro di sollievo.
“ Sai, deve ringraziare gli sbirri da quella amata r moscia …se loro non fossero arrivati a quest’ora sarebbe già morto”
I poliziotti francesi…chissà se erano arrivati in tempo per salvare anche il mio sbirro americano.
La cosa più importante era che almeno Kevin era ancora vivo.
C’era ancora speranza.
Florenzo proprio in quel momento mi tirò i capelli.
Non gridai, ma presi a dare pugni e calci.
“ Come siamo violente!” esclamò fingendosi sorpreso di quella mia piccola ribellione.
Mi fece alzare con la forza e mi obbligò a sedermi su una sedia che aveva portato.
“ Mangia!” mi ordinò recuperando un piatto che aveva poggiato sul comò
Guardai il contenuto del piatto quando lo presi fra le mani .
Minestra.
Tremando come fossi una foglia scossa dal vento afferrai il cucchiaio immerso nel liquido e provai a mandar giù qualcosa.
La minestra era calda, fumante…ed il suo calore mi riscaldò le membra.
Quando alzai gli occhi dal piatto , Florenzo annuiva con aria soddisfatta.
“ Dov’è la piccola Aileen ?” domandai speranzosa.
Sperai tanto che non fosse partita.
“ Che ti importa della figlia della mia amica?” chiese inarcando un sopracciglio.
“ mi sta simpatica” spiegai , senza aggiungere altro.
Lui recuperò il piatto che avevo poggiato sulle mie ginocchia e mi disse: “ è ancora qui. La mamma è andata a recuperare le ultime cose…e via! La Russia sarà perfetta per un tipetto gelido come Victoria, pensa per sua figlia se prenderà tutto da lei!” rise.
Piccola Aileen.
Ancora non potevo credere al fatto che fosse la figlia di Gabriel .
Ma quei suoi occhietti , quei suoi bellissimi capelli biondi non poteva che averli ereditati da suo padre .
“Voglio vederla” desiderai ad alta voce.
Quello sbuffò: “ Voi donne per i bambini avete un debole , eh?”
“Più tardi…forse” decise infine.
Sospirai.
In quello stesso istante nella stanza entrarono altri uomini.
Tre armati ed uno…
No! Kevin!
Il ragazzo fu spinto a terra ed io corsi subito accanto a lui .
“ Kevin…oddio! Come stai?” gli domandai preoccupata, e portandomi le mani al viso quando vidi come l’aveva conciato quei mostri.
L’avevano preso a schiaffi, a pugni.
Perdeva sangue dal naso, che era andato a macchiargli la maglietta, ed il labbro inferiore spaccato.
Un occhio , che a stento riusciva ad aprirlo.
“Siete dei mostri! E’ solo un ragazzino!” gridai
Kevin tossì e mi afferrò una mano.
Sentii appena la sua voce sussurrami un : “ non dir nulla”
Tra i tre uomini armati si fecero avanti altri due , con abiti decisamente più eleganti.
Sgranai gli occhi quando individuai l’unica persona che non avrei mai pensato di incontrare in quel momento.
Il mio cuore smise di battere per un brevissimo istante.
“zio”  
 No. Deve essere un sosia. Perché mio zio dovrebbe essere quel mostro che vuol far fuori me e Kevin?
Deve esserci una spiegazione
                                                                                *****
Gabriel
 


“ Tiro….e Goooool!”
James scattò in piedi , lanciando una bacinella carica di pop corn che teneva fra le gambe .
Trassi un profondo respiro .
Mi aveva fatto prendere un colpo. L’ennesimo in quel pomeriggio .
“ James, per favore” gli dissi serio e scocciato .
Volevo studiar in pace quei fascicoli , che avevo sparpagliato senza ordine preciso sul tavolo della cucina di alcuni dei nostri colleghi italiani , che ci avevano gentilmente ospitato .
Quelle carte potevano dirmi dove potevano essere Stella e Kevin.
Quei folli assassini dovevano aver lasciato qualche traccia da qualche parte, no?
Ciò che mi rendeva veramente contento poi…era che il caso di Stella e Kevin non era soltanto mio e di James. Finalmente avevano dei rinforzi , altri quattro poliziotti che se ne stavano anch’ essi seduti sul divano in quel momento. Erano tutti intenti a godersi una partita, anzi...la partita. Un ’amichevole : Italia-Stati Uniti…neanche a farlo apposta! E gli Stati Uniti avevano appena segnato. Erano 2- 1
James stava ballando dalla gioia non so che tipo di ballo davanti la tv , quando uno dei poliziotti disse agli altri : “ Se non se leva di torno l’americano …gliene mollo di ceffoni tanto da farglie voltà la faccia!”
Sorrisi.
Un altro aggiunse: “ Quello in cucina capisce l’italiano…non te fa sentì!”
Allargai il sorriso.
“ Abbiamo vinto!” esclamò trionfante il mio migliore amico mentre mi raggiungeva.
“ Sorridi su! Rilassati, un po’! Domani riprenderemo il lavoro…e vedrai che troveremo quei due dispersi!” aggiunse appoggiando le mani sul tavolo.
Scossi la testa e mi morsi le labbra: “ Non posso perdere tempo. Ogni attimo è prezioso, James”
“ Questa donna ti ha fatto perdere il senno. Sul serio, riposati. Ne hai bisogno” mi disse un po’ preoccupato
Sospirai sonoramente: “ fra poco…controllo un’altra cosa, poi per oggi chiuderò . Ok?”
James fece una smorfia, ma annuì.
“ Devi dirmi una cosa” riprese subito dopo.
“Dimmi”
“ Che diceva quell’italiano quando io stavo ballando?” mi domandò serio “ non conosco l’italiano…quindi fammi da traduttore!”
Trattenni a stento una risata: “ ha detto che era davvero contento per te . In effetti, è una squadra molto forte la tua.” mentii
Lui mi fece un occhiolino: “ gli italiani sanno quel che dicono !”
“ Non immagini quanto” risposi mentre lo vidi ritornare a sedersi sul divano.
Diede una pacca amichevole sulle spalle del poliziotto seduto accanto a lui , e quello lo fulminò con lo sguardo.
Riportai lo sguardo su quelle carte che avevo sotto al naso da ormai diverse ore.
Stella. Non riesco a toglierti dalla mente. In ogni cosa che faccio tu sei sempre presente .
Non so cosa farei per riaverti qui con me , per risentire la tua mano fra i miei capelli, le tue labbra sulle mie…ribaciarti mille altre volte ancora 



Angolo Autrice 


Ciao ^^ ecco qui questo nuovo capitoletto appena "sfornato" :) spero vi sia piaciuto ^^ 
Lo zio di Stella sarà davvero colui che vuol far fuori il nostro povero Kevin ? :/
Gabriel troverà in tempo tutti quanti ? :)
Lo scoprirete nei prossimi capitoli ;)
Ringrazio infinitamente tutti voi che continuate a sostenermi ^^ 
Le ragazze che recensiscono : MaryGray, Novalis, Hopedestiny e tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione, a presto ;) 

 
   
 
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