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Autore: Dicembre    04/05/2008    6 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.d.D: Sono appena tornata da una settimana di vacanza. Me la meritavo, non ce la facevo davvero più. Sono avanti con la stesura si Cremisi, rispetto alla pubblicazione su questo sito, quindi, nonostante in questa settimana non abbia scritto mezza sillaba, eccomi qui di nuovo. Sinceramente, sette giorni di vacanza non sono stati sufficienti, ma sono stati qualcosa. Ho pensato molto a Cremisi, devo dire. Alcuni dettagli hanno preso risvolti inquietanti O_O Ringrazio tutti quelli che leggono, spero che questa storia continui a piacere. Le risposte ai singoli le trovate in fondo al capitolo. Baci

 

 

Capitolo Quattordici

 

 

Il sonno, ancora una volta, era stato privo di sogni. Ricordava a malapena cosa avesse fatto, una volta varcata la soglia della sua stanza.

Che giorno era? Quanto aveva dormito? Nyven non lo sapeva. Trovò sul tavolo un’enorme colazione e il silenzio intorno a lui.

Sospirò. Che cosa pretendeva? Sapeva benissimo che era così che doveva essere, che il suo padrone aveva diritto di fare qualunque cosa. Che aveva il diritto, come in quel caso, di addormentarlo per far sì che i suoi capelli crescessero prima. Era proprio inutile che si sentisse così vuoto.

Tuttavia non riuscì a trattenere un sospiro. Se solo…

Uscì dalla sua stanza, dirigendosi verso quella che pensava potesse essere una delle uscite del palazzo. Irìyas era così complicato, che in un certo senso quei corridoi labirintici erano uno specchio della sua persona.

I suoi vari padroni erano sempre stati molto chiari con lui: alcuni erano stati violenti, altri erano stati gentili, altri ancora l’avevano trattato come si tratta un bell’oggetto inanimato. A lui era sempre andato bene così. Ma Irìyas lo accarezzava, lo sgridava, lo voleva a sé e poi non più.

E l’animo del ragazzo non riusciva ad imparare che andava bene anche così., che era sbagliato – eccome se era sbagliato! – desiderare.

Eppure lui desiderava.

Le pareti in pietra del corridoio sembravano infinite,  in fondo si trovava un salone enorme ed illuminato, pieno di porte a vetro che davano all’esterno.

Solo una di queste era aperta. Nyven l’attraversò.

Si ritrovò fra le rovine d’una cappella. Il suo tetto sventrato era ricoperto di vegetazione, l’altare nascosto dai rampicanti.

La luce del sole filtrava attraverso le mille crepe di quei muri e tingeva gli arbusti di un arancione brillante. Nyven non aveva mai visitato quell’ala del palazzo. Si sentì inquieto. Ebbe la netta sensazione che non dovesse trovarsi lì.

Fece un passo indietro e si voltò, ma non trovò più il palazzo da cui era uscito.

“Sei troppo lontano dal palazzo, per ritrovare la strada”

“Chi ha parlato?”

“Non hai idea del luogo in cui ti trovi, vero?”

Da dietro l’altare comparve una donna. I vestiti in velo bianco le accarezzavano le forme e i suoi passi lievi non producevano alcun rumore.

“Chi sei?”

“La domanda giusta è dove sei” lei sorrise.

Nyve tremò, indietreggiando.

“Non aver paura, non voglio farti del male”

“E’ Irìyas che m’ha fatto venire qui?”

La donna rise, quando ormai si trovava vicino al ragazzo: “No. Non direi proprio. Se lo sapesse, non sarebbe affatto contento” rise di nuovo.

I capelli biondi le accarezzavano il viso, gli occhi sembravano sfumati di rosso, ma era solo un gioco di luce.

“Dove mi trovo?”

“Sei nella vecchia Cappella del Vespro”

Nyven aggrottò la fronte: “Ma…”

“Esattamente” lo interruppe lei “questo è quel che ne rimane” La donna si sedette su un cumulo di pietre ricoperte di muschio e fece cenno a Nyven di avvicinarsi a lei. Il ragazzo non si mosse.

“Hai ancora paura?”

“Irìyas non sa che sono qui, devo andare da lui”

“Irìyas non può accorgersi che non ci sei”

“Impossibile!”

“Non ti sta cercando, per ora.”

“E dopo?”

“Dopo ti nasconderò” sorrise di nuovo, con quel sorriso di prima, enigmatico. Terrificante e dolce allo stesso momento. Stranamente Nyven non ebbe alcuna reazione, a quelle parole. Non sussultò, non cercò di scappare.

“Non c’è nulla che tu possa fare, mio bel giovane. Siediti e ascoltami”

Nyven non mosse un passo, ma lasciò parlare la donna.

“La Cappella del Vespro, un tempo, era bellissima. Prima dell’arrivo dei Venti, prima che le loro guerre dilaniassero l’Ovest, pellegrini venivano da ogni dove per visitare la Cappella e per vedere me, la sua Sacerdotessa”

“E perché ora non è più così?”

“Alla fine della prima era, quando i Venti arrivarono e frammentarono il mondo, la loro furia colpì anche la mia casa” la donna allargò le braccia. “Guarda lì” disse indicando un’enorme crepa nel muro “Ora crescono fiori, ma per tutti gli anni successivi ai Venti, non esisteva più nulla, solo distruzione. Ora, se non altro” aggiunse con un sorriso triste “crescono i fiori” ripeté, quasi a consolarsi.

Si passò una mano sulle vesti, come a sistemarle meglio, per non farle stropicciare.

“Prima dell’arrivo dei Venti, i Cavalieri dell’Accademia venivano qui, a mostrarmi la loro spada. I maghi a mostrarmi le loro mani…”

“Ma se questa Cappella era così importante, chi ha permesso che andasse in rovina?”

La donna lo guardò con condiscendenza.

“Tutti e nessuno, mio ingenuo bimbo. Tutti e nessuno” ripeté “La Cappella fu messa sotto assedio, le sue pareti vennero distrutte e tutta la sacralità e il significato che aveva, dissolti insieme alle sue mura. E poi perché ricostruire un posto così quando la Capitale è in fiamme, quando il regno è in frantumi? La Lingua fu perduta e le persone smisero di comprendersi. La Cappella fu semplicemente dimenticata”

Nyven ebbe un brivido e sentì una goccia di sudore scorrergli lungo la schiena. Provò a muoversi, ma non ci riuscì.

Quella donna, quel posto… Era tutto sbagliato, non doveva trovarsi lì.

Irìyas non sapeva dove fosse, lui stesso non sapeva dove fosse e quella donna, nei ricordi e nei gesti, sembrava lasciar trasparire un’ambizione lontana dalla malinconia con cui si vestiva.

“Che cosa vuoi da me?”

La donna rise, coprendosi le labbra con la mano, nel tentativo di soffocare quella risata eccessiva.

“Mio povero caro, tutti che vogliono qualcosa da te. Nessuno che vuole te. Buffo, no?”

La donna si avvicinò a lui, sistemandosi i capelli dietro alle orecchie. “Guarda, non mi trovi bella?”

Nyven non rispose “Eppure io sono bella, ma nessuno lo crede più” sospirò.

“Esiste un’idea” riprese a parlare la donna “Esiste un’idea di conquista, per essere precisi, ma di più non posso dirti. E io faccio, in qualche modo, parte di quell’idea.”

“Lasciami andare”
”Assolutamente no. Ormai sei con me. Quando Irìyas scoprirà quel che ho fatto non mi lascerà vivere, perciò tanto vale portarlo a termine”

“Portare a termine cosa?” la voce di Nyven tradiva un’ansia sempre più palpabile “E poi, se davvero sai che morirai, perché fai…” Nyven pensò alle parole migliori da usare, ma non le trovò “perché fai tutto questo? Chi sei?”

“Non sto facendo nulla. Prendo uno schiavo da un luogo e lo do al suo legittimo padrone. E’ così deprecabile il mio atto?”

“Il mio padrone è Irìyas”

La donna rise: “Il padrone di chiunque è solo il Re”

Nyven sgranò gli occhi.

“Ops, m’è sfuggito” la donna rise.

Il Re… Che cosa c’entrava il Re in tutto questo?

“Non capisco, cosa…”

“Il Re ricostruirà la Cappella del Vespro” poi, spazientita, la donna prese per mano il ragazzo “Il Re riporterà questa terra agli antichi fasti, alla Prima Età, prima dell’arrivo dei Venti. Ridonerà forza a queste mura”

“Io non capisco. Non riesco assolutamente a capire!” gli occhi di Nyven lampeggiarono di rosso.

“Vuoi riportare questa Cappella all’età dell’oro, vuoi ridonarle vita, ma sai che morirai perché Irìyas ti ucciderà. E questo Re… perché ti fidi di questo Re? Lui che non ha mai preso a cuore le condizioni dei suoi sudditi? Lui che ha lasciato marcire questa Cappella, così come i confini del suo stesso regno?”
”Non per niente sei nato in terra di Droà” disse la donna, guardando il ragazzo con una certa ammirazione “Sì sa, laggiù siete tutti partigiani”

“Il popolo di Droà è solo un popolo libero”

“Curioso che ti annoveri anche tu fra le persone libere. Non hai appena finito di dire che appartieni ad Irìyas?”

Nyven esitò, colto nella sua stessa contraddizione. “E’ un’altra libertà, quella di cui parlavo”

“La libertà è unica. Non ne esistono variazioni”.

La donna strattonò il braccio del ragazzo e lo accompagnò fuori dalla Cappella, varcando quella che una volta doveva esserne l’entrata principale.

“Tutto questo” disse con un ampio gesto del braccio, indicando la Cappella alle loro spalle e il bosco davanti a loro “dev’essere rigenerato, e ciò non può essere fatto finché sei qui”

“Vuoi uccidermi?”

“Te l’ho già detto, no. Voglio solo mandarti via”

“”Vuoi mandarmi dal Re?”

“Lui ha promesso, perciò sì, vorrei mandarti da lui”

“Ma Sideas vuole portarmi dal Re”

“Ma Sideas è amico di Irìyas”

“Ma…”

“ E per quanto mi riguarda” lo interruppe lei “ voglio solo che tu te ne vada, lontano da qui. Voglio la mia casa e i suoi fasti. Voglio una nuova giovinezza”

Nyven aggrottò le sopracciglia e fece un passo indietro, pronto a scappare.

“Non riuscirai a muoverti”

Era vero, le sue gambe non riuscivano a muoversi, le sue caviglie erano troppo pesanti.

“Non ti sei reso conto che è da quando sei entrato nella cappella che hai le catene legate ai polsi?”

Nyven si guardò le braccia, d’istinto. Pesanti cerchi di ferro circondavano le circondavano entrambe.

“E ai piedi” ugualmente aveva ferri intorno alle caviglie.

“Tu porti sventura ragazzo, questo te l’ho già detto. Non puoi rimanere qui”.

Arrivò una folata di vento che, per un attimo, oscurò il cielo.

Nyven guardò la donna attentamente: “Io non ti ho mai visto prima”

Lei sorrise “E’ un peccato che gravi un destino tanto oscuro sulle tue spalle, ed è un peccato che nessuno, nemmeno le stesso Irìyas sembra in grado di capirlo. Sarebbe stato bello se fossi rimasto a vivere qui. Ma non posso permetterlo” la donna indicò un carro che arrivava da lontano” Ti porteranno via, verso la capitale. E poi non so. Non m’interessa sapere quel che ne sarà di te. Sarà già tanto” sorrise “se sopravvivrò dopo questa mia follia”

“Allora perché la fai? Perché?”

“Perché tu porterai sventura. Porterai sventura alla mia casa, La Cappella. Porterai sventura ad Irìyas e a queste terre. Ti ucciderei, se fossi convinta che quel corpo fosse la causa di tutto. Ma”   s’interruppe pensierosa “ma non è così. C’è qualcos’altro, ucciderti non avrebbe senso”

Il carro si avvicinava: “Allora ti mando lontano, dove non puoi nuocere ne a me né ad Irìyas. Dove, se è vero che sventura porti, la porterai a chi se la merita. Se invece mi sbaglio, se tutto questo fosse frutto della mia fantasia…” la donna sospirò in maniera melodrammatica “Beh, allora ti avrò restituito al Re e questo mi porterà la sua gratitudine”

Dal carro scese un omone peloso, con così tanta barba in viso da non riuscire a scorgerne i lineamenti.

“E’ lui?” grugnì.

“E’ lui”

L’uomo annui e sollevò di peso Nyven, mettendolo sul retro del carro.

“Lasciamo andare!” gridò il ragazzo, senza che l’altro sembrasse notarlo “Lasciami!”

L’uomo assicurò le catene e legò una corda al cerchio che si chiudeva sul collo di Nyven, quasi lo volesse tenere al guinzaglio.

“Irìyas mi cercherà!”
La donna sorrise “Faremo in modo che non ti trovi”

“Farà scherzi?” chiese l’omone alla donna.

“Portalo alla Capitale, non farà alcuno scherzo. Prendi la strada per il nord, però. E’ più lunga di quella diretta, ma è più sicura” la donna gli diede un sacchetto tintinnante “Ecco i tuoi Auri, il resto quando ci rivedremo”

“NO! Lasciami andare! Lasciami! IRIYAS!” gridò il ragazzo, ma il carro riprese il suo viaggio e la donna che l’aveva incatenato scomparve nella sua cappella.

***

Yukochan: Il rapporto fra Sideas e Irìyas è molto solido. E' bello da scrivere perchè è molto più bilanciato rispetto a quello fra Irìyas e Nyven. Sideas è allo stesso livello del mago, Nyven è un sottomesso (ma direi che anche quest'aspetto mi piace ahahha). Hago avrà la sua parte, ovviamente. La sua "gloria" e le sue pagine, ma tutto a tempo debito. Ora devo dedicare un pochino a questa donna (s'è capito chi è? XD). Baci

Silencio: Grazie, e ancora grazie. Davvero. Finalmente il racconto prende una sua forma, un po' per volta si delineano contorni più definiti e sono contenta di sapere che la storia ti stia "intrigando" di più. Hago... Hago è un personaggio complesso, avrà il suo spazio, ovviamente. E (mi auguro di renderlo bene) una caratterizzazione articolata.

Manny_chan: Per ora mi sono dedicata ad una donna O_O In effetti, i personaggi femminili non è che dominano incontrastati XD Mi chiedo se sia già chiaro chi è (non è che sia proprio un segreto, a dire il vero XD). Un bacione

Aphrodite: La storia è nata come fantasy, non come shounen ai, ma i risvolti sentimentali saranno necessari AHAHAHA contenta, oneechan, che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto fare congetture. Mi diverte sapere di ispirare pensieri, di incuriosire... Nyven purtroppo doveva andare via. Non ti preoccupare, non lo dimentico certo per strada XD Un bacio

Vocedelsilenzio: Irìyas ha una particolare ossessione per la conoscenza. E' un personaggio annoiato che trova, come unico stimolo, quello di continuare a sapere. E' uno di quelle persone che corre il rischio di essere un eterno insoddisfatto (purtroppo ne è pieno il mondo -_-). Dalla sua, però, ha la forza di volontà di perseguire ciò che vuole e quello in cui crede (non è un pigro, per così dire). Tutti vogliono qualcosa, sì. Io ritengo che sia importante creare dei personaggi abbastanza umani (pur nel fantasy), con pregi, debolezze, bontà e cattiverie. Il Buono o il Cattivo, davvero, non fanno per me :/ Grazie ancora tanto per le tue parole *_*

Bigi: Non sei la prima che mi dice che Sideas è inquietante. Così diafano e sicuro di sè, mi rendo conto, possa fare un po' paura. C'è un che di ambiguo, in lui. Ma a me piace così tanto scrivere di lui, che non posso proprio farne a meno XD Baci

 

  
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