Titolo:
Just
a Kid(d);
Autore:
Vitzi;
Fandom:
One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{1030 parole;
Personaggi/Pairing:
Eustass
Kidd, Trafalgar Law {KiddLaw;
Rating:
Arancione;
Genere:
Sentimentale;
Introspettivo; Angst;
Avvertimenti:
Slice
of Life; AU;
Anime&Manga
Challenge: Tabella
"Winter" » 06. Regali.
Disclaimer:
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda;
Le
mani congelate e i piedi ghiacciati: ecco cosa l'inverno riservava
per lui ogni anno. Kidd diede un calcio ad una lattina di malavoglia,
che giornata di merda. Litigare con il suo ragazzo era l'ultima cosa
che desiderava per il suo compleanno, eppure era il 10 Gennaio e
volendolo o no, aveva appena avuto una furiosa lite con il caro
Trafalgar Law. Si ficcò le mani in tasca velocemente, il
gelo si
stava impossessando di lui, dopo la scenata che aveva ricevuto era
uscito di casa immediatamente, senza meta e senza un soldo.
Sputò a
terra, maledicendosi per essersi comportato da idiota, e persino per
non aver avuto il coraggio di affrontare il fidanzato a muso duro.
Era semplicemente scappato dalla difficoltà, sperando che
essa non
lo inseguisse, e anche se Eustass Kidd non lo sapeva, quella era
già
dietro l'angolo.
Law guardò il rosso, era evidente il fatto che
stesse congelando, lo era ancora di più il fatto che fosse
sinceramente pentito. Eppure vederlo soffrire lo divertiva, in quei
momenti si sentiva nettamente superiore, cosa che raramente accadeva
quando erano a letto insieme.
«Eustass-ya, sembri scocciato.»,
avrebbe voluto dire e magari prenderlo un po' per il culo come al
solito; eppure qualcosa lo bloccò: il rosso si
alzò di scatto e
tirò un pugno contro il muro di fronte a lui.
«'fanculo.»
sussurrò, quando la neve, che fino a poco prima si trovava
sopra il
tetto, gli cadde in testa, ricoprendolo completamente.
Si sedette
su un paio di scatoloni abbastanza solidi, abbandonati lì da
chissà
chi e per chissà quale motivo. Kidd era solito vederci
parecchi
barboni girarci intorno, dove si trovavano al momento non lo sapeva,
fossero stati lì avrebbe avuto almeno un po' di compagnia.
Si colpì
la fronte con il guanto sporco: “Idiota, quante cazzo di
pippe ti
fai?!” si disse, socchiudendo gli occhi e cercando di
sorridere.
Eppure quella che uscì fu un'espressione triste e
malinconica, aveva
voglia di piangere. Non gli era mai capitato, una voglia
così forte
e così intensa. Prese un profondo respiro e in un
quell'attimo le
sensazioni che da tempo aveva perso tornarono ad invadere la sua
persona. Il piccolo Kidd, solo in un angolo della sua buia stanza, a
piangere, perché non aveva amici, perché i
genitori non lo
consideravano, perché si sentiva dire
“mostro!” o “sei solo
una delusione!”. E proprio quell'ultima affermazione aveva
scatenato la litigata con il suo ragazzo, gliel'aveva sbattuto in
faccia: il fatto di non avere un lavoro e quindi di far pesare tutto
sul chirurgo. Il lavoro di spazzaneve era stato una vera e propria
delusione e lo stesso era stato quello dopo, ovvero uno dei folletti
di Babbo Natale nel supermarket. Quel ricordo, per un attimo, lo fece
sorridere, ma fu solo un attimo. Eustass Kidd era stanco di deludere
gli altri, quello che desiderava era renderli felici, vedere il loro
sorriso, avere amici e, soprattutto, non deludere la persona
più
importante per lui. Era troppo complicato da dire ad alta voce,
troppo complicato da ammettere, eppure era questa la terribile
verità. L'orgoglio l'aveva frenato ancora una volta e si era
ritrovato a rispondere “Chiudi quella cazzo di bocca, checca
di
merda!” alla persona per lui più importante. Il
pugno, che
Trafalgar gli aveva lanciato subito dopo, faceva ancora pulsare la
sua guancia sinistra. Se la sfiorò e, con sommo rammarico e
triste
sorpresa, sentì lei: la prima lacrima.
Quella fu il via, il
fischio d'inizio, all'improvviso tutti i muscoli del viso si tesero:
la fronte si chiuse in se stessa, la bocca tentò di
raggiungere il
naso, accompagnata dal mento e gli occhi si socchiusero, bagnati da
calde lacrime.
Era stato un attimo, prima che potesse rendersene
conto lo stava già stringendo a sé, aveva visto
quella lacrima, una
misera lacrima e aveva capito: era stato esagerato. Law si
staccò
dal fidanzato, quando quest'ultimo tentò di spingerlo via.
«C-che
cazzo ci fai tu qui?»
Law ghignò, sistemandosi il
cappello di lana: «Ti ho seguito, è il tuo
compleanno, no? Vuoi
startene qui a piangere come una femminuccia o vieni in un pub a
festeggiare?»
Kidd si passò una mano sul viso, visibilmente
sconvolto. Non voleva farsi vedere da lui così, e
soprattutto non
desiderava la sua compassione. Raccolse tutte le sue forze e
sputò:
«Vacci da solo e affoga nel saké, sarebbe un bel
regalo.»
Fu in
quel momento che il rosso capì di non avere il controllo
della
situazione, poiché Law gli fu di fronte e, prendendolo
completamente
alla sprovvista, lo baciò di slancio.
Eustass Kidd odiava
Trafalgar Law, era risaputo, le loro litigate erano sempre state
epiche. Allora perché non riusciva a staccarsi da quel
gelido
contatto?
Nella foga del momento lo trascinò verso di sé,
mordendogli un labbro con forza, lo desiderava più di ogni
altra
cosa. La riappacificazione era quello che bramava al
momento.
«Smettila piagnucolone, andiamo a casa se proprio vuoi
giocare al dottore. Sto congelando.» disse Law,
ricomponendosi molto
rapidamente.
Kidd scoppiò a ridere, improvvisamente era tornato
di buon umore, era il suo compleanno dopotutto. Tutte le
preoccupazioni erano sparite grazie al suo sorriso.
«E il
regalo?»
Law sbuffò, era sempre il solito bambinone: «Il
regalo
dici? Il bacio non ti basta? Ti ricordo che non abbiamo
soldi.»
La
smorfia del rosso fece ribollire il sangue nelle vene del moro, aveva
ancora da lamentarsi? Si voltò scocciato e tornò
verso casa,
accertandosi che il fidanzato lo seguisse.
Era davvero riuscito a
smorzare la tensione? Davvero tutte le preoccupazioni di Kidd erano
scomparse? Se c'era una cosa che odiava era vederlo così
debole,
vederlo piangere lo rendeva vulnerabile. Il senso di colpa si stava
impossessando di lui, il piccolo Eustass Kidd doveva aver sofferto
molto il suo abbandono, dopotutto, e lui l'aveva ferito, di nuovo.
Un braccio caloroso gli piombò sulle spalle, facendolo
sobbalzare.
«Grazie.» sospirò Kidd, con un lieve
rossore,
tenendo lo sguardo puntato di fronte a sé.
Law ghignò e scostò
il braccio del fidanzato, per poi tenere stretta la sua calda mano.
«Sarà meglio che ti trovi un lavoro.»
Era solo un
bambino a volte, eppure anche quel lato di lui lo faceva impazzire,
quella giornata si prospettava meravigliosa.
Just a Kid(d)
Spazio autrice ~
Cavolo
siamo arrivati alla fine ;__;
È un capitolo semplice, non
volevo un
finale troppo sconvolgente, dato che sono sconvolta io
dopo
l'ultimo capitolo del manga >_>.
Scusate ma il titolo mi
è
uscito così :c
Ringrazio tutti voi per avermi sempre seguito
e
chiunque abbia recensito, grazie sul serio <33 Ormai la KiddLaw
è
la mia OTP (♥) per cui non smetterò mai di
scrivere su questi due.
Questo capitolo è arrivato in ritardo a causa di forza
superiori (LA
SCUOLA), era pronto dalla settimana scorsa eppure non sono mai
riuscita a pubblicarlo, BOH.
Mi dispiace se vi ha delusi, se ci sono
errori fatemi sapere, critiche? Sono pronta a tutto pur di migliorare
nella materia. Ok, me ne vado <3
Grazie davvero per tutto il
supporto e che il KiddLaw sia con voi! <33
Probabilmente me ne
uscirò con qualche fiction dopo il capitolo della prossima
settimana, un bacione a tutti e alla prossima :D
♥♥
Vitzi