Riconosco i
segni dell’antica fiamma
Capitolo
4
Regina scese dall’auto e afferrò la mano di Henry, diretta
verso la locanda di Granny. La confusione di una molteplicità di voci e risate
proveniente dall’interno lasciava intuire che la festa era già iniziata e dal vetro
della finestra era possibile anche scorgere una buona parte degli abitanti di
Storybrooke, ma il motivo di quella rimpatriata le era ancora pressoché
sconosciuto.
“Sicuro di non volermi dire niente?” chiese per quella che
probabilmente era l’ennesima volta, voltandosi verso il figlio.
“No, mamma” rispose
lui scuotendo la testa sorridendo “La mamma
ha detto che dev’essere per tutti una sorpresa”
La donna annuì semplicemente, restando per qualche secondo
immobile, immergendosi inevitabilmente nei propri pensieri. Doveva ancora
abituarsi a sentire suo figlio
appellare sia lei che lo sceriffo con il titolo di mamma; era qualcosa che le provocava ogni volta una pungente
sofferenza che forse non sarebbe mai scomparsa del tutto, ma erano state
d’accordo nel condividere la custodia di Henry e con essa anche il suo affetto.
Di fatti, appena la porta fu aperta, il ragazzino lasciò la sua mano e andò a
tuffarsi tra le braccia di Emma, e al sindaco non restò altro che lasciar trapelare
il suo fastidio in un sospiro e forzare un sorriso nel trovarsi di fronte gli
altri invitati.
Salutò rapidamente Emma e Neal, scambiò qualche parola con il
dottor Hopper e poi si avvicinò al bancone per lasciare le sue famose lasagne
accanto agli altri cibi, progettando di passare la serata in disparte ad uno
dei tavoli rimasti liberi, finché la vista di due persone non le fece cambiare
momentaneamente idea. Si avvicinò lentamente verso il tavolo dove Tremotino e
Belle apparivano occupati intorno alla culla della loro piccola e, vinta da
un’ironica curiosità, piegò la testa per poterla guardare anche lei.
“Suppongo che le congratulazioni siano d’obbligo!” esclamò,
palesando la propria presenza alle spalle dell’allegra famigliola.
“Regina” sussurrò Gold voltandosi verso di lei con un mezzo
sorriso “Hai visto? Altea ha sviluppato già da sé un ottimo tempismo per far
risparmiare ai genitori la seccatura di una cena a casa tua” continuò
divertito, ridacchiando adesso leggermente.
Belle scosse la testa con espressione preoccupata a quello
scambio di battute e lanciò un’occhiata significativa al fidanzato, che però
stava ancora guardando la sua ex allieva. I rapporti si erano distesi
notevolmente, era vero, ma una conversazione del tutto pacifica era un obiettivo
il cui raggiungimento appariva ancora lontano.
“Dovremmo organizzarne un’altra!” propose la ragazza,
rivolgendosi allora verso la donna.
“Oh, non preoccuparti cara…
Ho trovato il modo di passare lo stesso una bella serata” commentò
l’altra mentre un sorriso compiaciuto si formava inevitabilmente sulle sue
labbra al ricordo della notte trascorsa con il capitano circa una settimana
prima “E comunque sono contenta di sapere che la mia Lacey ha portato a qualcosa di buono” aggiunse poi, alludendo al periodo
di concepimento della bambina.
“Già, Altea è stato un regalo che non avevi previsto quando
ci hai giocato questo tiro sporco… Sporco perfino per te, cara” rispose
immediatamente Tremotino, lanciandole un’occhiata non molto benevola.
Belle spostò nuovamente lo sguardo sul sindaco, aspettando
una sua reazione, reazione che però non avvenne. Con uno sguardo
improvvisamente dolce, Regina stava fissando adesso la piccola Gold e fu con un
sorriso sincero che si complimentò nuovamente con la coppia. I due neogenitori
si scambiarono un’occhiata stupita, ma prima che uno dei due potesse
rispondere, lei aveva già raggiunto nuovamente il bancone.
**
Il progetto di trascorrere la serata in disparte fu ben
presto messo in pratica con la semplice compagnia di un bicchiere di vino e una
porzione di carbonara. Seduta ad un
tavolo accanto alla finestra, i cui vetri cominciavano ad essere schiaffeggiati
da una fitta pioggia autunnale, Regina prese un altro boccone complimentandosi
intimamente per i miglioramenti culinari di Emma, su cui del resto lei stessa
aveva influito.
“Non sono male, vero?” domandò una voce familiare alle
spalle.
“Hook” lo salutò lei distrattamente, senza neppure spostare
lo sguardo dalla finestra.
“Devo confessare che preferisco le tue lasagne però, tesoro”
continuò l’uomo, posando rumorosamente il suo piatto sul tavolo e lasciandosi
cadere sulla sedia proprio davanti a lei.
Quell’autoinvito del pirata gli procurò finalmente un po’ di
attenzione, anche se si concretizzò in effetti in una semplice occhiata
seccata.
“Non mi pare di averti dato il permesso di sederti” gli fece
notare infatti, avvicinando lentamente il suo busto al tavolo verso di lui.
Hook alzò le spalle e le rivolse un sorriso sincero: “Ti ho
visto da sola e beh… ero da solo anch’io”
La donna lo scrutò per un po’ alla ricerca di una qualche
traccia di ironia sul suo volto, ma quando non vi trovò altro che una cordiale
disponibilità al dialogo, annuì semplicemente e fece un piccolo sospiro.
“Sai, nonostante tutto, non ho ancora un punto di riferimento
in questa città” ammise alla fine con una non intenzionale nota malinconia.
“Io sto messo peggio, tesoro” rispose lui, mentre il sorriso
comprensivo che le aveva rivolto dopo quell’inaspettata confessione, si
tramutava in una leggera risata divertita “Un punto di riferimento io ce l’ho… E sei tu” concluse fingendosi disperato.
Regina alzò un sopracciglio e poi lentamente fece anche lei
una breve risata. Era assurdo il modo in
cui quell’uomo riusciva a fare un’offesa e un complimento nello stesso tempo,
ma ci sarebbe voluto molto di più per lasciarla realmente stupita e lo sapeva
anche lui; per questo, prima che lei potesse prepararsi una qualche risposta,
le afferrò istintivamente una mano e gliela strinse leggermente per indurla ad
alzare lo sguardo verso di lui. Era passata più di una settimana dalla loro
notte insieme, ma non avevano avuto ancora occasione di parlarne e, sebbene
nessuno dei due aveva idea di cosa pensare (e figuriamoci dire) in proposito,
era una conversazione che in ogni caso non poteva essere rimandata troppo a
lungo.
“Regina, senti io…”
Il ripetuto suono di un cucchiaio sul vetro di un bicchiere
fece cessare gradualmente ogni altro rumore e anche il tentativo del pirata fu
sopraffatto dal nuovo discorso che aveva attirato l’attenzione generale. Neal,
dopo il sonoro richiamo, aveva infatti raggiunto il centro della stanza e
adesso sorrideva leggermente impacciato, tendendo la mano verso la sua
fidanzata.
“Molti di voi sicuramente si saranno chiesti perché vi
abbiamo convocato qui… Il motivo è semplice. Sono passati sei mesi dal ritorno
da Neverland, sei mesi da quando io e Emma ci siamo ritrovati” disse fissando
la bionda con un o sguardo palesemente innamorato che esprimeva più di quanto
le parole potessero fare “Ho ritrovato mio padre e il mio meraviglioso figlio
Henry; fondamentalmente qui a
Storybrooke in questi mesi ho trovato una famiglia e degli amici. Finalmente
dopo tanti anni – e ne ho vissuti molti – ho scoperto cosa vuol dire essere a
casa… Ed è di fronte a voi tutti che voglio comunicare la notizia che io e Emma
ci sposiamo”
Un applauso entusiasta, fatto partire da Ruby e il suo nuovo
inseparabile fidanzato, il dottor Whale, si diffuse rapidamente nella stanza.
David fu il primo a congratularsi con il futuro genero, mentre Snow con le
lacrime agli occhi, corse ad abbracciare la figlia che appariva chiaramente
imbarazzata. Anche Gold stesso riuscì a stento a trattenere la commozione, ma
sicuramente era Henry il più felice di tutti.
L’unico che era rimasto apparentemente stupito più a lungo
del previsto e che non aveva minimamente preso parte a quell’applauso generale,
fu però Hook e la mancanza di una mano non poteva valere come una scusa.
“Hey?” domandò semplicemente Regina, posandogli una mano sul
braccio, leggermente preoccupata da quella strana mancanza di reazione.
Ma il capitano non rispose e con uno scatto rapido si
divincolò da quel contatto e si alzò dalla sedia. La donna seguì il suo
percorso con lo sguardo per un po’, finché la novella sposa oscurò la sua
visuale, piazzandosi esattamente davanti a lei.
“Congratulazioni davvero” commentò la bruna con un sorriso
sulle labbra, che però non raggiungeva i suoi occhi.
Con gli occhi stava
ancora cercando il pirata.
“Regina…” sussurrò Emma richiamando la sua completa
attenzione. Sorrideva radiosa, ma in qualche modo appariva esitante e
reticente.
“Che succede?” domandò l’altra confusa, posandole una mano
sulla spalla.
La bionda rialzò lo sguardo su di lei e dopo qualche altro
secondo di indecisione, si avvicinò di più a la colse di sorpresa, stringendola
in un abbraccio.
“Mi piacerebbe se tu fossi la mia damigella d’onore” rivelò
infine, staccandosi dal contatto e restando a fissarla speranzosa.
Regina sentì gli occhi istantaneamente riempirsi di lacrime a
quella proposta. Lei che aveva cercato di distruggere il lieto fine di ognuno,
adesso veniva scelta per suggellare la felicità della figlia della donna che
aveva odiato di più. Forse finalmente poteva essere accettata, forse finalmente
le veniva data la possibilità concreta di cambiare e il matrimonio di Emma e
Neal le sembrava un simbolo per fare ammenda alle colpe del suo passato.
“Ne sono onorata…” si ritrovò a sussurrare, facendosi
stringere in un nuovo abbraccio.
E per un attimo non pensò neppure a
Hook. Solo per un attimo.
NDA:
Non proverò nemmeno a scusarmi per quanto orrendamente in
ritardo arrivi questo capitolo. Come avevo detto nello scorso aggiornamento, ho
provato ad inserire un po’ tutti i personaggi di Storybrooke e soprattutto non
ho potuto evitare i momenti Rumbelle e Swanfire! *.*Anche se la mia OTP l’ho un
po’ distrutta ahah :(
Spero che qualcuno sia ancora interessato a questa storia!
Alla prossima (spero non sia tra dieci anni xD)!