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Autore: slytherin ele    02/12/2013    2 recensioni
Questa è la prima Blaise/Neville che scrivo, ma soprattutto è la prima storia con il colore obbligato (che non anticiperò!), quindi mi ha messo un pochino in crisi. Ho cercato di rendere Neville un po’ meno “sfigato”, pur non cadendo nell’OOC, né facendolo diventare l’idolo delle folle.
Spero che non risulti troppo banale e che sia di vostro gradimento.
Il titolo è un aforisma di Publio Ovidio Nasone e tradotta, in modo sensato, è “Così era scritto” o “ Così era secondo il destino”.
Questa storia partecipa al “Slash contest” di Allyii.
DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi appartengono a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LA NASCITA.

Durante la gravidanza di Neville, tutto era andato per il meglio. Certo, c’erano state le solite nausee, i crampi, i giramenti di testa e aveva rischiato di svenire cinque volte, ma i Medimaghi avevano detto che stava bene e che il bambino sarebbe nato sano, quindi i genitori non si erano preoccupati più di tanto.

Blaise aveva dovuto fare da servo al suo compagno, che aveva avuto voglie di tutti i tipi, comprese quelle più esotiche e rare, ma il moro non gli aveva fatto mancare nulla, rendendo quasi gelosa Hermione, che durante le sue due gravidanze non si era vista servita e riverita dal marito, anzi aveva dovuto sopportarne le lamentele.

Alla fine, si erano sposati, due mesi dopo la lieta notizia, in un paesino nello Yorkshire, era stata una festa intima, alla quale Draco era stato obbligato a partecipare, nonostante i suoi numerosi impegni. Era stata una cerimonia per niente sfarzosa, ma comunque elegante e divertente, che tutti gli invitati si sarebbero ricordati.

Per Blaise era stato il più bel giorno della sua vita. O almeno, così pensava, fino a quel momento.


“Siediti, Blaise! Non lo uccideranno!” esclamò Draco, sbuffando sonoramente e facendo fermare di botto l’amico, che stava percorrendo la sala d’attesa su e giù da quasi un’ora.

“Perché non mi hanno fatto entrare, Draco?” disse, preoccupato, sedendosi vicino a lui e poggiando la testa sulla spalla del biondo.

“Per la quattordicesima volta! È una procedura delicata, hanno bisogno della massima concentrazione e poi… Tu svieni alla vista del sangue, saresti stato di intralcio…” disse, battendogli una mano sulla spalla e tirandolo su. “Adesso, guardami!” ordinò perentorio. Blaise alzò lo sguardo preoccupato e lucido nella sua direzione. “ Andrà tutto bene! Blaise, ti fidi di me, vero?” L’altro annuì piano. “Perfetto, allora non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ho creato io quella pozione, nessuna delle mie ha mai fallito, quindi tuo figlio sarà sano e bello!” Blaise sorrise, ringraziandolo con gli occhi.

“Beh, bello… Per quanto i geni di Paciock glielo permettano!” aggiunse il biondo, ghignando.

Blaise storse la bocca. “Non ti smentisci mai, tu!”

Draco sorrise, alzando un sopracciglio con fare ovvio.

Blaise stava per dire qualcos’altro, quando l’intera combriccola, composta dalla nonna di Neville, Harry, Hermione, Seamus, Dean e tutta la famiglia Weasley al gran completo, si girò verso un’infermiera, che entrando trafelata nella stanza, disse: “Il bambino è nato! Per ora possono entrare solo sue persone…” Si guardò intorno, sentendosi a disagio sotto lo sguardo di tutte quelle persone.

Blaise rivolse un’occhiata implorante al suo migliore amico, che in tutta risposta ghignò malefico, dicendo: “Vacci con Potter, lui è impaziente di vederlo… Io posso aspettare!”

Il moro sospirò, seguendo l’infermiera. Harry lanciò un’occhiata storta a Malfoy, che ricambiò, poi si diresse dietro il moro.

Quando s’inoltrò nella stanza, Blaise rimase a bocca aperta, vedendo Neville con in braccio il loro bambino. Gli venne quasi da piangere, ma si sforzò di trattenere le lacrime e andò ad abbracciare suo marito. Neville sorrise esausto, porgendogli il neonato. Uno scricciolo scuro di pelle come Blaise, ma con i lineamenti dolci di Neville e i suoi stessi occhi chiari.

Harry si avvicinò piano, stringendo la mano di Neville, felice per lui. “Come lo chiamerete?” chiese, poi stupito dal fatto che non avessero pensato a un nome.

Fu Blaise a rispondere. “Se Neville è d’accordo, vorrei chiamarlo come mio padre… Bradley…”

Neville annuì, mentre il compagno si sedeva vicino a lui e lo abbracciava.

Harry guardò la famiglia al completo per qualche secondo, poi decise di uscire e lasciarli da soli, prima che i Weasley decidessero di catapultarsi nella stanza, a quel punto l’agognata pace e il silenzio sacro di quel momento, non sarebbero stati che un ricordo.

Prima che potesse chiudere la porta, sentì Blaise che gli diceva: “Manda Draco qui, appena avrà appurato che è nato mio figlio e che… Sì, è anche di Neville!”

Harry rise, percorrendo il corridoio per la sala d’attesa, pensando che Neville si meritava la felicità e che, forse, il destino aveva riservato quel futuro per lui. Da sempre.

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