LA
NASCITA.
Durante la
gravidanza di Neville, tutto era
andato per il meglio. Certo, c’erano state le solite nausee,
i crampi, i
giramenti di testa e aveva rischiato di svenire cinque volte, ma i
Medimaghi
avevano detto che stava bene e che il bambino sarebbe nato sano, quindi
i
genitori non si erano preoccupati più di tanto.
Blaise aveva dovuto
fare da servo al suo
compagno, che aveva avuto voglie di tutti i tipi, comprese quelle
più esotiche
e rare, ma il moro non gli aveva fatto mancare nulla, rendendo quasi
gelosa
Hermione, che durante le sue due gravidanze non si era vista servita e
riverita
dal marito, anzi aveva dovuto sopportarne le lamentele.
Alla fine, si erano
sposati, due mesi dopo
la lieta notizia, in un paesino nello Yorkshire, era stata una festa
intima,
alla quale Draco era stato obbligato a partecipare, nonostante i suoi numerosi impegni. Era stata una
cerimonia per niente sfarzosa, ma comunque elegante e divertente, che
tutti gli
invitati si sarebbero ricordati.
Per Blaise era stato
il più bel giorno della
sua vita. O almeno, così pensava, fino a quel momento.
“Siediti, Blaise! Non lo uccideranno!”
esclamò Draco, sbuffando sonoramente e
facendo fermare di botto l’amico, che stava percorrendo la
sala d’attesa su e
giù da quasi un’ora.
“Perché
non mi hanno fatto entrare, Draco?”
disse, preoccupato, sedendosi vicino a lui e poggiando la testa sulla
spalla
del biondo.
“Per la
quattordicesima volta! È una
procedura delicata, hanno bisogno della massima concentrazione e
poi… Tu svieni
alla vista del sangue, saresti stato di
intralcio…” disse, battendogli una mano
sulla spalla e tirandolo su. “Adesso, guardami!”
ordinò perentorio. Blaise alzò
lo sguardo preoccupato e lucido nella sua direzione. “
Andrà tutto bene!
Blaise, ti fidi di me, vero?” L’altro
annuì piano. “Perfetto, allora non
c’è
nulla di cui preoccuparsi. Ho creato io quella pozione, nessuna delle
mie ha
mai fallito, quindi tuo figlio sarà sano e bello!”
Blaise sorrise, ringraziandolo
con gli occhi.
“Beh,
bello… Per quanto i geni di Paciock
glielo permettano!” aggiunse il biondo, ghignando.
Blaise storse la
bocca. “Non ti smentisci
mai, tu!”
Draco sorrise,
alzando un sopracciglio con
fare ovvio.
Blaise stava per
dire qualcos’altro, quando
l’intera combriccola, composta dalla nonna di Neville, Harry,
Hermione, Seamus,
Dean e tutta la famiglia Weasley al gran completo, si girò
verso un’infermiera,
che entrando trafelata nella stanza, disse: “Il bambino
è nato! Per ora possono
entrare solo sue persone…” Si guardò
intorno, sentendosi a disagio sotto lo sguardo
di tutte quelle persone.
Blaise rivolse
un’occhiata implorante al suo
migliore amico, che in tutta risposta ghignò malefico,
dicendo: “Vacci con
Potter, lui è impaziente di vederlo… Io posso
aspettare!”
Il moro
sospirò, seguendo l’infermiera.
Harry lanciò un’occhiata storta a Malfoy, che
ricambiò, poi si diresse dietro
il moro.
Quando
s’inoltrò nella stanza, Blaise rimase
a bocca aperta, vedendo Neville con in braccio il loro bambino. Gli
venne quasi
da piangere, ma si sforzò di trattenere le lacrime e
andò ad abbracciare suo
marito. Neville sorrise esausto, porgendogli il neonato. Uno scricciolo
scuro
di pelle come Blaise, ma con i lineamenti dolci di Neville e i suoi
stessi
occhi chiari.
Harry si
avvicinò piano, stringendo la mano
di Neville, felice per lui. “Come lo chiamerete?”
chiese, poi stupito dal fatto
che non avessero pensato a un nome.
Fu Blaise a
rispondere. “Se Neville è
d’accordo, vorrei chiamarlo come mio padre…
Bradley…”
Neville
annuì, mentre il compagno si sedeva
vicino a lui e lo abbracciava.
Harry
guardò la famiglia al completo per
qualche secondo, poi decise di uscire e lasciarli da soli, prima che i
Weasley
decidessero di catapultarsi nella stanza, a quel punto
l’agognata pace e il
silenzio sacro di quel momento, non sarebbero stati che un ricordo.
Prima che potesse
chiudere la porta, sentì
Blaise che gli diceva: “Manda Draco qui, appena
avrà appurato che è nato mio
figlio e che… Sì, è anche di
Neville!”
Harry
rise, percorrendo il corridoio per la
sala d’attesa, pensando che Neville si meritava la
felicità e che, forse, il
destino aveva riservato quel futuro per lui. Da sempre.