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Autore: Lifaen    03/12/2013    1 recensioni
Salve a tutti! Come si può evincere dal titolo, la trama ruota attorno ad un gruppo di avventurieri che affrontano i demoni che infestano il loro mondo, nel tentativo di liberarlo. Spero vi divertiate a leggere questa storia come io mi diverto a scriverla! Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il parco era davvero meraviglioso.
Keyleth era convinta di non aver mai visto nulla di tanto rigoglioso in tutta la sua vita, nemmeno a casa sua, nella foresta. Passeggiava estasiata, osservando nel frattempo più varietà di fiori e piante di quante ne avesse mai osservate dal vivo. Odalische, salici, rose, aceri; c’era di tutto, di tutti i tipi e varietà.
Appena entrata nella sua stanza era stata subito attratta dalla grande finestra, da cui entrava moltissima luce che si rifletteva nello specchio sulla parete adiacente e faceva risaltare il rosso delle coltri dell’enorme letto a baldacchino al centro della stanza. Fuori da quella finestra c’era il giardino in cui stava camminando in quel preciso istante. Aveva subito chiesto alla donna che l’aveva accompagnata, Syl, di essere portata nel giardino. In fondo, la Carezza dell’Oscurità (ancora le era strano pensare di non conoscere il vero nome della sua ospite) aveva ordinato alla donna incappucciata di soddisfarli in ogni loro richiesta.
Syl aveva chiesto di pazientare un poco; era andata e tornata nel giro di una decina di minuti, dicendole di seguirla, invito che Keyleth aveva accettato immediatamente. Non era riuscita a comprendere le vere emozioni della Carezza, ma per lei non era un problema capire cosa pensasse o provasse questa sua servitrice; e non le sembrava avere cattive intenzioni nei suoi confronti.
Durante il tragitto verso il bellissimo giardino, aveva avuto modo di pensare e riflettere.
La maggior parte dei suoi pensieri era sempre stata diretta alla Carezza dell’Oscurità. Alla sua bellezza frastornante, alle sue parole cortesi ma risolute … Al suo atteggiamento, soprattutto, che Keyleth non era stata in grado di codificare. Per tutto il dialogo, aveva tentato di capire quale fosse la vera disposizione d’animo della donna verso di loro. Ma non aveva avuto nessun successo, e non era riuscita a carpire nemmeno un indizio; la signora sembrava essere impenetrabile, per quanto riguardava le sue emozioni. Tentare di comprendere i veri sentimenti di un muro sarebbe stato più semplice. Keyleth sospettava che qualunque tentativo più scoperto di comprenderla sarebbe stato eluso con altrettanta abilità, se lei non avesse voluto diversamente.
Pensieri di questo genere l’avevano dominata fino all’entrata del giardino. A quel punto la sua mente era rimasta soggiogata dalla bellezza naturale che si trovava davanti.
Stava poggiando la mano sul tronco di un olmo per assicurarsi che fosse reale, che non fosse una semplice illusione (non si poteva mai sapere), quando una voce alle sue spalle disse:
“E’ tutto reale, sacerdotessa. Non ricorrerei mai ad un inganno tanto volgare come un giardino finto.”
Keyleth non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per sincerarsi di chi avesse proferito tali parole. Ma un’occhiata, che, ne era certa, non era sfuggita alla meravigliosa donna dai capelli rossi che stava alcuni passi dietro a lei, le bastò a rivelarle che Syl se n’era andata, e che erano sole in quel giardino paradisiaco.
“Ti piace il mio giardino?” chiese la donna sorridendo amabilmente e avanzando fino ad arrivare al suo fianco. Incredibile, ma riusciva a risaltare per bellezza anche in mezzo a tutte quelle meraviglie naturali. “Mi ci è voluto un po’ di tempo per riuscire a coltivarlo così da ottenere esattamente il risultato che volevo, ma non mi rammarico di averlo speso in questo modo.”
Keyleth annuì, dicendo: “Non deve essere stato facile. Non ho mai visto nulla del genere, in tutta la mia vita.”
La sua ospite ridacchiò, un suono che le parve estremamente melodioso. “Sei ancora giovane per i parametri della tua razza, sacerdotessa Keyleth. Vedrai cose molto più spettacolari di questa, fidati di me. Settantanove anni non sono poi molti, paragonati a duecento. ”
Keyleth lasciò passare l’ultima osservazione. Non aveva voglia di chiederle come facesse a sapere persino della sua età; aveva detto di sapere tutto di loro. Questa era solo un’ulteriore conferma del fatto che non avesse mentito.
La donna continuò: “In ogni caso, se anche non avessi mai visto nulla di così bello, escludo categoricamente che tu non ne abbia nemmeno mai letto.”
Keyleth si guardò un attimo intorno. In effetti, qualcosa del genere le sembrava di averlo letto nelle scritture sacre su cui si era formata per il sacerdozio. E, ad un’occhiata più attenta, il giardino era sicuramente molto simile a quello che si descriveva essere il dominio divino in cui risiedevano la dea della Natura e gli dei elfici, ma non era assolutamente possibile che …
No, non era possibile, pensò l’elfa scuotendo la testa. Nessun mortale sarebbe mai riuscito anche solo a vedere nella sua interezza quel giardino divino, figuriamoci a riproporlo con tanta fedeltà nel mondo naturale. Probabilmente la Carezza si stava prendendo gioco di lei.
Eppure …
La risata della donna la distrasse dalle sue elucubrazioni. Tornò a concentrarsi su di lei, determinata a capire per cosa stesse ridendo. Ennesimo fallimento. Questo sembrò divertire l’altra particolarmente.
“Non escludere a priori che una cosa possa o non possa accadere, sacerdotessa. La vita è piena di sorprese, e il mio consiglio per non farsi prendere alla sprovvista da essa è mantenere sempre una sana dose di scetticismo su ogni aspetto di ogni questione” aveva detto, rientrando dopo averle accarezzato una guancia con la delicata e pallida mano morbida come seta.
Keyleth non poté fare altro che rimuginare sul significato di queste parole mentre raggiungeva Syl per essere riaccompagnata nella sua stanza. Sentiva ancora quel tocco serico sulla propria pelle. Un’ultima occhiata al giardino le diede l’impressione che avesse perso una parte della sua bellezza, senza la presenza della Carezza dell’Oscurità.
 
  
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