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Autore: effe_95    04/12/2013    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò .

55.Pezzi.

 
<< Claudia, non puoi ignorarmi! Ti sto chiedendo scusa per l’amore del cielo! >>
Claudia sapeva benissimo di essere stata eccessiva nella sua reazione a quel bacio, ma si era sentita sporca, si era sentita padrona di un sentimento che non era più rivolto verso Yulian.
Sentiva di averlo tradito, senza farlo sul serio.
<< Non lo farò più, non ti sfiorerò mai più! >>
Claudia strinse forte il cellulare nella mano, era stupido non parlare dopo aver risposto alla chiamata, lo faceva solo per far spendere tutti i soldi al castano? Ma tanto Nathan aveva le chiamate gratis, era davvero una stupida!
<< Non ti ho chiesto questo >>
Nathan ammutolì quando percepì la voce della rossa, aveva perso la speranza ormai, che lei potesse parlare, che potesse aprire bocca, si aspetta di parlare come uno stupido per ore e poi sentire il tu tu tu di una cornetta staccata.
<< E’ che io non lo so cosa mi chiedi, io non lo so Claudia >>
La ragazza nascose la faccia tra le coperte, seduta nel suo letto, con il libro di letteratura greca aperta sulla pagina della biografia di Menandro.
<< Nathan, tu sai che io lo amo ancora no? Che lo amerò ancora e ancora? >>
<< Ma tu ami anche me, vero? >>
In quel freddo fine Ottobre, Nathan disegnò una stella sul vetro appannato di un negozio, con le dita intirizzite dal freddo, i capelli più scombinati del solito e le labbra screpolate, attendendo una risposta che probabilmente l’avrebbe ferito a morte, cancellando i sogni di quella stella appena nata.
<< Probabilmente si, ma non lo so. >>
<< Probabilmente si non è una risposta, sai? Tu non ami me come ami lui, ma a me basterebbe! >>
Claudia nascose ancora di più la faccia, non aveva parlato con lui per quasi un mese intero, gli aveva perfino negato il saluto e aveva rimandato indietro tutti i fiori ricevuti, ma non poteva ignorare che qualcosa dentro di lei stava mutando.
<< Non basterebbe a me come scusa per non pensare di averlo tradito. Se io amassi te come amo lui, non avrei alcun rimpianto, e so che lui non me lo farebbe pesare mai. Perché ce lo siamo promessi quella sera, l’ultima volta che ci siamo visti, ci siamo dati il permesso di amare qualcun’altro a vicenda, anche se contro voglia >>
La voce di Claudia era più di un sussurro, ma Nathan sentì quelle parole con la prepotenza di un vulcano, quell’anno trascorso insieme le era stato vicino, come non aveva mai fatto con nessuna, e se fossero passati altri anni così, lui non si sarebbe tirato indietro, però…
<< Claudia, lo sai che adesso lui è nel letto di un’altra donna, vero? >>
Le mani di Claudia erano sudate, ma continuavano a stringere convulsamente le lenzuola.
Lei sapeva fin dall’inizio che sarebbe stato così, ma l’aveva accettato nel momento in cui Yulian gliel’aveva detto l’ultima volta che avevano parlato, sotto il cielo stellato.
Lo sapeva, e lo accettava.
<< Si che lo so, lui me l’ha detto e io l’ho capito. Ma … >>
<< Basta >>
Nathan non aveva urlato, non aveva gridato, la sua era stata una parola di rassegnazione, come un uomo stanco che non ne può più di camminare dopo tanto tempo.
Nel sentire quel suono, il cuore di Claudia fece un tuffo, non avrebbe resistito a un altro addio.
<< Io non voglio costringerti ad amarmi, mai! Anche se tu mi ami a modo tuo, io non posso farlo.
E’ passato un anno, un anno Claudia, e farei passare altri mille anni stando al tuo fianco così, come ho fatto finora, ma non posso permetterti di distruggermi la vita. E con te la sto distruggendo sul serio. Tu sei morta, Claudia! Io non conosco la ragazza che sei diventata e non voglio conoscerla, quindi adesso basta. Ti dico addio per l’ultima volta, e ti lascio libera, va da Yulian! Torna da lui, aspettalo, fa ciò che vuoi, ma non uccidermi! >>
La rossa sollevò di scatto la testa dal cuscino, il volto inondato di lacrime, il mascara sciolto sulle guance e il cuore a pezzi.
Non riusciva a capire perché si sentisse così male, era finalmente libera, poteva aspettare Yulian per tutta la vita, Nathan la stava finalmente lasciando andare, eppure lei voleva essere trattenuta, egoisticamente. Era inutile continuare ad aspettare per qualcosa che sarebbe arrivato dopo, se non mai.
Lei e Yulian si erano detti addio quella notte antica.
Basta.
La loro storia d’amore finiva in quel momento.
<< Non lasciarmi sola anche tu! >>
La voce le uscì strozzata.
<< Perché no? >>
La voce gli uscì stanca.
<< Perché io ti amo >>
Lui sapeva che non era del tutto vero, ma lo accettò.
Lei sapeva che stava un po’ mentendo, ma si affidò.
 
 
Nicola aprì lentamente gli occhi, scontrandosi con il soffitto bianco e immacolato.
Tra le dita la sensazione di aver stretto qualcosa a lungo tempo, e le lenzuola che gli accarezzavano gentilmente le gambe scoperte.
La porta di quella stanza estranea si aprì lentamente, Nicola spostò lo sguardo su quella piccola donna che gli veniva incontro reggendo tra le mani un vassoio imbandito di cibo.
In quel momento non poteva pentirsi affatto di essere salito a casa di Lara, e di essere caduto nella sua rete, infondo era stato anche lui a volerlo a tutti i costi.
Si mise seduto e guardò la ragazza andare verso di lui vestita di quel misero vestitino che la faceva apparire ancora più sensuale.
<< Ti ho preparato la colazione >> Mormorò Lara salendo sul petto e porgendo il vassoio al ragazzo, Nicola lo prese, ma lo lasciò sul letto, per poi afferrare l’esile braccio della bionda e baciarla appassionatamente.
<< Che impeto Rossi! >> Disse lei ridendo sulle labbra di lui, ma Nicola non rise affatto, la guardò seria, stringendola ancora tra le braccia.
<< Lara, sei stata tu che hai voluto che io salissi qui da te, sapendo benissimo cosa sarebbe successo, scapperai di nuovo? >>
La bionda si liberò gentilmente dalla sua stretta e afferrò nuovamente il vassoio, mettendolo sulle gambe di Nicola, che la guardava accigliato mentre lei sorrideva, quindi poteva fidarsi?
No, sapeva di non poterlo fare.
<< Dimmi se il caffè ti piace, l’ho fatto io, ma viene sempre male. Ah, e poi i cornetti, sono buoni? >>
Mentre lo diceva, afferrò un cornetto e lo infilò intero nella bocca del ragazzo, che per poco non moriva strozzato, Lara era anche intenzionata a fargli bere il caffè mentre si affogava con il cornetto.
<< Lara! Tu vuoi uccidermi! >>
Commentò Nicola tossendo violentemente, la bionda scoppiò a ridere per poi baciarlo sulle guance, come a voler comprare il suo perdono, Nicola non riuscì a resistere a quegli occhi ridenti, a quel calore che scaldava il suo corpo freddo, così scoppiò a ridere, baciandole le mani ogni volta che poteva.
<< Ti piacerebbe se ti preparassi la colazione ogni giorno? >>
Domandò Lara, stendendosi con la testa sulla pancia di Nicola, il castano prese a giocare distrattamente con i suoi capelli corti, facendo roteare delle ciocche.
<< Se non tenti di uccidermi, potrei anche abituarmi >>
Tra i due calò il silenzio più assoluto.
<< Perché non mi sposi? >>
Le parole di Lara lo ruppero.
 
Jurij camminava trascinando i piedi.
Probabilmente non si rendeva conto che in quel modo poteva scivolare sulla neve e farsi male.
Iliana lo guardava senza nemmeno accorgersene, e pensava che sarebbe scivolato da un momento all’altro.
E infatti Jurij scivolò.
Cadde proprio con il fondoschiena per terra, tra la neve.
Iliana gli corse dietro automaticamente, come una mamma che si precipita ad aiutare il figlio caduto per la prima volta, con il cuore il gola e il passo malfermo a causa della paura.
<< Ehi, Iliana Aleksandrovna, cosa fai? >>
Jurij si pulì i guanti sporchi di neve sul pantalone umido e bagnato.
<< Lo sapevo che camminando in quel modo strano saresti caduto! >>
Disse la bionda aiutandolo a mettersi in piedi, Jurij puntò i suoi occhi acquerello sul viso arrossato dal freddo della compagna di banco.
<< Lo faccio sempre, sai? Da quando ero bambino >>
Iliana non riuscì a reggere lo sguardo così sincero e ingenuo di quel ragazzo.
La verità, lei era solo una piccola codarda, che cercava negli occhi di Jurij, nella sua vita, qualcosa che le desse un senso, qualcosa che le ricordasse Francesco, qualcosa da poter fare.
Aggrappandosi a qualcosa che non poteva darle nulla.
<< E’ un gioco stupido! >>
Sbottò la bionda togliendo la restante neve dalla giacca nera dell’amico.
<< Dov’è che abiti, Iliana Aleksandrovna? >>
Iliana guardò il naso rosso pomodoro di Jurij, per poi concentrarsi sulle sue labbra spaccate a sangue.
<< Nelle vicinanze della Prospettiva Nevskij >>
Lo sguardo del biondo catturò la sua attenzione, il ragazzo stava ridacchiando mentre si risistemava la cartella a tracolla sulla spalla, erano occhi che ridevano quelli, ma ridevano sul serio.
<< Allora cosa ci fai qui? >>
Per la prima volta, Iliana si guardò attorno, e si accorse di non conoscere affatto quella zona della città, era andata li solo perché si era distratta a seguirlo.
<< No, io … >>
<< Vedi quel palazzo? Io abito li, al terzo piano >>
Iliana lo ringraziò in silenzio per averla interrotta, per non averle permesso di continuare quella frase che sarebbe diventata troppo imbarazzante per lei.
Sicuramente Jurij aveva potuto immaginare tutto, ma non l’aveva detto.
<< Adesso torno a casa >>
<< Va bene >>
Fermami! Perché non mi fermi Jurij? Perché tu non lo fai?
<< Non conosco la strada >>
Girata di spalle, Iliana sentì i passi del compagno di banco nella neve che si avvicinavano a lei, aspettò il momento in cui lui le avrebbe poggiato una mano sulla spalla, ma Jurij non lo fece.
<< Ti accompagno io, se vuoi >>
Il tuo è rispetto? O è solo paura?
<< Si, grazie >>
 
Nicola rimase fermo immobile nel letto.
Possibile che facessero già quelle temperature così basse?
Quell’anno l’inverno era arrivato davvero molto presto.
Lara continuava a guardarlo, quei suoi occhi così azzurri che non aveva mai dimenticato, con quello sguardo serio e indagatore, lettore di anime e di pensieri.
Una vita insieme a lei era ancora possibile?
<< Questa volta sei tu a scappare >>
Lara pronunciò quelle parole mentre gli baciava dolcemente la guancia destra, un po’ pungente a causa della barba che cominciava a crescere.
No, lui non stava scappando, ma era amore? Era così tanto da passare una vita intera con quella donna accanto?
<< No Lara, io non sto scappando. E’ una vita intera, lo capisci vero? >>
Lara gli strinse forte le mani.
<< Se non l’avessi capito, non te l’avrei mai chiesto >>
Nicola leggeva sicurezza in quegli occhi, una sicurezza che non c’era stata mai sei anni prima.
La sicurezza di una vita passata a cercare qualcosa che non era mai arrivato, la sicurezza di una vita passata con persone che non erano mai state quelle giuste, e la sicurezza di essere giunti finalmente alla fine del viaggio.
Avevano ripreso a frequentarsi da pochi mesi, ed erano caduti l’uno addosso all’altro senza aspettare troppo, ma poteva essere abbastanza?
Nicola era troppo intelligente per non sapere che non sarebbe bastato mai, in nessun momento.
<< Non chiedermi una cosa che non posso darti >>
Quella frase gli costò metà della vita, l’altra se la tenne per lui, ma quella che aveva perso era pur sempre una metà.
<< E allora te la darò io Nicola, quando entrambi avremo preso la laurea, se per allora io ti amerò ancora e tu amerai me, allora sposiamoci!>>
Era una follia quella.
Una follia.
Una vera e propria follia.
Una follia che Nicola accettò.



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Effe_95

Buonasera a tutti.
Ecco, il mio ritardo è a dir poco indecente, ma cercate di capirmi, l'ultimo anno di liceo è stressante!
Parte di questo capitolo l'ho scritto in classe durante le lezioni di latino e greco, mentre dovevo seguire le spiegazioni su Petronio e Menandro, infatti non so se è venuto bene o no.
Comunque, detto questo,
Ringrazio in anticipo le persone che leggeranno e recensiranno.
Lo so che questo capitolo è tosto, ma vi assicuro che il prossimo sarà assolutamente peggio ;)
Grazie mille e alla prossima.

 
 

 
  
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