XXXI
Incubo.
In corridoio, se
stava in silenzio, ogni tanto sentiva dei passi lontani di qualcuno che
camminava nella corsia perpendicolare alla sua, oppure Tessa che rientrava in
stanza nel mezzo della notte quasi sbattendo la porta, come se non volesse
farsi scoprire. Poi arrivò il giorno in cui un tu-tum insistente le riempì le
orecchie, ripetendosi varie volte interrotte da una breve pausa.
Si staccò dal
muro, entrando nella camera di Jem, osservandolo
agitarsi nel letto. Sedendosi di fianco a lui e sfiorandogli la fronte sudata,
lo fece svegliare – il suo miocardio sembrava impazzito.
«Era solo un incubo» gli mormorò
dolcemente.
NOTE D’AUTRICE ◊ «viviamo e respiriamo parole»
Ok, per la cronaca: l’illuminazione
mi è venuta mentre sentivo il mio cuore battere perché forse mi interrogava in
storia, e io sono una di quelle che anche se è pronta va in
iperventilazione(?). Ma non importa.
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prompt: Labbra.
Alla prossima!
radioactive,