07/12/2013
5 recensioniRevenge
Fenrir osserva la casa con un misto di soddisfazione ed eccitazione. Tira fuori dalla giacca l’ultima dose di Pozione Antilupo, e la manda giù con una smorfia. Il sapore è tremendo e prenderla per tutta la settimana precedente è stata una vera agonia, ma la capacità di essere cosciente durante questa particolare caccia è troppo attraente per non sopportare una piccola pena.Con un ghigno animalesco, l’uomo osserva la luna nel cielo. Non è ancora nel punto giusto, ma manca davvero poco e la trasformazione avrà inizio.
Fenrir bussa alla porticina con un senso di macabra aspettativa, e non resta deluso quando gli apre un vecchio mago. “Chi è?” domanda burbero, squadrandolo da capo a piedi.
Non si preoccupa di rispondere, ma spinge l’uomo all’interno, mandandolo a sbattere violentemente contro una mensola del soggiorno. È tutto esattamente come lo ricordava, e anche lo strillo di donna dall’altra camera è aspettato.
“Che succede qui?” domanda shockata una signora di mezza età, davanti allo spettacolo che gli si presenta davanti: suo marito a terra, dolorante; e uno sconosciuto che lo sovrasta, con in mano le due metà di quella che una volta era la sua bacchetta.
“Ti trovo bene, mamma” esclama l’energumeno, e la donna si sente mancare, mentre gli occhi le si appannano.
“F-Fenrir? Bambino mio, sei tu?” balbetta, tendendo le mani verso il figlio che aveva perso tanti anni prima. Ma lui sorride crudele, e scoppia a ridere. Il suono è senza gioia, cupo e folle, e la fa rabbrividire.
“Sono io, mamma. Sono venuto a ringraziarvi della vita che avete scelto per me quando ancora non ero nato” mormora, con un tono talmente dolce da far sentire male la donna.
Prima che possa rispondere a quell’affermazione, il corpo del figlio cambia sotto i suoi occhi. È tutto talmente veloce e naturale, che basta un battito di ciglia per ritrovarsi di fronte la figura di un lupo che ringhia e sbava, con gli stessi occhi di Fenrir. Occhi spiritati, pieni di odio.
Il massacro è breve, forse più di quanto voglia lo stesso Fenrir. La mamma l’ha uccisa subito; col padre si è preso più libertà, rompendogli diverse ossa e ascoltandolo implorare, prima di strappargli definitivamente il cuore dal petto.
Alla fine, il soggiorno è un oceano di liquido rosso scarlatto, con due figure accasciate al centro. Solo quando sta per andare via, Fenrir sente il vagito di un neonato provenire dalla stanza che una volta era stata sua.
Trova una culla al posto del letto, pareti ridipinte e una sistemazione nuova. Un rimpiazzo.
Il lupo è tentato di uccidere il piccolo, ma invece si sporge nella culla e lo prende in braccio. Il bimbo piange disperato, e presto qualcuno arriverà a controllare il motivo, ma Fenrir può concedersi qualche secondo, giusto il tempo di sussurrare una macabra frase: “Cresci, fratellino. E un giorno vienimi a cercare.”
Quella notte, Fenrir Greyback ha vissuto due prime esperienze: ha controllato a suo piacimento la trasformazione, e ha salvato una vita.
Angolino dell'autrice :)
Ciao a chiunque stia ancora seguendo questa breve raccolta (se qualcuno c'è D:). Non voglio accampare scuse per questo ritardo tremendo, dico solo che per diversi motivi il contest cui partecipava è stato annullato ed essendo uno dei contest a cui più ero affezionata e in cui più mi stavo impegnando, sono stata molto indecisa se postare la fine di questa storia. Comunque, mi è sembrato più giusto farlo piuttosto che lasciarla per sempre incompleta. Non mi ritroverete probabilmente molto presto a fare danni in questo fandom, ma è stata un'esperienza stimolante! Un bacio, e grazie di cuore ha chi ha recensito/seguito!