Capitolo Sesto ~ Draco
Ginny sospirò nel sentire raccontare a Hermione quella storia. Hermione le sorrise, ma fu interrotta da uno strillo: «Ahia! Lasciami i capelli!» a urlare era stata Louise i cui capelli biondi erano finiti nella manina di James Potter che li tirava e li osservava: «Zitta tapina!» le rispose lui.
«James Sirius Potter!» tuonò Ginny, suo figlio la guardò improvvisamente terrorizzato. «Lascia stare i capelli della piccola Louise!» la bambina, appena libera corse a nascondersi dietro la sedia di suo padre che lanciò un'occhiataccia al bambino.
Hermione sospirò e prese in braccio la bambina, Draco riprese a raccontare.
Hermione lo stava osservando con quei suoi occhi scuri, che di sera erano ancora più scuri. Rimase in silenzio, pensando a come ravvivare l'atmosfera improvvisamente plumbea. Eppure non riusciva a trovare un modo, allora Hermione Granger fece qualcosa di assolutamente inaspettato: prese la sua mano di spontanea volontà e la strinse. Lo stava confortando. Lei confortava lui!
«Quando ero piccola -iniziò a raccontare -scoprii di essere una strega a scuola. Feci volare contro una parete un bulletto che ce l'aveva con me. Da quel momento in poi divenni una persona da evitare. Spesso tornavo a casa piangendo e mia madre mi ricordava sempre che ero io quella speciale, perché per qualche ragione la magia aveva scelto me e che era una responsabilità più grande di quanto non credessi» eravamo arrivati vicino ad un palazzo.
«Eccoci qua -mi disse -questa è la mia fermata, Draco» le sorrisi.
«Grazie, Hermione, sono stato davvero bene con te sta sera. Non sei la secchiona antipatica che pensavo»
«E tu sei sempre il solito arrogante!» esclamò lei ghignando.
«Ohi Granger stai ghignando! -esclamò Draco -mi sa che ti sto attaccando l'abitudine!» Hermione si portò le mani ai fianchi e alzò gli occhi al cielo.
«Buona notte Draco» disse lei alzandosi sulla punta dei piedi e stampandomi un bacio sulla guancia.
«Buona notte» dissi, ancora istupidito dal suo gesto, lei mi sorrise ed entrò nel palazzo sparendo alla vista.
*
Draco Malfoy dormiva. Raramente la notte riusciva a dormire tranquillamente senza incubi.
Questa volta le urla di Hermione cessarono con la sua morte e questa volta era in una stanza buia ed era da solo, stremato e spaventato, ferito. Non c'era luce. Ad un certo punto sentì la porta delle sbarre cigolare e una luce penetrò nella stanza buia e fredda, solo allora poté guardarsi: indossava la divisa di Azckaban e, osservandosi le mani le vide scheletriche, alzò lo sguardo, davanti a lui stava una giovane donna, era vestita da babbana jeans chiari e camicetta. Aveva occhi grigi e biondi capelli, che fosse una cugina?
«Pere» fu l'unica parola che le uscì dalle labbra, era a piedi scalzi.
Draco si svegliò di soprassalto tutto sudato con la luce che penetrava dalle persiane chiuse, aveva fatto un sogno strano che non ricordava. Ricordava solo una voce poco definita che nel buio lo chiamava “Pere”.
«Draco... stai bene?» domandò la voce. Seduta al bordo del letto c'era lei: Hermione Granger i capelli disordinati sulla testa tutti sparati, occhi assonnati, vestita solo con una tuta.
«Che ci fai qui?» domandò.
«Blaise ci ha chiamati -spiegò Hermione -dice che continuavi a urlare nel sonno, hai sognato di nuovo quel giorno non è vero? Bellatrix e la mia tortura?» suo malgrado Draco annuì. Hermione allungò una mano a stringere la sua, disegnava cerchi inesistenti sul dorso della sua mano, era calmante.
«Non è stata colpa tua, Draco. E comunque ora sto bene.» Draco le prese la mano, lì dove c'era la cicatrice “Mezzosangue” e la accarezzò tristemente.
«Grazie per essere venuta» lei annuì e si guardò intorno. Parlava, ma Draco non la ascoltava. Era troppo prese nell'osservarla. Hermione Granger non era solo una bellezza passeggera. Hermione Granger era bella. Davvero bella. Quella bellezza che ti viene dalla purezza del tuo animo.
Hermione Granger era la cura. La cura del suo male e Draco Malfoy era egoista. Non l'avrebbe lasciata andare.
Ditemi che ne pensate! Un bacio -Giu