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Autore: Dicembre    10/05/2008    5 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quindici

 

 

Fu istintivo per Irìyas: si girò verso Sideas.

I suoi occhi tradivano incertezza, ira, incredulità ed esasperazione.

Lui era arrivato e Nyven era scomparso, poteva davvero essere una coincidenza? No.

“Tu” era più un’affermazione che altro. Gliel’aveva portato via.

Sideas lo guardò stupito, per un istante, non aspettandosi quell’accusa.

“Non c’entro”

“Lo sai che non posso crederti”

“Certo che puoi”

Ma come poteva Irìyas credergli, quando qualcosa al suo interno lo schiacciava così forte da fargli venire la nausea? Il suo respiro era troppo veloce.

“Sei arrivato e lui è scomparso”

“Sono sempre stato con te”

Irìyas rise: “E questo cosa c’entra?”

Entrò nella stanza Mamir: “Non c’è, non lo trovo. Ha sicuramente lasciato le sue stanze e queste terre da un po’. Il suo odore è flebile”

“Perché?” Irìyas aveva già emesso il suo giudizio e Mamir lo colse al volo, digrignando i denti, ma Zir sollevò un braccio, cercando di riportare la calma.

Irìyas non poteva credere a Sideas, Zir lo sapeva bene. Il mago aveva smesso di credere agli amici troppo tempo prima per pensare che ora, ad anni di distanza, potesse cancellare tutto quel che era stato per riconciliarsi con l’Accademia. Ma Sideas non c’entrava col passato di Irìyas.

“Irìyas, rifletti”

“Taci coniglio!” la voce del mago era cupa e minacciosa, ma il corpo era immobile.

Zir non si lasciò intimorire: “Rifletti, stupido di un mago!” All’insulto, Irìyas si girò verso l’Eclage.

“Cerca il ragazzo, ritrovarlo è la nostra priorità, prima di capire chi ce l’ha portato via.”

Irìyas si girò di nuovo verso Sideas, silenziosamente.

I capelli bianchi del cavaliere incorniciavano il suo viso pallido, ma gli occhi erano attenti. Non c’era collera, né colpa.  Sospirò: “Non sono Hago”

“Lo so bene”

“Non lo sai invece”

Irìyas corrugò le sopracciglia infastidito: lo sapeva benissimo.

“Non ho Nyven, non l’ho preso io. Tutto ciò che sai su di me, tutto ciò che ti ho raccontato, è vero. Se ancora ti riesci a fidare del tuo istinto, sai benissimo che ho ragione”

“Se non tu, chi può volere il ragazzo?” gli chiese Mamir, guardandolo con quegli occhi rossi che non permettevano alcuna esitazione nella risposta.

“Questo io non lo so.” Sideas scosse la testa “Forse tutti”

“Chi può osare tanto da rubarlo ad Irìyas?”

“Non so neanche questo” Ammise il cavaliere e il lupo lo guardò, avvicinandosi minaccioso, ma il cavaliere non si mosse.

Non c’era paura in lui, non c’era timore. La presenza di Mamir, che avrebbe fatto tremare chiunque, sembrava non sfiorarlo minimamente.

“Tu senti la presenza dei draghi, vero?”

“Non esattamente. Non è la loro presenza che sento, ma la loro forza. Sarebbero fra i guerrieri più feroci e forti in battaglia se a loro la guerra interessasse. Non potrei non accorgermene”

“E hai già visto dei Lapdinare” la sua era un’affermazione.

“Sarei un soldato mediocre, altrimenti”.

Mamir lo guardò e smise di camminargli intorno, si appoggiò sulle quattro zampe e sorrise, divertito.

“Quest’uomo ti somiglia, Irìyas. E penso che gli si debba credere”.

Irìyas non aveva ancora detto una parola.

Credere a Sideas?

Dov’era Nyven?

“Devo cercarlo” affermò,  d’improvviso, voltandosi verso la finestra e appoggiandovi sopra una mano. “E’ inutile stare qui, cercare di capire, cercare di…” si fermò. La sua frustrazione lo interruppe.

Zir aveva ragione: dovevano trovare Nyven. Innanzitutto. Il resto sarebbe venuto dopo. Irìyas sentì un’antica rabbia ritornare in superficie, un’ira dimenticata, fatta di tradimento, astio, incomprensione e dolore.  Il vetro sotto la sua mano si frantumò, divenendo polvere e sciogliendosi nel vento. Così come i vetri di tutta la stanza che andarono in mille pezzi, con un suono sordo e sincrono.

Irìyas doveva ritrovare Nyven, il suo schiavo. Tutto il resto era di poco conto.

 

 

 

La strada era lunga e grigia. I lampioni ardevano con la loro luce cerea e delimitavano il percorso, il cielo era bianco ed inespressivo.

C’era un rumore di fondo, una litania che pareva un lamento, ma nulla più. Era tutto così bianco da apparire inesistente.

Irìyas si concentrò su quel che riusciva a vedere. Il braciere che ardeva  e che era lievemente impresso in quell’immagine sfuocata era il Braciere dei Venti: un enorme fuoco che delimitava i punti cardinali del regno. Ce n’erano otto, creati dalla terra e dalla roccia. Il fuoco che ardeva all’interno non era rosso, ma di colore cangiante, a seconda del Vento che spirava.  Tuttavia in quell’immagine tutto era così bianco che il colore era nullo.

Irìyas vide un arco sulla strada fatto in pietra. Pareva un’antica porta diroccata, ma non la riconobbe. Le colonne che lo sostenevano erano attraversate dal vento, che ne aveva violato la struttura portante.

Poi di nuovo, tutto si dissolse nel bianco.

Irìyas non riusciva a trovare alcun riferimento per quei luoghi, non riusciva a trovare Nyven.

Poco mancò che gridasse la sua frustrazione. Senza Nyven non sarebbe riuscito a liberare Gyonnareth, senza Nyven non avrebbe trovato le risposte alle domande che ormai gli affollavano la mente, ravvivando curiosità e voglia di scoperta, che temeva sopite dopo l’abbandono delle mura dell’Accademia.

Senza Nyven…

Senza Nyven non avrebbe imparato la lingua Antica, né per altro avrebbe scoperto come un semplice ragazzo la conoscesse, il perché del suo completo controllo del fuoco, il perché lui…

Nessuno poteva prendesi ciò che era suo, nessuno poteva prendergli Nyven.

A ben guardare le sfumature e i respiri troppo veloci e superficiali del mago, si sarebbe potuto leggere persino un sottile filo di preoccupazione, un’ansia nascosta per lungo tempo e dimenticata, che riemergeva. La paura di cosa sarebbe successo al suo schiavo, inerme ed incapace di proteggersi contro tutto ciò che inevitabilmente, oramai, gli ruotava intorno.

Scosse la testa e ricominciò a cercare.

La litania che accompagnava la sua ricerca proseguiva, imperturbabile, tessendo ricami argentei su uno sfondo bianco e confondendo ancora di più l’immagine che Irìyas cercava di vedere. Bianco, tutto, come se il mondo fosse stato cancellato.

“Non è da nessuna parte!” disse frustrato “Chi me lo cela? Il Re?”

Sideas scosse la testa: “Non avrebbe senso. Il Re si fida di me, sa che gli porterò il ragazzo. Non avrebbe avuto senso farlo catturare quando io sono appena venuto. Lascia che mandi i corvi…”

Le pupille di Irìyas si strinsero, impercettibilmente: “I corvi reali?”

Sideas annuì.
”Se manda i corvi reali, saranno notati dalla popolazione ben prima che da chiunque abbia preso Nyven” suggerì Zir “La gente si chiederà perché i corvi reali volano liberi sulle loro terre. E se la voce dovesse giungere al Re…”

Sideas annuì: “E’ vero, ma se lascio che si sparpaglino su tutto il Regno appariranno agli occhi distratti dei contadini semplicemente come uno o due corvi, un poco più grandi delle cornacchie che infestano i loro raccolti. Non è necessario che volino in stormo”

“I corvi reali faranno questo per te?”

Sideas annuì: “Il Re non è mai stato un buon padrone. E i primi ad accorgersene sono stati loro”

Irìyas si passò  una mano sulla bocca, pensieroso: “Va bene. Se Nyven è celato così bene ai miei occhi, forse non lo sarà a quelli dei corvi”

Sideas annuì, allontanandosi.  Non disse una parola, fece solo un ampio gesto con la mano e un centinaio di corvi arrivarono, due soli si appollaiarono sul suo braccio. Spiccarono subito il volo e scomparvero nel cielo, volando in direzioni diverse. Nel giro di pochi minuti, si confusero con le nuvole.

Irìyas riprese la sua ricerca, immobile, in quella stanza dove ora il vento correva fra i vetri infranti.

La strada era lunga, lastricata di marmo, con ombre veloci che l’attraversavano, ma che non lasciavano traccia. Uomini?

Una lanterna tenuta da qualcuno s’accese d’improvviso, ma la luce bianca si confuse con la foschia e la luce si dissolse.

Faceva freddo, su quella strada: Irìyas sentiva il gelo penetrargli dalla pelle, lentamente. Si trovava forse al Nord?

Al Nord…

La fiammella ricomparve, fioca ed indecisa, ma forte a sufficienza per illuminare una statua di donna che torreggiava sulla strada. La mano protesa era in diamante e brillava sotto la luce eburnea del cielo. La chioma era lunga e fluente, sparpagliata al vento.

“La Dea del Nord”

“Che cosa?” la voce di Zir s’era fatta fin troppo acuta.

“Nyven ha attraversato i Cancelli del Nord”

“Impossibile! Ci vogliono almeno cinque giorni di viaggio serrato per arrivare fin lassù”

“Eppure è lì”

“Vado io” disse Mamir.

“Aspetta!” gli ordinò invece Irìyas “non ha senso andare fin lassù, se non sappiamo come c’è arrivato e chi ce l’ha portato. Non è andato da solo, una distanza del genere non si copre in così poco tempo a piedi”

Il lupo digrignò i denti.

“Non è solo?” chiese Sideas.
”No, non lo è, ma non vedo chi è con lui”

Qualcuno gli offuscava la vista, qualcuno s’era frapposto prepotentemente fra lui e Nyven. Un mago, per forza di cose. Nessun altro sarebbe stato in grado di confonderlo a tal punto.

E un mago potente.

Irìyas scosse la testa, non poteva essere Hago. Non avrebbe avuto senso. Hago non sapeva di Nyven e, anche se l’avesse saputo in qualche modo, doveva tenere sotto controllo Gyonnareth. Non avrebbe mai avuto anche la forza per confondere la visione di Irìyas e per far andare il suo schiavo così a nord…

Perché andare lì?

Irìyas cercò nuovamente di trovare la strada che aveva visto, concentrandosi sulla Dea del Nord che gli apparve bianca e sfumata.

E lì capì, non riuscendo a trattenere il suo stupore di fronte all’evidenza di avere sempre avuto la risposta di fronte agli occhi. Si trattava solo di leggerla.

“Mamir”

Il lupo aveva gli occhi intrisi di sangue.

“Portala qui”

Il lapdinare scomparve.

 

***

Yukochan: Contenta, davvero, che anche questo capitolo sia piaciuto *_* Il povero Nyven è troppo facile da bistrattare perchè non lo faccia. Mi diverte molto. Poi ha bisogno di un suo spazio e di una sua crescita. Il casa di Irìyas sarebbe stato schiacciato dalla presenza del mago e ora del suo amico... Però, in effetti, il destino è complicato per il piccolo XD Vacanza... Ad essere sincera, ormai, mi sembra che siano passati mille anni. Sono di nuovo stanchissima.

Francesca Akira89: Ehehe l'identità della donna non era troppo complessa, no? La Bianca ha una "forza" di cui si parlerà dopo. Non è un mago potente come Irìyas, ma è riuscita comunque a distrarlo. Il mago, ora, dovrà per forza cercare il suo protetto (e Nyven rimarrà solo nelle mie manine.     BWHAHAH)   

Vocedelsilenzio : Grazie mille a te ^_^ In effetti, sarebbe stato troppo lineare far procedere Cremisi lungo la sola via maestra. La trada che porta alla fine deve per forza di cose essere più tortuosa XD

BiGi: Contenta che la Cappella ti sia piaciuta. La immagino maestosa, anche nella sua decadenza...Baci

Manny_chan: ahaha in effetti, ho una gestione difficile dei personaggi femminili. Perchè, in fin dei conti, mi vengono fuori dei personaggi noiosi. Non so davvero perchè. Quindi li centellino, ahimè XD Scherzi a parte, so che dovrei probabilmente introdurne di più, ma preferisco non creare un personaggio, piuttosto che crearne per poi non essere in grado di gestirlo ^_^

Aphrodite: Ciao Onee-chan! Hai visto? Del resto, non potevi pensare che Cremisi avesse una trama troppo lineare, ti pare? Ora, in effetti, bisogna andare a riprendersi Nyven ^_^ Il fanciullo altrimenti, è perduto °_°  Con il corteo, mi hai fatto morire dal ridere XD Un bacione

  
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