Caro
Viktor,
domani io Harry e Ron saremo allo stadio per vederti.
Hai detto di dovermi parlare, quindi subito dopo la partita ti aspetterò
all'uscita degli spogliatoi.
Riposa bene oggi ed in bocca al lupo per domani, io sarò sugli spalti a tifare
per te!
Hermione.
Harry tirò un sospiro stanco. La
Sala Comune era quasi vuota quando Hermione, dopo aver sigillato con estrema
cura la breve pergamena che aveva appena finito di scrivere, si alzò e si
diresse verso la guferia.
Ron la osservò sottecchi cercando di monopolizzare l'attenzione su un grosso
libro che parlava di "elettronica babbana". Harry si rese conto che
l'amico si limitava ad osservare le figure dall'andamento veloce col quale
sfogliava le pagine.
Ebbe un lieve sussulto quando il buco del ritratto di richiuse ed Hermione fu
scomparsa dalla circolazione.
"E' così necessario mandare gufi a quell'idiota...? Si vedranno domani,
no?" commentò acido Ron.
Harry abbassò lo sguardo e notò che l'amico faceva penzolare il librone
pericolosamente verso il camino. "Beh...magari dovranno solo mettersi
daccordo sul dove vedersi...e quando, ovviamente".
"Ma a te non da fastidio?" chiese a bruciapelo Ron guardandolo
negli occhi con le sopracciglia corrugate pesantemente. Harry ostentò
un'espressione sorpresa ma allo stesso tempo rassegnata "Fastidio per
cosa? Hermione ormai ha 16 anni, no? E' naturale che si trovi un ragazzo, anche
se è la nostra migliore amica." disse pacatamente, strappando il volume
dalle grinfie dell'amico, ormai dimentico di averlo in mano.
Ron non sembrò digerire la frase e fissò Harry con odio "Harry...sei
uomo, no?" questo assunse un'espressione incuriosita e si limitò ad
annuire.
"Tu...beh non credi che Viktor, in quanto uomo, più grande ed esperto
tra l'altro, abbia in mente di fare ad Hermione....*quello*?"
L'aria grave che assunse Ron fu talmente comica che Harry non sapeva se scappare
via e ridere, o ridere comunque davanti all'amico e farlo arrabiare ancora di
più.
Cercò di assecondarlo e vedere dove volesse arrivare "Ron se
credi che Viktor Krum sia un sessuomane che non abbia altra mira che portarsi
Hermione a letto, credo tu ti sbagli di grosso"
"Tu non ragioni da uomo!" lo canzonò Ron, guardandosi attorno
come per paura che qualche studente sonnambulo potesse fare da testimone alla
conversazione "Chiunque si porterebbe a letto Hermione! Sarebbe da pazzi
dire il contrario!"
Harry provò il mediatico istinto di sbattere con la testa nel muro "Se
tu sei attratto da Hermione non puoi pensare che tutti lo siano. E poi...beh se
proprio ci tieni a saperlo credo che il tuo guardare Krum con sospetto sia
dovuto al semplice fatto che lui riesce ad essere esplicito e cortese con
Hermione, mentre tu no. Tu usi una maschera di strafottenza, lui no. Tu fai
piangere Hermione, lui no. Quindi cerca di prendere un pò esempio da quelli
*più grandi ed esperti* e cambia atteggiamento!"
Harry si alzò e
raccolse le sue cose.
"Buonanotte".
Ron restò imbambolato ad osservarsi le mani come se fossero qualcosa di
ipnotico.
Bum, Harry aveva centrato.
Chissà da quanto tempo aveva voluto sbattergli in faccia quelle cose, ma non
l'aveva fatto. Certo, non era stato carino sentirsele dire alle vigilia
dell'incontro con Krum, però in un certo qual modo quelle parole erano servite
a qualcosa.
Ron aveva stampate dentro di se quelle frasi di rimprovero solo che le teneva
sottochiave per non ammetterle a se stesso. Harry aveva spalancato le porte e
fatto uscire tutto. Sensi di colpa e rabbia parvero fondersi l'un con l'altro e
creare un sentimento misto, che lo fece sentire molto triste. Hermione non
tornava in Sala Comune. Forse era meglio così. Scongiurò mentalmente che non
tornasse almeno fin quando non si era infilato sotto le coperte, perchè in quel
momento poco rispondeva di lui.
Avrebbe voluto dirle tutto. O dirle tutto il contrario. Voleva condividere un
segreto con lei, una frase, qualunque cosa.
Dirle che avrebbe rotto il muso a Krum, per davvero. Che glielo avrebbe voluto
rompere già due anni prima, a quel maledetto Ballo.
Oppure quando aveva
scoperto che era la *cosa più importante* di quel bastardo bulgaro.
Hermione era sua, gli apparteneva da sempre. E Krum l'avrebbe capito.
Li seguirò. Andrò a quella partita per seguirli.
*
Ginny sorrise all'amica come solo
lei sapeva fare. I suoi denti, bianchi e regolari, spiccavano luminosi
contorniati dalle labbra rosso fuoco.
Hermione adorava il viso di Ginny. In
un certo senso guardarla la faceva sentire rilassata e serena.
Questa, che sapeva sfruttare i suoi punti forti, le si avvicinò strusciandole
il naso contro la guancia "Come piacerebbe anche a me venire!"
Hermione si voltò verso di lei mortificata "Mi dispiace davvero
tantissimo, Gin! Viktor mi ha mandato solo tre biglietti e...beh vi erano degli
*specifici* mittenti...quindi..."
La ragazza scoppiò a ridere "Ma dai scema! Mica è colpa tua!"
Hermione sorrise di rimando "Beh...è che mi sarebbe piaciuto averti
vicina...sai...è un giorno un pò particolare..."
Ginny la osservò con fare indagatorio e diventò improvvisamente seria.
"Viktor ti chiederà di diventare la sua ragazza?". Hermione
parve sconcertata ma non negò. Si limitò a fare spallucce con l'aria di chi
non sa proprio cosa la aspetta. "Beh, secondo me te lo chiederà. E
faresti bene a pensare ad una risposta razionale, Herm. Hai tutta la notte per
pensarci"
Detto questo scivolò sotto le coperte e spense la lanterna appoggiata sul
comodino. Hermione arrancò verso la finestra con aria smarrita.
La ragazza di Viktor.
Sapeva che lui provava un'estrema simpatia per lei. Sapeva di piacergli,
sapeva che la voleva come fidanzata.
Certo Viktor era un ragazzo molto appetibile. O perlomeno avrebbe dovuto
esserlo.
Famoso, simpatico, dolce e premuroso. Non bellissimo, nè tantomeno dalle grandi
maniere, ma pur sempre un ottimo candidato.
Mai una settimana senza una sua lettera.
Mai un Natale o compleanno senza un suo biglietto festoso.
Hermione aveva riflettuto a lungo sul loro rapporto senza venire mai a capo di
nulla. Forse, in cuor suo, era convinta che Viktor non potesse essere altro che
un buon amico, ma la lotta che incombeva tra la sua parte razionale e il suo
opposto, la teneva in una fase di stallo molto critica.
Se Viktor l'indomani le avesse chiesto di essere la sua ragazza sarebbe stato
comunque troppo imbarazzante.
Osservò a lungo le nubiciattole che coprivano il manto stellato. Cercò di
immaginarsi con al fianco qualcuno che non fossero Ron o Harry, e si chiese
quanto l'avrebbe resa felice.
*
La pioggerella di quella notte fu
determinante. L'erba umidiccia rumoreggiava sotto i loro passi, mentre un sole
accecante illuminava i capi delle decine di studenti di Hogwarts diretti ad
Hogsmeade per la gita *extra*.
Hermione era totalmente elettrizzata e non smetteva di chiacchierare. Ron era
alquanto infastidito, se non teso allo stremo.
"Ho sentito dire che la squadra Cecoslovacca che oggi gareggerà contro
la Bulgaria, è composta da due dei tre migliori Cacciatori Europei!"
Harry le rispose con un sorriso "Infatti. Sarà una partita molto
interessante."
Fiotti di persone apparivano man mano che il bosco circostante il paese si
faceva vicino.
Il campo da Quidditch era stato allestito, infatti, su di una larga
piana a pochi metri dalla Stamberga Strillante. Il malumore di Ron si fece
sempre più notevole quando, presentati i loro biglietti e preso posto, il
cronista cominciò a dettare le varie formazioni.
Cercò di nascondere i pugni
rabbiosamente stretti sulla veste, mentre ascoltava distrattamente il
chiacchiericcio dei suoi amici e teneva gli occhi incollati sul punto centrale
dello stadio.
La partita risultava solo come una piccola distrazione prima della tempesta
finale. La seguì talmente distrattamente che, si vergognò quasi subito, di
definirsi un'appassionato di Quidditch.
Eppure l'unica scopa a risultargli interessante era quella montata dal Cercatore
Bulgaro.
Le due ore di gioco passarono in un lampo e, senza avere neanche il tempo di
accorgersene, la gente intorno a lui stava alzandosi per lasciare gli spalti ed
Hermione era magicamente scomparsa.
Harry stava chiacchierando con Dean ed un ragazzo Tassorrosso di cui non
ricordava il nome, così ne approfittò per dileguarsi anche lui.
Ron riflettè velocemente mentre si incamminava spedito verso l'uscita.
Ho perso Harry, volevo vedere se era con te.
Sono qui per incontrare un amico...no, non lo conosci.
Qualunque scusa elaborasse la sua mente sembrava inopportuna nel caso in cui
Hermione lo avesse sorpreso a pedinarla.
Notò una chioma cespugliosa farsi spazio tra la folla e un'ansia innaturale gli
pervase lo stomaco poco a poco. L'uscita era vicina e lei era quasi arrivata.
Hermione si voltò di scatto e agitò la mano sorridente. Per un attimo credette
il saluto rivolto a lui.
Ma dopo un attimo udì una voce roca alle sue spalle "Herrmioni!"
L'ansia si coagulò perfettamente fino a formare un fastidioso groppo. Krum ed
Hermione si abbracciarono e, un raptus momentaneo, gli suggerì di togliersi la
scarpa e gettarla dietro la nuca irsuta di lui.
"Mi sei tanto mancata, Herrmioni!"
Lei sorrise radiosa. Ron si rese conto che non aveva mai sorriso così a lui.
Le parole di Harry si fecero spazio incontrastate nella sua mente, mentre la
coppia si allontanava discretamente dalla folla, avviandosi verso la foresta
limitrofa.
Credo che il tuo guardare Krum con sospetto sia
dovuto al semplice fatto che lui riesce ad essere esplicito e cortese con
Hermione, mentre tu no.
Tu no.
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CONTINUA
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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!