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Autore: Unusualize    12/05/2008    3 recensioni
Vediamo se qualcuno si è mai posto questa domanda: e se la fornace di Mrs. Lovett fosse stata spenta quando Sweeney Todd ha provato a buttarla dentro?
Genere: Romantico, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Mrs. Lovett, tremante, si alzò e, molto lentamente, uscì da quella misera cella che l'aveva tenuta prigioniera per una settimana, se non di più, sempre ad occhi coperti.
Era dolorante, ma resistette fino a che non si trovò nella sala, poi cadde ai piedi dell'uomo, che la guardava impassibile. Non si dissero niente: Nellie cercava in tutti i modi di alzarsi, recuperare un po' dignità, ancora con gli occhi semi chiusi (abituati alla penombra della fornace, non riuscivano a distinguere perfettamente l'ambiente). Ansimava, non riuscendo a vedere quello che faceva, tastando per terra, ancora a carponi sul pavimento.
Due forti mani la presero per le spalle, aiutandola; Nellie si appoggiò all'uomo, riconoscendo all'istante quel profumo di acqua di colonia e schiuma da barba, caratteristico di un barbiere.
La aiutò a camminare, sempre sorreggendola, come un padre che aiuta la figlioletta a compiere i suoi primi passi. Ma solo a metà stanza, lei perse l'equilibrio, stringendo le unghie al suo braccio. Pianse in silenzio, senza neanche sapere il perchè. Si sentì circondare la vita e sollevare da terra; passò le braccia attorno al collo dello sconosciuto.
La portò in un'altra stanza, e l'appoggiò delicatamente ad un divano.
Sentì che l’uomo stava tirando le tende, doveva essere pieno giorno, per permetterle di vedere meglio. Infatti aprì gli occhi capendo che si trovava, come sospettato, nell’appartamento accanto al suo pies shop.
Riconobbe anche l'uomo alto, che armeggiava poco distante da lei, e con quel ciuffo bianco che, colpito dai raggi dei lumi, accesi qua e la, brillava di una strana luce lattea. Sweeney Todd si avvicinò al divanetto, sedendosi al fianco della donna, solo guardandola, niente più. Lei ricambiò il suo sguardo: altre lacrime le solcarono il volto, segnato dal dolore degli ultimi tempi. Sembrava incapace di fermarle: raccontavano l'orrore e la paura vissute cadendo dalla sue ciglia, correndo sulle sue gote, leggermente scavate, e infine strisciando sul collo, ricoperto di fuliggine.
Le asciugò le lacrime con due dita, sempre in silenzio, prese un panno bagnato da un tavolino lì vicino e iniziò ad inumidirle il viso. Strane sensazioni lo attanagliavano: lo sguardo di Nellie puntato esclusivamente nei suoi occhi, la sua pelle luccicante, bagnata d'acqua fresca, il suo petto dolcemente sussultante, il fatto che fosse sdraiata al suo fianco, completamente incapace di potersi ribellare ad ogni suo volere, gli procuravano strane sensazioni nel bassoventre.
Leggermente disorientato e perso nei suoi pensieri si alzò a prenderle un bicchiere d'acqua, e lo appoggiò al tavolino; le circondò la schiena con entrambe le braccia e la sollevò leggermente dai cuscini. Improvvisamente la donna gemette di dolore. Sweeney le appoggiò la testa sulla sua spalla e notò solo allora le bolle e le scottature rosso fuoco che contrastavano col resto della pelle candida della schiena scoperta. Riprese il panno e tamponò le ferite; Nellie sembrò gradire il gesto: il respiro si faceva più calmo e smise di piangere.
Appena queste furono pulite e meno rossastre, l'uomo la fece sedere, con le gambe ancora tese. Le porse il bicchiere d'acqua, che prese con mano tremante, e la aiutò a bere. La sua gola che si pronunciava leggermente quando deglutiva si aggiunse alle caretteristiche che procuravano a Sweeney strani pensieri e emozioni.
- Riposati.- le disse quasi dolcemente, mentre Nellie si risdraiava e chiudeva gli occhi, pronta finalmente ad addormentarsi.

Ha uno strano controsenso il fatto che prima l’abbia inprigionata, e poi l’abbia quasi subito liberata: i sensi di colpa si erano presentati prima del previsto.
Quello che gli aveva fatto era inaccettabile, non poteva quasi crederci, e una punizione se la meritava senza ombra di dubbio. Doveva essere un castigo che non avrebbe più dimenticato, che le avrebbe insegnato la lezione, come quando si punisce uno scolaro disobbiedente: ma rinchiuderla, era decisamente troppo! E i sensi di colpa lo mangiavano vivo.
La notte si rigirava nel letto sentendo questo dannato groppo alla gola che non gli faceva chiudere occhio; ogni quando gli era possibile pregava che fose ancora viva, e quando acendeva il forno era per averne una sorta di conferma; sentirla piangere, i primi giorni, gli dava una specie di conforto.
Ma questo non bastava alla sua mente malata: una parte di sé la voleva lì dentro per l’eternità, e l’altra la voleva fuori di lì, la voleva viva. Quella parte prese il sopravvento, come quando l’amore predominò sulla ragione di Nellie, facendola mentire riguardo sua moglie. Solo ora l’aveva davvero capito.
Todd non riusciva a staccarle lo sguardo di dosso, ma decise di andarsene e lasciarla riposare in pace.

Sono brava e metto due cappy, soprattutto perché, con gli esami, mi tartassano di verifiche! che noia! Specialmente storia: la detesto!! Quello che voglio sapere l’ho già detto, e cioè la vostra.
Alla prossima (se i miei prof non mi ammazzano prima!) ^_^

  
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