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Autore: valeriaspanu    15/12/2013    3 recensioni
"Si, questa è la mia vita… Non è perfetta e in parte è sempre incompleta ma, contando tutto ciò che ci è accaduto, devo ringraziare il cielo per avere Peeta e le sue braccia che mi stringono per farmi sentire il suo amore. Può essere questa la felicità dopo tutto ciò che abbiamo passato?"
La FIC si svolge 5 anni dopo la rivolta. Peeta e Katniss stanno insieme e cercano di lottare contro i propri incubi, ma una nuova minaccia creata da Capitol City incombe su di loro: riusciranno a superare le nuove prove?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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-Posso uscire dalla mia vasca da bagno, adesso signor Mellark?-sussurro, seguendo le vene della braccia di Peeta con le dita.
Mugugno indispettito. Giustamente. Peeta tende a diventare possessivo dopo che ci facciamo qualche coccola un po’ più spinta. Dopo un paio di secondi allenta la presa e mi fa uscire dalla vasca.
-Sei sempre più bella dopo…- mi dice, facendomi venire i brividi per la schiena.
Arrossisco, sollevando gli occhi al cielo e coprendomi con l’asciugamano. So che se non mi vesto subito saremo al punto di partenza e poi un Peeta frettoloso sarebbe per me molto difficile da sopportabile: la cucina è il suo REGNO e tutto deve essere perfetto come Mellark comanda.
Apro l’armadio cercando di scegliere cosa mettere; ho conservato praticamente solo i vestiti che Cinna aveva creato solo per me, per cercare di non dimenticarlo. Inoltre non mi sono mai sentita a disagio indossando le sue meraviglie… Scelsi un vestito blu notte che mi scopriva leggermente la schiena e che mi arrivava un po’ sopra il ginocchio: ogni volta che mi muovevo, la luce del sole ne mutava il colore, così da mostrare tutte le sfumature del mare. Mi ricordai all’improvviso di aver indossato quell’identico vestito durante il Tour della Vittoria, nel distretto 4.
- Mi piace quel vestito, fa risaltare i tuoi occhi.-
Dovrebbe smetterla di fare tutti quei complimenti: anche perché dopo gli Hunger Games e la guerra le mie cicatrici sono così tante che non riesco a contare e so, anche se Peeta non lo dice chiaramente, che gli danno fastidio. Sembra che mi abbiano cucito della pelle di altre persone, il che non fa che sottolineare l’idea su cui il suo depistaggio si basava: sono un ibrido. Infatti pesco subito dall’ armadio un copri spalla leggero, abbastanza lungo da coprire la cicatrice causata da Johanna quando mi strappò il dispositivo di dosso, il giorno che mi prelevarono dall’arena.
- Volevo vedere se era troppo elegante per l’occasione. Ma è troppo presto, penso che andrò a cacciare.-
Peeta annuisce e mi da un bacio sulla guancia, mettendosi in “divisa” per cucinare: sa benissimo che cacciare ormai non mi è più necessario, abbiamo così tanti soldi che potremo comprare tutta la carne del distretto, ma mi aiuta a distrarmi, soprattutto dopo un incubo come quello di stanotte. Mi metto una maglietta e dei leggins comodi e leggeri, per non sentire il caldo di Luglio, quasi insopportabile nel distretto 12. Scorgo, in fondo all’armadio, la mia vecchia divisa da Ghiandaia imitatrice… Mi torna in mente la Coin e un brivido di disgusto mi assale all’improvviso: mai stata così felice di uccidere qualcuno. La cosa più soddisfacente era stato veder morire Snow, soffocato dal suo stesso sangue e dalla folla che travolgeva il palco.
Velocemente, scendo al piano di sotto dove Peeta si è già messo a lavoro a preparare l’impasto per le varie focacce che ha intenzione di fare per pranzo. Al suo fianco c’è Ranuncolo che si struscia su di lui, facendogli le fusa. Ruffiano di un gatto: il mio povero ragazzo non riesce a guardare quella palla di pulci che si lamenta se non ha cibo tutti i giorni e gli butta sempre qualcosa da mangiare. Gli ha anche fatto una cuccia che però Ranuncolo snobba, preferendo buttarsi sul nostro costosissimo divano che, ogni volta, si riempie dei suoi maledetti peli: ma era il gatto di Prim e quindi rimarrà qui, almeno sino a che vorrà.
-Io vado allora…- dico a Peeta, sorridendogli.
-Basta che torni..- mi dice lui, sorridendo incerto.
Io lo rassicuro annuendo e esco di casa, provvista dell’arco e delle frecce. Haymitch è contrario al fatto che io li tenga in casa, a portata di mano dal momento che Peeta… beh si sa, a volte ha ancora i suoi episodi in cui pensa che io sia solo un ibrido assassino che cerca di ucciderlo, ma io mi fido. Mi voglio fidare e voglio che tutto torni esattamente come prima. O perlomeno fingo che sia tutto a posto. Il mio terrore più grande non è quello di essere uccisa da Peeta ma è che se ne vada, che si stufi di controllarsi e di chiedersi sempre se lo sto per attaccare o no. Non mi dice mai queste cose ma io le capisco: alcuni giorni è talmente distante che SO che non capisce se gli sto mentendo o se ciò che c’è tra di noi è reale. Ricorrere al gioco del VERO FALSO è utile ma… per quanto potrà durare?
Scuoto la testa per concentrarmi sulla caccia e corro velocemente sul viale che attraversa il Prato: qualche anno fa abbiamo costruito una piccola piazza, circondata da dei sempreverdi, come monumento in memoria dei caduti durante il bombardamento del 12. Ovviamente, volevano che io e Peeta lo inaugurassimo ma abbiamo lasciato il compito di ciò al nuovo sindaco del distretto, dal momento che anche la famiglia di Peeta era sepolta nel prato e sarebbe stato troppo doloroso fare da padrino ad un evento del genere. Per conto mio, mi sentivo un’ipocrita a onorare un luogo e dei morti che io stessa avevo ucciso. Le persone non mi odiavano, anzi.. Vedevano in me ancora la fautrice della loro libertà e il simbolo della rivolta; sono orgogliosa di essermi ribellata a Capitol City ma a quale costo? Tutti ormai sanno che non voglio essere altro che Katniss Everdeen. Nient’altro.
Arrivata all’entrata del bosco, cammino silenziosamente per non far spaventare le mie prede. Sorrido al ricordo di Peeta a caccia con me: per quanto si impegnasse, non riusciva proprio a non fare un macello infernale, facendo scappare tutte le prede. Quindi avevamo ben chiarito i ruoli: io avrei cacciato e lui avrebbe cucinato quantità assurde di cibo per noi due da soli. Era inevitabile, infatti, che venissero sempre a pranzo dei suoi vecchi compagni di scuola con cui io cercavo sempre di non essere troppo fredda o timida.
Subito avvisto dei conigli che mangiano dell’erba tranquilli, tendo la freccia, prendendo la mira per non sbagliare…
- Non pensavo che cacciassi ancora.-
Per lo spavento, ho sempre il terrore che qualcuno mi prenda alle spalle( un’altra fantastica ferita mentale, regalo degli Hunger Games), faccio scoccare la freccia, facendola arrivare al prato e facendo scappare i conigli. Quella voce.
-Gale.- mormoro tagliente, ben consapevole che mi ha sentito.
Mi volto ed eccolo lì: il mio ex migliore amico che mi guarda, fiero nella sua uniforme da soldato al servizio di Panem. Sapevo che si fosse fermato nel 2 per aiutare la ricostruzione della nostra nazione ma non sapevo che avesse continuato ad esserne un soldato: non gli era bastata la guerra e tutte quelle morti innocenti? Certo che no. Lui aveva l’odio e il fuoco nel sangue; lo sapevo perché anche io ero così, anche io non riuscivo a mettermi l’anima in pace, nonostante la pace fosse arrivata già da tempo nelle nostre vite. Ma, come disse Haymitch, non ci sono vincitori dagli Hunger games, solo sopravvissuti.
- Ti trovo bene, Catnip.-
- Cosa ci fai qui? Perché sei tornato?- gli rispondo, con voce accusatrice.
Lui sa. Lui sa che non lo voglio qui.. Non dopo quello che ha fatto a Prim, non dopo che, in quella lontana notte prima dell’ultimo attacco a Capitol City, disse a Peeta che io avrei scelto colui con il quale avrei potuto sopravvivere.
- Mi mancavi, Kat. Pensavo che venire qui sarebbe stata una buona idea, visto che per questi 5 anni non ti sei fatta sentire.-
Non gli rispondo ma gli passo accanto squadrandolo con gli occhi e sputandogli affianco.
-Faresti meglio a tornare da dove sei venuto, Gale. Non ti odio, mi sei indifferente. Totalmente. Ma vattene, la tua presenza qui è un affronto per Prim.-
Vedo il dolore e il senso di colpa nei suoi occhi grigi, così uguali e simili ai miei. Fa per prendermi il braccio ma poi lo ritrae, addolorato. Nell’aria c’è energia e ci sono così tante parole che dovrebbero essere dette ma non lo saranno mai: io e Gale siamo uguali, non siamo bravi con le parole, con i sentimenti o le scuse.
-Sono qui per ordine del presidente Heavensbee. Sono andato a casa tua ma non c’era nessuno. Se non Peeta.- dice, arrossendo. Ah già, non sapeva niente di noi due. Perché effettivamente abbiamo evitato le telecamere di Capitol City, da quando tutta quella buffonata degli amanti sfortunati è finita. Mi diverte questo pensiero. Ma mi turba il pensiero che Plutarch abbia bisogno di qualcosa DA ME. Avevo votato anche io per lui, aveva abbastanza senno per governare in una situazione disastrosa come quella di Panem ed era perfetto per il ruolo del politico: ruolo al quale io non avrei mai potuto adempiere.
-E perché ha mandato te per dirmi ciò che vuole?-
-Ha provato a chiamarti nelle ultime 2 settimane. Ma tu sei sempre irraggiungibile. –
Ah già. Ops.
-E allora dimmi.-
-Forse è meglio se ne discutiamo a casa tua.- Alzo gli occhi al cielo: devo almeno essere civile… Senza dire niente gli faccio cenno di seguirmi. Peeta saprà già che ci siamo incontrati nel bosco, sarà in pensiero come sempre. Nonostante la nostra relazione sia più forte che mai dopo questi 4 anni, Gale è ancora un argomento tabù, soprattutto per il fatto che Peeta non riesce a controllare la gelosia e, a causa del depistaggio, è sempre convinto che io e Gale siamo stati amanti per un certo periodo. Questa situazione poteva essere plausibile prima della pace perché non capivo davvero i miei sentimenti: non pensavo di poter amare una persona in quel senso. Oscillavo da Gale a Peeta, per non ferire nessuno ma , nello stesso momento, facevo soffrire entrambi. Ma Peeta era il simbolo della rinascita, della speranza di ricominciare ad essere felici.
Arriviamo all’entrata del villaggio dei Vincitori, ormai abbellita con delle siepi e delle panchine per sedersi durante le belle giornate come questa: inoltre, io, Peeta ed Haymitch abbiamo deciso di donare le case disabitate ai più poveri o coloro che avevano perso tutto così da rendere il Villaggio un allegro quartiere residenziale. Per non essere ingiusti verso il resto del distretto, avevamo finanziato con i nostri risparmi la costruzione di villette nel resto del paese.
Apro la porta di casa e, al mio arrivo mi accolgono Haymitch, Cynthia e un Peeta con in viso un’espressione sconvolta.
-Ma che succe…-
- Tu!!!!- esclama Peeta con un tono rabbioso, aggredendo Gale non appena quest’ultimo entra in casa.
Seguono attimi in cui io assisto alla scena sconvolta, non riuscendo neanche a separare i due ragazzi che se le danno di santa ragione. O meglio, è il mio ragazzo che ha sbattuto il mio ex migliore amico al muro. Cynthia mi afferra per spostarmi più in la, per non essere colpita mentre Haymitch separa i due.
-Calmati, Peeta! Non facciamo stronzate.- dice, brusco. Haymitch sa benissimo quanto Peeta possa essere forte ma anche che Gale è ormai un soldato, sottoposto a duri allenamenti per gran parte della sua giornata.
-Cosa volete ancora? Perchè non ci lasciate in pace?!- urla velenoso Peeta, in direzione di Gale.
-Qualcuno mi vuol dire cosa sta succedendo?- urlo, isterica, notando che il nostro praticamente inutilizzato telefono giace a terra, in mille pezzi.
Gale sospira, asciugandosi il sangue che gli esce da un taglio sul labbro provocatogli dalla breve colluttazione con Peeta.
-Immagino che Plutarch vi abbia già avvisato allora.- Peeta lo guarda ancora rabbioso mentre si avvicina a me con fare protettivo. Sposto velocemente lo sguardo dall’uno all’altro chiedendomi cosa diamine stia succedendo. –Non so se ricordate il discorso con la Coin. Io non ero presente, era un meeting creato appositamente per voi vincitori. Per decidere come far saldare il conto a Capitol City.-
Oddio. Certo che ricordo… Il mio cuore perde alcuni battiti mentre la mia mente ripercorre quella riunione e la mia scelta…
*** - Prego, siediti, Katniss- invita la Coin, chiudendo la porta, dove all’interno si trovano tutti i vincitori degli Hunger Games, compresi Haymitch e Peeta. – vi ho chiesto di venire qui per appianare una controversia. Oggi giustizieremo Snow. Nelle scorse settimane, centinaia di suoi complici nell’oppressione di Panem sono stati giustiziati ed ora aspettano la morte. Ciononostante, la sofferenza dei distretti è stata tale che alle vittime questi provvedimenti non sembrano abbastanza. In effetti, molti stanno chiedendo l’annientamento dell’intera popolazione di Capitol City. Perciò, dopo varie idee abbiamo deciso: faremo un’altra edizione degli Hunger Games con i bambini di Capitol City.-
- Sta scherzando?- dice subito Peeta allarmato.
- No, sta a voi la scelta. Se i giochi si terranno davvero, sarà rivelato alla popolazione che è stata una vostra scelta ma i voti saranno segreti, per proteggere la vostra incolumità.- continua la Coin.
- No!- esclama Peeta- Io voto, no naturalmente! Non possiamo avere altri Hunger Games!-
- E perché no? Snow ha anche una nipote. Io voto sì.- esclama Johanna.
Tutti gli altri, tranne Beetee e Annie, votano sì. Tocca solo a me ed Haymitch
. -Katniss…- mormora Peeta, guardandomi negli occhi.
-Io voto sì. Per Prim-.
Haymitch si gira verso di me e annuisce- Io sto con la Ghiandaia imitatrice. Per me è sì.- ***


Mi manca il respiro, mentre afferro la mano di Peeta che evita di guardarmi negli occhi. Tutti guardiamo Gale, muti come pesci, in attesa di una sua richiesta.
-Il presidente Heavensbee vorrebbe dare finalmente inizio a questa prima e unica edizione degli Hunger Games di Capitol City. E vorrebbe voi come mentori di una delle 12 coppie che verranno scelte. Accettate o no?-



Uh perdonatemi se vi lascio così, sono una persona cattiva e crudele. Lo so, lo so ringrazio per chi ha recensito( legemelle4ever) e per chi ha messo la mia storia tra le preferite e le seguite:) ! Ho aggiornato così presto perché l’ispirazione non si deve far attendere!!! Comunque… La mia migliore amica si è diplomata alla Comics e avevo intenzione di chiederle di fare alcune illustrazioni da inserire nella Fic. Che ne dite, vi farebbe piacere? A presto! Recensite in tanti!!
  
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