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Autore: OfeliaMontgomery    16/12/2013    2 recensioni
Le due fate Nettle (femmina) e Fire (maschio) erano alla ricerca della figlia - Chiara, una delle fate più potenti nel nuovo ‘800 - di un uomo scappato alle grinfie di una delle streghe più potenti, Serafina Salem. Lei pensando di essere umana scopre per la prima volta il mondo di Wizard e insieme a Nettle e Fire cercheranno di scoprire i loschi piani di Serafina e sconfiggerla.
Scusate, non sono molto brava con le trame.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Witches and Fairies.'
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Nettle ora non si trovava più all’istituto ma nella sua casa, dove viveva con i suoi genitori.
La loro casa era piccola ma confortante, era fatta in un legno molto pregiato, vivevano a Hexed dove la magia nera aveva contaminato la maggior parte della città. Molto fate erano scappate, ma non erano riuscite a sopravvivere alla foresta maledetta. Ricordava quella giornata perfettamente, il giorno della scomparsa dei suoi genitori. Le fate avevano una memoria sin da piccole.
– Hazel prendi Nettle e portala di sotto, la magia nera sta arrivando anche qui, la devi proteggere – urlò Ash Elfshimmer alla moglie, mentre guardava fuori dalle finestre della loro piccola casa con lo sguardo allucinato, il suo cuore batteva all’impazzita, sapeva che da li a poco sarebbe morto.
– No, io non ti lascio qui da solo!! – urlò a sua volta Hazel che aveva preso in braccio la bambina mentre la teneva stretta tra le braccia cullandola per farla calmare.
La portò nella loro cantina ­e la mise in una culla, fatta di petali di rosa rossi, – Piccola mia – Le diede un leggero bacio sulla fronte e una piccola carezza sulla guancia Ti voglio bene piccola Nettle – La madre le mise intorno al collo una collana con una piccola fatina che teneva tra le mani una rosa, la prima fata della loro famiglia, ti proteggerà, disse tra le lacrime, poi corse al piano di sopra dove c’era il marito e chiuse la botola.
Si sentirono degli urli, poi il nulla, solo il pianto della piccola Nettle, rimasta sola.
 
Nettle si svegliò di colpo completamente bagnata, persino i capelli alla base della nuca erano zuppi di sudore come anche la camicia da notte che era fradicia ed appiccicata alla schiena, il cuore che le batteva velocemente e con le lacrime agli occhi. Questo incubo la tormentava da ormai troppi anni, i suoi genitori non furono più ritrovati, ma lei sapeva per certo che erano ancora vivi, perché lei lo sentiva. Lo sentiva nel cuore.
La fata sentì bussare alla porta, – Chi è? – chiese la ragazza uscendo dalla coperta, – Sono Fire, posso entrare? – aprì un po’ la porta e mise un braccio dentro e poi anche la testa – Vengo in pace, giuro – disse facendo ridere Nettle, – Entra sciocco – le disse la ragazza facendogli spazio sul suo letto.
Il ragazzo entrò sorridendo, Nettle si asciugò velocemente le lacrime dagli occhi, ma ormai era tardi, Fire si era accorto che aveva pianto.
– Che cosa hai Nettlie? – solo lui la chiama Nettlie... amava sentire come pronunciava il suo nome Fire, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.
– Il solito incubo – disse guardando da tutt’altra parte perché sapeva che non sarebbe riuscita a sopportare lo sguardo di Fire. Si sentì cingere un fianco dal grande braccio del ragazzo che la tirò verso di sé cosi che Nettle potesse appoggiare la testa sulla sua spalla. – Mi mancano, mi mancano da morire – disse trattenendo le lacrime. Lui la strinse ancora di più – Lo so Nettlie, so che ti mancano molto, anche a me manca mia madre, ma purtroppo è cosi che va la vita, una vita di sacrifici per cosa? Per poi venire assassinata da quelli che dovevano essere dalla tua parte – Fire sospirò, anche a lui mancava molto la madre, uccisa dalle fate del Monclave, - le fate più potenti di Wizard -, perché si era innamorata di uno stregone. Il padre di Fire era morto molti anni prima in una guerra tra orchi e fate. Tutti gli amici della madre l’avevano abbandonata nel momento in cui il Monclave era arrivato in città.
Prima tra fate e streghe non poteva esserci niente, se non amicizia, la pena era la morte, ma da un secolo erano cambiate le leggi, ora invece si potevano anche sposare.
Fire dimostrava diciassette anni ma in realtà aveva due secoli. Invece Nettle dimostrava sedici anni, ma aveva un secolo e mezzo.
Feather Cornwizard aveva trovato Nettle dentro la culla nei paraggi di Hexed, la casa della famiglia Elfshimmer era andata distrutta e lei era stata trasportata nel bosco. La culla fatta di rose l’aveva protetta dalla magia nera, che aveva completamente distrutto Hexed, ora le uniche cose che c’erano li erano rami rinsecchiti, gli alberi erano tutti bruciati e di flora non ne era rimasta nemmeno una traccia. Per non parlare della popolazione, gli unici ancora vivi erano i seguaci di Serafina Salem. Una delle streghe più potenti da ormai moltissimi secoli.
A quei tempi Nettle aveva solo un anno, era una bambina bellissima, con pochi capelli rosa e quegli occhioni marroni tendenti al rosso che guardavano il mondo con sguardo innocente.
Su una piccola pergamena dentro la culla c’era scritto il nome e il cognome della povera bambina. Feather la prese e la portò all’istituto e da quel giorno si prese cura di lei, come una figlia.
Fire era già lì da un anno, lui aveva già diciassette anni quindi si prese cura di Nettle e man mano che la bambina cresceva loro diventavano sempre più uniti, fin a diventare migliori amici, anche se a volte lei non lo sopportava per il suo modo di fare un po’ arrogante.
– Ora mettiti a dormire, vuoi che rimanga qui? – chiese Fire accarezzando la testa della ragazza. Lei annuì. Si misero sotto le coperte insieme e si addormentarono, quella notte la ragazza non fece più incubi, perché si sentiva sicura e protetta con Fire lì accanto.

   
  
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