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Autore: GiuliaChop    17/12/2013    1 recensioni
Più che una vera serie è una raccolta di one-shot che raccontano le esperienze più significative vissute dai nostri amati personaggi dopo la grande battaglia finale. Le scrivo soprattutto per me stessa ma spero possiate apprezzarle anche voi. Le dedico a chi, come me, ha amato tanto questi libri
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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« Georgie… »
Bill aveva trovato il fratello disteso per terra, con le mani dietro la testa e le gambe l’una sopra l’altra, il volto terribilmente inespressivo. Si chiese da quanto tempo fosse in quella posizione, all’interno del dormitorio che aveva occupato quando frequentava ancora la scuola.
« Georgie stiamo tornando a casa. Mamma e papà andranno via domani… Con Fred.»
George non rispose, i suoi occhi fissavano il soffitto come se niente al mondo fosse più interessante.
« George, tu che fai? Rimani con loro? » Bill disse la seconda parte della frase quasi sussurrando.
A quel punto George si alzò, Bill lo seguì con lo sguardo mentre si dirigeva verso uno dei letti del dormitorio; George allungò una mano e prese una bacchetta. Bill la riconobbe subito, era la bacchetta di Fred, George doveva averla recuperata dalle macerie alla fine della battaglia.
« Dammi cinque minuti, devo andare in bagno.»
«Pensavo volessi rimanere anche tu…» in realtà Bill non lo pensava affatto.
« E a che scopo? I morti non sono di nessuna compagnia.»
 
Tornarono alla Tana la sera stessa, il funerale era stato fissato per le tre del pomeriggio del giorno dopo. Il Signor Weasley aveva chiesto a Kingsley Shacklebolt di officiare la cerimonia, il neo-eletto Ministro della magia aveva accettato ma non sarebbe arrivato prima di pranzo.
Rientrare alla Tana e trovarla vuota e silenziosa fece uno strano effetto ad Harry, era abituato al chiasso e al calore tipico di quella casa. Tutto sembrava avvolto in uno strato di polvere, la casa era disabitata da mesi, da quando i mangiamorte avevano capito che Ron Weasley non era affatto malato di spruzzolosi e l’intera famiglia aveva dovuto nascondersi a casa di zia Muriel.
« Dobbiamo dare una bella pulita prima che arrivino tutti domani.» disse Ginny. Si era seduta su di una sedia e aveva passato un dito sul tavolo ricoperto di polvere.
« Ci penseremo domani mattina, mamma e papà non arriveranno prima di pranzo. Anche Fleur arriverà direttamente per il funerale, è andata a prendere i suoi.» disse Bill.
«Dov’è George?» anche Charlie si era seduto e si guardava intorno.
« È salito di sopra appena siamo entrati.» rispose Bill.
« Vado di sopra a vedere come sta…» disse Ron alzandosi.
« No!» Ginny si era alzata in piedi con sguardo deciso. « Prepariamo qualcosa per cena, non mangiamo nulla da questa mattina, porterò io qualcosa a George più tardi.» Ron sembrò sollevato di non dover affrontare il fratello e si sedette di nuovo.
« Vieni qui Percy, aiutami a preparare qualcosa per tutti.» aveva aggiunto Ginny.
Hermione fece per alzarsi, come a voler dire che avrebbe aiutato lei Ginny con la cena, ma Ron la fermò con una mano. Aveva capito le intenzioni della sorella, tenere Percy impegnato lo avrebbe salvato dal senso di colpa che lo stata divorando, giorno dopo giorno.
 
Il mattino dopo si alzarono tutti molto presto e Harry si sorprese nel vedere Ron già affaccendato a riordinare la camera quando aprì gli occhi; Ron aveva sempre odiato riordinare la sua camera. Dirigendosi verso il bagno passò davanti alla camera dei gemelli, ebbe una morsa allo stomaco nel vedere che il vassoio che aveva lasciato Ginny la sera prima non era stato toccato.
Si tennero tutti più impegnati che poterono, si divisero i compiti e parlarono il meno possibile, nessuno voleva pensare al motivo per cui stavano ripulendo e sistemando tutto. Percy si muoveva come un’ombra per la casa, non voleva mai rimanere solo perciò quando uno dei suoi fratelli si allontanava lui lo seguiva da una stanza all’altra.
« Percy! Diavolo, fa attenzione!» aveva lasciato cadere un piatto in testa Ron mentre con la bacchetta tentava di indirizzarlo nel lavello della cucina.
« Mi..mi dispiace! Rimedio subito.»  con un colpo di bacchetta riparò il piatto.
« Non pensare al piatto! Non lo vedi che sto sanguinando?»
«Piantala Ron!» Ginny era entrata in cucina armata di guanti e stivali. « Va da Hermione, sistemerà la tua testa bacata. Percy vieni con me in giardino, non vorrei che gli gnomi assalissero gli ospiti, si sono impossessati anche del pollaio.»

George non si fece vedere fino alle undici e mezza quando scese di sotto e si diresse verso Bill e Charlie appena al di fuori del giardino della Tana; stavano scavando la buca per Fred, entrambi avevano in mano una vanga, non avevano usato la magia.
Quando George li raggiunse Charlie aveva appena finito di sollevare l’ultima zolla di terra, sembrava sfinito ma non per la fatica del lavoro.
« George! Hai mangiato qualcosa?» Bill fu sorpreso di vedere il fratello. Si alzò dal cumulo di terra su cui era seduto e si passò distrattamente una manica della maglia sugli occhi, aveva pianto.
« Vadiamo…» George si sdraiò a terra accanto alla buca appena scavata. « Sì, direi che a dimensioni ci siamo.»   I fratelli rimasero senza parole, Bill finse di guardare altrove.
« Georgie, alzati…»  Charlie gli allungò un braccio per aiutarlo ad alzarsi.
« Penso io alle sedie e tutto il resto, nel capanno di papà c’è ancora qualcosa che abbiamo usato per il matrimonio. Andate a farvi una doccia, avete terra ovunque, se mamma vi vede conciati così le prenderà un colpo »
« Ti diamo una mano.» disse Bill.
« No, faccio da solo. Andate dentro ad aiutare gli altri. Ci metterò pochissimo. »  Fu di parola, dopo mezzora era già nuovamente diretto verso la sua camera da letto.
 
« Ronald vuoi stare fermo?»
« Hermione mi fai male!»
« Oh, piantala. È solo un graffio!»  Ron sbuffò e mise il broncio, incrociò le braccia e tornò a sedersi accanto ad Hermione.
« Sai… mi sembra strano organizzare una cosa così formale per… Insomma, una cerimonia ufficiale, non so se sarebbe stato il tipo…»
«Lo so. Papà non era d’accordo, l’ho sentito mentre discuteva con la mamma ieri. Sai com’è mia madre, ci tiene a queste cose, papà ha voluto farla contenta. Credo che il pensiero di passare tutti giorni davanti alla tomba del figlio lo distrugga.» Mentre diceva queste parole girò la testa in modo che Hermione non potesse vederlo, era d’accordo con suo padre.
Inaspettatamente Hermione lo abbracciò, lui non si mosse e rimase come paralizzato mentre le sue orecchie si tingevano di rosso; non era ancora abituato a questa nuova intimità che si stava creando tra lui e la ragazza.
«Hermione…»
«Sei incredibile Ron. Io non credo che… non avrei la tua forza…» la ragazza prese a piangere. Ron le accarezzò la testa ancora più imbarazzato di prima. Dopo poco si separò da lei, le orecchie ancora in fiamme che si confondevano con i suoi capelli.
« Vado fuori ad aiutare Ginny e Percy con gli gnomi, ho paura che quell’idiota li abbia lanciati tutti contro mia sorella.» disse guardando per terra. Fece per avvicinarsi alla porta quanto si bloccò, tornò in dietro e si avvicinò ad Hermione. La ragazza ebbe appena il tempo di alzare la testa quando lui la baciò sulle labbra, un bacio piccolo ma molto dolce. Hermione aveva ancora lo sguardo sorpreso mentre Ron usciva frettolosamente dalla stanza.
 
Mangiarono in fretta, Kingsley e tutti i sopravvissuti della guerra rimasti ancora ad Hogwarts arrivarono verso le due del pomeriggio con delle passaporte. Harry non aveva mai visto tanta gente nel giardino della Tana, neanche al matrimonio di Bill, molte persone sarebbero rimaste in piedi.
« Harry!»
«Hagrid! » il guardiacaccia era vestito con il suo orrido vestito peloso marrone per le grandi occasioni, piangeva già, si asciugava continuamente gli occhi con un’enorme fazzoletto.
« Che cosa orribile! C’ho passato sette anni a rincorrerli per la Foresta Proibita, non ci posso credere che Fred non c’è più! Teddy senza la mamma e il papà… Però è morto eh! L’hai fatto fuori Harry! La Professoressa McGranitt l’ha trasfigurato in cenere ieri sera. »
« In cenere?» Harry non si era posto il problema di cosa ne sarebbe stato del corpo di Voldemort fino a quel momento. Da quando era stato spostato dalla Sala Grande non l’aveva più visto, l’idea che un mago tanto pericoloso e potente fosse ora ridotto in un misero cumulo di cenere gli fece uno strano effetto.
« Sì, sì. Penso che poi le brucia.»

Le persone continuavano ad arrivare ad ondate, ognuno di loro espresse il proprio dolore e le proprie parole di conforto ai fratelli Weasley e piano piano si sistemarono sulle sedie adibite per la cerimonia.
« Non ci staremo tutti.» commentò Neville mentre salutava Harry e gli altri con un abbraccio.
« Non importa, noi studenti possiamo sederci sul prato.» detto questo Luna fece comparire lunghi teli bianchi da adagiare per terra; alcuni degli studenti ,capite le sue intenzioni, fecero lo stesso.
« Grazie Luna.» disse Ginny abbracciandola.
« Papà dice che il bianco è il colore della pace e della serenità. Credo che ne abbiamo tutti bisogno no?»
« Direi proprio di sì.» Tutti si voltarono riconoscendo quella voce: Angelina Johnson si stava dirigendo verso di loro insieme a Katie Bell e Lee Jordan. Lee sembrava non realizzare perché si trovasse lì e Angelina aveva gli occhi infossati, la sua pelle scura non nascondeva le occhiaie marcate che aveva sotto gli occhi.
« Alicia è dispiaciuta ma è ancora al San Mungo. I guaritori le hanno impedito di muoversi.» disse Katie.
« Non fa niente, è come se ci fosse.» la rassicurò Ginny.
«Lui dov’è?» disse Angelina. Harry in un primo momento pensò che si riferisse a Fred, fece per risponderle ma Ginny lo battè sul tempo.
« In camera sua, non credo scenderà per il funerale.»
Senza dire una parola Angelina si voltò e si diresse verso la casa.  « Ma dove va?» disse Ron. « Ron sei un idiota. Accompagna Lee e Katie a sedersi, vicino a Neville e Luna c’è ancora posto.»

Angelina non sapeva quale fosse la stanza dei gemelli, le aprì tutte senza bussare finché non trovò quella che stava cercando. Quando spalancò la porta lo trovò sdraiato sul letto, dalla grossa “F” disegnata sopra la testiera capì che era il letto di Fred. George si mostrò appena sorpreso di vederla nella sua stanza, dopo averle rivolto un cenno con il capo tornò a guardare la bacchetta che aveva tra le mani.
« George, scendi. I tuoi arriveranno a momenti.»
« Scendere? Ma da qui ho la vista migliore di tutte. Ho il posto d’onore.» distrattamente indicò la finestra.
Angelina si affacciò e rimase pietrificata; dalla finestra si vedeva perfettamente il luogo dove Fred sarebbe stato sepolto, non poté fare a meno di pensare che fosse una cosa crudele dover vedere la tomba del proprio gemello ogni volta che ci si affacciava dalla finestra.
« Non ci avranno fatto caso…» sussurrò la ragazza.
«Già, ma alla fine un posto vale l’altro no?»  George si alzò dal letto e si diresse anche lui alla finestra.
« Ti conviene scendere, Zia Muriel ha cominciato il suo pianto greco, probabilmente i miei sono arrivati.»
« Vieni di sotto insieme a me…»
George sorrise, un sorriso che non si estese anche a gli occhi. « Ci vediamo presto Angie, promesso.»
 
« Silenzio per favore! Pregherei tutti di trovare un posto a sedere.»  Kingsley riportò l’ordine nel prato affollato, Molly ed Arthur erano arrivati. Il signor Weasley portava in braccio il corpo del figlio, avvolto in candido manto bianco con ricami argentati, un’espressione contratta di dolore sul viso, gli occhi stanchi e gonfi. Mentre tutti si sedevano Percy si diresse verso la madre, le cinse le spalle mentre lei piangeva silenziosa e la condusse in una delle sedie poste in prima fila lasciate libere. Non oppose resistenza, si lasciò trascinare via come una barca abbandonata in un mare in tempesta. Harry era seduto accanto a Ginny in seconda fila, Ron ed Hermione erano la sua sinistra, il resto della famiglia Weasley e Fleur erano davanti a loro. La ragazza piangeva tenendo la testa sulla spalla del marito. Harry non riusciva a guardare nessuno di loro negli occhi, mentre il signor Weasley percorreva la passerella posta tra le sedie guardò per terra e vide Ron fare lo stesso; Hermione piangeva e gli accarezzava i capelli mentre lui nascondeva le lacrime con finti colpi di tosse. Era troppo per Harry, avrebbe voluto alzarsi e fuggire via; come se avesse capito le sue intenzioni Ginny gli prese una mano e la strinse tra la sue. Harry alzò gli occhi, il suo viso era pallido e contratto ma non piangeva, il suo sguardo non era diretto al padre ma alla Tana. Harry capì ciò a cui stava pensando.
« Starà bene…» le sussurrò.
« Lo so, credo sia meglio… che non sia sceso. »
Il signor Weasley accarezzò per l’ultima volta il volto coperto del figlio e lo adagiò con dolcezza nella buca che Bill e Charlie avevano scavato. Kingsley gli si avvicinò e poggiandogli una mano sulla spalla lo aiutò a spostare il cumulo di terra e ad erigere la lapide, quando ebbero finito Arthur si accasciò sulla sedia accanto alla moglie e la abbracciò forte mentre lei era scossa dai singhiozzi.
Era straziante, Harry si ritrovò a sperare che finisse presto, ovunque si girasse vedeva persone che piangevano, la vecchia zia Muriel stava dando il meglio di se invocando teatralmente il nome del nipote mentre Hagrid soffiava rumorosamente il suo naso nel fazzoletto; il silenzio tornò solo quando Kingsley riprese la parola.

« Ringrazio tutti voi a nome della famiglia Weasley per essere qui oggi. La folla che si è radunata qui è solo una piccola prova di quanto fosse straordinaria la persona che stiamo per salutare. Un ragazzo che non ha esitato a rischiare la sua stessa vita per la sua famiglia, per ciò che è giusto.»  alzò gli occhi al cielo.
« Questo bel tempo si prende gioco di noi…» sospirò e ricominciò a parlare. « Signori e signore vi chiedo di alzare le vostre bacchette in onore di Fred Weasley! Vi chiedo…»
Non seppero mai cosa Kingsley stava chiedendo loro perché un boato assordante proveniente dalla Tana spezzò il religioso silenzio in cui era calato il giardino. Al primo scoppio fece seguito un secondo e poi un terzo, alcuni spaventati caddero dalle sedie.
« Guardate!» Ginny si era alzata in piedi. Il cielo era costellato di fiamme luminose che prendevano le forme più bizzarre, prima un leone, poi una tigre, ora un drago. Erano enormi e colorati, Harry li riconobbe, i fuochi d’artificio ad acqua dei Tiri Vispi. Improvvisamente alcune delle sedie scoppiarono e i malcapitati, riemergendo dal fumo provocato dall’esplosione, erano verdi dalla testa ai piedi. Altri scoppi provenienti dal cielo annunciarono l’arrivo di una nuova ondata di fuochi d’artificio tra cui delle strane sfere che esplodendo in aria lasciavano cadere getti di liquido colorato sulla folla. Una sfera colpì in testa zia Muriel che iniziò ad urlare contrariata.
A quel punto Ginny iniziò a ridere, Harry non si ricordava l’ultima volta che l’aveva vista ridere così. Uno dopo l’altro i fratelli Weasley seguirono il suo esempio, ridevano e piangevano contemporaneamente; quando la sedia di Charlie esplose Ron si accasciò per terra dalle risate trascinando con se una incredula Hermione. La signora Weasley sembrava non essersi accorta di nulla, piangeva ancora rifugiata tra le braccia del marito mentre i suoi figli e i loro amici, sporchi di fumo e vernice ridevano come matti. Paludi portatili comparirono una dopo l’altra tra la gente disposta per terra, Angelina e Lee finirono dritti nella pozza d’acqua di una di esse; ridevano anche loro.

Harry non aveva mai vissuto una situazione così assurda eppure aveva l’impressione che non ci fosse niente di più giusto, rise anche lui mentre si sdraiava per terra accanto a Ron, piangeva ad occhi chiusi ma aveva il sorriso sulle labbra.
« Alla fine George ha voluto dire la sua eh?»
« Io credo che sia Fred che abbia voluto esprimere il suo odio per le cerimonie pompose.» anche Ginny si era seduta per terra.
Avevano appena aiutato la nonna di Neville ad uscire dalla palude quando un getto dorato solcò l’aria e si schiantò sulla lapide; si sentì il rumore del marmo che veniva inciso.

“ Fatto il misfatto ”

Il funerale era finito. Alla fine era stato Fred a salutare loro e non il contrario.
Quando tornarono alla Tana, Ginny si diresse spedita nella camera dei gemelli ma la trovò vuota.
« Si è smaterializzato…»
« Cosa?» Ron era corso dietro di lei.
« C’è una lettera sulla scrivania.» la prese e la passò al fratello.
 

Cara famiglia e cari membri adottivi,
siete ufficialmente invitati alla grande riapertura dei Tiri Vispi Weasley il 15 di Luglio a Diagon Alley!
Nel caso abbiate difficoltà nel rimuovere le paludi vi ho lasciato un foglio con le istruzioni su come eliminarle (io personalmente le trovo graziose). Spero che zia Muriel ci sia caduta dentro.
Vi aspetto il 15 Luglio! Non mancate, potrei fare degli sconti. Date un bacio alla mamma…
Vostro,
Forge

Note:
Eccomi qui, questo capitolo mi ha creato non pochi problemi, non volevo che il funerale di Fred fosse solo pianti e disperazione...volevo che lo rispecchiasse. Non so se ci sono riuscita. Spero inoltre di non essere stata troppo prolissa XD non era previsto che il capitolo fosse così lungo ahahahahahah
Detto questo, ora basta scrivere di funerali! Mando un bacio ed un ringraziamento sincero a coloro che hanno letto queste storie ed uno particolare a chi ha commentato <3
-Chop-
  
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