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Autore: Ibelieve93    17/12/2013    3 recensioni
Stella Rossi è una hostess su uno degli aerei di lusso della compagnia Skyland .
Ama viaggiare ,volare , ma nonostante i suoi numerosissimi “avanti e indietro” per il mondo , non ha mai incontrato l’amore in vita sua .
Gabriel Gray , un poliziotto americano che non sopporta l'altro sesso per svariate ragioni , è costretto a proteggere Kevin , un sedicenne nonché testimone importante per un processo che si terrà in Italia .
Stella e Gabriel si incontreranno per caso durante un viaggio tutt’ altro che calmo da Los Angeles a Milano , e saranno costretti ad unire le forze per salvarsi la vita .
E se dovesse nascere l'amore ?
Il poliziotto e l'hostess cosa faranno ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Ho attraversato gli oceani del tempo per
trovarti




Capitolo19. Un piacevole incontro



Gabriel

 
 
“ Conto fino a tre. Se al mio tre non parli , saranno guai. Sono stato abbastanza chiaro ? ” minacciai , sbattendo un pugno sul tavolo con così tanta forza da riuscire a farla spaventare per un breve istante .
Bene.
Eravamo nella sala interrogatori, soltanto io e lei .
Tortura per lei, soddisfazione per me.
A dividerci c’era soltanto quel semplice tavolo basso e rettangolare di colore bianco , che era anche l’ unico mobile presente in quella stanza buia , illuminata da freddi luci al neon attaccate al soffitto.
“Allora?” intimai avvicinandomi al suo viso .
Ancora silenzio.
Si era cucita la bocca,  all’improvviso?
La guardai esasperato.
Le avrei tirato qualche parola fuori dalla bocca ad ogni costo , poteva giurarci .
No, non mi sarei arreso.
“ Forse non mi hai capito…” ripresi ,passandomi una mano fra i capelli in preda ad un disperato tentativo di darmi una regolata .
Stavo per perdere letteralmente la pazienza, le staffe, la sella o qualsiasi altra cosa si potesse perdere in quei momenti .
“UNO” iniziai alzando il pollice destro in aria, sbattendo un piede per terra come per scandire i secondi che mi dividevano dal momento in cui l’avrei fatta fuori .
Lei alzò appena un sopracciglio, divertita .
Ridi, ridi…che adesso ti faccio ridere io  
“DUE” continuai , aggiungendo compagnia al pollice con l’indice .  
Sulle labbra di Victoria si formò un sorrisetto irritante.
Incrociò le braccia come a sfidarmi .  
“ TRE” conclusi di colpo, afferrandole il colletto della camicetta scollata e tirandola verso di me con violenza .
La sedia , sulla quale fino a qualche istante prima era rimasta seduta, cadde indietro con un tonfo.
Finalmente il sorriso sulle sue labbra si spense .
Mi guardò in cagnesco. Lo sguardo pieno d’odio .
 “ Parla” ordinai con un tono che non ammetteva repliche , riducendo gli occhi a due fessure. “ sono disposto ad usare le maniere cattive, pur di farti dire qualcosa ” aggiunsi un secondo dopo.
Lei mi afferrò i polsi stringendo forte.
Sentii le sue unghie entrarmi nella carne: “ Lasciami andare Gabriel!”
Finalmente! Credevo che avesse perso la lingua biforcuta che si ritrova !
 “ No, almeno fino a quando non mi dirai dove sono Stella e Kevin” ribattei deciso.
Scoppiò a ridere , ed io aumentai la presa digrignando i denti : “ non ridere” le consigliai…per il suo bene
Stavo quasi per strozzarla.
“ Seriamente Victoria, non farmi perdere la pazienza ” conclusi
“ Non puoi farmi nulla , Gabriel” mi rispose con tono pacato, asciutto  “ tu, non puoi farmi proprio nulla. Quindi posso stare qui , in silenzio… per continuare a godermi questo spettacolino ” concluse con una certa nonchalance.  
“quale spettacolo?!” ringhiai furioso ad un soffio dalle sue labbra.  
Rise ancora.
“Non parlerò ” mi sussurrò senza timore .
Sentivo il suo caldo respiro sul mio viso.
Un tempo il suo respiro contro il mio mi faceva impazzire, ma adesso...
Con fare sensuale aggiunse anche : “ Mi ami ancora , eh? Te lo leggo negli occhi”
Ed in un attimo mi ritrovai le sue labbra carnose rosso sangue sulle mie .
Mi rubò un bacio senza che io potessi fare qualcosa .
Con una spinta mi allontanai da lei appena possibile , e la guardai disgustato ripulendomi le labbra con il dorso della mano sinistra : “ Provo solo disgusto nel vederti. ”
Scosse la testa mentre si passava la lingua sulle labbra : “ Non è vero. Sii sincero con te stesso”
“Smettila” urlai categorico.
“ Fa così male scoprire di non essere mai stati amati dalla propria donna , Gabriel?” domandò lei fingendosi sorpresa
“ma tu hai una coscienza?” gli chiesi sconvolto.
Era ancor peggio di quanto ricordassi.
Come avevo potuto innamorarmi di una donna simile ?
Rise di gusto lanciando la testa all’indietro, il piercing sul suo naso scintillò
“ Sì…ed è per questo che non parlo” rispose, stranamente seria.
“Come? Cosa?” le chiesi confuso mettendomi le mani sui fianchi
“ Se parlo, una persona a me cara sarà in pericolo, non posso permetterlo” spiegò in poche parole.
“Tu che tieni a qualcuno?” le domandai scettico, inarcando un sopracciglio “ mi sono perso qualcosa? Non farmi ridere”
“ Ci sono cose di me che non sai , mio caro…” esordì lei mentre si guardava le unghie , sembrava realmente tesa.
“Ad esempio?”  la provocai
“ Ho una figlia” rivelò senza problemi , rialzando lo sguardo per incrociare il mio.
Per poco la saliva non mi andò di traverso .
COSA?
Faticai parecchio , prima di riacquistare il dono della parola per dire : “ Tu?”
Dopo, inevitabilmente, scoppiai a ridere : “ Che dici ? Hai mai amato una persona al tal punto da aver una figlia ? Hai fatto progressi , allora ! Chi è l’uomo sfortunato , di grazia? ”  
“ Ha quasi sei anni”  proseguì lei imperterrita, leggermente infastidita dal mio modo di fare .  
Diventai serio di colpo , un nodo mi si formò in gola e alla bocca dello stomaco : “ Non provare a prendermi in giro…sei anni fa noi ci siamo conosciuti… ” mormorai .
Cercando in tutti i modi di non capire quello che la mia mente stava lentamente calcolando e ricostruendo.
Lei rialzò la sedia e si rimise a sedere accavallando le gambe : “ Appunto. Siamo stati insieme…ed intendo, insieme insieme”
“ Sai Gabriel” riprese dopo un po’ “ Non parlo perché qualcuno potrebbe farle del male. Altrimenti risparmierei volentieri qualche anno di carcere…potrei uscire prima per uccidere suo padre come si deve. ”
“ Non ti credo” dissi con un filo di voce poco dopo.
Era come se le forze mi stessero abbandonando.
Ogni certezza in me stava vacillando.
Lei sbuffò sonoramente: “ Lo sapevo . Beh, allora dovresti informarti. Tua figlia , ahimé, ti somiglia molto” disse allargando le braccia 
“ Non dire stupidaggini!” sbraitai all’improvviso, fuori controllo .
Mi riavvicinai a lei : “ questa volta non mi prendi in giro…”
“ Ero incinta quando mi hai arrestata ” proseguì lei guardandomi dritto negli occhi.
Era la verità…i suoi occhi non mentivano.
“IO NON HO UNA FIGLIA” le gridai in faccia.
No, non potevo avere una figlia, non potevo essere padre…no…come era stato possibile?
“ Il test del DNA dicono che sia una roba efficace” aggiunse ritornando a guardarsi le unghie
No. Non poteva avermi nascosto una figlia…no
Questo no!
Non poteva essere vero, non poteva!
“ Scoprirò se è vero” le promisi , cercando in tutti i modi di nasconderle il mio turbamento. “ se non sarà come dici tu…per te saranno guai seri. E’ una promessa”
Lei annuì indicandomi con un cenno del capo la porta: “ Vai pure ”
                                                                                     *****
Dove mi stava portando quella storia?
Dove mi stava portando tutto questo ?
Diedi un calcio ad uno degli armadietti presenti in quella piccola stanza in cui avevo scelto di andare , e cercai di riprendere fiato sfogando tutta la mia rabbia .
Il cuore batteva all’impazzata nel petto , tanto da farmi male .
Lo sentivo perfino nelle orecchie, pompare sangue con forza.
Il sudore mi imperlava la fronte e respirare mi sembrava una delle cose più difficili da fare sulla terra in quel momento .
Nelle mani di quei balordi c’era anche mia figlia.
Quella….quella pazza di sua madre…
Diedi una serie di pugni , sempre allo stesso armadietto , come se l’avessi preso di mira , e mi ritrovai con occhi lucidi.
Non ero una persona facile al pianto, raramente avevo permesso ad una lacrima di cadere giù in tutta la mia vita.
E adesso quella lacrima che stava rigando la mia guancia… sapevo che era inevitabile.
Mi ritrovai a boccheggiare quando il dolore al fianco ritornò a farsi sentire .
Mi sfuggì un lamento mentre pian piano mi lasciavo cadere a terra .  
Ero…totalmente distrutto, esausto .
Lì, seduto a terra…le mani fra i capelli…era come se il mondo stesse finendo, oppure fosse già finito.
Con la coda dell’occhio mi accorsi che James era appena entrato nella stanza.
Capii che era lui dalle sue scarpe.
Si avvicinò e si mise a sedere accanto a me : “ Ehi? Come stai?” mi chiese con premura
Poggia la testa all’armadietto alle mie spalle: “ Come vuoi che stia?” ribattei duro
“ Mi dispiace…” disse con un sospiro
 “ Io non voglio una figlia…non adesso…” gli rivelai senza tanti preamboli.
“Gabriel, ricordi cosa mi hai detto in ospedale ? Ho fatto tanti sbagli nella mia vita…ma adesso basta…ricordi?”
Trassi un profondo respiro per calmarmi , ma rimasi in silenzio
“Lei non ha colpe . Quello è stato uno sbaglio tuo e di Victoria. Non può pagare per entrambi! Tu sei suo padre, non puoi abbandonarla. Devi prenderti le tue responsabilità”
Mi morsi le labbra: “ Io non so cosa significhi fare da padre…non so dove iniziare”
“ Beh…” iniziò grattandosi la nuca “ in effetti…anch’io non so come fare quando nascerà il piccolo Mattew, ma noi non dobbiamo lasciare che la paura ci impedisca di provare ”
“ Io non potrò darle l’affetto che vuole. Forse con me non avrà mai una famiglia…no. Farò in modo che venga adottata quando riusciremo a portarla via da quei criminali”
“ Gabriel…pensaci” mi disse prima di rialzarsi.
"D'accordo , lo farò..." risposi . Poi lo seguii , ma un giramento di testa mi costrinse ad aggrapparmi a lui per non cadere . 
“ Ehi , tutto bene? ” mi domandò immediatamente
Annuii staccandomi da lui , come per dimostrarglielo.
“ Sei stanco, vai a riposarti un po’ ”
Ignorai le sue parole: “ Sei riuscita a farla parlare?”
James annuì: “ Ha detto qualcosa…riguardo ad una festa che si terrà questa sera in un grande hotel di lusso . M’imbucherò ed andrò a controllare la situazione. Se incontrerò Walter Rossi vuol dire che sarò lieto di inseguirlo a fine serata, per scoprire dove ama rifugiarsi.”
Quel cognome…era la prima volta che pensavo al criminale che voleva ammazzare Kevin con il suo nome e cognome. Rossi…anche Stella si chiamava in questo modo. Ma Rossi era anche uno dei cognomi più diffusi in Italia, lei non poteva far parte di quel mondo criminale.
“Verrò con te” decisi senza lasciargli il tempo di aggiungere altro
                                                                               *****
“ Tu , sei masochista dì la verità. Dovevi stare a casa! ” mi sussurrava James in continuazione, tra una gomitata e l’altra , mentre camminavamo come due ricchi imprenditori in quel salone sfarzoso di uno degli hotel di lusso più belli della Capitale .
Fingere di sorridere, wow!
Ero entusiasta. 
Lampadari di cristallo , un buffet lungo chilometri , musica classica in sottofondo, camerieri pronti a sorridere e a servirti come meglio potevano. Tavoli eleganti distribuiti un po’ dovunque. 
Una bella pista da ballo.
Belle dame… però…
era come se fossi tornato indietro nel tempo: nell’Ottocento precisamente .
Era da un bel po’ che io e James non indossavamo giacca, cravatta e pantaloni classici.
Ci sentivamo come due pinguini nel deserto , assolutamente fuori luogo.  
Ma quella sceneggiata , buffonata, o come qualcun altro voleva chiamarla… era necessaria : dovevamo calarci nella parte .
Dovevamo assolutamente scoprire qualcosa.
Trovando Walter Rossi avrei trovato anche Kevin e di conseguenza Stella e… mia figlia
                                                                          *****
Stella
 
 

Stavamo andando a quella benedetta festa.
Volevo scappare, volevo urlare, volevo ribellarmi…ma non mossi un solo dito quando uno dei figli arroganti , smorfiosi e presuntuosi dei suoi amici ,  mi prese sottobraccio e mi guidò nella sua auto di lusso: una bella Maserati nera.
Sarebbe stato il mio cavaliere per quella sera.
Ma quale cavaliere?
Non aveva niente di speciale quell’essere.
Aileen era con me, seduta sui sedili posteriori alla mia sinistra.
Non mi ero mossa di un centimetro soprattutto per proteggere lei .
Lei avrebbe pagato per un mio capriccio, e non potevo permetterlo.  
Mio zio mi teneva in pugno.
Ormai sapeva che ero particolarmente legata a quella bambina.
Una mano scivolò sulla mia coscia destra scoperta, per via del vestito un po’ corto per i miei gusti , e mi irrigidii.
“ Non ti ribellare” mi sussurrò “ sai cosa può succedere a quella bambina , vero? Quello che ho fatto al suo peluche non era niente in confronto a quello che posso farle ” mi minacciò , divertito.
Lo guardai disgustata: “ Levami le mani di dosso, verme” risposi .
Aileen aveva pianto per ore quando quel mostro davanti ai suoi occhi gli aveva fatto a pezzi il suo orsacchiotto preferito. L’unico regalo che le era rimasto da parte della madre.
Victoria era una donna orribile, ma teneva a sua figlia…questo l’avevo capito.   
 Florenzo, che era alla guida dell’auto ridacchiò per conto suo.
Ero in una gabbia di matti.
Quando sarebbe finito tutto questo?
Kevin…
Secondo mio zio, quella sarebbe stata l’ultima notte della sua vita.  
Cercai di non pensarci.
Volevo bene a quel ragazzo, ed il sapere che mio zio sarebbe diventato il suo assassino mi distruggeva.
                                                                                    *****
Quando scesi dall’auto , Luke , così si chiamava quel gran…deficiente. Mi cinse le spalle con un braccio.
Sbuffai esasperata.
Si divertiva molto a vedermi in quello stato.
Aileen lo guardò in malo modo, con il broncio, che sul suo viso trovai comunque molto dolce.
Quando entrai un’aria calda mi investì appieno.
I riscaldamenti dovevano essere veramente molto alti in quella sala.
“Buonasera signori, benvenuti” ci salutò un cameriere con un bel vassoio d’argento in mano.
Era pronto ad offrirci il primo calice di spumante della serata .
 “Tu non prendi?” mi domandò Luke mentre sorseggiava il liquido frizzantino dal color dell’oro.
“No” risposi seccata .
Non ero fatta per gli alcolici, non reggevo neanche un bicchierino .
“ Ho voglia di farmi un giro…posso?” gli chiesi , sforzandomi di utilizzare modi più gentili, carini possibili con lui. Non avrei accettato una risposta negativa. Anche Aileen al mio fianco non vedeva l’ora di allontanarsi dal distruttore del suo pupazzetto.
Oh , le buone maniere mi avevano abbandonato da un pezzo ormai…da quando avevo lasciato Parigi…quel piccolo hotel, da quando avevo lasciato lui.
Nei miei ricordi lo rividi disteso a terra , sofferente, sanguinante, i suoi bellissimi occhi nei miei…
“Sei un dono” mi aveva sussurrato prima di svenire…o morire.
Scossi la testa, non dovevo pensare a lui.
Luke roteò gli occhi: “ D’accordo, ma ricorda…sei la mia dama per questa sera . Sarò l’uomo più invidiato di questa festa con te accanto quindi ci vedremo a tavola fra qualche minuto.”
“Sì” risposi con un sorriso a trentadue denti.
Aileen mi prese per mano: “ Finalmente!” esclamò , e non nascosi quel sorriso che affiorò sulle mie labbra.
Era da troppo tempo che non sorridevo veramente
                                                                                 *****
Mentre tutti si lanciavano sul buffet appena aperto per la gioia dei palati , buongustai , eccetera…Aileen continuava a guidarmi in giro per la sala.
Ogni tanto volteggiava al centro della sala, ascoltando con piacere quelle dolci melodie che alcuni pianisti e violinisti suonavano in un angolo per intrattenere gli ospiti .   
Ad un certo puntò mi tirò verso di sé con così tanta forza che per sbaglio andai davanti a qualcuno, che non ci pensò un attimo a pestarmi un piede .
"Ehi!"
Alzai gli occhi inferocita per guardare in faccia chi aveva osato pestare il mio piede con così tanta poca "gentilezza " 
Iniziai con un : " Stia più attento a dove mette i piedi! Lei è proprio un elefan..." e mi bloccai non appena i miei occhi imprigionarono il suo sguardo nel mio. 
Due occhi color verde smeraldo mi stavano fissando intensamente...
conoscevo bene quello sguardo...
 
No, non poteva essere vero , eppure…
Sì…
Gabriel…era vivo.
Era vivo ! Ed adesso ne avevo avuto la certezza.
Gabriel era proprio lì, in piedi , davanti ai miei occhi.
Soltanto due centimetri ci dividevano.
Percepivo perfettamente il suo caldo respiro sul mio viso e il suo dolce profumo, che mi faceva tanto impazzire .
Non potevo sbagliarmi.
Gabriel era realmente lì .
L’avrei sempre riconosciuto , dopo quello che avevamo passato insieme .  
Avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto urlar di gioia…avrei voluto baciarlo
Stava bene, che sollievo  
“Tu” sussurrai appena, quasi commossa
Anche lui sembrava profondamente colpito dal vedermi.
Entrambi eravamo rimasti spiazzati .
Fermi , impalati…a fissarci,  come se fossimo stati vittima d’incantesimo .
Era sul punto di dirmi qualcosa quando Aileen gli pestò un piede con forza .
Gesto che aveva fatto per me, per difendermi  .
Vidi lo sbirro fare una leggera smorfia di dolore, per poi allontanare il suo sguardo dal mio e posarlo su…sua figlia
Non riuscivo a crederci.
Padre e figlia erano l’uno di fronte all’altra e non lo sapevano.
Aileen aveva appena pestato un piede a suo padre.
Continuai a guardar loro…insieme , come fossero la mia ancora di salvezza.
Ero ansiosa di scambiare qualche parola con Gabriel , del tipo…tanto per iniziare, un bel…
Cosa ci fai qui ?
Ma mio zio e Luke non ci diedero il tempo di scambiare neanche una sillaba.
Erano comparsi magicamente al mio fianco.  
“ Lei è?” domandò mio zio senza tanti preamboli, un sigaro spento in mano.
Gabriel spostò immediatamente lo sguardo da me per rivolgere un saluto a mio zio.
Uno strano sorrisetto, furbetto direi, affiorò sulle sue labbra rosa perlato: “ William Gregor…è un piacere per me conoscerla. Lei è Walter Rossi, non è così?”
Walter ridacchiò: “ Ah, vedo che ha sentito parlare di me . Suppongo in maniera positiva”
“Assolutamente” rispose
William Gregor, eh? Si, si certo…
Come la prima volta che l’avevo incontrato…com’è che si era presentato?
Ah , sì…David
Era sotto copertura anche questa volta.
Amava rischiare grosso l’elefante obeso , ed ero già preoccupata per lui...accipignolina.  
Se avessero scoperto che in quella festa c’era uno sbirro…sarebbe andata a finire male.
“ E’ la prima volta che vedo lei in queste rimpatriate tra amici di vecchia data” aggiunse mio zio.
Stava già indagando sul suo conto per capir se era una persona affidabile.
Gabriel annuì: “ E’ vero. Io ed il mio socio, Jack Summer , siamo appena arrivati da queste parti . Ma siamo nel posto giusto per fare ottimi affari, suppongo” e rivolse a mio zio uno sguardo più che eloquente, che lui comprese al volo.
Si riferivano ai loro affari loschi…
Mio zio si fece più attento: “ Di cosa si occupa precisamente?”
Gabriel rise piano: “ Ho una società che si espanderà fino a raggiungere i confini della Terra , con un piccolo aiutino.” E fece un occhiolino che trovai molto…attraente
“ e lei in cambio cosa può offrire?” continuò a domandare mio zio
“ Tanto denaro, e tante armi…più di quante lei ne possa mettere assieme in un anno ”
Mio zio sollevò entrambe le sopracciglia colpito : “ Mi piace questo ragazzo” disse a Luke, che sorrise a sua volta.
Gabriel sapeva essere davvero molto convincente .
Mi erano venuti i brividi nel vederlo parlar con mio zio a quella maniera.
Non sembra più lo sbirro di sempre.
“ Ha già preso posto in sala?” domandò Luke
Gabriel scosse la testa: “ No, purtroppo ancora no”
Walter annuì: “ Perfetto allora , prenderà posto al nostro tavolo . Mi farà piacere discutere ancora un po’ con lei su molti dettagli…William”
Idiota, accetta oppure accetterò io al posto tuo. Pensai ansiosa.
Adesso che l’avevo ritrovato, non avevo alcuna intenzione di separarmi da lui…in alcun modo.
“La ringrazio per l’invito, accetto volentieri”
Bravo, così si deve fare.
Mio zio annuì: “ Bene, allora tanto per cominciare, lasci che le presenti mia nipote. Stella Rossi”
Lui mi guardò in modo strano dopo quella rivelazione .
No, Gabriel…se stai pensando che io sia dalla sua parte ti sbagli, credimi
Mi baciò il dorso della mano destra con fare dolce ed io rabbrividii a quel contatto.
“ Incantato” mi disse senza mai allontanare i suoi occhi dai miei
Gli sorrisi : “ è un piacere per me”
Ma il mio sorriso voleva dirgli anche : Gabriel…rimani con me. Non lasciarmi più sola





Angolo Autrice 


Ciaooooo ^^ ho appena finito di scrivere questo nuovo capitolo , ho ancora le dita fumanti XD  
Spero tuttavia che non mi sia sfuggito qualche errore.
Noto che ogni tanto faccio qualche errore di battitura...scusatemi ma rileggo velocemente quello che scrivo :/   
Allora, cosa ne pensate? ^^ 
Oggi finalmente sono riuscita a dedicare un pò di tempo a questa storia visto che questa mattina ho dato il mio famoso esame ^^ ed è andato benissimo grazie a Dio *______* sono al settimo, ottavo, nono, decimo, undicesimo, dodicesimo cielo... :) i libri da studiare per altri esami ci sono sempre , mi aspettano....ma oggi volevo farvi leggere questo nuovo capitolo ^^ spero non abbia deluso le vostre aspettative ^^ il prossimo sarà uno dei miei capitoli preferiti , se riuscirò a scrivere come ho immaginato alcune scene ^^  
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Ringrazio Noemi_ST , MaryGray e Novalis per aver recensito e continuare a recensire, siete meravigliose ;) 
e ringrazio tutti voi inifinatemente che preferite, seguite e ricordate questa mia storia ;) 
Un bacione, a presto ;)  

 
   
 
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