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Autore: sihu    16/05/2008    5 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ok, mi merito frustate, malocchio, minacce insomma avete ragione: sono sparita. le ragioni sono che sn stata parecchio presa. mi è nata una sorellina, ho dato 3 esami, sono diventata moderatrice di un forum del mio cantante preferito e mi ero persa l'ispirazione. non mi andava di scrivere a caso perchè questo capitolo è importante e ci tengo parecchio. spero sia venuto bene e che commentere anche solo per mandare al diavolo me e dirmi cosa ne pensate della storia!

grazie a:
-ithil_elendil: dolcissima come sempre!!!
-vale lovegood : grazie mille per tutto anche a te!!! di dialoghi padre e figli penso ce ne saranno ancora nei prox capitoli!
-potterina_88: il mistero di stanza e specchio è messo da parte in questo capitolo senno mi veniva troppo lungo.. ma nel prox capitolo si capirà qualcosa sul sogno!
-germana: ho aggiornato! grazie per il commento e spero di leggerti ancora!!!

CAPITOLO SETTE

RICORDI    

James si trovava per le vie del villaggio magico insieme agli amici. Aveva in tasca la lettera del padre e sentiva Sirius e Remus discutere dello specchio senza capire veramente quello che stavano dicendo. La sua testa era da un’altra parte. Ripensava allo sguardo triste, arrabbiato e forse anche un po’ deluso che aveva la sua rossa quella mattina mentre faceva colazione con Alice. Aveva deciso di voltare pagina, di mollare il colpo. Basta rincorrerla per il castello per elemosinare un appuntamento con lei, basta cercare di mettersi in mostra, da adesso in poi voleva essere suo amico e basta. Almeno così avrebbe potuto starle vicino e magari aiutarla a dimenticare Piton. Non provare nemmeno a invitarla però gli aveva fatto un effetto strano e forse aveva stupito anche lei. James Potter si arrendeva per la prima volta in vita sua? No, forse stava solo cominciando a crescere.
Il brusco arrivo di Peter lo riscosse dai suoi pensieri.
ciao ragazzi”
“Ciao peter, ma dove eri finito”
Perso com’era nei suoi pensieri non si era nemmeno accorto che Peter dopo colazione era sparito. A dire la verità non si era accorto di nulla quel giorno. Alzò lo sguardo verso gli amici, Sirius stava guardando Peter e Remus  guardava fisso James come se volesse leggergli nella mente.
“Ero con Frank. Mi ha presentato Julia.
 disse Peter con saltellando da un piede all’altro e indicando una deliziosa moretta che parlava con Lily e Alice.

“Julia?”
 la faccia di Sirius era decisamente scandalizzata. Peter si era fatto la ragazza? Sembrava più improbabile che vedere Piton con i capelli puliti e ossigenati.

“Si, è un amica di Alice. Sapete pensavamo di andare da Madama Piediburro..
 concluse Frank. Era felice che la ragazza dei suoi sogni avesse accettato di uscire con lui, anche se si era portata le sue amiche. Se fosse riuscito a trovare un cavaliere anche per Lily sarebbe stato tutto perfetto. Un pomeriggio da ricordare negli anni a venire.

“Ah ecco perché il piccolo Peter è sparito..”
la voce di Sirius era maliziosa e lasciava tradire un vena ironica. Remus invece si era tenuto fuori dalla conversazione e si limitava a guardare gli amici. James sembrava in un altro mondo, non li aveva veramente ascoltati per tutta la mattina. Sirius invece sembrava a metà tra il geloso e lo stupito e Peter era al culmine della felicità.  Forse non si era accorto del comportamento di James, oppure non voleva darlo a vedere di fronte a Peter.

Venite anche voi?
 disse tutto d’un fiato Peter. Era un occasione fantastica per stare tutti insieme come non accadeva più da tanto tempo. Di solito quando uscivano e c’erano delle ragazze lui era sempre quello di troppo, quello da solo. Sirius non mancava mai di prenderlo in giro per quello. Ora invece aveva l’occasione di dimostrare agli amici che anche lui poteva avere una ragazza anche se non era bello e ricercato come Sirius.

“Come scusa?
Ancora una volta Remus ebbe l’impressione che Ramoso non era con loro quel giorno. Non riusciva a capirne la ragione. Non riusciva a decidere se fosse la memoria del fratello morto che lo tormentava o la Evans. Da quando aveva saputo di Steven aveva cominciato a spiegarsi tanti atteggiamenti prima incomprensibili dell’amico.  A volte stava ore a fissare in vuoto quando pensava che gli amici non ci facessero caso, Remus se ne era accorto al primo anno.  Quando Sirius litigava con Regulus poi James spariva quasi sempre per poi tornare stranamente silenzioso. La Evans poi questa volta non poteva centrare nulla perché quel giorno non l’aveva nemmeno invitata. Anche quello era molto strano. Si ripromise di accennare al discorso non appena Peter e Frank fossero andati con le ragazze.
“Dai, venite anche voi. James c’è anche Lily.. È la tua occasione!”
propose Frank. Se fosse venuto anche James anche Lily sarebbe avrebbe avuto un cavaliere e avrebbero potuto godersi un tranquillo pomeriggio da coppiette.

“No, magari un’altra volta..”
La risposta di James lasciò tutti di sasso. Non capiva cosa prendeva ai suoi amici. Si rendeva conto di non essere stato troppo di compagnia ma la loro reazione era esagerata. Aveva passato tre anni buoni a provare ad uscire con Lily senza ottenere nulla, perché scandalizzarsi così se per una volta era lui a rinunciare?
“Come? Ragazzi ma è impazzito?”
Peter non credeva alla sue orecchie. Fino a qualche settimana prima James avrebbe letteralmente ucciso per un appuntamento con la Evans e ora rifiutava? Il mondo stava cominciando a girare al contrario. Si guardò rapidamente intorno per verificare la presenza di altri segni strani ma tutto sembrava normale.
“Non saprei.. Stamattina non l’ha nemmeno invitata..”
disse Sirius guardando l’amico che aveva di nuovo preso a fissare il vuoto perso nei suoi pensieri. Avrebbe voluto parlargli, chiedere cosa gli passava per la testa ma c’era troppa gente. Davanti a tutti avrebbe negato e forse si sarebbe sentito tradito. Si scambiò un occhiata d’intesa con Remus. Anche lui pensava le stesse cose. Dovevano parlare con James da soli, senza Peter, Frank e compagnia bella.

“Chi lo capisce è bravo! A stasera ragazzi divertitevi..”
Saluto distrattamente Remus.

Sirius guardò Peter e Frank allontanarsi felici e si girò per chiedere chiarimenti a James o almeno per scoprire cosa pensava Remus ma non fece in tempo. Una furia si abbattè su di loro.
“Remussino!”
Era una ragazzina bionda, di corvonero. A occhio e croce doveva essere un terzo anno e si era avvinghiata tipo ventosa a Remus.

“Remussino?”
James era tornato tra loro e fissava la scena a metà tra il divertito e l’inorridito. Sirius sorrise. Aveva ripreso i contatti con il mondo.

“Tesoruccio.. Perché non ti sei più fatto vivo.. Vieni.. Ti devo mostrare una cosa..”
squittì la ragazza tirando il povero Remus per un braccio.

“No, scusa.. Non posso proprio..
Remus stava cercando di liberarsi da quella stretta. Aveva incontrato la ragazza qualche settimana prima in biblioteca e le aveva dato una mano a cercare un libro. Da allora non riusciva a scollarsela di dosso.

“Oh si invece!”
la ragazza sembrava decisa a non mollare la presa senza avere ottenuto quello che voleva.

“Ma No.. Ragazzi.. Fate qualcosa!”
implorò Remus. James e Sirius erano abituati a situazioni del genere. Dovevano aiutarlo!

“Non ti preoccupare Remussino.. Ci vediamo stasera divertiti..”
rispose divertito James lanciando uno sguardo d’intesa e Sirius. I due si allontanarono ridendo lasciando l’amico in balia della ventosa umana.

“Perfidi!”
gli urlò Remus in rimando.


“Siamo rimasti io e te!”
sospirò Sirius. Di solito era lui quello circondato da ragazze, e invece quel giorno era l’unico ad essere rimasto solo. Frank e Alice. Remus e quella ragazza, Karen forse. Persino Peter aveva una ragazza, Julia. E poi James che avrebbe potuto essere con loro e con Lily. Era così strano che l’amico avesse rinunciato ad andare con loro, ma la cosa onestamente gli faceva piacere. Non avrebbe sopportato di essere lasciato solo.

“Ti dispiace?
chiese James.  Era tanto che non erano solo loro due. Non gli dispiaceva per nulla non essere con Lily perché era con il suo migliore amico. Una bella chiaccherata con Sirius gli avrebbe fatto bene e gli avrebbe schiarito le idee.

“No, ma mi sembra strano che non sei corso con Frank e Peter dalla Evans. Non l’hai nemmeno invitata oggi.. Nuova tattica? Ti fai desiderare?”
Sirius era arrivato subito al punto.

“No Felpato, mi arrendo!”
Quelle parole non suonavano da perdente come si era immaginato. Aveva passato gran parte della sua vita a costruirsi la reputazione di quello che non si arrende mai, quello forte, il leader che guida tutti. Aveva sempre creduto che solo i deboli si arrendevano e invece alla fine aveva ceduto anche lui.

“Come?”
Non era da James arrendersi proprio ora che sembrava che la Evans stesse cominciando a cedere. All’inizio la odiava. Sembrava la classica secchiona che stava portandogli via e facendo soffrire il suo amico. Poi aveva realizzato che la sua amicizia con James era più forte e avrebbe retto a tutto, Evans compresa. Allora aveva cominciato ad aiutarlo nella conquista.

“Avevi ragione tu. Ci sono tante ragazze.. Perché fissarsi con lei? E poi ha più bisogno di me come amico e come buffone che come ragazzo.”
Sembrava cambiato, cresciuto. Non erano parole di una persona che si è stancata di aspettare. Non erano parole mosse da un orgoglio ferito. Credeva per davvero in quello che diceva di non volere far soffrire lei.
“Sei sicuro sia quello che voglia anche lei?
James alzò lo sguardo e si ritrovò gli occhi grigi di Sirius che lo fissavano.

“Beh, si. Almeno.. Credo.. “
Perché proprio ora se ne usciva con una domanda del genere?
Non sapeva come rispondere..
“Perfidi..”
L’arrivo di Remus lo tolse dall’impiccio di rispondere.
“Toh, è tornato Remussuccio!”
rispose Sirius allegro. Si scambiarono uno sguardo veloce dal quale James capì che la domanda di Sirius non voleva una risposta.

“No, era Remussino!
continuò a canzonarlo James.

“Piantatela! Stasera ho deciso, ti mordo. Anzi.. Vi mordo!”
in certe occasioni il caro vecchio Remus era capace di tirare fuori il peggio di se. Sirius si lasciò cadere sull’erba, pregustando le corse, i giochi, il divertimento che li aspettava quella notte. Remus sbuffò. Era rimasto per quasi un ora con quell’oca che lo aveva trascinato in tutti i negozi alla ricerca di un regalo per una sua amica. Aveva visto centinaia di cianfrusaglie una più brutta e inutile dell’altra. Alla fine era riuscito a svignarsela mentre lei comprava qualcosa di rosa acceso con tante piume e fiocchetti. Non aveva capito cosa fosse ma la cosa non gli interessava per niente.

“Stasera c’è la luna piena?”
la voce di James suonava strana. Aveva pronunciato quella frase tremando..

“Si.. Non dirmi che ti eri dimenticato? Che ti prende James? James?”
Quegli stessi occhi. La stessa espressione di quella sera sulla torre quando lo avevano trovato che piangeva sconvolto. Remus e Sirius si guardarono senza capire cosa stesse succedendo e senza sapere cosa fare.
“James?
sentiva gli amici che lo chiamavano ma non riusciva a rispondere. Davanti agli occhi gli passarono tante immagini, le solite. Gli occhi gli si riempirono di lacrime. Le ricacciò tutte indietro e stringendo i pugni trovò la forza di reagire.

“Scusate
la luna piena ricadeva esattamente quello stesso giorno.

“Ehi Che ti è preso?”
chiese Sirius preoccupato. Per un attimo aveva temuto che scappasse e cominciasse a negare come l’ultima volta.

“Stasera.. La luna piena.. Mio fratello..”
Remus e Sirius si guardarono negli occhi senza riuscire a capire il significato delle parole di James. Sembravano frasi sconnesse.
“Ricorre la sua morte”
spiegò James con gli occhi bassi. Stava facendo una fatica enorme per non cedere.

“C’era la luna piena quando è successo?”
chiese Remus temendo di poter peggiorare le cose.

“Si, è stato un mannaro ad attaccarci.”
“Come? Ma non avevi parlato di un mago?
chiese Sirius. Remus lo guardò male, per poi tornare a fissare preoccupato James.

“Si, un mago trasformato in lupo mannaro, Greyback.. Voleva farci del male. Aveva un conto aperto con nostro padre e si voleva vendicare su di noi.”
ricordare quelle cose era doloroso. Una ferita che si riapriva.

“Ma è orribile..”
remus era disgustato. Un lupo mannaro aveva ucciso il fratello di James e aveva tentato di fare del male anche a lui. Si vergognava della sua natura. Si sentiva un mostro. Avrebbe voluto scappare lontano da tutto e da tutti.

“Volete sentire tutta la storia?
chiese James tremando. Era l’unico modo per cominciare a lasciarsela alla spalle per davvero. Nessuno lo aveva mai ascoltato. La madre era troppo sconvolta, il padre era fuggito a metà del suo racconto per andare da Silente e per cercare chi aveva fatto quello ai suoi figli. I nonni poi erano troppo vecchi e malati, sarebbe stato troppo chiedere loro di ascoltare tutto. James si era sempre tenuto tutto per se, in attesa di trovare qualcuno che fosse stato disposto ad ascoltarlo e a dividere quel peso con lui.

Eh cosi James si liberò di quel peso che lo opprimeva da troppi anni. Raccontò loro di quella sera. I loro genitori erano andati da alcuni vicini e i bambini erano da soli con gli elfi domestici. Non erano tristi per essere rimasti a casa da soli, anzi.. Si sentivano grandi, importanti, in grado di fare qualsiasi cosa. Decisero di andare in giardino per giocare sotto la luce della luna: quella sera era piena. La madre giusto qualche sera prima aveva raccontato loro una storia che parlava delle notti di luna piena nelle quali i raggi si riflettevano sull’acqua e facevano nascere delle creature fatate piene di potere e mistero.
Si rincorsero per quasi un ora, giocarono a nascondino e si raccontarono storie di fantasmi per spaventarsi a vicenda. Erano anche riusciti a nascondersi dagli elfi. Volevano vedere questi essere mitici e bellissimi. Poi cominciò a piovere, un acquazzone con tanto di tuoni e lampi. E il lupo uscì da dietro gli alberi e si avventò su di loro. Si misero a correre ma lui fu più veloce, li raggiunse. Con una zampata spinse James contro un albero, sbatte violentemente la testa contro il tronco e perse i sensi, ricadendo dietro un cespuglio. Prima di svenire riuscì a sentire il fratello. Lo stava chiamando. Il lupo lo aveva raggiunto e lo morse, poi si sedette e si mise a guardarlo. Quando James si riprese era terrorizzato e provava orrore per quello che aveva davanti. Il lupo non aveva ucciso subito suo fratello, lo aveva morso e lo aveva guardato morire lentamente. Quando la luna tramontò vide il lupo tornare umano e andarsene trascinandosi faticosamente. Corse dal fratello ma era troppo tardi. Poi svenne di nuovo per la ferita alla testa. Rimase incosciente per molti giorni, in bilico tra la vita e la morte. Alla fine si salvò ma nulla fu più come prima.

“Allora non riuscivo a capire, e nemmeno oggi a dire la verità, il perché di quel folle attacco. Per tanto tempo sono stato male, provavo vergogna per essere sopravvissuto, mi sentivo in colpa.
un brivido lo scosse ripensando a quei giorni, al dolore che provava. La sua famiglia era distrutta. Si sentiva colpevole per essere ancora vivo.

“James..”
sirius avrebbe voluto aggiungere altro ma la voce gli mancò. Cosa si dice in questi casi? Le parole suonano così stupide e piccole. Remus fissava il vuoto.

Qualche mese dopo mio padre mi ritrovò in quello stesso punto del giardino. Ero rimasto tutta la notte sotto la pioggia ad aspettare che quel lupo tornasse ad uccidere anche me.”
“Ma i tuoi genitori?
chiese Sirius. Come potevano avere lasciato che il lupo torturasse i loro bambini senza fare nulla. I Potter erano così attenti e premurosi con James.

“Credevano che fossimo a letto. Eravamo scappati dalla finestra. Non ci cercarono fino alla mattina dopo. Mia madre venne a svegliarci e non ci trovò. Uscì in giardino e capì cosa era successo.
spiegò James. Si sentiva così in colpa. Se non fossero scappati dalla finestra non sarebbe successo nulla e Steven sarebbe ancora vivo..

“Come fai a non odiarmi. A non volere la mia morte?”
chiese Remus con gli occhi fissi e lucidi.

“Tu non centri nulla..
disse James avvicinandosi e tendendogli una mano.

“No, ti sbagli. Sono un mostro come quello che ha ucciso tuo fratello”
si scostò dal contatto con James e corse via verso il castello.







 
  
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