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Autore: kymyit    21/12/2013    16 recensioni
Dopo Punk Hazard, dopo essere riusciti nell'impresa prefissa di mettere i bastoni fra le ruote a Doflamingo, i Pirati di Cappello di Paglia devono riaccompagnare il loro alleato Law all'isola dove i suoi compagni lo attendono. Per il povero Chirurgo della Morte si prospettano tempi duri. Il suo carattere apparentemente serio e composto non gli gioverà nel confronto con la scalmanata ciurma.
Riuscirà a domarli e sopravvivere o soccomberà alla loro idiozia?
Rufy: Insistenza cronica
Zoro:A prova di bomba
Nami: Ce n’è anche per te
Usop:Galeotto il Tone Dial
Sanji: Di grazie e secondi fini
Chopper: Il principesso sul pisello
Robin:Gusto per l’orrido
Franky: Mani occupate
Brook: Estrogeni alla riscossa
[Ho cercato di non inserire molti SPOILER, ma metto comunque l'avviso per sicurezza.]
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!
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Brook:
Estrogeni alla riscossa




Ok, basta!
Avevano superato tutti i limiti! Non era umanamente concepibile! Possibile che non ci fosse un attimo di tregua su quella nave? Non potevano essere attaccati dalla Marina? Non potevano scontrarsi con altri pirati? O, perché no, anche con tutt’e due insieme? Almeno sapeva di non correre troppi rischi!
Su quella nave sarebbe impazzito!
Appena tornato fra i suoi, avrebbe rinchiuso Penguin in cabina e l’avrebbe costretto a psicanalizzarlo per tutto il tempo che serviva a riprendersi dallo shock, questo era poco ma sicuro.
Infuriato come non mai, Law si chiuse in bagno, sbattendo furiosamente la porta.
Che anche mangiare fosse diventato pericoloso, ci voleva coraggio, eh!

-Sanji! Sanji, riprenditi!!- urlò disperatamente Chopper dalla cucina, scuotendo il compagno ricoperto di sangue.
-Lascialo perdere, non morirà.- disse Zoro, con sufficienza.
-Sta perdendo troppo sangue!- esclamò il medico.
-Vuol dire che ci troveremo un altro cuoco.- rispose quello, provocatore.
-Mi sento morire… anche se in effetti sarei già morto yohohoho…oh….-
-Ehi, Chopper, anche Brook sta partendo!- esclamò Franky acchiappando al volo lo scheletro mentre si accasciava, anche lui in condizioni pietose.
A quel punto Sanji, si tirò su, facendosi forza.
-No… devo… non era una vera… non era vera… -


Ma guarda tu!
Law si guardò allo specchio, contemplando frustrato il disastro.
E aveva pure il coraggio di dargli la colpa, quello stupido cuoco girevole?! Era forse lui quello che aveva lasciato del cibo pericoloso a portata di tutti?
-Era per la bellissima Nami!- gli aveva ringhiato contro. Peccato che era lui quello a doversi infuriare, non erano mica cresciute a Nami quelle maledette tette!!
-Ok, ok, cerchiamo di stare calmi.- si disse, recitando quelle parole come un mantra, con un dito puntato sulla tempia, mentre da fuori proveniva il vocio concitato dei Pirati di Cappello di Paglia.

Prima di pranzo Sanji gli aveva chiesto di apparecchiare la tavola, mentre lui rifiniva un dessert. Avrebbe ribattuto che non voleva ricevere ordini, ma gli altri compagni avevano incominciato a entrare alla spicciolata in cucina, perciò prese piatti e posate e iniziò a mettere qualcosa, mentre gli altri fecero lo stesso.
L’ultimo piatto che distribuì casualmente fu il suo. Era un po’ più pieno e apparentemente delizioso degli altri, Law si domandò perché, ma il buonsenso fu annullato dalla delizia di quel risotto. Mangiò tutto di buon gusto e fu solo dopo che ebbe finito che il cuoco si rese conto dello scambio.
-Tu! Quello era per la bellissima Nami!!- sbottò indicandolo come un posseduto.
-E?- ribatté lui, leccandosi i baffi.
-“E” un cavolo, sputalo! Sputalo!- insistette furioso e anche agitato, scuotendolo. Non lo capì subito.
Fu quando vide il proprio petto rigonfiarsi  e il cuoco iniziare a perdere sangue dal naso che comprese di avere toccato il fondo dell’assurdità.
-Era un piatto che favoriva lo sviluppo del corpo femminile, per rendere le mie due regine ancora più meravigliose!- si era messo a protestare quello, sbattendo la mano sul tavolo come se fosse stato lui a ricevere un torto. -Non ho trascorso due anni all’inferno per vedere le tette di un uomo!-
Tette?
No, assurdo.
Lui era un chirurgo, di medicina ne sapeva, ma com’era possibile che si potesse cambiare il sesso di una persona con del cibo? Che fosse una delle arti segrete di Kamabakka? Questi pensieri attraversarono velocemente il suo cervello, mentre altrettanto velocemente Law scorse la lampo della felpa per constatare che i suoi pettorali gli avevano fatto ciao ciao e al loro posto c’era già una bella seconda.
Sbiancò.
Sanji vide e il sangue fu spruzzato a profusione dalle sue narici per tutta la stanza.


Timoroso si slacciò la patta dei calzoni e controllò.
Per poco non svenne, ma si contenne, prima aveva dei conti da regolare, sarebbe svenuto in seguito.
Uscì dal bagno nero di rabbia, anzi, nera di rabbia. Quell’onta andava lavata nel sangue!





Quella sera, Law era riuscito a trovare un po’ di pace. Forse perché fare a fette lo stupido cuoco e lo stupido carpentiere aveva contribuito a far scemare la rabbia.
Quell’ammasso di ferraglia aveva osato dargli della “Suuuuper sexy neechan!!” alzando i pollici alla vista delle sue tette!  
Forse il sapere che tutto sarebbe tornato come prima gli aveva infuso coraggio e anche una buona dose di pietà, ecco perché si era limitato solo a sparpagliarli in giro per la nave prima che usassero il Chopper Shield.
S’immerse nell’acqua calda con grazia, rimirando le proprie forme.
Modestia a parte, non era niente male, in effetti.
E, giudicando a mente fredda, doveva ammettere che una cucina del genere era qualcosa di miracoloso e interessante dal punto di vista scientifico.
Si guardò allo specchio, trovando di essere davvero una bella donna, nonostante le forme non esagerate (dalla seconda sincera a una terza generosa, gli era andata bene) e le occhiaie.
L’effetto del risotto sarebbe svanito nel giro di poche ore, perché il suo corpo l’avrebbe smaltito presto, in quanto se ne sarebbe fatto davvero poco. Tanto valeva divertirsi un po’, no?
Quello che i pirati di Cappello di Paglia non sapevano, era che anche lui sapeva essere veramente insopportabile quando voleva, specie con qualcuno di sua conoscenza.
Un qualcuno dai capelli rossi, che sicuramente avrebbe avuto strani effetti collaterali a sapere che ci faceva in una vasca da bagno strabordante di schiuma profumata alla fragola, con un corpo femminile e tanta malizia.
Compose il numero ridendo sotto i baffi.
-Chi è?- rispose dopo svariati squilli il ricevente.
-Ciao, Kidd.- lo salutò sensuale.
All’altro capo calò il silenzio per un attimo.
-Ma chi è?-
Law sogghignò, poi continuò con quella sua nuova voce così strana, più acuta, ma non meno modulata.
-Sono io, principessa Eustassya.-
-Io chi? Law?!- domandò incredulo l’altro. E non ci volle credere per un bel pezzo, in compenso il Chirurgo della Morte comprese perché l’altro aveva scarso successo col gentil sesso. Non era per nulla gentile, uno scaricatore di porto insultava con più grazia.
Ma lui aveva pazienza, tanta pazienza, quando reggeva le redini del gioco e gli spiegò ogni cosa, per filo e per segno.
-Sai, vorrei fossi qui, ci saremmo senz’altro divertiti.- disse lascivo, scorrendo i polpastrelli lungo il petto.
-Indovina che cosa sto facendo?-
Kidd, istintivamente, arrossì e il rossore trapelò persino attraverso il lumacofono, perché Law sorrise.
-Già… la prossima volta userò delle lumacamere per mostrarti qualcosina. Non sai cosa ti perdi, EustassEHI!- esclamò d’improvviso, passando dal tono sensuale che prometteva tanto male per il Capitano ad uno squillante urletto costernato.
-Ehm… scusa, Lawsan… - balbettò Brook.
Un Brook nella sua forma spettrale, peraltro alquanto imbarazzato, ma non certo dispiaciuto. Forse confuso e col sangue al naso, ma anche terrorizzato, perché Law lo gelò con lo sguardo.
-Cosa ci fai qui?- domandò, pronto (pronta, ok) a scatenare il suo devastante potere, acqua o non acqua.
-Sono venuto a controllare che stessi bene,- si giustificò il musicista -non rispondevi e… beh, io tolgo il disturbo!- esclamò fiondandosi verso la parete e tuffandocisi dentro.
Che disastro.
Lui non doveva vedere, nessuno doveva sapere com’era quando calava la maschera di serietà che portava sul volto. Law avrebbe dovuto inseguirlo, catturarlo e sbarazzarsi di lui prima che qualcun altro venisse a conoscenza del suo segreto, ma probabilmente era già troppo tardi.
-Law, che succede, Law?- Kidd continuò a chiamarlo per diversi secondi, finché non raccolse il lumacofono.
-Nulla.- mentì, gli mancava terribilmente il suo sottomarino.
Ci mancava che si mettesse a piangere, con gli ormoni in subbuglio era quasi peggio di una donna emotiva con manie omicide represse.
Ma doveva calmarsi, avrebbe preso Brook da parte e gli avrebbe fatto un discorsetto a spada in pugno. Doveva rilassarsi e godersi quel bagno e la compagnia di Kidd e sperimentare qualche cosetta, sfruttando per bene quella situazione tanto pessima impostagli dagli dei e da uno svitato cuoco rotante.
-Allora, Kidd, sai dove ho la mano adesso?- lo istigò scivolando nuovamente fra la schiuma -Sì, esatto, proprio lì… no, non lì, sul ginocchio, deficiente!- rise di gusto, mentre l’altro gli faceva il verso.
-Sempre a pensare male, Capitano.-
-Ehm… -
Inviperito, Law si voltò di scatto verso la parete, dove lo spettro di Brook aveva fatto nuovamente capolino.
-Che vuoi?!- domandò, calcando il tono con tutta l’acidità possibile. Perché non riusciva più ad infastidire Eustassya in pace negli ultimi tempi?!
-Visto che ormai ho visto quello che non dovevo vedere… potrei sbirciare anche le tue mutandine?-
-… -


Kidd era preoccupato.
Law non era tipo da chiamarlo spesso, ma negli ultimi tempi si era fatto sentire parecchio. E la maggior parte delle volte aveva tono ed espressione di un morto che cammina. Un morto depresso, fra l’altro.
E in quel preciso momento, dopo averlo traumatizzato con quella storiaccia degli estrogeni alla ribalta, gli stava regalando l’espressione più folle che avesse mai visto.
Avrebbe pagato monete sonanti pur di vedere di persona il suo viso contorto in una smorfia basita, col tic all’occhio e i denti serrati e invece doveva accontentarsi di una lumaca.
Tzé, destino infame.
-Kidd… - sussurrò, Law, con un filo di voce tremante.
-Ah?- rispose.
-Kidd… salvami da questi mostri, ti prego!-

Il cervello del rosso si sconnesse.
Doveva assolutamente raggiungere Law  armato di macchina fotografica e complimentarsi con la ciurma di Cappello di Paglia per essere riuscita in pochissimo tempo dove lui aveva sempre fallito!


-Ti scongiuro… - Law sputò sangue.


E magari farsi pure insegnare qualcosina!







Note:
A questo punto so già che Law mi odierà a morte per i secoli a venire, in compenso sono riuscita a ripagare Kidd di tutte le molestie subite *batte il cinque al Capitano*. Che dire, spero che anche questa fic vi sia piaciuta e che vi siate divertiti a leggerla come io mi sono divertita a scriverla. Grazie a tutti voi che mi avete letta, seguita, recensita, preferita (?) e ricordata (?)!!!!
Ci si vede in altre fic se Law non mi ha fatto fare la fine di Sanji e Franky (e Brook, sicuramente)!!!
   
 
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