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Autore: Fyamma    22/12/2013    2 recensioni
Crossover Shadowhunters x Hunger Games
Due mondi che entrano in collisione. Dei ragazzi che si ritrovano nell'occhio del ciclone. Una storia che parla di distruzione, di morte, di dolore, ma anche di gioia e di amore, perchè anche tra le ceneri della distruzione più totale, rimane sempre la scintilla della speranza che, se alimentata nel modo giusto, può trasformarsi in un incendio che illuminerà tutti i mondi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                                         DEMON 

 

CLARY 

Sono a capo del gruppo, occupata a fare strada agli altri. Mi volto per vedere come se la cavano, e rimango sorpresa nel constatare che non hanno neanche il fiatone, nemmeno la ragazza. Sono a malapena accaldati, ma è il minimo con le temperature del bosco a mezzogiorno.

Un minuto, mezzogiorno?! Quando sono partita non era neanche l'alba... Quanto tempo ho passato in quella radura? Mi mordicchio il labbro inferiore, preoccupata, e mi fermo di botto, mentre un pensiero mi fulmina come un lampo a ciel sereno: non ho nulla da portare a casa. Avevo puntato tutto su quella "spedizione", perché per i successivi due giorni mi sarebbe stato impossibile cacciare.

Mentre impreco sommessamente, mi prendo la testa tra le mani, arrovellandomi per cercare una soluzione. I miei occhi scrutano il bosco che mi circonda, fino a posarsi sui nuovi arrivati che mi fissano confusi. Allora un'idea mi folgora, e sogghigno compiaciuta. Metto una mano sul fianco e sposto il peso del mio corpo su una gamba, mordicchiandomi l'interno della guancia a sangue. Quando il sapore metallico mi invade la bocca, chiudo gli occhi, sospirando, e mi massaggio le tempie doloranti. Sollevo lentamente le palpebre, spostando lo sguardo su tutti i ragazzi e soffermandomi a studiarli attentamente, notando la grandissima varietà di armi che hanno addosso. Si, potrebbe funzionare. Sorrido di nuovo, e prendo un bel respiro.

"Allora?!" Esclama quello biondo. "Perché ci siamo fermati? Non mi dire che ti sei persa..."

Ha un tono di sufficienza che mi fa saltare i nervi già scossi, e mi devo trattenere per non saltargli alla gola. Per tutto il viaggio era stato un lamento continuo, con abbondanza di frecciatine acide.

"Non si preoccupi sua maestà, mi sono fermata solo per permettervi di riprendere fiato, so quanto sia difficile quel periodo del mese" Ribatto sarcastica, godendomi la sua espressione adirata. Il moro ridacchia sommessamente.

"Passando alle cose serie, ho bisogno del vostro aiuto. So che sapere cacciare, non penso che abbiate tutte quelle armi addosso solo per un bizzarro gusto modaiolo. E io ho bisogno di cibo per la mia famiglia."

Grazie al cielo ho sempre avuto il dono della sintesi. Loro mi fissano allibiti, neanche gli avessi chiesto di riempirsi di penne e provare a sedurre una ghiandaia imitatrice.

"Tu vuoi che cacciamo... Per procurarti del cibo?!" Chiede lentamente la ragazza, come se parlasse ad una pazza. "Tesoro, c'è il supermercato per quello. Sai, il negozio molto grande dove si compra il cibo e tutto il resto." Asserisce annuendo, sempre con quel tono fastidioso.

Ora sono io a fissarla stranita.

"Il che cosa?! Senti, non è che hai battuto la testa?! Premettendo che qui non esiste niente del genere, non mi posso permettere di comprare il cibo ai negozi. È una cosa che possono fare i ricchi, quella. Io al massimo posso andare al mercato nero. Detto ciò, avete intenzione di aiutarmi?"

Si rivolgono un occhiata stupefatta, mentre la ragazza mi fissa e boccheggia come se annaspasse in cerca d'aria. Alla fine il moro sospira.

"Abbiamo forse altra scelta? Non conosciamo questi boschi, senza di lei non potremmo capire dove siamo finiti e se c'è un modo per tornare a casa."

Tenta di convincere i suoi amici, parlando più pacatamente possibile, ma sento una nota tesa nella sua voce. Anche lui infondo è provato dalla faccenda. Gli altri, con mia somma soddisfazione, non possono che asserire.

"Iniziamo subito allora!" Esclamo, quasi allegra. Il loro aiuto potrebbe rivelarsi prezioso.

Chissà, magari quella sera sarei riuscita a mangiare anch'io.

 

 

JACE

Fantastico. Ora mi tocca fare la spesa per i boschi per conto di una ragazzina arrogante solo perché è la nostra unica salvezza.

Ridicolo.

Rassegnandomi ad una giornata sprecata a correre dietro ai conigli, mi armo di pugnali da lancio, e seguo Clary nel bosco. Sono convinto che alla fine faremo noi tutto il lavoro, perché quella ragazzina non sembra proprio capace di cacciare. Mi ci vuole poco per capire che, per l'ennesima volta in quella giornata, mi sono sbagliato.

Mentre procediamo per il bosco senza produrre il minimo rumore, la ragazzina si irrigidisce, tende le orecchie e, con uno scatto repentino, si volta e tira una freccia che sfiora il mio orecchio destro.

"Ma sei impazzita?!" Urlo.

"Shhh" mi rimbrotta lei. "Fai scappare gli animali."  

Poi mi sorpassa e si avvicina a un albero dietro di me. Stizzita, mi indica qualcosa che prima non riesco a focalizzare bene, ma poi mi è subito chiaro: uno scoiattolo, con una freccia che gli entra da un occhio e gli esce dall'altro, inchiodato all'albero. La guardo stupefatto, rifiutandomi di credere a ciò che vedo. Nel frattempo Clary, in tutta tranquillità, schioda l'animale dal tronco ed estrae delicatamente la freccia, che fuoriesce con un disgustoso rumore di risucchio. Pulisce la freccia strisciandola sull'erba e ripone il corpicino dello scoiattolo nella sacca a tracolla che si porta dietro. Poi solleva lo sguardo e inarca un sopracciglio sotto i nostri sguardi straniti.

"Che avete da guardare?" Sbotta burbera.

Sbatto le palpebre, poi faccio un sorrisetto divertito, pensando che probabilmente nessuno è mai riuscito a prendermi alla sprovvista così tante volte in una sola giornata.

Scuoto la testa, prendo un pugnale e lo lancio contro un'incauta lepre che correva a qualche metro da noi, centrandola al fianco. Clary non batte ciglio, limitandosi ad alzare leggermente le sopracciglia, e va a raccogliere il corpo dell'animale. Estrae il pugnale e lo pulisce come ha fatto con la freccia, poi si ferma ad osservarlo, probabilmente incuriosita dalle rune incise sopra la lama. Tuttavia non fa domande e si limita a tendermi il pugnale dalla parte del manico, senza guardarmi.

Ho notato che fa di tutto per non incrociare il mio sguardo, e non ho potuto fare a meno di chiedermi il perchè. Subito dopo mi sono odiato per questo. È solo una stupida ragazzina presuntuosa ed egocentrica, magari un po' furba e abile a cacciare, ma tutto qui. Non mi interessa di lei. Ripeto questa frase tra me e me come un mantra, cercando di convincere me stesso. Non mi interessa di lei.

Mi accorgo a malapena che abbiamo ricominciato a muoverci, perso com'ero nei miei pensieri, e mi riscuoto velocemente per stare al passo con gli altri. Non so quanto tempo passiamo nei boschi, correndo dietro ai conigli e distruggendoci la schiena per raccogliere radici (radici? Chi mangia le radici?!) ma alla fine mi rendo conto di avere una fame da lupi. Siamo riusciti ad accumulare un bel bottino, e a quel punto mi sarebbe piaciuto tornare alla civiltà, anche se alla fine è stato divertente.

Tra me è la rossa si era instaurata una sorta di bonaria competizione, e devo dire che è stata capacissima di tenermi testa. Ho avuto modo di notare che, se con arco e frecce è brava, con i coltelli è strabiliante. Ha anche una vastissima conoscenza delle piante, sia commestibili che velenose. Mi chiedo come sarebbe se fosse una Shadowhunters.

"Allora Ginger, ti vuoi decidere a portarci in un posto civile? Oppure vivi in una grotta in mezzo ai lupi?" Non riesco a trattenermi, mi piace troppo stuzzicarla.

Lei mi sorride innocentemente ed esordisce: "Una volta sono stata inseguita da una specie di lupo. Ha cercato di staccarmi la testa, ma devo dire che è stato più educato di te." E si allontana saltellando.

Beh, forse uno dei motivi per cui mi piace stuzzicarla è che lei non si fa mettere i piedi in testa facilmente. Ed è risaputo il fatto che io amo mettermi nei guai.

 

 

CLARY

Quanto lo odio! Quel ragazzo è un flagello! Che ho fatto di male per meritarlo? Era meglio quando si limitava a popolare i miei incubi.

Almeno è bravo a cacciare, e grazie al suo aiuto per un po' sono a posto; anche se, tra lui e la fame, farei fatica a decidere qual'è il male minore.

Non dimenticherò mai la prima volta che l'ho visto: è stato un attimo, eravamo ragazzini. Avrò avuto nove anni, ma non mi sono mai più scordata il suo viso... E i suoi occhi. Lui non poteva vedermi, ma per un attimo avrei giurato che il nostro sguardo si fosse incrociato. Ovviamente adesso ho la conferma che non è andata così, e per qualche motivo sono un po' delusa. Forse perché il suo viso è l'unico ricordo che ho antecedente ai miei undici anni, al mio arrivo li, mentre tutto il resto è vuoto. Gli unici ricordi che avevo quando mi sono svegliata nel bosco erano il mio nome, Clary, e il viso di quel ragazzo, all'epoca un bambino. Ma un paio di occhi come quelli non si scordano, neanche se la persona che li ha visti soffre di amnesia. Penso che però forse questo non è l'unico motivo per cui sono delusa, ma scaccio subito il pensiero. Non mi importa nulla di lui.

Aggrotto le sopracciglia, confusa, quando uno strano rumore giunge alle mie orecchie.

"Lo sentite anche voi?" Chiedo, mentre cerco di capire da dove viene.

Il biondino aggrotta le sopracciglia, sorpreso, e si tasta la tasca dei pantaloni. Tira fuori uno strano oggetto a forma di scatola nera, tutto pieno di lucine e pulsanti e ricoperto da strani simboli, simili a quelli che hanno tatuati sulla pelle. È quello che manda quello strano rumore.

"Strano, il sensore si è attivato..." Borbotta.

Lo alza in aria e lo si sposta, come se stesse cercando qualcosa. Quando lo punta verso la direzione da cui proveniamo il ronzio diventa più forte. A quel punto il biondo spalanca gli occhi, e tira fuori la spada con cui mi ha minacciata poco prima. Se la fa ruotare in mano per avere una presa più salda, mentre negli occhi gli brilla una luce quasi folle.

Mentre piango la tragica scomparsa dell'ultimo neurone rimasto a qual ragazzo, anche gli altri due tirano fuori le armi (quand'è che le spade sono tornate di moda?) e si mettono in guardia. Se ci provassi io probabilmente mi colpirei da sola con l'elsa (se mi va bene) e sverrei eroicamente seduta stante.

Ma ho ancora l'arco e sono riuscita a sgraffignare qualche pugnale al biondino senza che lui se ne accorgesse, e non esito ad impugnare le mie armi. Se una persona estrae all'improvviso una spada è pazza o stupida, se lo fanno in due comincio a pormi qualche problema, ma se tre persone sguainano le armi tutte insieme e nello stesso posto è sicuro che c'è qualcosa che non va.

Purtroppo in mezzo a quei ragazzi guerrieri sembro una bambina arrabbiata che si è appena rotolata nel fango. Ridicola.

Intanto il ronzio si fa sempre più forte, e la tensione continua a salire. Quando sento degli strani rumori venire nella nostra direzione sobbalzo e rompo un ramoscello con il piede; il suono secco sembra infinitamente amplificato nel silenzio improvviso che si è creato. Gli uccelli non cinguettano, e tutti i rumori che popolano il sottobosco sono spariti. Perfino il vento ha smesso di soffiare, e le foglie sono immobili. È come se ogni forma vitale della foresta si sia improvvisamente messa in allerta, tutto in quel bosco urlava: PERICOLO.

Il biondo sembra ricordarsi di me in quel momento, si volta di scatto e guarda confuso il pugnale che tengo in mano, probabilmente riconoscendo i disegni. Ma al posto di rimproverarmi e accusarmi di furto, lui mi grida di scappare, e mi da persino una spinta per scansarmi, neanche fossi un cane molesto che non vuole avere tra i piedi. Io gli rivolgo la mia migliore occhiata indignata, prima di voltarmi e arrampicarmi più velocemente possibile sull'albero più vicino. Le mie dita si riempiono di schegge e ho le unghie tutte spezzate e sanguinanti, ma non vi faccio caso.

Mi fermo su un ramo che mi sembra appropriato, abbastanza robusto da essere sicura che avrebbe retto il mio peso e abbastanza in alto, anche se non eccessivamente. È una buona postazione di tiro. Incocco una freccia e mi metto in posizione. Gli faccio vedere io chi è che deve andare a nascondersi come una bambina. Attendo qualche minuto, ma non succede nulla, anche sei i rumori si fanno sempre più forti e vicini. Quando comincio a pensare che sia tutto uno scherzo, la creatura più assurda che abbia mai visto sbuca dalla boscaglia.

La prima cosa a cui riesco a paragonarla è una lumaca, anche se ha più o meno le dimensioni di un elicottero, di quelli che a volte si vedono nei filmati che Capitol trasmette per ricordarci che mentre noi moriamo di fame loro se la spassano. A quanto pare però gli abitanti dei distretti non sono gli unici a morire di fame: sotto il mio sguardo stupefatto quella cosa si divora un intero cespuglio di bacche, e noto a malapena che si tratta di un tipo di frutto velenosissimo, prima che una doppia fila di denti lunghi quanto il mio avambraccio faccia scomparire la pianta. Non posso fare a meno di sperare che il veleno faccia effetto, o che almeno gli causi un indigestione. Ovviamente, nulla da fare.

Impreco sommessamente è tendo la corda dell'arco, prendendo la mira. Inspiro ed espiro lentamente, controllando la respirazione come se mi apprestassi ad entrare in apnea. Prima di scoccare la freccia però esito, indecisa sul bersaglio da prendere. Dove dovrei colpirlo? Dannazione, non riesco neanche a capire se ha una testa!

Ringhio, frustrata al limite, e decido di tirare a caso. La freccia centra il mostro in pieno ed esso sembra fremere e dissolversi, ma si ricompone all'improvviso, a diversi passi di distanza.

"Ma che diamine..." Mormoro.

Il biondo solleva per un attimo lo sguardo verso di me, per poi tornare a concentrarsi sulla creatura e partire all'attacco con un urlo belluino. Infilza il mostro con la spada, ma non ha più fortuna di me, perché come prima il mostro scompare e si riforma, a pochi metri dal moro. Anche lui segue l'esempio del compagno, ma il risultato non cambia. Il mostro però sembra più confuso e stordito, come se rigenerarsi gli costasse energia. Forse, se non gliene rimanesse più...

Io continuo a scoccare le mie frecce e i ragazzi ad attaccarlo con la spada, mentre la ragazza lo colpisce con una frusta. Sembra funzionare, perché il mostro è sempre più debole e stanco. Ma non è l'unico, perché anche i ragazzi si stanno stancando, e la creatura non sta di certo immobile implorando di colpirla. E più si indebolisce, più si arrabbia.

Nello scontro, il mostro sputa una sostanza vischiosa contro il biondo e lui non riesce a schivarla del tutto, venendo colpito di striscio al braccio, che inizia a fumare mentre l'acido corrode la pelle. Si lascia sfuggire un gemito soffocato, ma stringe i denti e contrattacca ancora più furiosamente. Quando il mostro si riforma, è a qualche metro di distanza da me, e mi offre un meraviglioso spettacolo ravvicinato dell'interno della sua bocca.

Faccio per prendere una freccia dalla faretra, ma la mia mano si chiude sul nulla, nello scontro ho usato tutte le frecce. Impreco, e ripesco il pugnale. Lo soppeso un po', verificando l'equilibrio e il peso, e la mia mano si chiude sicura sull'impugnatura. Il mostro apre la bocca, diffondendo il tanfo acre del suo alito che per poco non mi fa svenire, e rischio di cadere dall'albero. Riesco a serrare la presa sul ramo all'ultimo minuto, e rimango appesa a testa in giù per le gambe. Non è di certo la posizione di tiro migliore, ma mi trovo un po' troppo vicina ai denti della creatura, e non ho altra scelta: lancio il coltello mirando al palato del mostro, in un punto dove gli sarebbe impossibile inghiottire l'arma, e spero.

Grazie al cielo ho fortuna, e il mostro si impenna agonizzante, lanciando una specie di grido stridulo. Poi si accascia e inizia a ripiegarsi su se stesso, fino a che non ne rimane più traccia. Testimoni della sua effettiva esistenza sono la ferita sul braccio del biondo e le espressioni sfinite di noi altri, nonché i numerosi graffi e lividi che i ragazzi si sono procurati durante la battaglia. Io sono ancora appesa a testa in giù, ma sento che le mie gambe stanno per cedere.

Lancio un urlo mentre precipito, ma l'impatto che mi aspettavo non arriva mai. Intorno a me si chiudono delle braccia forti, mentre la mia testa si poggia su un petto muscoloso. Apro gli occhi, e il mio sguardo è come calamitato verso due cerchi dorati. Io e il ragazzo restiamo a guardarci, poi io mi divincolo dalla sua stretta, con la faccia più rossa dei miei capelli. Lui mi lascia andare senza dire nulla.

Mi schiarisco la voce e tento di riprendermi, passandomi nervosamente una mano tra i capelli e rinunciando quando le mie dita si bloccano sui nodi. Probabilmente al posto dei capelli ho un nido di gallina rosso fuoco. Faccio di tutto per nascondere l'imbarazzo dietro un'espressione truce, il che per fortuna mi riesce bene.

"Potrei sapere che diavolo era quella cosa?" Sbotto.

"Beh, noi tendiamo a chiamarli demoni, non diavoli. Comunque era un Behemoth." Mi risponde atono il biondo.

Dire che resto di stucco è dire poco.

"Un... Un demone?! Come tutta la faccenda del paradiso e bla bla bla?" Sto cominciando a chiedermi se non mi stiano prendendo in giro.

"Non esattamente. I demoni sono mostri provenienti da altre dimensioni, e non si possono uccidere veramente. Poco fa ci siamo limitati a rispedirlo nella sua dimensione di origine, per questo è sparito." Mi risponde dolcemente la ragazza.

Probabilmente mi vede come una ragazzina che è stata improvvisamente catapultata in un mondo pericoloso e orribilmente nuovo, e le faccio pena. Non mi sembra il tipo da lasciarsi andare a sentimentalismi.

"Beh, in realtà il merito è anche un po tuo. Sei stata brava." Si complimenta il moro. "Dove hai imparato a lanciare coltelli in quel modo?" Mi chiede poi.

Io sorrido amaramente.

"Non sai quanto mi piacerebbe saperlo." Rispondo. Loro mi guardano confusi, e io incrocio le braccia seccata.

"Ora, mi potreste dire il vostro nome, o è un informazione riservata?" Cambio bruscamente argomento, cercando di distogliere l'attenzione da me.

Loro sgranano gli occhi sorpresi, come se l'idea non li avesse nemmeno sfiorati.

"Giusto, hai ragione. Allora, io sono Isabelle, lui è mio fratello Alec e lui invece è Jace." Alec fa un timido cenno con la mano, i suoi occhi miti mi ispirano simpatia. Jace invece è tutta un altra storia. Non c'è nulla di mite in lui, mentre tutto è letale. Persino quei meravigliosi occhi dorati potrebbero attirarti in trappola, ipnotizzarti come quelli di un serpente. Tuttavia sono convinta che non è tutto sarcasmo e cinismo, nascosto in fondo c'è dell'altro.

Ma molto in fondo.

"Bene, ora almeno non dovrò ricorrere a dei soprannomi per riconoscervi." Rispondo. Jace fa un sorrisetto malizioso.

"Di un po', il mio com'era? Lo Strafico? Il Meraviglioso? Non ti devi vergognare, non saresti la prima." Sghignazza.

Davvero tanto in fondo.

Io gli sorrisi angelicamente, nella mia versione personale di una smorfia strafottente.

"Io pensavo che qualcosa tipo "l'idiota" fosse più appropriato." Rispondo.

Poi ripesco il suo pugnale dall'erba (a quanto pare il mostro... Pardon, il demone, non se l'era portato nell'altra dimensione) e glielo porgo.

"Dovresti fare più attenzione alle tue armi, Jace." Dico, marcando sul suo nome.

Il suo sguardo si fa più duro, ma poi si riprende subito.

"Oh, non ti preoccupare, presto molta attenzione a certe mie armi." Mi risponde a tono.

Restiamo un po a fissarci in cagnesco, poi io mi volto stufa.

"Bene, non manca molto ormai. Andiamo." Proclamo. "Ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare."

Ricomincio a fare strada nella boscaglia, fino a che non giungiamo davanti a una rete metallica. Nascondo l'arco e la faretra ormai vuota e li guido davanti al buco che uso per uscire e rientrare, incitandoli a sbrigarsi. Una volta dentro al perimetro si guardano intorno spaesati, come se non si aspettassero nulla del genere.

Mi schiarisco la voce, e annuncio:

"Ragazzi, benvenuti al distretto 4"

 

 

RACO' DEL AUTOR

EHM EHM....

Buonasera...

Sono forse in ritardo?

Si, è possibile. scusate scusate scusate.

Ho davvero provato ad aggiornare in fretta, ma ogni volta c'era un impegno nuovo, e ovviamente siccome mi piace complicarmi la vita ho deciso di pubblicare un'altra storia.

come se non bastasse non posso neanche scusarmi come si deve perchè devo correre.

Un bacio

Fyamma ;)

  
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