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Autore: LunaMoony92    23/12/2013    3 recensioni
Questa è una storia un pò particolare. Inizia con la notte del 31 Ottobre, protagonista la famiglia Potter. Le cose non andranno precisamente come tutti sappiamo. Remus e Sirius avranno un ruolo molto importante. Da quella notte dipenderà il destino di Harry, che sarà diverso da quello che tutti noi conosciamo. Avrà la possibilità di non essere solo.
Spero sarete curiosi di leggere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Il mese di Febbraio era ormai arrivato e aveva portato con sé una tempesta di neve che ormai durava da giorni e non accennava a placarsi. La periferia di Londra si stagliava fuori dalla finestra del salone, un insieme indistinto di case coperte dalla neve come da una coperta.
Lily stava guardando quel paesaggio, triste e anonimo. Le mancava Godric’s Hollow, le mancava la sua casa. Le mancava James.
Nell’ultimo mese aveva lavorato incessantemente allo sviluppo di una pozione che potesse guarire Frank e Alice, ma non era riuscita a fare progressi. Si sentiva frustrata, inutile e, soprattutto, in gabbia.
L’obbligo di rimanere in casa, imposto da Silente per la loro salvaguardia, le stava ormai stretto.
Rimpiangeva il periodo passato alla Tana, con il suo giardino e la vita che riempiva quella casa.
Aveva chiesto più volte a Silente di poter andare a fare visita a Molly, ma lui aveva sempre risposto che fino a quando Peter Minus non fosse uscito allo scoperto, doveva rimanere nell’appartamento di Sirius.
Bevve l’ultimo sorso di thè dalla sua tazza e andò in cucina per posarla nel lavandino.
“Eccomi! Sono arrivato” aveva annunciato Sirius, allegro come sempre.
Da quando vivevano insieme, infatti, aveva ritrovato il suo buon umore, che aveva perso con la morte di James.
“Ciao Sirius” aveva risposto Lily distrattamente.
“Harry dov’è?”
“Sta ancora dormendo.”
“Quel piccolo dormiglione. Ci penso io a farlo svegliare!” e, ridendo come un bambino, si era diretto nella camera di Harry, pronto a fargli qualche scherzo.
Malgrado il suo pessimo umore, Lily si ritrovò a sorridere. Era grata che Sirius portasse un po’ di leggerezza nella loro vita e che si sforzasse di tirarla su di morale.
Dopo pochi minuti dall’arrivo di Sirius, era tornato anche Remus. Il volto emaciato, le occhiaie profonde: la luna piena sarebbe stata proprio quella notte.
“Remus, come ti senti?” aveva chiesto la donna.
Remus, che dal giorno in cui Harry l’aveva chiamato papà, si era sforzato di evitare il più possibile Lily, trasalì.
“Io.. Io sto bene. Sirius?”
“E’ di là con Harry” rispose lei.
Lily non capiva perché Remus fosse così schivo nei suoi confronti nell’ultimo periodo. Avevano sempre avuto un buon rapporto, sin dai tempi di Hogwarts e, dopo la morte di James, questo rapporto si era rafforzato ancora di più. La stava evitando. Lo capiva dal fatto che lui si sforzasse di non rimanere nella stessa stanza da solo con lei, dal fatto che non la guardava più negli occhi quando parlavano. Era un po’ come quando aveva cercato di nasconderle la sua natura di licantropo. Possibile che Remus avesse qualche altro segreto?
Quando Remus era sparito, lei era stata molto male, ma quando era tornato e le aveva promesso che sarebbe rimasto con loro, si era sentita più sicura e più forte. Ma adesso cos’era successo a Remus? Perché era cambiato così all’improvviso?
Guardò verso la stanza del figlio e notò i due uomini discutere. Cercò di avvicinarsi il più possibile alla porta senza farsi vedere.
“No, tu rimarrai qui. Io me la caverò. Tu devi proteggere Harry e Lily! Io so badare a me stesso!” stava bisbigliando Remus.
“Lo so, lo so questo! Ma non voglio tu debba farti del male!” aveva risposto Sirius, un po’ alterato.
“Non importa. Pensa a loro, io adesso vado.” aveva detto Remus, con un tono che non ammetteva repliche.
“Torna presto, fratello”
Sirius aveva sospirato ed era tornato a giocare con Harry, consapevole che niente avrebbe fatto cambiare idea a Remus.
Aveva deciso di passare la luna piena da solo, in qualche valle desolata dove non avrebbe potuto fare del male a nessuno, se non a se stesso.
“Tao, Emus” aveva detto il bambino un po’ triste, vedendo“lo zio” uscire dalla sua camera.
“E così vai via…” Lily, l’aveva fermato sulla porta.
Remus aveva mantenuto lo sguardo basso, quasi stesse cercando un modo di sparire nel pavimento.
“Perché non porti Sirius con te? Noi staremo bene”
“No. Vado da solo. Ciao, Lily”
Remus prese il suo cappotto rattoppato e uscì dall’appartamento, lasciando Lily più triste che mai.
Lei poteva soltanto immaginare quanto dolorosa potesse essere la trasformazione che ogni mese subiva Remus contro la sua volontà. James le aveva raccontato che da quando lui, Sirius e Peter erano diventati animaghi, Remus tollerava meglio la luna piena, riuscendo a non ferirsi.
Ma Remus per quella notte aveva rinunciato a quel sollievo, imponendo a Sirius di rimanere a casa con loro.
Il peso del senso di colpa la investì in pieno petto.
Frank e Alice erano stati torturati per colpa sua, Sirius viveva segregato in casa per colpa sua, Remus avrebbe sofferto tutta la notte per colpa sua.
Continuava a ripeterselo, nonostante le rassicurazioni di tutti.
Era diventata ormai una nenia che la accompagnava durante il giorno e non la lasciava in pace nemmeno la notte.
Il dolore ti rende schiava, incapace di reagire, ma la peggior forma di dolore è quella che noi stessi ci infliggiamo. Il senso di colpa, appunto.
Dalla camera di Harry non proveniva più nessun rumore. Forseil bambino aveva ceduto al sonno, lasciando il padrino senza un compagno di giochi.
“Non è possibile che tuo figlio voglia dormire sempre!” aveva detto infatti Sirius, rientrando in cucina.
“Sarà perché fa freddo…” Aveva risposto Lily, ma un singhiozzo erariuscito a sfuggirle dalla gola senza il suo consenso.
“Lily, cosa succede?” Sirius le si era avvicinato e le aveva passato un braccio attorno alle spalle.
“Niente, niente, Solo… Pensavo a James e Frank, Alice, a Remus…”
“Lily, sai che non è colpa tua. Non farti questo.”
“SI, invece! E’ colpa mia! Dovete smetterladi dirmi che non è così!”
Lily aveva scansato il braccio di Sirius e si era allontana, cercando di asciugare con una manica le lacrime che le rigavano il viso.
“Lily… Mi dispiace, non volevo ferirti. Ma lo dico per te, perché so che è vero e anche loro lo sanno. Ho passato una vita a cercare di convincere Remus che non è la causa di ogni male del mondo e, a quanto pare, tu sei anche peggio di lui! Siete la peggiore coppia di amici che potessi avere: Mister e Miss Disfattismo” aveva detto Sirius, cercando di farla ridere.
Lily aveva tirato su col naso e aveva abbozzato un sorriso. Sirius stava provando a farle forza in ogni modo in quel periodo, non poteva che essergli grata.
“Ecco, finalmente scorgo l’ombra di Lily Evans! Quella ragazza che con un sorriso faceva cadere ai suoi piedi tutti i Grifondoro!”
“Adesso non esagerare, Sirius. Quello eri tu, non io.”
“Hai ragione. Stavo mentendo solo per farti felice.”
Lily lo osservava pavoneggiarsi e sorridere a destra e a manca, come se ci fosse un pubblico a guardarlo e scoppiò a ridere.
Sirius le si avvicinò e la abbracciò.
“Voglio vederti sempre così. Capito?”
“Ci proverò” rispose la ragazza, sperando cheSirius non la guardasse negli occhi, smascherando la sua bugia.
Ad un tratto, sentirono un pianto disperato provenire dalla camera di Harry.
“Vado io, tranquilla.” Aveva detto Sirius.
Era passato un quarto d’ora e il bambino non accennava a smettere.
Sirius si era arreso, lasciando quella “patata bollente” (come aveva definito il piccolo Harry) a Lily.
Le aveva provate tutte: ninna nanne, giocattoli, canzoncine e anche qualche piccola magia, ma Harry non accennava a smettere.
Poi, tra i singhiozzi, il bambino disse: “Avola, Emus!”
“Cosa hai detto amore?”
“Avola di Emus!”
Sirius si era avvinato e lo aveva preso in braccio, avendo visto la faccia sconvolta di Lily.
“Ci penso io. Vieni qui, piccolo. Ti leggo la storia che ti piace tanto.”
Lily era sbiancata. Perché suo figlio preferiva la favola di Remus a lei?
Forse l’aveva trascurato un po’ troppo nell’ultimo periodo, avendo passato la maggior parte del uso tempo in laboratorio. Il bambino doveva aver associato la fine di un incubo con la favola di Remus, per questo voleva solo quella.
Si, sicuramente era per questo.
Il pianto di Harry era finalmente cessato.
“Si è addormentato. Cosa ci troverà di bello in quella noiosissima fiaba babbana, io non lo so!” aveva detto Sirius.
Lily non aveva risposto, ancora persa tra i suoi pensieri.
“Lily, tutto ok?”
“No, non è tutto ok!” avrebbe voluto urlare, ma disse solo: “Credi che Harry non mi voglia più bene?”
“Ma cosa dici?? Sei impazzita? Sei sua madre, certo che ti vuole bene!”
“E allora perché non smetteva di piangere? Prima, appena lo prendevo in braccio, si calmava subito. Perché adesso no?”
“Lily, voleva solo sentire quella stupida favola, non è colpa tua!”
Lo sguardo triste di Lily lo convinse che era arrivato il momento di dirle quello che sapeva.
“Lily, è successa una cosa qualche settimana fa…”
“Cosa? Hanno trovato Peter? Si tratta di Harry” Lily era terribilmente agitata.
“No, no. Niente di tutto questo. Solo, Harry ha detto una cosa a Remus.”
“Che cosa?”
“Beh. Io ero andato a fare la spesa e li avevo lasciati soli. Tu eri in laboratorio. Ero appenauscito, ma avevo dimenticato il portafogli, così sono tornato indietro. Remus aveva chiesto a Harry se voleva che gli leggesse la sua favola e lui…”
“Lui cosa, Sirius? Lui cosa?!” Lily tremava, non riusciva a capire cosa potesse essere successo.
“Beh, lui gli ha risposto: “Si, papà.”
Lily sgranò gli occhi, incredula e spaventata da ciò che aveva appena sentito.
Non disse nulla, così Sirius continuò a parlare.
“Remus non sapeva che io fossi lì. Credo sia andato in panico, più o meno come te adesso. Gli ha detto che lui era solo zio Remus. Credo l’abbia presa parecchio male. Poi, quando sono tornato a casa, l’ho incrociato sul pianerottolo, lui..”
“Stava andando via…” sussurrò appena Lily, tra le lacrime.
“Si… Gli ho detto che avevo sentito tutto. Poi Harry l’ha chiamato Remus e così è rimasto.”
Lily continuava a piangere in silenzio.
“Lily, io credo che Remus si senta terribilmente in colpa per questa cosa. Sente di tradire James e te, ma non è una cosa che ha chiesto lui. Ha passato molto tempo con Harry ultimamente e il bambino deve averlo inquadrato come una figura paterna. Lily, mi stai ascoltando?”
“Si… Io.. Non so che dire. Perché Harry ha fatto questo? Remus non è suo padre…”
“Lo so, e lo sa anche Remus. E adesso lo sa anche Harry, visto che non l’ha più chiamato in quel modo. Remus ti sta evitando per paura che tu possa scoprire questa cosa. Ha paura di ciò che penseresti di lui.”
“Io, cosa dovrei fare io? Cosa dovrei dirgli? Io lo so che nonè colpa sua. Se c’è qualcuno che ha una colpa qui, sono io. Avrei dovuto…”
“Lily, non ricominciare. Tu sei una mamma bravissima, ami tuo figlio con tutta te stessa e non lo stai trascurando. Devi solo dirmi: cosa farai se Harry lo farà di nuovo?”
Lily aprì la bocca per rispondere, ma ne uscì fuori alcun suono.
Cosa avrebbe fatto?
James era morto ormai da quattro mesi, Harry era troppo piccolo per ricordarlo. Probabilmente ne aveva un ricordo molto vago, un lieve sentore di ciò che aveva significato la parola “papà”, per questo l’aveva associata a Remus.
“Non lo so. Farò vedere delle foto di James a Harry, sperando che ricordi…”
“Anche se ricorderà, Harry ha bisogno di una figura paterna, Lily. Non puoi impedirgli di riconoscerla in Remus, ma questa è una tua decisione. Vado al Ministero adesso, tornerò stasera. Ciao, Lily” disse Sirius.
Poi si alzò e uscì, lanciando un ultimo sguardo preoccupato a Lily.
Lily era rimasta seduta sul divano, senza muoversi, per qualche ora, paralizzata e incapace di reagire. Poi Harry si era svegliato ed era dovuta andare a prenderlo per farlo cenare.
“Mamma, Ius?” aveva chiesto il bambino.
“Sirius è a lavoro.”
“Emus?”
Una fitta colpì Lily all’altezza del cuore, ripensando a cosa Remus stesse passando in quel preciso istante.
“Anche Remusè a lavoro, amore.”
Poco dopo era arrivato anche Sirius e i “due” bambini si erano messi a giocare, recuperando il tempo perso nel pomeriggio.
Lily era tornata alla finestra del salone e osservava la gente passare sul marciapiedi pieno di neve. Ogni tanto qualcuno rischiava di scivolare, tra l’indifferenza dei passanti, ma poi arrivava qualcuno più buono degli altri e gli dava la mano, salvandolo da una dolorosa caduta.
“Remus è proprio così” pensò.
“Cerca sempre di aiutare tutti, ma l’unico di cui non si occupa è se stesso.”
In alto la luna piena brillava in tutta la sua grandezza, illuminando i tetti delle case.
“Almeno adesso so perché mi sta evitando…” Remus aveva aggiunto anche quest’ altro peso al suo cuore, già colmo di sofferenze, per non fare stare male lei.
Lily diede un ultimo sguardo alla luna, maledicendola per quello che stava facendo al suo amico e tornò a giocare con suo figlio, la mente piena di pensieri e il cuore colmo di preoccupazione.
  
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