Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Lifaen    24/12/2013    1 recensioni
Salve a tutti! Come si può evincere dal titolo, la trama ruota attorno ad un gruppo di avventurieri che affrontano i demoni che infestano il loro mondo, nel tentativo di liberarlo. Spero vi divertiate a leggere questa storia come io mi diverto a scriverla! Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’acqua era veramente calda. Aveva avuto una buona idea ad andare a fare un bagno. Anche se non si sarebbe mai aspettato che ci fossero addirittura sorgenti d’acqua calda.
Lifaen era sempre più convinto che la loro ospite non fosse in nessuna maniera definibile normale. Quello di cui era sicuro era che la sua famiglia era molto ricca, e che lei non aveva certo scialacquato il patrimonio. Doveva essere stata sicuramente una accorta amministratrice, e questo lo riempiva di ammirazione, che si andava a mescolare con quella sensazione di attrazione e di inesplicabile, istintiva diffidenza che percepiva nei confronti della donna.
Non che lei facesse nulla per renderlo diffidente, ma sentiva che quella donna non era normale, non era comune e che, soprattutto, era imprevedibile. Lifaen faceva soltanto abbastanza attenzione a come si comportava e a quello che diceva, per essere sicuro di non offendere in alcun modo una persona che sapeva discendere da una famiglia estremamente potente e nota. Anche se, a quanto risultava a lui, l’Angelo delle Tenebre , che era il nome che lei gli aveva sussurrato di utilizzare se avesse trovato noioso usare l’altro, più lungo appellativo di Carezza dell’Oscurità, e che gli aveva risvegliato nella memoria ricordi di ormai vecchie lezioni di storia, era il nome di un individuo, deceduto più di quattrocento anni prima, appartenente ad un’antica famiglia umana di cognome Athanatos, nota soprattutto per la bellezza dei suoi appartenenti.
L’eladrin aveva deciso di documentarsi meglio, e dopo aver richiesto ed ottenuto di accedere alla biblioteca personale dell’Angelo, che dubitava sarebbe mai riuscito ad ispezionare completamente nei trecentoquaranta anni che gli rimanevano, e dopo aver consultato decine e decine di volumi di storia, era riuscito ad ottenere qualche informazione; la famiglia Athanatos, fondata secondo la leggenda da una donna, era effettivamente antica quanto ricordava, così come i racconti sulla bellezza frastornante di chi ne faceva parte per discendenza diretta, ma il problema sorgeva proprio sull’ultimo membro di cui si avevano notizie: l’Angelo delle Tenebre, Albert Athanatos, morto in qualità di condottiero nell’ultima battaglia della grande Guerra del Giorno Nero, così battezzata in quanto cominciata e ultimata nei diversi mesi in cui un’eclissi aveva oscurato il sole e annullato visivamente il susseguirsi delle giornate, facendo sì che sembrassero un unico, lunghissimo giorno.
Lifaen non aveva trovato null’altro riguardante quella famiglia; nessun membro sopravvissuto, nessun figlio nato dal condottiero che potesse riportarlo alla sua ospite, e, temeva, ora sua padrona. Sentiva, in qualche modo, che dal momento in cui erano entrati nel suo palazzo la donna li riguardasse come sua esclusiva proprietà, sebbene nessuna delle sue parole o dei suoi atteggiamenti lasciasse trapelare anche solo un indizio in quella direzione. Quelli di Lifaen erano semplici sospetti, intuizioni che sospettava potessero essere errate; in fondo non era infallibile, non lo era mai stato.
Perso in riflessioni di questo genere, dovette tornare bruscamente alla realtà notando che la donna a cui erano rivolti i suoi pensieri in quel momento era entrata in acqua, nella stessa fonte in cui si stava bagnando lui. Nuda.
Tentò di non pensarci troppo mentre abbozzava un saluto quantomeno cortese. Era assurdo quanto l’Angelo fosse meravigliosa, sebbene non si sarebbe mai aspettato che lei si facesse vedere in una situazione del genere.
“Mi dispiace … Non vi ho sentita entrare” disse, tentando contemporaneamente di mantenere un atteggiamento rispettabile.
La donna ridacchiò. “Tutti voi ragazzi vi scusate sempre, anche quando non avete colpa alcuna.”
“E’ una reazione naturale, quando una bella donna come voi si presta a situazioni del genere” rispose Lifaen, con tutta la calma e la gentilezza che lo contraddistinguevano.
Lei lo osservò per un po’, e Lifaen dovette fare uno sforzo enorme per mantenere gli occhi fissi nei suoi. Se avesse sviato lo sguardo sarebbe stato sinonimo di debolezza. Inoltre non c’erano altri luoghi abbastanza pudichi su cui fissarli.
Riuscì a sostenere l’esame, o almeno così arguì dalla risata che sgorgò da quelle labbra perfette. La donna riprese: “Sapevo che tu non eri facile da affascinare come altri. D’altronde, sei una creatura fatata. Sei abituato a bellezze sovrannaturali; è anche per questo che ti ho rivelato il secondo nome che preferisco.”
“Come mai usate quel nome? Insomma, il titolo di un condottiero mal si adatta ad una bella donna quale voi siete” controbatté Lifaen, desideroso di capirci di più.
“Perché è un nome che mi piace. Altisonante, armonico e soprattutto era il nome del mio caro nipotino.”
Nipotino??????
L’eladrin rimase sbigottito, e non fece nulla mentre lei gli scivolava accanto. Nemmeno la vicinanza di quel corpo perfetto riuscì a distrarlo.
“S-Suo nipote?” domandò, pensando che sarebbe scoppiata a ridere confessandogli lo scherzo.
La confessione non arrivò.
“Oh sì. Albert credeva in un mondo migliore, ma rimase deluso, povero caro” disse la donna, bagnandosi il corpo. “Ma non sono qui per parlare della mia famiglia, Lifaen Goldensword, o, come sei chiamato nel tuo piano di esistenza, Mekhlaurë” continuò, facendolo sobbalzare, “bensì per parlare della tua.”
“Della mia?” Questo sorprese anche più l’eladrin. Passasse che conoscesse il cognome che utilizzava nel mondo mortale. Ma possibile che conoscesse davvero anche il suo cognome originario?
“Vedi, per una serie di motivi ho avuto alcuni screzi con un certo ramo della tua famiglia. Ciò ovviamente non significa che io voglia farti del male” si affrettò a precisare la donna “né che la tua famiglia mi sia necessariamente nemica. Anzi, a pensarci bene, la tua famiglia è più nemica tua che mia. Ma io, tu e i tuoi parenti abbiamo un nemico comune nei demoni.”
“Eh?” fece Lifaen, capendoci sempre meno.
La donna rise alla sua confusione. “Perdonami, non sono stata molto chiara. Ciò che voglio dire è che tu sei dovuto fuggire da casa tua e da tutto ciò che ami” e sottolineò pesantemente l’ultimo verbo “a causa della stessa piaga che minaccia anche queste terre.”
“I … I demoni sarebbero la causa del mio esilio?” disse Lifaen incredulo. Impossibile. La causa del suo esilio era stata la sua incapacità nel difendere i confini dalle scorrerie dei ciclopi, che erano culminate nella morte di suo padre, ed era più che meritata.
“Precisamente. Ma ormai il tempo a mia disposizione è terminato” disse, uscendo dall’acqua (Lifaen distolse opportunamente gli occhi) e avvolgendosi in un lenzuolo. “Ho questioni che richiedono la mia presenza. Volevo soltanto che sapessi che c’è molto della tua storia di cui sei all’oscuro. L’unico vantaggio in tutta quest’ignoranza” concluse, con un sorriso meraviglioso che lasciò basito l’elfo alto, “è che probabilmente ti ha salvato la vita.”
I suoi passi risuonarono ancora a lungo nel corridoio di pietra, mentre Lifaen rifletteva su ciò di cui era venuto a conoscenza.


Ne approfitto anche per fare gli auguri di Buon Natale a tutti! Buone feste! -Lifaen-
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Lifaen