Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Stormtroopers in stilettos    26/12/2013    8 recensioni
Quello che non sembrava possibile è alfine avvenuto: Sirius Black è ad un passo dall'altare. Come? Chiederete voi. Perchè? Chiederanno altri. Ma soprattutto, è ancora vivo? Poichè questo è un AU in cui la guerra è stata su per giù felicemente conclusa nel 1981, il nostro malandrino preferito ha bisogno di qualcosa che movimenti ancora un po' la sua vita. Se siete curiosi di sapere se sopravviverà tra partecipazioni, cognate romantiche, wedding planner ambigui e una futura moglie adorabile quando un Basilisco questa storia fa per voi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo venti: listata a lutto

Forse il diadema non fu il peggiore dei compromessi, ma Cornelia si sentì una principessa buffa, una regina sul punto di essere decapitata, una madonna degna di una chiesa cattolica e un personaggio delle fiabe. Nessuna delle definizioni che le venivano in mente le piaceva, ma si ritrovò comunque in testa una tiara di diamanti piccola e non troppo estrosa, dal valore probabilmente di un suo rene.
- Splendida. Non bisogna mai esagerare su queste cose. – annuì convinta Doris.
Catherine alzò gli occhi al cielo e diede prova del perché i suoi figli erano così dotati in sarcasmo. – Vero, a Natale ti noto a malapena.
- Ah, ma quello è teatro, il matrimonio è tutt’altra faccenda.
Cornelia rimase lì, in piedi, agghindata a festa, a sorridere alle amiche che le dicevano che era bellissima, a ignorare sua sorella e a sperare che madre e zia non facessero troppi danni.
- Strano che tu non ti sia commossa, Nel, quando una sposa trova l’abito giusto succede, di solito. – le disse Bonnie, mentre Monique annuiva.
- E’ vero! – fece notare l’assistente, ancora terrorizzata dalla cliente. – Di solito è così.
- Ah, ma io non credo di essere quel genere di sposa. E poi sono convinta che manchi ancora qualcosa. – aggiunse. Cornelia covava un’idea malefica e malvagia, la covava da almeno mezzora, e sperava che nessuno osasse impedirle alcunché.
- Cosa, mia cara? – squittì Enzo, mentre si tamponava la fronte imperlata di sudore. La futura signora Black si era rivelata una cliente difficilissima, ma vederla finalmente coinvolta era per lui una gioia.
- Vorrei un nastro, signor Leonardi, alto circa una decina scarsa di centimetri. Scelga lei il colore che preferisce, ho un’idea.
- Oh, certamente. Monique, prendi la scatola all’ultimo scaffale del magazzino, quella con la seta. – la giovane strega eseguì con la solerzia degna del suo datore di lavoro, benché il suo lungo e pesante abito verde malachite dovesse probabilmente rendere scomodi i suoi movimenti. Porse la scatola all’ometto che l’aprì solennemente mentre si metteva a cercare. Cornelia fece una smorfia rivolta alle sue amiche, che risero sotto i baffi.
- Ecco qua. – disse Leonardi, estraendo un nastro di un bel color cobalto. – Seta indiana, pregiatissima.
Cornelia prese il nastro e lo osservò bene. Era un colore così bello, quasi le dispiaceva dover fare quello che stava per fare, ma prese la bacchetta, che non aveva mai abbandonato per questioni di sicurezza personale, e la puntò sul nastro, che di colpo divenne di un nero cupissimo.
- Splendido. – disse Nel mentre, tra il panico generale, se lo legava intorno alla vita, lasciando che le lunghe code le scendessero sul fianco destro. – Che ve ne pare?
Nel panico generale fu Catherine, a prendere la parola. – Molto elegante, ma come mai il nero, sembri listata a lutto.
- L’idea era quella. – sorrise la giovane. Un sorriso grondante gioia e vittoria. – E poi sarò la signora Black, dopotutto, no? – proseguì con disarmante semplicità.
- Ecco, ma è un colore un po’ funereo per… - tentò Monique. Enzo era muto, fissava il suo nastro ex cobalto con sconvolgimento.
- Adatto alla situazione, sono certo che Sirius apprezzerà. – sorrise Cornelia, cortese e implacabile. – Ora, vorrei cambiarmi, è giunto il momento delle damigelle!
- Tieni il diadema in testa, Nel. Devi abituarti a portarlo, altrimenti il giorno delle nozze sarai un disastro. – le fece eco Connie, vendicativa. – Non vorrai fare figuracce, no?
- Non sia mai. – disse Cornelia sottovoce, mentre spariva.
Dieci minuti dopo era in abiti civili, seduta sul famigerato divanetto rosa, con Connie che le sistemava al meglio il diadema.
- Ah, se solo una potesse indossarli sempre… - squittiva la giovane con aria sognante…
- Sobri, mi dicono. – la zittì Cornelia con piglio militaresco. Aveva le sue quattro amiche davanti a sé, come i condannati alla fucilazione, e la osservavano con aria impensierita. – Signor Leonardi, ho molto chiaro in mente cosa vorrò per le mie damigelle. Visto che ha fatto un così buon lavoro con me, immagino renderà splendide anche loro.
- Splendide sì, quanto la sposa mai. – ridacchiò l’ometto.
- Pensavo ad un abito corto, non voglio che si impiccino a camminare, ci sarò già io con i miei problemi, i tacchi e tutto quanto. Pensavo anche di risparmiare loro l’abito senza spalline, così non dovranno tirarselo su ogni cinque minuti, e voglio che abbiano un nastro come il mio abito.
- Oh, ma il nastro nero… - tentò nuovamente Monique.
- Il nastro sarà bianco, e la seta indiana è splendida, signor Leonardi. – la ragazza fece un cenno a uno degli Elfi perché le porgesse del vino. – L’abito sarà nero.
- Cin cin, nipote. – disse prontamente Doris, facendo un breve brindisi con Nel.
Naturalmente, Enzo non possedeva abiti da cerimonia neri, ma i modelli via via proposti vennero adattavi alle richieste della selettivissima sposa con un rapido colpo di bacchetta. Cornelia si sarebbe anche adattata a scegliere modelli leggermente diversi per accontentare le sue amiche (estremamente docili e remissive dopo la sua sfuriata), ma fu soddisfatta quando le vide indossare un abitino nero al ginocchio, con la gonna leggermente svasata, con spalline sottili e il loro delizioso nastro in vita.
- So che l’avresti voluto più corto, Bonnie, ma non voglio che a O’Malley venga un infarto.
- Riuscirò a ballare e a far venire infarti a chi piace a me, e il nero sfina sempre. Per me è perfetto.
- Voi altre? – chiese Nel.
- Attenzione alla sposa, oggi morde. – ricordò Catherine.
- Morde sempre, in realtà. – convenne Ludovine. – A me piace, oh cielo, ma ha pure le taschine laterali! – disse, ridendo di gusto.
- Ho detto che comodità avrei voluto, e comodità avrò! Cleo?
- Sono stata vestita molto peggio nella mia vita, approvato!
- Io mi sto chiedendo il valore della seta che indosso. – disse la ragazza rimirandosi davanti ad uno specchio.
- Guarda il diadema che ho in testa, questo mi costerà di più. O meglio, costerà di più a Sirius, temo. – fece l’occhiolino e rise. Era il cerchietto più impegnativo da lei mai posseduto, ma le evitava di avere ciuffi di capelli ovunque, almeno quello.
- Pagherà, se non vuole che Cornelia vada di matto. – disse Doris, svuotando il suo bicchiere. – Signor Leonardi, lei è il nostro eroe del giorno.
L’uomo, stremato, si inchinò e ridacchiò soddisfatto per il suo successo.
Uscita da quell’antro infernale, accompagnata dalle amiche e dalle damigelle, Cornelia si sentì soddisfatta e potente. L’aveva avuta vinta, almeno su alcune cose, e viste le premesse, anche quello era un gran successone.
In men che non si dica si ritrovò seduta ad un tavolo del Paiolo Magico a brindare del suo successo.
- Ci sono ancora molte cose a cui dovrai pensare, Nel. L’acconciatura, le scarpe…
- Non oggi, Constance, ti prego. Già sono morta così. – la supplicò, sospirando.
- Non vedo perché, con l’abito delle damigelle te la sei sbrigata in poco tempo, e l’abito da sposa sarebbe stato uno scherzo se tu ti fossi fidata…
Un’ondata di vertigini scosse Nel, a causa del troppo vino bevuto da Trine Malandrine per reggere la tensione. In realtà non aveva nemmeno bevuto troppo, era lei clinicamente incapace di reggerlo, come non mancava di far notare Sirius. Il mal di testa rischiò di nuovo di sommergerla.
- Sai cosa, invece, sono certa che tu, Cleo e Lu potreste parlare di bambini e di vita coniugale. – si lasciò sfuggire, acida.
Comprese l’enormità del suo errore quando vollero spiegare a lei com’era la vita coniugale.
Sua madre si trincerò dietro un’educatissima e micidiale risata di scherno, e Doris invece si divertì ad aizzare le giovani spose contro la futura mogliettina.
- C’è un motivo se io non ci penso proprio a sposarmi, sai? – le disse Bonnie, comprensiva, posandole una mano sulla spalla.
- Le stesse ragioni per cui io non avrei mai voluto farlo, immagino.
- Sono certa che alla fine ti piacerà. – Ludovine sembrò così seria da spaventarla. – Se superi la cerimonia, intendo. Resisti bene a quelle degli altri, puoi resistere alla tua.
- Quel giorno penso mi prenderò la peggiore sbronza della mia vita. Volontariamente.
- Considerando come ti riduci ci vorrà poco. – rise Cleo. – E non ti conviene.
- Preoccupati che non si presenti Rita. – le suggerì la zia, che aveva avuto modo di leggere l’articolo della giornalista e di gettare l’intero giornale nel camino. – Non importerà molto di te, anche se sei la sposa, ma lui… sarà la notizia della settimana.
- Pensavo di arruolarti come guardia del corpo, in effetti.
- Sappi che ti ho appena preso in parola, dolcezza. – disse Doris, convinta.

La stanchezza, e la sbronza, furono tali che Nel dovette essere gentilmente accompagnata a casa sua, senza che lei si rendesse conto che tra le persone che la stavano riaccompagnando c’era sua madre, dettaglio che, se fosse stata un pelo più consapevole, l’avrebbe probabilmente imbarazzata a morte.
Catherine si limitò a sospirare divertita, pronta a far ridere suo marito una volta rientrata a casa, mentre Connie chiocciava preoccupata su quando grave potesse essere lo stress prematrimoniale.
Cornelia Lethifold si svegliò la mattina dopo alle sei e mezza, con la fame tipica di aveva saltato la cena e un biglietto sul comodino con la firma delle sue amiche e delle sue parenti che la proclamava la Futura Sposa più ubriaca del 1987.
- Merlino, sono un’imbecille.
Si Materializzò a casa di Sirius praticamente in pigiama, consapevole del fatto che Gramo aveva sicuramente un gran bisogno di scendere al parco. Sirius non era ancora rientrato, e intensa fu la gioia del cane nel rivedere la sua padrona, mentre quella della sua vescica fu almeno doppia. Pioveva a dirotto, e nonostante l’ombrello, Cornelia si bagnò i pantaloni fin quasi a mezza gamba, lasciando dietro di sé una scia d’acqua sulle scale, man mano che saliva: il tocco finale lo diede Gramo stesso, sgocciolandosi via di dosso l’acqua raccolta dalle sue peregrinazioni sullo zerbino dell’anziana vicina, che chiuse la porta da cui stava spiando Nel prima di essere investita da un’onda anomala di acqua piovana.
Fiera del suo cane, Cornelia si preoccupò di asciugare il pelo di Gramo, poi si avventò sulla dispensa come una disperata.
Black la trovò ancora asserragliata in cucina quando rimise piede in casa, anche lui fradicio dalla testa ai piedi, vittima della pioggia e della mancanza di ombrello, e con un grandissimo bisogno di dormire. Lo sgranocchiare della fidanzata aveva attirato la sua attenzione prima ancora dello scodinzolare di Gramo, venuto in soggiorno a salutare.
- Sai, averti per casa è come avere un poltergeist in giro, te l’ha mai detto nessuno? – la salutò, sbadigliando.
- Più di quanto puoi immaginare. – sorrise la strega, svuotando dalle briciole rimaste un intero pacco di biscotti. – Evocare un ombrello non sarebbe stata una cattiva idea, che dici?
Sirius fece spallucce, mentre si abbassava per accarezzare Gramo. – Poco importa, tanto tra poco sarò sotto la doccia. Tu hai intenzione di dimostrare empiricamente quante porcherie si possono mangiare tutte in una volta prima di esplodere?
Lo scricchiolio sinistro del pacco di biscotti appallottolato tra le mani di Nel colmò il silenzio tra  i due, mentre lei lo fissava con aria di sufficienza. – Sono giustificata, ieri sera ho saltato la cena. Sono crollata a letto troppo stanca e con un po’ troppo alcol in corpo. Mia madre riderà di me per qualche settimana, immagino. – sbuffò, alzandosi per gettare l’immondizia.
- Ah, giusto. Com’è andata ieri?
Cornelia alzò un sopracciglio: - Ti interessa saperlo?
- Mi interessa sapere perché hai bevuto, dopo. – sorrise il mago. – Ma prima andrò a togliermi di dosso un po’ di umidità. Voglio un tè caldo quando torno.
Cornelia ringhiò con fare minaccioso, ma quando Sirius rientrò, andando a sedersi alla penisola della cucina, trovò pronta per lui una tazza di tè bollente. Sbadigliò ed evitò di fare commenti sulla gentilezza di Cornelia. Aveva altre informazioni che desiderava estorcere.
- Allora?
- Allora cosa? – Nel cercò di concentrarsi su Gramo, invano.
- Vuota il sacco. Enzo Leonardi si è impiccato con un nastro colorato? Tu hai dato fuoco all’atelier? Hai fatto a pezzi tua sorella? Sono cose che dovrei sapere per poter decidere se darti una mano a far sparire le prove o per gettarti in cella.
La ragazza rise. – Niente di tutto questo, però c’è stato un imperdibile momento in cui ho urlato abbastanza. Dovevo essere lì da almeno tre ore, e mi pareva abbastanza. Però ora ho un vestito, e degli abiti per le damigelle. E un diadema, capisci? Ho una dannata corona in testa!
- Oh be’, è tuo nonno che ti chiama Anna Bolena.
- Anna Bolena la sua testa l’ha persa, per colpa di una corona. Immagina la mia gioia. Almeno ho convinto Connie a lasciar perdere il velo. – continuò Nel, concitata. – Una vittoria, ma importante.
- Sul serio?
- Certo. Non voglio sembrare più ridicola del dovuto. – vedendo che sia la sua tazza che quella di Sirius erano ormai vuote la giovane le prese e le sistemò nel lavandino.
- Siano benedetti i lieti fini.
– Ah, dimenticavo una cosa. – disse lei improvvisamente - Ti ricordi quando ti ho detto che ti avrei fatto soffrire? Ho detto ad Enzo che saresti passato da lui per il tuo abito, e che alle fedi ci avresti pensato tu. Dormi bene, oggi, se ti riesce. – concluse, mentre Sirius sgranava gli occhi in un’espressione di puro orrore.





Note finali: ci scusiamo per il TREMENDO ritardo con cui abbiamo aggiornato questa volta, ma siamo state tutte bloccate dalla vita reale, che ci ha impedito di metterci a tavolino e scrivere un capitolo come si deve. Non è una scusa valida ma, si sa, gli hobby soffrono sempre, di fronte al lavoro o all'università che incombono. Ciononostante non ci siamo dimenticate di Sirius e di Nel, e vi auguriamo un Buon Natale e delle Buonissime Feste. A presto, si spera!

 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Stormtroopers in stilettos