TeenAgers
2
Tutti i personaggi di questa storia appartengono ad Angele87.
Fatti ed eventi sono puramente immaginari, l’autrice, quindi, non si assume
nessuna responsabilità di omonimie e somiglianza di
avvenimenti.
“Ringrazio tutta quella gente meravigliosa che mi ha
ispirato personaggi altrettanto stupendi, e una riconoscenza, ancora più
particolare, a tutti coloro che me ne hanno suggeriti
degli altri drasticamente negativi.”
Un grazie enorme a quelle grandi persone che sono le
mie amiche, le prime a cui ho parlato di questo
progetto.
AngéleJ
Mi sistemai
con un colpo secco il berretto sulla testa. Il sole di fine agosto mi stava
arrostendo.
Il lavoro era
finito qualche ora prima e, in quel momento, mi dirigevo con stanchezza verso
casa. L’ attività part- time che avevo
trovato l’anno precedente stava diventando noiosa e soprattutto oppressiva.
John, il mio capo, non mi lasciava respirare.
Alzai gli
occhi al cielo ammirando i bei colori, di cui il manto azzurro si era tinto. Arancio, rosso, rosa… Quella luce insolita conferiva ai miei
occhi un non so che di bizzarro. Il verde si scuriva tramutandosi in un nero
azzurro.
-Dove vai?- una voce femminile mi bloccò, all’inizio della salita,
dov’era situata la mia villetta rossa e bianca.
Mi voltai.
Riconobbi con
facilità la figura snella a longilinea della mia migliore amica.
Lixia Roberts.
I tratti del
viso tipicamente egiziani, i lunghi capelli neri lisci come fili di seta, la
rendevano una delle ragazze più corteggiate della piccola cittadina dove
abitavo a quel tempo.
Fui sorpresa di
vederla. Di solito, alla fine dell’estate, Lixia non era mai
negli USA.
Sua mamma
trascinava tutta la famiglia alla riscoperta delle origini egizie.
Le sorrisi
prima di abbracciarla forte.
Il suo profumo
di mirra selvatica mi invase il naso. Mi era mancata. Era la mia migliore amica ed
io, come perfetta rappresentante dei teenagers americani, avevo bisogno di averla sempre accanto. Tutti, a 17 anni, hanno urgenza di
una persona amica che non sia della propria famiglia.
I fratelli, le sorelle o i genitori,
nono riescono a capire i problemi.
Mi distaccai
da lei sorridendole.
-Bella
come sempre…- le dissi sinceramente notando la sua abbronzatura invidiabile.
Mi tolse il
cappello dalla testa scompigliandomi i capelli. –Tu sei sempre un maschiaccio,
invece…- scherzò.
Non me la
presi.
Lixia aveva la
dote di non farmi mai perdere le staffe. Il suo modo di fare così pacato ed educato. Il suo carisma, la sua dolcezza avrebbero incantato chiunque.
-Come mai sei già qui?- le chiesi, iniziando ad avviarmi verso casa.
-Mia nonna
Nihil doveva partire per una crociera intorno al mondo. Così, io e miei
genitori abbiamo tolto le tende prima…- mi rispose
infilandosi le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
Risi.
Adoravo
ascoltarla parlare della sua famiglia. Non nascondeva mai niente. Era vera,
semplice, genuina. Forse, per questo, piaceva tanto alla gente.
-Successo
nulla d’interessante?-
Questa era la
mia domanda di rito. Dopo ogni sua vacanza, le chiedevo sempre cosa fosse
successo. Puntualmente, mi rispose.
-Nulla. A
parte…-
E m’incantavo a sentire le sue
fantastiche avventure nelle piramidi, tra la gente che parlava una lingua
incomprensibile, con i ragazzi carini.
-E a te?-
La scrutai,
cercando un modo originale per dirle che, come al solito,
la mia vita era stata caratterizzata da un elettrocefalogramma piatto. Sorrisi
prendendola sottobraccio e continuando a camminare.
-Nulla come al solito.-
Lixia rimase
in silenzio, osservandosi le punte delle scarpe da ginnastica che indossava.
-Come sta
Axios?-
La guardai.
Di solito, non
chiedeva mai nulla sul mio migliore amico. Non l’aveva mai detto, ma io avevo
capito che tra loro due non correva buon sangue.
-Quel vecchio
volpone sta benissimo. Sai che sta iniziando a frequentare quella mezza gallina
di Lara?-
Lixia storse
le labbra, assumendo un’espressione buffa che mi fece ridere.
-Abbiamo avuto
la stessa reazione…- le rivelai.
Camminammo
ancora, parlottando dei nostri problemi, dell’inizio della scuola imminente e
di tante altre cose su cui i ragazzi adolescenti adorano
parlare.
-E cosa mi dici di Matthew Sims?- mi
domandò a tradimento soffermandosi un solo momento.
Arrossii
violentemente, iniziando a guardare verso il basso. Mi succedeva sempre. Ogni
qual volta, qualcuno accennava ai ragazzi per cui
provavo qualcosa, non riuscivo a fare a meno di arrossire e sentirmi
imbarazzatissima.
-Matthew,
cosa?- le rigirai la domanda mentre un filo di vento mi rinfrescava le guance
bollenti.
-Non fare la finta tonta…- mi ammonì con dolcezza.
Mi
inumidii le labbra
secche. Perché dovevo essere così stramaledettamente
timida?
-Non è
successo nulla. Lui non sa nemmeno che esisto… Figurati.-
-LILY!- una
voce maschile, fin troppo conosciuta, mi fece voltare. Riconobbi la figura alta
ed eccessivamente imponente del mio amico d’infanzia, Axios Azgard. Il ragazzo bruno e simpatico della porta accanto, sempre pronto a
scherzare e prendermi in giro. Un amico onesto e
leale, una persona matura e alcune volte irascibile. Spesso scontroso e
lunatico, faceva parte della mia vita da tempi memorabili.
Sentii Lixia
irrigidirsi e assumere la classica posizione di sfinge. Petto in fuori e
schiena inarcata. La osservai ed immediatamente mi reputai una schifezza in suo
confronto.
In poche
falcate, Axios ci raggiunse. Indossava dei jeans scuri
ed una maglia. Gli occhi, di solito grigio azzurri, avevano assunto uno strano
colore con quella luce.
Non notai lo
strano sguardo che mi lanciò. Come avrei mai potuto rendermene conto?
-Ehi,
quasi diciassettenne!- esclamai puntandogli un dito contro. –Ti ho prestato un
Cd 2 mesi fa!- gli dissi come una sciocca. Perché
ogni volta che Axios era presente non sapevo far altro che parlare di cose
stupide?
Lo vidi
arrossire sulle gote abbronzate dalla recenti vacanze
in Grecia. Anche lui come Lixia aveva origini europee.
La vera ed unica americana, se così vogliamo dire, ero proprio io.
-Sì.- mi rispose mettendosi le mani nelle tasche, -te lo porto
domani. Ma quanto sei tirchia?-
Misi le mani
sui fianchi, facendo una smorfia. –Mai quanto te!-
Ridemmo tutti
e tre, ritrovando, all’improvviso, la stessa e strana armonia che regnava tra
noi alla fine dell’anno scolastico precedente.
-Dove stavate
andando?- ci chiese.
-Casa mia…-
-Bene, allora,
facciamo un pezzo di strada assieme.-
Annuii
riprendendo a camminare. Mi sentivo così bene. Adoravo Settembre e la scuola,
proprio per quello. Tutti i miei amici ritornavano e smettevo di essere improducente. Odiavo esserlo.
Adoravo quella
bellissima sensazione di casa, familiarità che albergava tra noi.
-Ah, Axios?-
mi voltai verso di lui. –Il CD che ti regalerà quella mezza oca di Lara è un pezzo raro. Passamelo velocemente.-
Mi
sorrise appoggiandomi un braccio attorno alle spalle ed attirandomi a lui. Mi grattò la testa con le nocche
della mano.
-Sarà fatto
mia signora!-
Mai potrò
dimenticare la sensazione che s’impadroniva di me ogni
qual volta ero con loro due. Risi senza contegno fino alle lacrime.
Non avrei mai
immaginato che di lì a pochi mesi tutto sarebbe cambiato.
Scusate il ritardo.
Problemi con la scuola, compiti in classe e tanto altro hanno
impedito una messa in net più rapida.
Scusate.
Ringrazio tutti coloro che hanno dato una lettura alla storia ed in
particolare:
Riley
Elaine
Diandraflu
Bibi
Lulu
Grazie,
AngéleJ