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Autore: Swaggg    31/12/2013    3 recensioni
Tutte le mattine salivo su quel bus che mi avrebbe portato a scuola.
Tutte le mattine guardavo, dai posti più nascosti del bus, il ragazzo dai capelli d'oro, il ragazzo che era sempre da solo se non accompagnato dalla sua musica. Sono Lara Stuart e lui è... non conoscevo ancora il suo nome, troppo irraggiungibile ma incredibilmente vicino.
Amore, dolore, sorprese e mistero ma soprattutto passione, saranno in questa storia. Due anime sole, incomprese dal mondo che affronteranno la vita insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter two.



Salii le scale di casa diretto in camera mia , la musica rimbombava ancora nei miei timpani, impedendomi  di ascoltare i continui litigi tra mio padre e mia madre. Così mi emarginavo dal mondo chiudendomi in camera mia, oppure rimanevo fuori casa tutto il giorno.
I primi giorni, da cui incominciarono i litigi, andavo al parco ma c'erano troppi schiamazzi di bambini insopportabili, o di continui sbaciucchiamenti da parte di coppie perfette e a me piaceva la solitudine. Così, decisi di trovarmi un lavoro come meccanico nell'officina di mio zio. Passai lì qualche giorno ma combinavo solo casini e non mi andava di far niente, presi lo skate e me ne andai girando per la città in cerca di un qualsiasi rifugio che mi tenesse lontano da casa mia e dal mondo in generale.
Caddi dallo skate e quando alzai il capo, notai l'enorme edificio bianco, così noto come ospedale. Arrancando per il dolore al ginocchio, mi diressi all'ingresso per chiedere un lavoro qualsiasi anche senza stipendio, e da quel giorno, saltavo la scuola per poter andare lì e rallegrare la vita delle persone che c'erano all'interno. Leggevo loro il giornale, libri, oppure cantavo loro qualche canzone accompagnato dalla mia chitarra che portavo da casa. Amici non ne avevo, ribadisco che amavo stare solo.
Perchè? Non mi piace parlarne, mi abbandonereste anche voi come hanno fatto tutti.
Per le strade abbassavo il cappuccio sul mio capo per evitare di essere riconosciuto, mettevo le cuffie con la musica a tutto volume, così se qualcuno  mi riconosceva e mi chiamava io non lo sentivo mentre girovagavo con il mio solito skate, amico di tutta una vita.
E quel giorno, su quel letto, mi ricordai lo sguardo pesante di quella ragazza. Così strana, sola e...non so come definirla, non la conoscevo e assolutamente non mi andava di farlo. Sapevo chi era, me lo aveva detto lui, senza esplicitarmi il suo nome.
I miei pensieri furono interrotti da mia madre che entrò in modo brusco nella mia stanza. Tolsi le cuffie e la guardai con un'espressione interrogativa sul viso e anche un pò preoccupata. Mamma aveva gli occhi sbarrati dai quali fuoriscivano lacrime. La sua guancia era rosso fiamme. Respirava profondamente e teneva il suo peso sulla porta, come per non far entrare nessuno.
Aprii bocca per chiederle cosa stesse succedendo, ma lei sembrò riprendere fiato e mi precedette. "Scappa Justin, Scappa e ti dirò io quando tornare" disse, con fare sbrigativo.
Ingoiai il groppo di saliva che mi si era formato, presi la mia roba e mi avvicinai alla finestra per calarmi giu. Mi giraii verso mia mamma, per guardarla ancora una volta e mi sorrise come per dirmi che sarebbe andato tutto bene. Distolsi l'attenzione e scavalcai la finestra per poi guardare l'albero e saltarci su. Strinsi gli occhi dal dolore provato allo stomaco subito dopo l'impatto. Mi feci coraggio e con attenzione arrivai a terra. Guardai la mia casa, sentii degli urli e poi corsi, corsi con quanta più velocità potevo.
Stavo scappando da casa mia, o dal mondo intero?
Raggiunsi l'unico posto che mi era più familiare, l'unico posto dove le persone mi sorridevano, e accettavano la mia presenza.
Ma stavo sempre a debita distanza dai pazienti dell'ospedale, per non far loro del male. Ero un pericolo, per tutti, per me.
Quando entrai raggiunsi la persona che mi avrebbe aiutato, quella che ragionava diversamente degli altri.
Un uomo vissuto, e che la sua malattia stava portando via. Entrai nella sua stanza, respirai a fondo e mi guardò con aria preoccupata.
"Justin? E tu che ci fai qui?" chiese, facendo per alzarsi ma lo stoppai con una mano.
Non poteva alzarsi, era troppo debole anche per reggersi in piedi. Non mi obbedì, e con lentezza si avvicinò a me, avvolgendomi in un abbraccio che a fatica ricambiai. Nessuno mi abbracciava mai, nessuno lo faceva da quella notte orribile, quella notte in cui la mia vita è andata a puttane. Trattenni le lacrime per non piangere, non potevo. Non piangevo da anni e non potevo non resistere proprio adesso.
L'uomo sciolse l'abbraccio pr guardarmi negli occhi "Piangi piccolo ometto, mostrami il tuo cuore" e non trattenni, piansi e mi accovacciai al suolo come quando facevo da piccolo. L'uomo si accovacciò al mio fianco e mi strinse a se ancora una volta, ripetendomi, in tono dolce "Calmati, andrà tutto bene".
Avrei voluto dirgli che niente sarebbe andato bene. Perchè ero cresciuto troppo in fretta per prendermi cura di me stesso e adesso mi odiavo. Odiavo il modo in cui ero cresciuto. Odiavo il mio corpo. Odiavo il non avere amici. Odiavo il fatto che mia madre dovesse soffrire. Odiavo il mondo e le persone che ci vivevano.
Dopo un po' mi calmai, e l'uomo mi aiutò ad alzarmi e ci sedemmo entrambi sul suo letto. 
"Che cosa è successo?" mi chiese, con quella tranquillità nella voce che nessuno aveva. Stava per morire eppure era calmo, non piangeva e sorrideva alla vita. Uomo grandioso.
E così, gli raccontai cosa era successo a casa. Mi ascoltò con attenzione, a volte annuendo e dandomi qualche buffetto leggero sulla spalla e quando terminai, si alzò, prese qualcosa all'interno del cassetto del mobiletto accanto al suo letto e ne estrasse un paio di chiavi.
Le osservò con attenzione, come per osservare che fossero quelle giuste e poi me le porse.
Non capii cosa dovevo farne. Appartenevano a una bellissima moto per poter fuggire? Sarebbe stato bello.
"Sono le chiavi di casa mia. Potresti approfittare del fatto che io sono destinato a stare qui fino alla mia morte." mi disse, rimettendosi a letto e trovando sollievo.
"E sua moglie? Non dirà niente nel trovarsi un tizio sconosciuto in casa sua?"
L'uomo rise, e scosse la testa più volte "Mia moglie è morta tre anni fa, quindi a casa al massimo puoi trovare il mio bellissimo pappagallo"
Avrei dovuto convivere con un pennuto.
"Come si chiama?" 
"Si chiama Lara" sorrire e poi mi diede tutte le informazioni per arrivare a casa sua e per curare il suo pennuto che fino ad adesso era stato preso in considerazione dalla vicina che aveva una cotta per l'uomo. 
Lo ringraziai, gli strinsi la mano con voracità e lui sorrise invogliandomi a smetterla di ringraziarlo in continuazione dicendo che ero "snervante". Raccolsi la mia roba, che avevo lasciato a sul pavimento e mi avviai alla porta.
"Ragazzo" mi richiamò, ed io mi girai verso di lui "sii forte" gli sorrisi e andai via.
Uscii dall'ospedale e a testa bassa, aspettai che l'autobus arrivasse alla fermata. Quando arrivò ci salii, presi il mio solito posto e mi rigiraii le chiavi di casa tra le mani. Inconsapevole però, che una piccola anima sola, lo stava osservando da lontano.
Scesi dall'autobus e con lo skate percorsi pochi isolati prima di arrivare alla casa, alla quale ci azzeccava permettamente alla descrizione dell'uomo; fiori sparsi qui e lì, una moto antica parcheggiata sul vialetto e un piccolo cestino di fiori posto sulla porta.
Mi diressi all'ingresso e con le chiavi aprii casa. Un'odore di pulito, l'uomo aveva anche accennato al fatto che la vicina, manteneva la casa pulita e i fiori vivi.
"Bella vita" mi dissi, entrando e poggiando la mia roba all'ingresso. Mi osservai intorno. C'erano foto di gare, l'uomo appoggiato a delle macchine da corsa. Trofei. Foto lui e sua moglie da giovani, i loro figli.
Poi, una foto colse la mia attenzione: raffigurava l'uomo e...lei.


 




My space
HAPPY NEW YEARRRRR
sono così felice che anche quello schifo di capitolo vi sia piaciuto ahahah
Qui abbiamo la visione di Justin. Quindi, chi sarà mai quest'uomo? Qualcuno si è fatto gia un'idea?
Io non lo so ahaahhah è stato sfrattato da casa sua, e adesso dovrà convivere per un pò con un pappagallo
che non è ancora entrato in scena ma rappresenterà la parte comica della storia lol.
Allora, secondo voi Lara lo seguirà? Lo vedremo nel prossimo capitolo 
Grazie immensamente alle persone che seguono la mia storia. Vi amo tanto ahah
Una recensioncina anche qui come regalo di buon anno? Yeahhh

Alla prossima
Much love
Giuls <3
   
 
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