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Autore: Mary Evans    02/01/2014    0 recensioni
E se Harry avesse avuto una gemella, metamorfomagus , che lo avesse aiutato nei difficili anni a casa Dursley?
Se entrambi i gemelli avessero preso il talento in pozioni dalla madre e lo spirito malandrino del padre?
Se Regulus Black avesse avuto un figlio prima di morire?
Se questo figlio fosse stato allevato dalla signora Figg, la magonò in Privet Drive?
E se avesse preso tutto il carattere dallo zio, Sirius Black?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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I tanto attesi e temuti giorni d’esame erano arrivati, e avevano ricevuto penne d'oca speciali, nuove di zecca, che erano state stregate con un incantesimo particolare per impedire loro di copiare.
Il professor Vitious li aveva chiamati a uno a uno nella sua aula per vedere se erano capaci di eseguire lo speciale Tip-tap dell'Ananasso sulla scrivania, mentre la professoressa Mcgranitt li stette a guardare mentre trasformavano un topolino in una tabacchiera. Piton li rese tutti nervosi fiatandogli nel collo mentre cercavano di ricordare come si fabbricava la pozione che faceva dimenticare le cose.
Conclusi tutti gli esami, i Malandrini si diressero verso il laghetto e si stesero comodamente sotto un albero.
«Niente più ripassi!» disse Ron con un sospiro di sollievo, stiracchiandosi sull'erba «Cos’hai, Harry?»
Harry, infatti, si stava stropicciando la fronte, mentre Metis la spalla sinistra.
«Come vorrei sapere che cosa significa!» disse con uno scatto di rabbia «Questa cicatrice non la pianta di farci male... è già capitato, ma mai tanto spesso.»
«Andate da Madama Chips.» suggerì Hermione.
«Non siamo mica malati.» rispose Metis «Credo sia un avvertimento... significa pericolo incombente.»
Gideon aveva troppo caldo per iniziare un discorso già affrontato mille volte.
«Rilassati, Metis: Hermione ha ragione, la Pietra è al sicuro fino a che c'è in giro Silente. In ogni caso, non abbiamo mai avuto alcuna prova che Piton abbia scoperto come eludere la sorveglianza di Fuffi. Una volta si è quasi fatto strappare una gamba: vedrai che aspetterà prima di riprovarci. E prima che Hagrid abbandoni Silente, Neville avrà fatto in tempo a entrare nella nazionale di Quidditch.»
Metis annuì, ma non riusciva a liberarsi dalla fastidiosa sensazione che c'era qualcosa che aveva dimenticato di fare: qualcosa di importante. Quando tentò di spiegarsi, Hermione commentò: «È   l'effetto degli esami. Io la notte scorsa mi sono svegliata, e prima di ricordarmi quello che avevamo fatto, ero già arrivata a sfogliare metà dei miei appunti sulle Trasfigurazioni.»
Eppure, Metis era convinta che quella fastidiosa sensazione non avesse nulla a che fare con lo studio.
Hagrid non avrebbe mai tradito Silente… Hagrid non avrebbe mai detto a nessuno come fare per evitare Fuffi, mai... Eppure...
Di colpo, Metis balzò in piedi.
«Ma dove vai?» chiese Gideon in tono sonnacchioso.
«Mi è venuta in mente una cosa.» rispose Metis. Era impallidita. «Dobbiamo immediatamente andare a trovare Hagrid!»
«E perché?» disse Harry.
«A voi non sembra un po' strano.» proseguì Metis mentre risalivano il declivio erboso «Che la cosa che Hagrid più desidera al mondo sia un drago, e che si presenti uno sconosciuto che per caso si ritrova un uovo di drago in tasca? Quanta gente c'è che va in giro con in tasca uova di drago, visto che è vietato dalla legge dei maghi? È stato fortunato a incontrare Hagrid, non vi pare? Oh, ma perché non ci ho pensato prima?»
Hagrid era seduto in poltrona davanti alla porta di casa: aveva le maniche e le gambe dei pantaloni arrotolate e stava sgusciando piselli in una grossa ciotola.
«Salve!» disse sorridendo «Finiti gli esami? Avete tempo di fermarvi a bere qualcosa?»
«Sì, grazie.» disse Ron, ma Metis lo bloccò.
«No, abbiamo fretta. Hagrid, devo chiederti una cosa. Sai quella notte che hai vinto Norberto? Che aspetto aveva lo straniero con cui hai giocato a carte?»
«Boh.» rispose Hagrid, vago «Non si è mai tolto il mantello.»
Quando si accorse che tutti e cinque lo fissavano allibiti, alzò un sopracciglio.
«Non è mica una cosa tanto strana, di gente bizzarra ce n'è tanta al pub della "Testa di Porco", giù al villaggio. Poteva essere un trafficante di draghi, no? Comunque, in faccia non l'ho mai visto, si è sempre tenuto il cappuccio.»
Harry si lasciò cadere a terra, vicino alla ciotola di piselli.
«E di che cosa avete parlato, Hagrid? Gli hai mai accennato a Hogwarts?»
«Può darsi.» rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia nello sforzo di ricordare «Sì... Mi ha chiesto che mestiere facevo e io gli ho detto che facevo il guardiacaccia qui... Allora ha chiesto di che genere di creature mi occupavo. Io gliel'ho detto... e ho anche detto che avevo sempre desiderato avere un drago... Poi... non ricordo tanto bene, perché quello non faceva che offrirmi da bere. Vediamo... sì, allora ha detto che lui aveva un uovo di drago e se lo volevo potevamo giocarcelo a carte... Però dovevo promettergli che lo tenevo bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa... Allora io gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un drago era la cosa più facile del mondo...»
«E lui... ha mostrato qualche interesse per Fuffi?» chiese Metis cercando di mantenere calmo il tono della voce.
«Be', sì... Insomma, anche dalle parti di Hogwarts, non è che capiti spesso di incontrare cani a tre teste, no? Allora gli ho detto che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava un po' di musica, e lui si addormentava come un angioletto...»
Di colpo, un'espressione di orrore si dipinse sul volto di Hagrid.
«Accidenti, non ve lo dovevo dire!» farfugliò «Dimenticate tutto! Ehi... ma dove andate?»
I Malandrini non scambiarono neanche una parola finché non si fermarono nel salone d'ingresso, che dopo il prato assolato parve loro molto freddo e cupo.
«Dobbiamo andare da Silente.» disse Harry che, finalmente, aveva compreso il filo logico del ragionamento della sorella «Hagrid ha raccontato a quello straniero come si fa a eludere la sorveglianza di Fuffi, e sotto quel mantello c'era o Piton o Voldemort... Dev'essere stato facile, dopo aver fatto sbronzare Hagrid. Spero solo che Silente creda a quello che gli diciamo. Dov'è il suo studio?»
«Basterà che...» cominciò Gideon, ma all'improvviso una voce risuonò nel salone.
«Che cosa ci fate qui dentro, voi cinque?»
Era la professoressa Mcgranitt, che portava una grossa pila di libri.
«Vogliamo vedere il professor Silente.» disse Hermione con un coraggio che gli altri quattro giudicarono notevole.
«Il professor Silente è uscito dieci minuti fa. Ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero della Magia ed è subito partito in volo per Londra.»
«Se n'è andato?» fece Harry in tono affranto «Proprio adesso?»
«Potter, il professor Silente è un grandissimo mago, la sua presenza è richiesta da molte parti...»
«Ma questo è importante!»
«Quel che voi avete da dirgli sarebbe più importante del Ministero della Magia, Potter?»
«Senta, professoressa.» fece Metis gettando all'aria ogni prudenza «È a proposito della Pietra Filosofale...»
La Mcgranitt poteva aspettarsi di tutto, tranne quello. I libri che reggeva le caddero di mano e lei non si dette neanche la pena di raccoglierli.
«E voi, come lo sapete?» farfugliò.
«Professoressa: io penso, anzi lo so di certo, che Pit... che qualcuno si prepari a tentare di rubare la Pietra. Dobbiamo parlare con il professor Silente.»
La professoressa gli scoccò un'occhiata carica di un misto di orrore e di sospetto.
«Il professor Silente sarà di ritorno domani.» disse infine «Non so proprio come abbiate fatto a scoprire la storia della Pietra, ma state pur certi che nessuno può rubarla, è troppo ben protetta.»
«Ma prof...»
«So quel che dico, Potter.» tagliò corto la McGranitt. Poi si chinò a raccogliere i libri che le erano caduti «E adesso, vi consiglio di tornarvene tutti fuori a godervi questo bel sole.»
Ma loro non seguirono il suo consiglio.
«È per stanotte.» disse Harry quando si fu accertato che la professoressa McGranitt non fosse più a tiro di voce «Stanotte Piton ha intenzione di passare attraverso la botola. Ha trovato tutto quello che gli occorre, e per di più adesso Silente è fuori circolazione. È stato lui a mandare quel gufo: ci scommetto che al Ministero della Magia resteranno a bocca aperta quando vedranno arrivare Silente… Ragazzi io ho deciso: stasera vado al terzio piano e cerco di arrivare alla Pietra prima di lui.»
«Scordatelo fratellino, non senza di me.» esclamò immediatamente Metis ponendosi davanti a lui con le braccia incrociate.
«E me.» aggiunse Gideon spalleggiandola con un sorriso.
«Voi siete matti!» esclamò Ron guardando i tre a bocca aperta.
«Non potete farlo!» disse Hermione «Sarete espulsi!»
«E chi se ne importa!» gridò Harry «Ma non capite? Se Piton si porta via la Pietra, Voldemort torna! Non avete sentito che cosa è successo quando qualcuno ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts da cui essere espulsi! La raderà al suolo, o la trasformerà in una scuola di Magia Nera! Ormai, perdere punti non ha più importanza, non lo capite? O credete forse che, se il Grifondoro vince il campionato dei dormitori, lui lascerà in pace noi e le nostre famiglie?»
«Hai ragione, Harry.» disse Hermione con un filo di voce.
«Useremo il mantello che rende invisibili.» concluse Harry «Una bella fortuna averlo recuperato.»
«Ma basterà a coprirci tutti e cinque?» chiese Ron, e lui lo guardò stranito. Gideon e Metis si sorrisero.
«Come, tutti e cinque?»
«Oh, falla finita, mica penserai che vi lasciamo andare da soli a tutti e tre?» esclamò Hermione in tono spiccio «Levatevelo dalla testa. Siamo o non siamo i Malandrini? Siamo un gruppo, dove va uno vanno tutti.»
«Ma se ci pescano, sarete espulsi anche voi.»
Hermione sospirò.
«Non se possiamo evitarlo.» ribatté la ragazza in tono cupo «Il professor Vitious mi ha detto in gran segreto che al suo esame ho preso centododici su cento. Con un voto del genere, non mi butteranno fuori. Lo stesso discorso vale per voi, Harry, Gideon e Metis.» qui fece una smorfia «Avete preso centocinquanta su cento, anche se non ho idea di come questo sia stato possibile.»
I tre fecero un ghigno soddisfatto mentre Ron assunse un’aria abbattuta.
«Chissà io quanto avrò preso…»
 

 

  
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