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Autore: Mary Evans    18/01/2014    1 recensioni
E se Harry avesse avuto una gemella, metamorfomagus , che lo avesse aiutato nei difficili anni a casa Dursley?
Se entrambi i gemelli avessero preso il talento in pozioni dalla madre e lo spirito malandrino del padre?
Se Regulus Black avesse avuto un figlio prima di morire?
Se questo figlio fosse stato allevato dalla signora Figg, la magonò in Privet Drive?
E se avesse preso tutto il carattere dallo zio, Sirius Black?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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Un oggetto dorato luccicava proprio sopra di lui. Era il Boccino! Cercò di afferrarlo, ma si sentiva le braccia troppo pesanti.Sbatté gli occhi. Non era affatto il Boccino. Era un paio di occhiali. Ma che strano.
Sbatté di nuovo le palpebre. Lentamente, come attraverso una bruma, mise a fuoco il volto sorridente di Albus Silente.
«Buon pomeriggio, Harry» disse questi.
Harry lo guardò con tanto d'occhi. Poi recuperò la memoria: «Signor direttore! La Pietra! È stato Raptor! Adesso ce l'ha lui! Bisogna far presto, signore... E Metis e Gideon! Sono in pericolo!»
«Calmati, caro figliolo, sei rimasto un po' indietro con gli avvenimenti.» disse Silente «La Pietra non ce l'ha affatto Raptor, e tua sorella e il giovane Black sono al sicuro. Se ti giri lo puoi vedere da te.»
Harry fece come dettogli dal preside e fu con un sollievo che vide i due sani e salvi. Si rese conto di essere nell'infermeria del castello e sospirò forte prima di rivolgersi nuovamente al preside.
«E allora chi? Signore, io...»
«Harry ti prego di calmarti, altrimenti Madama Chips mi farà buttare fuori.»
Harry deglutì e vide che sul comodino accanto al suo letto sembrava fosse stato trasferito un intero negozio di dolciumi. Lanciò uno sguardo a Metis e Gideon e vide che anche i loro comodini erano stracolmi di cibarie.
«Quelli sono pegni di affetto dei vostri amici e ammiratori.» disse Silente illuminandosi in volto «Quel che è accaduto giù nei sotterranei tra voi e il professor Raptor è segretissimo, quindi naturalmente tutta la scuola ne è al corrente. Credo che i tuoi amici Fred e George Weasley abbiano cercato di mandarti la tavoletta di una tazza del gabinetto: devono aver creduto che ti saresti divertito. Ma Madama Chips non l'ha giudicata una cosa molto igienica, e quindi l'ha confiscata.»
«Da quanto tempo siamo qui?»
«Tre giorni. Mr Ronald Weasley e Miss Granger saranno molto sollevati di sapere che hai ripreso i sensi. Erano preoccupatissimi. E scommetto che lo saranno ancora di più quando sapranno che anche Metis e Gideon si sono ripresi.»
Harry lo guardò stranito prima di sentire con un sorriso le voci dei due.
«Salve, signore.» dissero Metis e Gideon in coro sorridendo e smettendola di fingersi addormentati.
«Quindi, la Pietra: Il professor Raptor non è riuscito a portarvela via. Sono arrivato in tempo per impedirlo, anche se devo ammettere che ve la stavate cavando molto bene anche da soli. Sono arrivato giusto in tempo per togliere te e tua sorella di mano a Raptor... Ho temuto di essere arrivato troppo tardi.»
«C'è mancato poco. Non ce l'avremmo fatta a lungo a tenerlo lontano dalla Pietra...» commentò Metis.
«Non dalla Pietra, ragazza, da voi! Lo sforzo che avete fatto per poco non vi è costata la vita. Per un orribile momento, ho temuto che fosse così. Quanto alla Pietra, è andata distrutta.»
«Distrutta?» ripeté Gideon come inebetito «Ma il suo amico, Nicolas Flamel...»
«Ah, sai di Nicolas?» disse Silente con un tono di voce che sembrava deliziato «Avete fatto proprio le cose per bene, eh? Be', Nicolas e io abbiamo fatto due chiacchiere, e abbiamo deciso che era la cosa migliore.»
«Ma questo significa che lui e sua moglie moriranno, non è così?»
«Dispongono di una quantità sufficiente di Elisir per sistemare i loro affari, dopodiché... ebbene sì, moriranno.»
Harry, steso a letto, sembrava aver perso la parola così come gli altri due. Silente canticchiò un motivetto e sorrise guardando il soffitto.
«Signore?» disse Metis «Stavo pensando... Ehm, anche se la Pietra non c'è più, Vol... voglio dire, Lei-Sa-Chi...»
«Chiamalo pure Voldemort, Metis. Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa.»
«D'accordo, signore. Dicevo, Voldemort cercherà qualche altro modo per tornare, non è vero? Voglio dire, non se n'è mica andato per sempre, no?»
«No, Metis, non se n'è andato per sempre. È ancora là fuori, da qualche parte, forse in cerca di un altro corpo da abitare... Visto che non è veramente vivo, è impossibile ucciderlo. Ha lasciato morire Raptor: ha tanta poca compassione per i seguaci quanto per i nemici. Comunque, Metis, se tu e tuo fratello avete ritardato il suo ritorno al potere, la prossima volta ci vorrà semplicemente qualcun altro che sia in grado di sostenere quella che sembra una battaglia persa... Ma se il suo desiderio di potere continuerà a venire ostacolato, forse non lo riconquisterà mai più.»
Metis annuì, ma smise subito, perché quel movimento gli faceva dolere la testa. Intervenne Harry, per chiedere al preside cose che stavano ormai assillando entrambi da un po’.
«Signore, ci sono alcune altre cose che mi piacerebbe sapere, se lei può rispondermi... cose sulle quali vorrei – vorremmo - sapere la verità.»
«La verità…- sospirò Silente. «È una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela. In ogni caso, risponderò alle tue domande, a meno che non abbia ottime ragioni per non farlo, nel qual caso ti prego di perdonarmi. Ma non mentirò.»
«Bene... Voldemort ha detto di avere ucciso mia madre soltanto perché lei cercava di impedirgli di uccidere me e Metis. Ma lui perché voleva farci fuori?»
Questa volta, Silente fece un sospiro ancora più profondo.
«Purtroppo, alla prima domanda non posso rispondere. Non oggi. Non ora. Un giorno lo saprete... ma per adesso, ragazzi miei, non ci pensate. Quando sarete più grandi... Lo so che non sopportate di sentirvelo dire, ma... quando sarete pronti, lo saprete.»
«Ma allora, perché Raptor non poteva toccarci?»
«Vedi, vostra madre è morta per salvarvi. Ora, se c'è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l'amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di vostra madre, lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile... Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l'anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarvi per questa ragione. Per lui era un tormento toccare persone segnata da un marchio di tanta bontà.»
«E il mantello che rende invisibili... lei sa chi me l'ha mandato?»
«Ah... si dà il caso che tuo padre lo abbia lasciato a me, e io ho pensato che avrebbe potuto farti piacere averlo. Sono cose utili... Quando era qui, vostro padre lo usava soprattutto per sgattaiolare in cucina e far fuori qualche buon bocconcino. Be', adesso basta con le domande. Propongo che tu cominci ad assaggiare qualcuno di questi dolci. Ah! Gelatine Tuttigusti+1! Da giovane ho avuto la sfortuna di trovarne una al gusto di vomito, e da allora devo dire che per me hanno perso ogni attrattiva... Ma se prendo una bella caramella mou, non dovrei correre rischi... Voi che dite?»
Sorrise e si cacciò in bocca un cubetto dal bel colore ambrato. Appena l'ebbe masticata esclamò, tra le risate dei ragazzini: «Povero me! Cerume!»

 

 

Quando i Malandrini si avviarono alla festa di fine anno, la Sala Grande era già piena: era parata a festa con i colori di Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il fatto che aveva vinto la coppa per il settimo anno di fila.  Il conteggio dei punti era stato ultimato e, poiché Harry, Metis e Gideon erano rimasti in Infermeria durante l’ultima partita di Quidditch i Corvonero avevano vinto a tavolino. Un immenso stendardo con il serpente di Serpeverde copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
Si affrettarono a sedersi, cercando di ignorare il brusio che aveva attraversato la Sala Grande al loro passaggio. Per loro fortuna, il preside prese presto parola.
«Un altro anno è passato!» iniziò Silente con tono allegro «E io devo tediarvi con una chiacchierata da vecchio bacucco, prima che possiamo affondare i denti nelle nostre deliziose leccornie. Che anno è stato questo! Si spera che adesso abbiate la testa un po' meno vuota di quando siete arrivati... E ora, avete tutta l'estate davanti a voi per tornare a vuotarvela, prima che cominci il nuovo anno... Ora, se ho ben capito, deve essere assegnata la coppa del dormitorio, e la classifica è questa: al quarto posto Grifondoro, con duecento punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con quattrocentosettantadue.»
Un boato di ovazioni e battimani esplose dal tavolo di Serpeverde.
«Sì, sì, molto bene, Serpeverde.» continuò Silente «Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno presi in considerazione.»
La Sala Grande piombò nel silenzio più assoluto e a quelli di Serpeverde si gelò il sorriso sulle labbra.
«Ehm... ho alcune comunicazioni dell'ultimo minuto da fare, a proposito del punteggio. Vediamo un po'. Ecco... Primo, a Mr Ronald Weasley….»
Ron si fece tutto rosso in faccia: sembrava un ravanello gravemente ustionato dal sole.
«...per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco al Grifondoro cinquanta punti.»
Gli applausi dei Grifondoro raggiunsero quasi il soffitto incantato; le stelle, da lassù, sembravano fremere. Si sentiva Percy dire agli altri prefetti: «È mio fratello, sapete? Il mio fratello più piccolo! Ha passato la prova alla scacchiera gigante della McGranitt!» Finalmente si fece di nuovo silenzio.
«Secondo, a Miss Hermione Granger... per il lucido uso dell’intelletto quando altri erano in grave pericolo, attribuisco al dormitorio di Grifondoro cinquanta punti.»
Hermione si nascose il viso tra le braccia. Alla tavola di Grifondoro, i ragazzi non stavano più nella pelle... avevano guadagnato cento punti!
«Terzo, a Mr Harry Potter, Mr Gideon Black e Miss Metis Potter...» proseguì Silente. Nella sala non si udì più volare una mosca. «...per il loro sangue freddo e l'eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri centottanta punti!»
Il frastuono divenne assordante. Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre gridavano a squarciagola, sapevano che il Grifondoro aveva raggiunto quattrocentottanta punti!
Chi si fosse trovato fuori della sala avrebbe potuto credere che ci fosse stata un'esplosione, tanto fu il baccano che scoppiò alla tavola del Grifondoro. Harry, Ron, Gideon, Metis e Hermione si erano alzati in piedi gridando e battendo le mani.
«Ciò significa.» riprese Silente sovrastando l'uragano di applausi dei Corvonero e dei Tassorosso, anche loro al settimo cielo per la sconfitta di Serpeverde «Che dovremo ritoccare un po' quelle decorazioni!»
Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d'argento divennero d'oro: l'enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro.

  
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