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Autore: effe_95    02/01/2014    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò .

56. E non darti pena sai per me…
 


<< E’ da molto che aspetti? >>
Yulian osservò con occhi stanchi la figura minuta e imbacuccata di Svetlana, quegli occhi azzurri come il cielo contornati sempre dalla matita nera, i capelli biondi corti e scalati sotto l’orecchio, la sciarpa verde indossata in quel freddo Novembre.
E lui li, fermo davanti a lei, senza sapere nemmeno il perché.
<< Un’ora Yulian, io sono qui da un’ora. Ha nevicato due volte, ma io non mi sono mossa >>
Lui infilò le mani nelle tasche del giaccone e guardò il cielo, ancora carico di neve da regalare, quanti inverni avrebbe ancora vissuto in quella vita? Quanta neve aveva visto in quei suoi brevi vent’anni di vita? Quando era cambiato, quante volte era morto e rinato?
E sotto quel cielo lei, con chi era?
<< Potevi ripararti in qualche bar >>
Non doveva essere così freddo e cattivo, non doveva essere così.
<< Dimmi la verità Yulian Aleksàndrovich, hai dimenticato che dovevamo andare al cinema vero? Confessa! >>  Yulian guardò Svetlana e fece spallucce, regalandole un sorriso sincero, un tempo, con qualcun altro avrebbe mentito.
<< Sei uno stronzo Yulian Aleksàndrovich Ivanov >>
La ragazza cominciò a camminare, andando avanti, mentre lui rimaneva li fermo a fissarla, mentre si faceva sempre più piccola, e poi cominciò a seguirla, lentamente.
Ma lei rallentò per lui, e gli permise di raggiungerla.
<< Allora perché non mi lasci Svetlana Aleksàndrovna Pavlovna? >>
Svetlana si fermò di colpo, afferrando con entrambi le mani la giacca di Yulian avvicinandosi a lui, si alzò sulle punte dei piedi e gli lasciò un bacio a timbro sulle labbra violacee intirizzite dal freddo.
<< потому что я люблю тебя >> Potomu chto ya lyublyu tebya… Perché io ti amo …
<< и почему Ты меня любишь? >> I pochemu ty menya lyubish’ … E perché mi ami …
Svetlana lo abbracciò bloccandogli anche le braccia, come se lei sapesse che Yulian non avrebbe mai ricambiato quell’abbraccio, come se preferisse far finta di niente e impedirglielo.
<< не спрашивайте, “почему” >> Ne sprashivajte  “pochemu” … Non chiedere perché
Yulian avrebbe voluto sentirsi all’altezza di quei sentimenti, avrebbe voluto abbracciare come si deve quella ragazza che gli dimostrava così tanto affetto, ma lui le voleva semplicemente bene, e continuava ad amare un’altra donna.
<< E tu? Tu mi ami? >>
Svetlana appoggiò le braccia sulle sue spalle come se volesse baciarlo, ma non lo fece, lo guardava semplicemente negli occhi, per cercare di capire quanto sarebbe stato sincero.
<< Ci provo Svet >>
<< Andiamo, altrimenti perdiamo il film >>
Svetlana lo prese per mano, come se volesse far finta che non fosse successo nulla, ma camminava un po’ più avanti, in modo tale che lui non potesse vederle il viso.
Yulian ci avrebbe provato davvero, era sempre stato bravo ad amare senza amore.
<< Continuo a credere che tu dovresti lasciarmi >> Commentò all’entrata del cinema, Svetlana lo guardò distrattamente.
<< Sarebbe troppo comodo per te. E poi, perché non mi lasci tu? >>
Yulian le regalò quel suo sorriso sghembo, un po’ cattivo e misterioso, e decise di non rispondere a quella domanda, perché nemmeno lui sapeva quale fosse la risposta giusta.
La verità era solo che Yulian doveva continuare a vivere, e non cercare di avere qualcosa che non poteva avere in quel momento, la verità era che Yulian voleva qualcuno al suo fianco, chiunque fosse non aveva alcuna importanza.
<< Voglio fare l’amore con te >> Mormorò a un certo punto la ragazza, mentre lui era totalmente perso nei suoi pensieri e non guardava minimamente l’inizio di quel film del quale non conosceva nemmeno il titolo.
<< Ma sei pazza? Verresti contagiata dalla mia follia e poi moriresti >>  Rispose lui rubandosi quello che stava mangiando Svetlana, qualsiasi cosa fosse, l’importante era tenere la mente occupata.
<< Correrò il rischio >>
<< Te ne pentiresti >> Yulian si infilò nella bocca un’altra manciata di quella roba che non aveva un sapore piacevole, cercò di concentrarsi sul tizio che parlava davanti a lui, ma non ci riuscì affatto.
<< Non sapevo ti piacesse così tanto la crusca. Sai, questi cereali li mangio perché aiutano ad andare in bagno >>
Yulian smise di mangiare e cercò di non vomitare li, in quel momento, sulla testa della persona seduta davanti a lui, ma almeno era riuscita a distrarla dall’argomento.
Uscirono dal cinema  un paio d’ore dopo, fuori era già buio come se fosse mezzanotte passata, attraversarono con lentezza tutta la prospettiva Nevskij.
Aveva anche cominciato a nevicare, e Svetlana apriva le mani come se volesse accogliervi dentro tutta, tutta la neve.
<< Così prenderai freddo >>
<< Ne vuoi un po’ ? >>
Yulian la seguiva con passo stanco, le mani screpolate dentro le tasche della giacca, il collo ben nascosto nella sciarpa che gli aveva regalato Luna prima di partire.
Era così stanco di tutto che avrebbe solo voluto dormire fino alla fine del mondo.
Invece avrebbe continuato a camminare lungo quella strada, si sarebbe laureato il lingua e letteratura russa, avrebbe avuto la sua vita, si sarebbe ripreso tutto.
<< Di cosa? >>
<< Di neve >> Svetlana lo disse come se fosse una cosa ovvia.
<< No, ne ho già abbastanza >>
<< E lo vuoi un bacio ? >>
Yulian ridacchiò nella sciarpa, afferrò la ragazza per le spalle e le regalò un bel bacio sulla fronte.
<< Tu lo vuoi? >>  Svetlana si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò sulle labbra, aspettando che Yulian le desse di più, e lui lo fece, non aveva mai avuto paura di dare amore senza amore.
<< Yulian, ma un giorno, mi bacerai mai come baciavi lei? >>
Yulian accarezzo distrattamente i capelli sottili e troppo biondi della sua fidanzata, era strano anche chiamarla in quel modo, ma era stato lui a volerlo, perché era inutile a quel punto desiderare qualcosa di indesiderabile, Claudia  avrebbe avuto la sua vita altrove, con altre persone, con un altro uomo al suo fianco, e Yulian avrebbe fatto lo stesso.
E poi, un giorno, si sarebbe ripreso ciò che gli apparteneva per natura.
Ma non era quello il momento esatto.
<< Io spero di si Svet, lo spero davvero >>
<< Io rimango qua, mio bell’Ivanov >>
 
Iliana e Jurij stavano disperatamente cercando di risolvere quell’esercizio di matematica quando Yulian tornò a casa. Il biondo trovò la sorella e il suo nuovo amico perso in una conversazione accesa su quale fosse la radice quadrata di quel numero e quale formula applicare qui e la.
Iliana era protesa troppo in avanti e con la penna indicava qualcosa su un libro, Jurij se ne stava con una mano appoggiata sulla guancia sinistra e l’altra tracciando dei numeri immaginari sul tavolo di legno.
Yulian ebbe la netta impressione di essersi drogato, perché una cosa del genere era allucinante.
<< Oh Yul, ci aiuti a fare quest’esercizio? Prima che io strozzi Jurij, possibilmente >>
<< Iliana è troppo esagitata >> Commentò l’altro tranquillo come non mai, Yulian li aiutò velocemente a risolvere quel problema e poi se ne andò nella sua stanza lasciandoli soli.

<< Basta studiare, vediamoci un bel film. Che ne dici del “Dottor Živago” con Omar Sharif? O Anna Karerina, l’ultimo uscito? >> Propose il ragazzo scrutando con occhio attento i film della famiglia Ivanov, Iliana sorrise e prese il film tratto dal romanzo di Boris Pasternak.
All’incirca tre ore e mezza dopo, Iliana se ne stava seduta sul divano asciugandosi gli occhi con un fazzoletto, mentre Jurij dondolava a destra e sinistra sul tappeto, mantenendosi i piedi con entrambe le mani.
<< Oh, sono già le otto? >> Mormorò il ragazzo dagli occhi color acquerello guardando distrattamente l’orologio posizionato sulla grande libreria, Iliana tirò su col naso.
<< Devi andare via? Oh vuoi mangiare insieme? >>
Jurij si girò a guardarla e sorrise, indicando poi con il dito la copertina del dvd.
<< Sai, tu assomigli a Lara, o meglio a Julie Christie >> Iliana rimase con il fazzoletto stretto tra le mani e abbassò lo sguardo, nessuno l’aveva mai paragonata a un tale personaggio, non sapeva se esserne contenta oppure no.
<< E tu ti chiami come il protagonista >> Jurij portò il dvd accanto al suo viso.
<< Secondo te assomiglio ad Omar Sharif? >>
I
liana scoppiò a ridere e tirò giù i piedi dal divano, come se volesse mettersi in piedi.
<< Per niente >>
<< Iliana, secondo te è bello morire così? Immaginando o desiderando di vedere la persona amata prima che tu possa realmente averla? >>
Jurij faceva domande sempre troppo difficili, domande a cui Iliana per il novantanove per cento non sapeva mai dare delle risposte.
<< Non lo so Jurij, ma credo che io lo vorrei >>
Jurij tornò a guardarla, passandosi una mano tra i suoi capelli corti.
<< Chi hai amato, tu? >>
Iliana tornò indietro nel tempo, a quei ricordi che aveva sepolto nella sua testa in una scatola nascosta, a quelle risate, a tutte le lacrime, e rise e pianse contemporaneamente, e sentì le mani sulla pelle fredda, e risentì i baci, e le carezze, e la sua voce a fior di belle, e i brividi e tutto, tutto ,tutto.
<< Ho amato un ragazzo italiano, l’ho amato e basta >>
<< Posso sapere il suo nome? >>
<< Francesco, lui si chiamava Francesco >>
J
urij non aggiunse e non chiese nient’altro, rimase entrambi seduti chi sul divano chi sul tappeto a riflettere a ricordare.
<< Penso che sia ora di tornare a casa >>
Le parole di Jurij risvegliarono il silenzio, Iliana lo accompagnò cortesemente alla porta di casa e gliel’apri.
<< Ci pensi ancora a lui? >>
<< Ogni tanto si >>
Jurij si sistemò più e più volte la sciarpa, come se volesse indugiare sulla porta per dire qualcosa, ma poi chiamò l’ascensore e non aggiunse nient’altro, mentre Iliana lo guardava ferma appoggiata allo stipite della porta.
<< Jurij, posso farti una domanda? >>
Il ragazzo annuì, con gli occhi allegri e vispi, di chi conosceva già la domanda.
<< Perché tu pensi sempre alla morte? >>
L’ascensore arrivò e Jurij aprì lentamente la porta, ma prima di entrare regalò velocemente un sorriso all’amica.
<< Perché mi restano sei mesi di vita, ma non darti pena sai per me >>




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Effe_95

Buon pomeriggio a tutti.
Lo so di essere in assoluto ritardo, ma purtroppo non posso far altro che dirvi che quest'anno le cose andranno un po' così, io comuque cercherò di aggiornare sempre il prima possibile.
Passando al capitolo, spero che vi piaccia e che non vi abbia scioccato troppo la rivelazione di Jurij, io naturalemente lo spavo fin dall'inizio, ancora prima che Jurij acquistasse un aspetto.
Ditemi cose ne pensate, se mi odiate e tutto il resto.
Altra cosa importante è il titolo di questo capitolo, è tratto da una canzone di Claudio Baglioni che si chiama " Solo", come anche la frase che pronuncia Jurij a fine capitolo
Nel prossimo troveremo anche Claudia.
Grazie mille alla prossima.
  
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