Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: 7Morgana7    04/01/2014    2 recensioni
Una clinica in cui i sogni divengono realtà può non essere meravigliosa quanto sembra.
Studiare dall'interno il subconscio di una persona può sembrare un metodo poco ortodosso, ma è certamente efficace.
Ci sono solo alcune regole che bisogna imparare a memoria. Mai abbassare la guardia nel sogno di un bambino, mai registrare un sogno all'insaputa del paziente, MAI rivisitare il proprio sogno o si rischia di preferirlo alla realtà.
Paul è uno studente Londinese con un particolare rapporto con il suo professore e questa non è una storia d'amore, ne un trattato scientifico. Soltanto un sogno.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2.


Simon alzò la mano.
-Secondo me non è così, signora, sa: ho letto un libro che…-
Formula fissa, non passava giornata senza che all’interno dell’edificio scolastico si sentisse pronunciare un discorso che iniziasse così.
Fosse per smentire o rinforzare l’opinione di qualcun altro (di solito smentire), Simon tirava fuori questo fantomatico libro che, guarda caso, trattava proprio quell’argomento.
-Lo finirai quel fottuto libro PW?-
Gli chiese Paul alla fine dell’ora, soffiando fuori il fumo dalle narici e sedendosi sul muretto del cortile della scuola.
L’altro lo guardò, con il solito sorriso ammiccante e stralunato, in silenzio, lasciando intendere a modo suo la totalità della sua risposta che,ovviamente, Paul afferrò. Era abituato.
-Se hai una dannata opinione tua, non c’è bisogno che qualche libro scritto da vecchi studiosi te lo confermi. Perché la tua idea dovrebbe valere tanto meno di certi schifosi con gli occhiali spessi e i capelli unti che dopo essersi ammazzati di seghe durante tutta la loro adolescenza hanno magicamente acquisito una buona capacità di espressione?-
-Ce lo vedi Hemingway? O Edgar Allan Poe?- Rise Simon, interrompendolo. A volte sembrava che quel ragazzo non stesse mai ad ascoltare, che fosse stupido o svogliato e sentisse solo qualche parola di un intero discorso. Paul era suo amico da anni, sapeva che non era così, per questo lo assecondava nel suo comico sviare discorsi seri: non serviva insistere, quando ne avrebbe avuto voglia, Simon avrebbe riesumato il discorso.
-A che cazzo pensava Poe masturbandosi, secondo te?- Si accese una sigaretta mentre Paul rideva, ipotizzando mentalmente quali sarebbero potute essere le fantasie sessuali di un uomo tanto spaventoso.
-Paul?- era serio, adesso, ma sorrideva.
-Sì?-
-So benissimo di non aver bisogno della voce di grandi nomi per far sentire la mia. Lo so perfettamente, io sono uno di loro, Paul, sono il migliore di tutti loro-
L’amico sorride per l’arroganza appena dimostrata con così brevi, concise, sentenze.
-E allora perché…?- Iniziò, ma per Simon quella era una domanda così scontata che non era neppure necessario concludere di pronunciarla.
-Perché io lo so, Paul, ma temo di non poter dire lo stesso per quanto riguarda i professori o comunque chi mi ascolta. Sia chiaro, non mi sto lamentando: chiunque renderebbe a dar più retta all’ipotesi di uno Shakespeare o uno Wilde piuttosto che quella di un ragazzino ‘comesichiama’ che non fa che interrompere.-
E aveva di nuovo ragione, ma il discorso si concluse così perche gli altri ragazzi si stavano avvicinando e per quanto fossero tutti amici… Non erano amici con cui si parla di questo.
-Paul! PW!- Ridacchiò un ragazzo dalle spalle larghe concludendo un bacio infantile dato ad una ragazza antiesteticamente più alta di lui. Raggiunse i due, accanto al muretto.
-Dan. Qual buon vento.- sibilò Simon. Perché così scontroso? Oh Emily, comprese Paul come in un flash. Emily dagli occhi verdi, Emily dalla quale il suo amico aveva distolto malinconicamente il suo sguardo di poeta così tante volte… La stessa Emily che, separatasi dalle labbra di Daniel gli aveva sorriso recandosi verso il gruppo di ragazze, al lato opposto del cortile; e lui l’aveva lasciata allontanarsi con uno sguardo intenerito, come quando si toglie il guinzaglio al proprio cucciolo una volta raggiunto il parco. Paul rabbrividì di disgusto e vide negli occhi di Simon lo stesso susseguirsi di pensieri.
Il brivido fu interrotto da una pacca sulla schiena da parte dell’ultimo arrivato.
-E tu quando te la trovi una ragazza, Paulie? Sembri piuttosto solo ultimamente, guarda che occhiaie!- rise.
-Ah, non lo so! Non saprei su chi concentrarmi, ecco!-
-Mi dirai, povero te, la miglior scelta ormai è esaurita- Daniel accarezzò con lo sguardo la figura lontana di Emily che ormai si era rivelata essere per certo la sua nuova ragazza. Non un gran che, pensò Paul guardandola. Quegli occhi verdi di cui tanto si parlava erano piccoli e piuttosto distanti a guardarli bene e aveva un collo così lungo e sottile che sembrava doversi spezzare da un momento all’altro sotto il peso dei quella testa castana. Simon ancora taceva, era la prima ragazza per cui il suo amico sembrava così perso eppure… Davvero non era un gran che! Certo, si diceva che fosse molto intelligente, ma il fatto che ora avesse deciso di fare coppia fissa con il buon vecchio Dan smentiva anche quest’ultima ipotesi.
Disse solo -Eh già!- Sforzandosi, gentilmente di assecondare l’ego dell’amico neofidanzato.
-Ma qualcuno ancora si trova per te! Che ne pensi di Megan, ad esempio?- E la indicò. Sembrava stessero sfogliando un dannato catalogo e si notava: Paul colse il secondo brivido d’orrore di Simon.
-… Non saprei, Dan… è carina e tutto quello che vuoi, ma non la conosco… E poi è una nuotatrice! Con tutto il rispetto per il suo carattere e il sue essere sportiva, non mi sentirei a mio agio a passeggiare per mano a una ragazza con le spalle più larghe delle mie- Risero entrambi, scioccamente, ma andava bene così.
-Oh, andiamo, non fare il difficile, ci sarà pure qualcuna che può andarti bene!-
-Non pensi vagamente che il nostro Paul, qui, debba innamorarsi prima di trovarsi qualcuna?-
Ed ecco che arrivava Simon, dal suo regno di inchiostro, sul suo cavallo bianco, a salvare Paul come una dama in pericolo da una situazione da cui il ragazzo non aveva nessuna necessità di essere salvato. E questo perché quella era una conversazione normale fra ragazzi normali della loro età e così doveva essere.
Ingoiava troppi rospi, Paul si rendeva conto di quanto quella fottuta normalità stesse logorando il suo spirito dall’interno. Non era giusto, non era giusto che tutto fosse così facile, semplice e concreto. Non lo sopportava. Cercò di non pensarci, si concentrò e provò di nuovo a essere quel ragazzo normale e Giusto che doveva essere.
Alla fine la sua scelta ricadde su Grace. Bionda, minuta, di un anno più piccola di lui, ma con la fama di una ragazza che non si fa troppi problemi intorno all’età sua e dei ragazzi che le ronzano intorno. Parlò con lei qualche volta, senza conoscerla davvero e la baciò un sabato sera, al cinema e da quel momento sapeva, con l’amaro in fondo alla gola, che tutto sarebbe andato liscio fra loro due.
Avrebbe voluto piangere e urlare e arrabbiarsi e rompere qualche naso per lei, ma non ce n’era ragione, non ce n’era bisogno, era stato così semplice ottenerla, di colpo non sembrava più neppure bella, non era altro che una ragazza Giusta, adatta ad un ragazzo Giusto che le avrebbe prestato la minima attenzione.
Paul si rese conto di non essere quel ragazzo Giusto e di non sentire il bisogno di una ragazza, per quanto qualcosa di caldo e morbido da tenere stretto al cinema non guastasse, ma di avere qualcosa per cui impegnarsi.
Per sua sfortuna nulla richiedeva uno sforzo del genere perché tutto arrivava già montato, il cucchiaino che entra nella bocca di un bimbo, guidato da una madre che, per renderlo più appetibile, lo muta in aeroplano. Ma Paul lo sapeva, Paul lo vedeva che quello non era altro che il solito futtuto cucchiaio per cui non c’era nessuna ragione di aprire la bocca se non la pura e semplice e nauseante sopravvivenza.
Fu così, però, che la settimana dopo fu il turno di Paul di vantarsi per la nuova conquista e lui lo fece, di malavoglia, ma lo fece: era tradizione.
Quel giorno Simon era assente, probabilmente era stato sveglio tutta la notte prima a scrivere una delle sue novelle e questa fu una fortuna per Paul. Si sarebbe vergognato davvero troppo a mostrarsi così irrealmente Giusto agli occhi del suo amico PW, la persona più meravigliosamente sabgliata che avesse avuto la fortuna di incontrare lungo il suo cammino.
Una vecchia auto blu si mosse sul vialetto e Paul sorrise. La sua via di uscita, la strada per la fuga che gli si apriva sotto gli occhi.
-Ti fai di nuovo accompagnare a casa da quel frocio del prof di biologia?-
-Sì- disse solo, soprappensiero, e si allontanò dal gruppo, senza neppure salutare, muovendosi di un passo allegro verso la macchina.  

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: 7Morgana7