Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    04/01/2014    11 recensioni
Tutto sembra procedere per il meglio ad Arendelle: Elsa ed Anna cercano di recuperare il tempo perso, ed intanto la principessa cerca di chiarire il suo rapporto con il suo-più-che-amico, Kristoff. Ma, durante il suo primo viaggio fuori dal regno, Anna è vittima di un incidente. Questo potrebbe mettere in pericolo il fragile equilibrio creatosi dopo il Grande Inverno? R&R!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Di incubi e richieste importanti

 

Quella mattina Anna si svegliò di pessimo umore a causa di un incubo che nel bel mezzo della notte l’aveva fatta svegliare urlando. A questo suo stato di nervosismo iniziale, si aggiungeva anche il fatto che di lì a qualche ora, avrebbe dovuto affrontare una chiacchierata di notevoli dimensioni con Kristoff. Tutta l’ansia accumulata a causa di queste due cose, la faceva essere tesa come una corda di violino. Infatti sobbalzò quando sentì un forte rumore provenire dalla porta della sua stanza e un piccolo gridolino di paura le sfuggì dalle labbra quando una sagoma, sgusciò dentro, nell’ombra della camera. Anna si rintanò sotto le coperte, terrorizzata.

Con un violento gesto deciso, la figura misteriosa, tirò le pesanti tende che impedivano alla luce del Sole di filtrare nella stanza, rivelando la figura paffuta di una delle cameriere al servizio della famiglia reale.

Anna che continuava a tremare come una foglia nel suo nascondiglio di lenzuola e cuscini, cominciò ad urlare.

-“Oh mio Dio! Vostra Altezza …cosa succede?”- la donna fece un balzo indietro appena le urla della principessa si diffusero nella stanza.

Anna smise di urlare, sentendo la voce della donna: tirò pian piano la testa fuori dalle coperte e scorgendo Grace, la sua assistente personale, fece un respiro profondo, dandosi mentalmente della stupida.

-“Grace. Oh mio Dio, che spavento che ho preso!”- si portò una mano all’altezza del cuore, che sembrava volesse scapparle dal petto tanto batteva forte.

-“Vostra Altezza, chi pensavate che fossi?”- la donna non poté fare a meno di ridere, sommessamente ovviamente, quando vide le condizioni in cui versavano i capelli e la faccia della principessa: un pagliericcio rossiccio era la sua acconciatura, come se nella notte una rondine avesse deciso di fare il suo nido proprio sulla testa di Anna; mentre la sua faccia era a metà tra lo stravolto, il sonno e lo spavento…un mix esilarante secondo Grace.

-“Assolutamente nessuno, cioè io…ehm ecco vedi, stanotte ho fatto un sogno orribile e ora sono molto agitata.”- scese dal letto, sbadigliando e stiracchiandosi in posizioni assurde.

La donna intanto le stava preparando i vestiti della giornata: “Vuole raccontarmelo? Così forse riuscirà ad esorcizzare la paura che ha provato e forse il suo stato d’agitazione diminuirà.”

-“Oh no, Grace. Non credo sia il caso, era solo uno stupidissimo incubo. Sai che di solito ti racconto tutto, ma non volermene.”- Anna le rivolse un sorriso rassicurante.

-“D’accordo come vuole. Su forza l’aiuto a prepararsi per la giornata.”- Grace la condusse alla specchiera –“Vosta Altezza dov’è la spazzola?”

Anna indicò un punto all’altro lato della stanza senza dire niente, in evidente imbarazzo. Chissà cosa avrebbe pensato Grace del disastro che aveva combinato la sera precedente.

La donna raccolse la spazzola senza dire nulla e cominciò a spettinare l’enorme massa di capelli ingarbugliati della principessa.

-“Grazie Grace…”- Anna fissò il riflesso della donna nello specchio e le sorrise riconoscente: da anni la donna era al castello e non aveva mai fatto caso alle stravaganze della principessa o della regina: Anna gliene era molto grata.

Grace la fissò per un momento e poi ricambiò il sorriso: “Di nulla.”

 

A qualche stanza di distanza, al piano inferiore, Elsa era indaffarata a leggere e firmare infinite scartoffie, per assicurare ad Arendelle un flusso di scambi commerciali con gli altri regni.

Il suo lavoro venne improvvisamente interrotto da colpi secchi alla porta del suo studio.

-“Avanti!”- posò i fogli sulla scrivania ed attese.

Con sua grande sorpresa, dalla porta entrò la causa della tristezza di sua sorella. Kristoff si tolse il berretto che aveva in testa e fece un lieve inchino goffo.

-“Kristoff cosa ci fai qui?”- Elsa gli fece segno di accomodarsi su una delle due poltrone che stavano davanti alla sua scrivania.

-“Io…ehm io, mia regina, sono venuto a chiederle una cosa.”- il ragazzo, rimasto in piedi, si ostinava a fissare intensamente la punta dei suoi stivali, intimorito dalla regina.

Elsa lo guardò attentamente e alzò un sopracciglio chiaro, poi sospirò rassegnata: “Dimmi pure.”- fu laconica, glaciale, voleva che Kristoff la temesse, affinché non facesse soffrire Anna.

Il ragazzo la fissò di sottecchi, tremando alla vista dello sguardo freddo che gli stava riservando la regina: per tutta la vita, non aveva mai temuto il gelo, ma ora, al cospetto della “regina del ghiaccio”, come la chiamavano gli altri venditori di ghiaccio di Arendelle, non poteva fare a meno di tremare quasi.

Prese un respiro profondo prima di parlare e poi prendendo il coraggio a due mani disse tutto d’un fiato: “SonovenutoperchiederleilpermessodicorteggiareAnna.”- ce l’aveva fatta, glielo aveva detto, ci era riuscito.

-“Tu Anna, cosa?”- Elsa non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto Kristoff.

Kristoff la guardò disperato. Chissà come aveva avuto il coraggio di dirlo una volta, figurarsi ripeterlo di nuovo.

-“Io, beh sono venuto per chiederle il permesso di…corteggiare Anna. Cioè volevo dire la principessa Anna.”- tornò a fissarsi le scarpe, nell’attesa che la regina si esprimesse, mentre arrossiva fin sulle orecchie.

Elsa rimase un secondo senza parole, poi scoppiò a ridere. Kristoff si voltò a guardarla: la sua risata ricordava molto il tintinnio dei cristalli di ghiaccio, che pendevano dagli alberi, quando il vento li sfiorava.

-“Mi stai chiedendo di corteggiare Anna? Ma io credevo tu lo stessi già facendo da tempo!”- Elsa si aspettava sicuramente una spiegazione.

-“Si, ma volevo avere il suo permesso. Dopo i recenti avvenimenti, e con recenti avvenimenti mi riferisco al tradimento del principe Hans, volevo che si fidasse di me, perché io…beh  io ho intensioni serie. Intendo con Anna. So di essere un semplice venditore di ghiaccio e che Anna potrebbe avere qualsiasi principe da qui ai confini del mondo se solo volesse ma…”- ora la fissava dritta negli occhi, non temeva più il suo sguardo, che al suono di quelle parole si era addolcito.

Elsa lo interruppe con un gesto della mano: “Kristoff, a differenza di quanto credano molti, e soprattutto Anna, sono molto elastica su certi argomenti. Non mi importa se sei un montanaro, per me potresti essere anche un pupazzo di neve. L’importante per me è che Anna sia felice.”- lo fissava seria, assolutamente convinta di quello che aveva detto.

-“Le tue parole mi rincuorano. Proprio ieri sera Anna mi ha riferito che i vostri rapporti si erano un po’ “raffreddati”, per usare un eufemismo, e mi è sembrato di capire che fosse molto triste per questo. Ma questa tua visita mi riempie di gioia. Sono felice che tu abbia preso così in considerazione il mio parere e per quanto mi riguarda sei libero di stare con Anna, se lei vorrà ancora, ovviamente.”- Elsa gli sorrise davvero felice.

Kristoff non poteva credere alle sue orecchie: la regina aveva accettato senza battere ciglio e gli aveva dato la sua benedizione.

-“Grazie mille.”- le rivolse un sorriso enorme e poi fece per andarsene.

-“Ah Kristoff. Sappi che se Anna dovesse soffrire in qualsiasi modo, ti riterrò direttamente responsabile. In tal caso dovrai tenerti pronto alla mia ira.”- lo fissò intensamente per un secondo e poi si placò: “Buona giornata.”

-“Certo.”- il ragazzo fece dietro front ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Una volta fuori tirò un profondo sospiro di sollievo e poi si incamminò alla ricerca di Anna. Doveva parlarle, scusarsi per il suo comportamento e dirle ciò che aveva detto alla sorella.

Immaginava già la sua faccia: si sarebbe sciolta di sicuro, forse avrebbe persino pianto.

Ma la faccia di Anna, quando le andò a sbattere contro sovrappensiero, non era proprio come se la sarebbe immaginata.

-“Oh eccoti, stavo proprio venendo a cercarti.”- lo trascinò via per una mano, portandolo lontano dai corridoi del castello, lontano da orecchie indiscrete.

Lo portò nella sala dei quadri, dove richiuse la porta alle loro spalle e poi voltandosi verso di lui con un’espressione truce, lo fulminò con lo sguardo: “Noi due dobbiamo parlare!”

 

 

AngoloAutrice: bene bene, ecco il terzo capitolo. Wow due in un solo giorno, non posso credere di avercela fatta. Spero vi piaccia. Ah dimenticavo: non per fare pressioni di alcun genere, ma mi farebbe davvero un immenso piacere se le persone che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite, lasciassero un loro commentino. Grazie per l’attenzione e grazie per essere arrivate a leggere fin qui. J

Ps: secondo voi i personaggi sono OOC?

Si ci legge al prossimo capitolo!

   
 
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