Capitolo
3:
Di incubi e richieste importanti
Quella
mattina Anna si svegliò di pessimo umore a causa di un
incubo che nel bel mezzo
della notte l’aveva fatta svegliare urlando. A questo suo
stato di nervosismo
iniziale, si aggiungeva anche il fatto che di lì a qualche
ora, avrebbe dovuto
affrontare una chiacchierata di notevoli dimensioni con Kristoff. Tutta
l’ansia
accumulata a causa di queste due cose, la faceva essere tesa come una
corda di
violino. Infatti sobbalzò quando sentì un forte
rumore provenire dalla porta
della sua stanza e un piccolo gridolino di paura le sfuggì
dalle labbra quando
una sagoma, sgusciò dentro, nell’ombra della
camera. Anna si rintanò sotto le
coperte, terrorizzata.
Con un
violento gesto deciso, la figura misteriosa, tirò le pesanti
tende che
impedivano alla luce del Sole di filtrare nella stanza, rivelando la
figura
paffuta di una delle cameriere al servizio della famiglia reale.
Anna che
continuava a tremare come una foglia nel suo nascondiglio di lenzuola e
cuscini, cominciò ad urlare.
-“Oh mio
Dio! Vostra Altezza …cosa succede?”- la donna fece
un balzo indietro appena le
urla della principessa si diffusero nella stanza.
Anna smise
di urlare, sentendo la voce della donna: tirò pian piano la
testa fuori dalle
coperte e scorgendo Grace, la sua assistente personale, fece un respiro
profondo, dandosi mentalmente della stupida.
-“Grace. Oh
mio Dio, che spavento che ho preso!”- si portò una
mano all’altezza del cuore,
che sembrava volesse scapparle dal petto tanto batteva forte.
-“Vostra
Altezza, chi pensavate che fossi?”- la donna non
poté fare a meno di ridere,
sommessamente ovviamente, quando vide le condizioni in cui versavano i
capelli
e la faccia della principessa: un pagliericcio rossiccio era la sua
acconciatura, come se nella notte una rondine avesse deciso di fare il
suo nido
proprio sulla testa di Anna; mentre la sua faccia era a metà
tra lo stravolto,
il sonno e lo spavento…un mix esilarante secondo Grace.
-“Assolutamente
nessuno, cioè io…ehm ecco vedi, stanotte ho fatto
un sogno orribile e ora sono
molto agitata.”- scese dal letto, sbadigliando e
stiracchiandosi in posizioni
assurde.
La donna
intanto le stava preparando i vestiti della giornata: “Vuole
raccontarmelo?
Così forse riuscirà ad esorcizzare la paura che
ha provato e forse il suo stato
d’agitazione diminuirà.”
-“Oh no,
Grace. Non credo sia il caso, era solo uno stupidissimo incubo. Sai che
di
solito ti racconto tutto, ma non volermene.”- Anna le rivolse
un sorriso
rassicurante.
-“D’accordo
come vuole. Su forza l’aiuto a prepararsi per la
giornata.”- Grace la condusse
alla specchiera –“Vosta Altezza
dov’è la spazzola?”
Anna indicò
un punto all’altro lato della stanza senza dire niente, in
evidente imbarazzo.
Chissà cosa avrebbe pensato Grace del disastro che aveva
combinato la sera
precedente.
La donna
raccolse la spazzola senza dire nulla e cominciò a
spettinare l’enorme massa di
capelli ingarbugliati della principessa.
-“Grazie
Grace…”- Anna fissò il riflesso della
donna nello specchio e le sorrise
riconoscente: da anni la donna era al castello e non aveva mai fatto
caso alle
stravaganze della principessa o della regina: Anna gliene era molto
grata.
Grace la
fissò per un momento e poi ricambiò il sorriso:
“Di nulla.”
A qualche
stanza di distanza, al piano inferiore, Elsa era indaffarata a leggere
e
firmare infinite scartoffie, per assicurare ad Arendelle un flusso di
scambi
commerciali con gli altri regni.
Il suo
lavoro venne improvvisamente interrotto da colpi secchi alla porta del
suo
studio.
-“Avanti!”-
posò i fogli sulla scrivania ed attese.
Con sua
grande sorpresa, dalla porta entrò la causa della tristezza
di sua sorella.
Kristoff si tolse il berretto che aveva in testa e fece un lieve
inchino goffo.
-“Kristoff
cosa ci fai qui?”- Elsa gli fece segno di accomodarsi su una
delle due poltrone
che stavano davanti alla sua scrivania.
-“Io…ehm
io,
mia regina, sono venuto a chiederle una cosa.”- il ragazzo,
rimasto in piedi,
si ostinava a fissare intensamente la punta dei suoi stivali,
intimorito dalla
regina.
Elsa lo
guardò attentamente e alzò un sopracciglio
chiaro, poi sospirò rassegnata:
“Dimmi pure.”- fu laconica, glaciale, voleva che
Kristoff la temesse, affinché
non facesse soffrire Anna.
Il ragazzo
la fissò di sottecchi, tremando alla vista dello sguardo
freddo che gli stava
riservando la regina: per tutta la vita, non aveva mai temuto il gelo,
ma ora,
al cospetto della “regina del ghiaccio”, come la
chiamavano gli altri venditori
di ghiaccio di Arendelle, non poteva fare a meno di tremare quasi.
Prese un
respiro profondo prima di parlare e poi prendendo il coraggio a due
mani disse
tutto d’un fiato:
“SonovenutoperchiederleilpermessodicorteggiareAnna.”-
ce
l’aveva fatta, glielo aveva detto, ci era riuscito.
-“Tu Anna,
cosa?”- Elsa non aveva capito una sola parola di quello che
aveva detto
Kristoff.
Kristoff la
guardò disperato. Chissà come aveva avuto il
coraggio di dirlo una volta,
figurarsi ripeterlo di nuovo.
-“Io, beh
sono venuto per chiederle il permesso di…corteggiare Anna.
Cioè volevo dire la
principessa Anna.”- tornò a fissarsi le scarpe,
nell’attesa che la regina si
esprimesse, mentre arrossiva fin sulle orecchie.
Elsa rimase
un secondo senza parole, poi scoppiò a ridere. Kristoff si
voltò a guardarla:
la sua risata ricordava molto il tintinnio dei cristalli di ghiaccio,
che
pendevano dagli alberi, quando il vento li sfiorava.
-“Mi stai
chiedendo di corteggiare Anna? Ma io credevo tu lo stessi
già facendo da
tempo!”- Elsa si aspettava sicuramente una spiegazione.
-“Si, ma
volevo avere il suo permesso. Dopo i recenti avvenimenti, e con recenti
avvenimenti mi riferisco al tradimento del principe Hans, volevo che si
fidasse
di me, perché io…beh
io ho intensioni
serie. Intendo con Anna. So di essere un semplice venditore di ghiaccio
e che
Anna potrebbe avere qualsiasi principe da qui ai confini del mondo se
solo
volesse ma…”- ora la fissava dritta negli occhi,
non temeva più il suo sguardo,
che al suono di quelle parole si era addolcito.
Elsa lo
interruppe con un gesto della mano: “Kristoff, a differenza
di quanto credano
molti, e soprattutto Anna, sono molto elastica su certi argomenti. Non
mi
importa se sei un montanaro, per me potresti essere anche un pupazzo di
neve.
L’importante per me è che Anna sia
felice.”- lo fissava seria, assolutamente
convinta di quello che aveva detto.
-“Le tue
parole mi rincuorano. Proprio ieri sera Anna mi ha riferito che i
vostri
rapporti si erano un po’ “raffreddati”,
per usare un eufemismo, e mi è sembrato
di capire che fosse molto triste per questo. Ma questa tua visita mi
riempie di
gioia. Sono felice che tu abbia preso così in considerazione
il mio parere e
per quanto mi riguarda sei libero di stare con Anna, se lei
vorrà ancora,
ovviamente.”- Elsa gli sorrise davvero felice.
Kristoff non
poteva credere alle sue orecchie: la regina aveva accettato senza
battere
ciglio e gli aveva dato la sua benedizione.
-“Grazie
mille.”- le rivolse un sorriso enorme e poi fece per
andarsene.
-“Ah
Kristoff. Sappi che se Anna dovesse soffrire in qualsiasi modo, ti
riterrò
direttamente responsabile. In tal caso dovrai tenerti pronto alla mia
ira.”- lo
fissò intensamente per un secondo e poi si placò:
“Buona giornata.”
-“Certo.”-
il ragazzo fece dietro front ed uscì chiudendosi la porta
alle spalle.
Una volta
fuori tirò un profondo sospiro di sollievo e poi si
incamminò alla ricerca di
Anna. Doveva parlarle, scusarsi per il suo comportamento e dirle
ciò che aveva
detto alla sorella.
Immaginava
già la sua faccia: si sarebbe sciolta di sicuro, forse
avrebbe persino pianto.
Ma la faccia
di Anna, quando le andò a sbattere contro sovrappensiero,
non era proprio come
se la sarebbe immaginata.
-“Oh eccoti,
stavo proprio venendo a cercarti.”- lo trascinò
via per una mano, portandolo
lontano dai corridoi del castello, lontano da orecchie indiscrete.
Lo portò
nella sala dei quadri, dove richiuse la porta alle loro spalle e poi
voltandosi
verso di lui con un’espressione truce, lo fulminò
con lo sguardo: “Noi due
dobbiamo parlare!”
AngoloAutrice:
bene bene, ecco il terzo capitolo. Wow due in un solo giorno, non posso
credere
di avercela fatta. Spero vi piaccia. Ah dimenticavo: non per fare
pressioni di
alcun genere, ma mi farebbe davvero un immenso piacere se le persone
che hanno
inserito la storia tra le seguite/preferite, lasciassero un loro
commentino.
Grazie per l’attenzione e grazie per essere arrivate a
leggere fin qui. J
Ps:
secondo
voi i personaggi sono OOC?
Si ci
legge
al prossimo capitolo!