Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: fra_eater    05/01/2014    2 recensioni
(...) “Ma si tratta pur sempre di un marine! Siamo certi di poterci fidare?”
“Dobbiamo tentare per salvare Rufy e Zoro!”
“Rufy è stato catturato per proteggere me”
“Non angosciarti Nami- swan, ci riprenderemo sia lui che il marimo”
“Il problema maggiore rimane convincere quella donna”
cosa succederebbe se Zoro e Rufy, idue combattenti più forti, fossero arrestati dalla Marina? ovviamente i loro compagni si lancerebbero al loro salvataggio, dovendo chiedere, però l'aiuto di due persone "particolari"
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa Hancock, Mugiwara, Tashiji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Finalmente un’isola” Rufy aspirava a pieni polmoni l’aria carica di salsedine. Erano giorni che erano per mare e le provviste erano state razionate, ora, finalmente, poteva mangiare a sazietà  “Presto!Presto! Caliamo l’ancora!” urlò il capitano in preda alla trepidazione.
“Aspetta, dobbiamo trovare un posto sicuro” lo ammonì la navigatrice mentre aiutava gli altri membri della ciurma ad ordinare il ponte; erano usciti da poco da una forte tormenta che aveva messo a dura provo la loro adorata Sunny.
“Nami!” Usopp, di vedetta, richiamò l’attenzione della navigatrice “C’è un’insenatura da quella parte!”
Franky non attese neanche il comando della ragazza e subito si diresse nel punto indicato dal cecchino.
Quando calarono l’ancora erano pronti per scendere dalla nave, il posto era abbastanza sicuro  e non c’era traccia d’uomo a distanza di miglia, avrebbero potuto  tranquillamente lasciare la Sunny incustodita.
“Andiamo! Andiamo!” gridava estasiato il capitano “Ho fame!” . La solita tiritera, ma prima che Rufy potesse scendere dalla nave, Usopp lo bloccò “Dobbiamo prima fare una cosa”
“Che cosa?”
“Decidere cosa dobbiamo prendere!”
“Io mi occupo delle provviste” disse Sanji “Le signorine mi accompagnano?” si era messo tra Nami e Robin circondando le loro spalle con le braccia.
“No, no” disse Usopp portando davanti a se degli stuzzicadenti stretti nel pugno “Deciderà la sorta!”
“Che vuoi dire?” chiese Robin liberandosi non curante dall’abbraccio del cuoco che cadde a terra con le labbra protese a scoccare un bacio.
“Be” cominciò Usopp, ma non finì la frase, prese per mano Rufy e Sanji e li mise da un lato, poi svegliò Zoro, che stava beatamente ronfando contro l’albero maestro, e lo fece alzare  mettendolo accanto a Rufy; tutti lo guardarono incuriositi.
“Zoro e Rufy non possono assolutamente stare insieme!” disse “Il loro senso dell’orientamento  è inversamente proporzionale alla loro capacità di provocare danni” Tutti gli altri annuirono, ignorando le proteste dei due soggetti .
“Poi”continuò il ragazzo, gonfiando il petto di orgoglio per essere stato assecondato “Sanji e Zoro litigano sempre, ciò provoca molti danni, mentre Rufy mangerebbe tutte le provviste appena comprate e Sanji lo ucciderebbe”.
“Sono d’accordo per quanto riguarda Rufy” disse Sanji accendendosi la sigaretta “Ma per quanto riguarda testa d’alga … non voglio essere considerato al suo livello. È lui l’attaccabrighe”
“Ha parlato il principe dei gentiluomini che va sempre in bianco”
“Che cosa hai detto?” tuonò il cuoco,ma furono  entrambi messi ko dalla navigatrice prima che potessero continuare a litigare “Vai avanti!” disse sorridente la ragazza.
“Allora” continuò il cecchino, ignorando quel che era appena successo “Ho colorato la punta di questi bastoncini: rosso per Rufy, verde per Zoro, blu per Sanji; chi lo prende andrà con il colore rispettivo”
“Non è male come idea” convenne l’archeologa.
“Io non sono d’accordo” disse Sanji dopo essersi ripreso “Sono perfettamente in grado di occuparmi di entrambi. Non c’è bisogno di fare un gruppo solo per me. A meno che non ci siano le mie adorate Nami – swan e Robin- chan”
“Ok” disse Usopp, aggiungendo un altro bastoncino con la punta blu al mucchietto “Prima le signore”
Il destino, come detto da Usopp, volle che Nami e Chopper accompagnassero Rufy alla ricerca di informazioni, Robin,Franky e Brook dovevano procurarsi il materiale per riparare la nave e Sanji, Zoro e Usopp dovevano occuparsi delle provviste: non si sa chi dei tre fosse più infelice.
Tutta la ciurma di cappello di paglia, seppur divisa, tra le strade del paese  venne a conoscenza che l’imperatrice pirata e la marina avevano attraccato alle coste della loro isoletta e tutti si chiedevano se fosse un bene o un male.
“Andiamo a trovare Hancock!” urlava Rufy, allegro. Era da tanto che non vedeva la sua amica, ma la navigatrice, che indossava come Chopper un mantello, non era d’accordo “ Ci sono anche i marine, se hai ascoltato. E indossa un mantello anche tu!” lo rimproverò “Sei troppo riconoscibile!”
“Non mi va!” rispose lui. Era un testone.
“Ehi, voi!” tutti e tre si voltarono al grido, maledicendosi subito per averlo fatto: era un soldato della marina che aveva riconosciuto Cappello di Paglia.
“La marina!”Gridò Chopper spaventato,si trasformò e corse avanti, seguito da Nami e Rufy.
“Vedi che succede quando non mi ascolti? Ti hanno riconosciuto!”lo sgridò la navigatrice mentre scappavano a perdifiato dalla dozzina di marinai che si era velocemente radunata e che gridava il nome di Rufy con l’ammonito di fermarsi.
Ben presto i soldati cominciarono a sparare contro i ragazzi. La folla si era dileguata lasciando spazio a quei buffi ragazzi che scappavano dalla marina, qualcuno riconobbe Rufy ma nessuno dei civili provò a fermare la loro corsa.
Rufy si  fermò di colpo e si gonfiò “Pallone Gom Gom!” ; era la sua tecnica per spedire indietro i proiettili, gli avrebbe dato un notevole vantaggio sui loro inseguitori.
“Ce l’abbiamo fatta!” gridò la navigatrice entusiasta vedendo i proiettili rispediti al mittente con un gran frastuono ed esplosioni, ma il suo sorriso si raggelò appena vide il suo capitano accasciarsi a terra con un visibile e sanguinante foro di proiettile sul braccio. Chopper si allontanò “Puzza di amalgatonite!” disse allarmato.
Nami si guardò intorno, i soldati si stavano avvicinando “Riesci a camminare?” chiese al suo capitano mentre lo sollevava da terra “S-si” balbettò lui, visibilmente sotto sforzo. “Chopper, vai a cercare gli altri” ordinò, e mentre la renna si allontanava di corsa, Nami mise in piedi il suo capitano e cercò di correre verso il vicolo più vicino prima che i soldati gli potessero raggiungere.
 
“Maledetto cuoco!”  Zoro digrignava i denti.
 Il cuoco l’aveva insultato, dicendogli che neanche con un eternal pose sarebbe stato in grado di raggiungere la nave da solo. Zoro l’aveva presa come una sfida e si era allontanato dal gruppo, scrollandosi di dosso il cecchino che si era buttato ai suoi piedi pregandolo di non farlo. Ora però aveva un problema. Si era perso.
La sua attenzione fu richiamata da un gruppo di marine che correva in lontananza, si nascose il viso con la stoffa del mantello che Brook aveva insistito che tutti indossassero e fece scattare una delle sue katana, ma fu una precauzione inutile: i soldati gli passarono accanto ignorandolo, però riuscì chiaramente a distinguere le parole “avvistato” e “cappello di paglia” dai loro discorsi urlati contro il vento e il frastuono dei loro stivali sulla strada.
“Che idiota!” commentò lo spadaccino capendo che il suo capitano si era nuovamente ficcato nei guai e fu in quel momento che sentì il rumore degli zoccoli di Chopper in lontananza.
 
Avevano girato un altro angolo trovandosi in un vicolo cieco.
 Le grida dei marine si facevano sempre più vicine e i rantoli di dolore di Rufy sempre più frequenti.
Nami doveva pensare in fretta. Aveva lasciato il clima tack sulla Sunny, certa che non ne avrebbe avuto bisogno dato che si trovava con Rufy e si stava maledicendo per questo, sarebbe stato utile per aprire loro la strada.
“Stanno arrivando” commentò Rufy  mettendosi dritto a fatica, aveva intenzione di combattere.  Nami doveva impedirglielo.
Una sola idea venne in mente alla ragazza, appellandosi alla speranza che lo spirito di osservazione di quei marines fosse inesistente.
Tolse il cappello a Rufy,  tolse il proprio mantello per metterlo sulle spalle del ragazzo in modo da nascondere sia il cappello che il suo abbigliamento, gli gettò le braccia al collo dicendo “Nascondi il tatuaggio” e lo baciò disperatamente.
Rufy, seppur sorpreso, obbedì alla ragazza, stingendola per nascondere il tatuaggio e ricambiando il bacio.
Nami sperava che i marines gli scambiassero per dei fidanzati alla ricerca di privacy e troppo impegnati a baciarsi per accorgersi della presenza di due pericolosi criminali.
Nessuno aveva visto che era lei la compagna di Rufy; grazie al mantello poteva essere scambiata per chiunque, anche per Sanji o Zoro. Sperava che nessuno si fosse accorte che era lei.
E così fu. Sentì i passi dei marine mentre le labbra di Rufy si contorcevano in smorfie di dolore contro le sue  e sentì chiaramente che dicevano “C’è solo una coppietta di là. Loro devono aver preso un’altra strada”.
Quando non sentì più alcun passo in lontananza si staccò dal suo capitano. Lo aiutò ad appoggiarsi a terra e andò a controllare la strada principale. Nessuno in vista.
Nami tornò da Rufy “Possiamo andare” disse sorridendo per tranquillizzare più se stessa che lui.
Rufy la fissò con i suoi penetranti occhi scuri “Molto ingegnoso” disse solamente, sorridendo alla ragazza che avvampò di colpo. Sì, l’aveva baciato per salvarlo, per ingannare i Marine e ci era riuscita e le era anche piaciuto il contatto con le labbra del suo capitano che sapevano di mare e di avventura.
“Andiamo” ripeté la ragazza, aiutandolo ad alzarsi “Dobbiamo raggiungere la Sunny”.
 
“Chopper,calmati!” lo spadaccino cercava di capire le parole confuse e ansiose della piccola renna, rese ancora più incomprensibili dalle lacrime che versava “Nami e Rufy” riuscì a singhiozzare “e la marina” .
Bastarono solo queste parole e Zoro capì “Fammi strada”.
 
“Eccoli laggiù!”
“Merda!” gridò la navigatrice mentre riprendeva a correre tenendo per mano il suo capitano. La marina li aveva avvistati nuovamente e  aveva ripreso a inseguirli più agguerrita che mai.
Le strade per loro sconosciute erano un vero problema. Le imboccavano alla cieca e ansimavano entrambi per la stanchezza. Erano sfiancati e Rufy era diventato sempre più pallido: stava perdendo molto sangue.
Imboccarono un altro vicolo cieco.
“Che facciamo?” urlò Nami disperata guardando furiosa il muro di mattoni di fronte a lei, era tremendamente preoccupata per Rufy e voleva far qualcosa per aiutarlo, ma cosa?
Era in preda al panico e sapeva che il trucco dei fidanzati non avrebbe funzionato di nuovo.
Allora fu Rufy a prendere la decisione: si tolse il cappello, lo mise tra le mani della navigatrice e la baciò su una guancia.
“Riportamelo” disse  prima di uscire dalla strada con le mani in alto, urlando “È me che volete”.
 
Zoro vide il suo capitano uscire con le mani in alto e camminare sicuro verso i soldati che erano dapprima sospettosi e che poi lo afferrarono per le braccia mettendogli le manette agli esili polsi.
Zoro sguainò due delle sue spade e corse verso di lui.
I soldati lo riconobbero subito e cercarono di sparargli contro, inutile dire che lo spadaccino tagliò a metà tutte le pallottole che arrivavano.
 
Nami fu felice nel vederlo. Avrebbe pensato lui ai marine e avrebbe sicuramente salvato Rufy.
 
Rufy osservò silenzioso il suo vice farsi strada e colpire con i suoi fendenti chiunque gli parasse la strada. Il suo sguardo cadde sulla strada dove aveva lasciato Nami: la ragazza si era affacciata per vedere quello che accadeva, ma lui non poteva permettere che i Marine si accorgessero della sua presenza e la arrestassero. Non era in grado di difendersi da sola.
“Zoro, basta!” gridò autoritario.
Lo spadaccino si fermò, sorpreso. Lanciò prima uno sguardo al suo capitano, poi scorse con la coda dell’occhio la loro navigatrice con il suo cappello in mano e capì. Rifoderò le spade “Se arrestate il mio capitano” disse “arrestate pure me!”.
  
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