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Autore: Lightheaded    07/01/2014    1 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nostra prossima meta era una delle cittá portuali al confine nord-ovest della provincia di Welcant: Assabyn.
Lí era approdato Alaish, non sapevo in che circostanze, per trovare maestri guerrieri disposti a insegnargli le rudi tecniche di combattimento degli Affael. O almeno cosí aveva spiegato poche sere prima, quando prima di riposare gli avevo chiesto il perchè di quella scelta. 
Ci eravamo congedati dal castello la mattina del decimo giorno, Fyreen aveva chiesto di poterci accompagnare fino al confine del territorio di Galilia e la Regina la aveva accontentata. 
Una volta usciti dal castello potei chiedere in tranquillità come Leyla sapesse della morte della Veggente.
"Re Soreo l'ha ritenuta responsabile della fuga de "i due più pericolosi criminali della storia di Ryel" " si intromise Narilion scuotendo la testa.
Sbarrai gli occhi. Nessuno mi aveva mai definita criminale, era una cosa davvero orribile. Ed era ancora più orribile il prezzo pagato dalla Veggente.
Mi venne da piangere, ma mi trattenni. 
"Lei era uno spirito, me lo avevi detto tu" dissi guardando Alaish con forza cercando di non farmi prendere dalla tristezza.
Lui annuí. 
"Infatti, ma prima d'ora nessuno aveva mai ucciso la reincarnazione di uno spirito, non sappiamo se l'uccisione carnale abbia ucciso anche lo spirito contenuto nel corpo" spiegó con i suoi brillanti occhi di fiamma. L'arancione si fece ancora più intenso del solito.
"Ma come sapete con certezza della sua morte?" Domandai, sperando mi dicessero fosse uno scherzo di cattivo gusto.
"La Regina ne è venuta a conoscenza tramite una missiva nella quale il Re degli Affaël si vantava di aver punito colei che vi proteggeva a Effort" disse Fyreen con voce rotta. 
"Che CI proteggeva" sottolineò Alaish tristemente.
"Soreo nemmeno sapeva di voi, è sempre stato un uomo d'azione assolutamente indifferente alle "storie assurde", come ha definito lui stesso le leggende che vi riguardavano in un discorso memorabile a Effort." Aggiunse Fyreen indispettita da tanta ignoranza da parte del regnante degli Affaël.
"Credo che negli ultimi tempi sia succube di Lovyesh Lyo, altrimenti non avrebbe ordinato di battere a tappeto l'intera città per cercarvi" si intromise Narilion.
"Mia madre nei suoi ultimi giorni di vita era andata da Soreo, per cercare di convincerlo a tenere sotto controllo il vostro arrivo e proteggervi. Invece ora siete criminali braccati." aggiunse il vampiro pensieroso.
"Dev'essere un personaggio piuttosto ottuso." Risposi sprezzante.
"È un generale che conosce solo la guerra, non un Re giusto" si intromise Alaish, chiudendo il discorso con un tono triste ben lontano da quello che conoscevo.
Avevamo quindi un problema in più: non eravamo nell'anonimato e stavamo rientrando, anche se nella periferia più lontana, nel regno di Soreo.
Non proprio una mossa saggia.


Eravamo quasi arrivati, il ghiaccio era ormai solo una patina opaca sul terreno chiazzato d'erba. Il freddo era ancora pungente, ma molto più sopportabile che nella landa completamente ghiacciata delle ninfe. Si iniziavano a vedere i primi campi coltivati che indicavano, a detta di Alaish, l'ultima parte di terreno annessa al Regno delle ninfe. Ero immersa nei miei pensieri sui mutamenti del paesaggio, quando due figure incappucciate entrarono nel mio campo visivo avvicinandosi rapidamente.
"Sono gli emissari di Lovyesh Lyo" disse Alaish preoccupato.
"Non devono vederci" affermò Narilion tra i denti calandosi maggiormente il cappuccio sul viso. Eppure non vedevo come avremmo potuto evitarli, erano così veloci a venirci incontro che non avevamo scelta.
Chinai il capo ascoltando i loro passi leggerissimi e rapidi farsi sempre più vicini.
"Siete voi gli emissari?" Chiese improvvisamente Fyreen attirando l'attenzione dei viandanti su di sé.
"Si, ninfa." Disse una voce famigliare calando il cappuccio. Sayna, la vampira che avevo salvato durante la mia breve permanenza al villaggio di Lovyesh-Lyo.
"Che accoglienza numerosa" si intromise un'altra voce, famigliare anch'essa. Selishan, il suo compagno di vita.
"Loro sono nostri ospiti, che ho accompagnato al confine."
"Odore famigliare" sibilò Selishan scandagliando i nostri volti celati quasi del tutto dai cappucci.
"Temo non vi riguardi" rispose dura Fyreen.
I due vampiri non ci toglievano gli occhi di dosso.
Improvvisamente Sayna si scagliò su Alaish con una velocità e una forza tale da non dare il tempo a nessuno di reagire.
Gli tolse il cappuccio inchiodandolo a terra con una morsa ferrea delle mani sul collo.
"Tu ci hai aggredito, il tuo odore non lo dimentico bastardo" disse Sayna con gli occhi iniettati di sangue.
"Alaish" constatò Selishan incredulo.
"Sono ancora vivo, triste?" Domandò con tono amaro il ragazzo, senza tentare di liberarsi dalla presa sul collo della succhiasangue.
"Non è possibile" rispose il vampiro dagli occhi ambrati.
"Non ti fidi del mio fiuto?" Domandò furiosa Sayna. I suoi capelli ramati si mossero quasi nevrotici come a palesare la rabbia che impetuosa si era fatta strada nel suo animo.
Selishan scosse la testa incredulo, per poi guardare la sua compagna e annuire. 
"Lo sento anche io, so che è stato lui" le disse.
"Fermi" mi intromisi togliendomi il cappuccio.
"Shaila" mi riconobbero subito, ripetendo il mio nome quasi in coro.
"Lasciatelo andare, quando vi ha aggredito lo avevano maledetto. Ha agito contro la sua volontà." Spiegai guardando Sayna con sguardo fermo.
La vampira allentò la presa riluttante, staccandosi molto lentamente da Alaish, rimanendo in allerta.
"Lovyesh Lyo ti cerca disperatamente" constatò Sayna guardandomi con sguardo assassino.
"Hai ucciso davvero Narilion?" Chiese tristemente Selishan.
Sbarrai gli occhi, sentii il vampiro in questione accanto a me fremere. Nemmeno mi accorsi che il suo braccio si era alzato e che la sua mano era già arrivata a calare il cappuccio.
"Mi ha salvato quando avrebbe dovuto uccidermi." disse semplicemente lui guardando i suoi due amici allibiti.
Mi voltai a cercare Fyreen, quasi come se potesse rimediare a quel caos, ma sfortunatamente sembrava disperata almeno quanto me. Ora la questione per le ninfe era spinosa. E non solo per loro.
"Lovyesh Lyo era sull'orlo della pazzia. Era disperato all'idea di averti perso" disse Sayna avvicinandosi, per abbracciarlo.
Lui fece una risata così amara che persino il sorriso sulla bocca rosso fuoco di Selishan si sciolse.
"È un bugiardo e morirà tale" rispose con rancore Narilion.
"Vi ha mentito, anche io l'ho fatto e voi non ve ne siete mai accorti" aggiunse guardandoli con una tale intensità che avrebbe potuto incenerirli con quegli occhi purpurei.
"Non lo farebbe mai" rispose Sayna con una ferocia inaudita.
"Continua a far finta di nulla, allora, stolta" fu la secca affermazione di Narilion che la scostò e ci fece segno di proseguire.
"Mi hai sempre reputata tale" rispose la vampira bloccandolo per un braccio.
"E non ho sbagliato, hai anche trovato un compagno cieco come te" concluse Narilion mentre aiutavo Alaish a rialzarsi.
"Conducici ninfa" disse solo Selishan prendendo la sua compagna quasi di peso per portarla verso Galilia.
"Lovyesh Lyo non saprà di questo incontro e con questo il debito per avermi salvato la vita è saldato" disse Sayna, prendendo la mano del suo compagno trafiggendomi con il suo sguardo da cacciatrice.
"Siete cresciuta molto giovane Shaila" disse Selishan formale unendo le mani in segno di rispetto. Non seppi se interpretarlo come un complimento o meno, ma risposi mostrando a mia volta rispetto. 





"Mio padre, quello stolto vorrebbe consegnarmi Sayna, lei non fa per me madre"  Vidia sorrise e con aria materna scosse la testa quasi scherzosa accarezzando con dolcezza il figlio su una guancia. Aveva un bel caratterino, ma d'altronde lo aveva chiamato Narilion proprio perché nella lingua della sua amata Galilia significa "colui che lotta". 
"Non vuole 'consegnartela' vorrebbe solo vederti con lei, è una vampira molto bella"
Rispose la donna fissandolo con i suoi grandi occhi azzurro cielo.
"Manca di nerbo, madre. È una marionetta vuota." Asserì il vampiro con aria infastidita.
"Vuole rendere fiero di lei il capo del villaggio" 
"E condannarsi a vita ad avere un legame che non desidera?" Domandò il giovane incredulo da tanta stupidità.
"Cerca di capire sempre tutti i punti di vista Narilion, non solo quel che fai tu è giusto, ognuno ha le proprie ragioni per agire in un certo modo. Tutti noi troviamo corretto il modo in cui ci comportiamo ma non è sempre così" disse la ninfa.
"In ogni caso non è la persona adatta a te, ne sono consapevole. Troverai la tua, ma temo non sarà una vampira." Constatò la donna quasi divertita.
"Io spero solo arrivi presto madre" 
"Hai fretta?"
"No madre, ma la gioia di condividere la propria vita con qualcuno che si ama credo sia una cosa meravigliosa"
La donna lo abbracciò fiera.
"La tua compagna sarà molto fortunata, spero di conoscerla presto"






Narilion sorrise tristemente ricordando la gioia di vivere che metteva sua madre in ogni piccola cosa. Gli mancava moltissimo.
Guardó Shaila pensando che a Vidia sarebbe piaciuta sicuramente, poi scosse la testa per togliersi dalla mente quei pensieri.




  
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